Casa Emilia, Fondazione Sant’Orsola misura con AICCON “Il valore dell’accoglienza”

“Casa Emilia per noi è stata un riparo nella tempesta che ci ha travolto”. Lo scriveva qualche tempo Maria Luisa, ma come lei potrebbero dirlo le altre 180 famiglie di altrettanti pazienti che sono stati ospitati durante il primo anno di attività della struttura di Fondazione Sant’Orsola. Perché se la malattia è sempre una tempesta, lo è ancor di più per chi per trovare la cura di cui ha bisogno è costretto a lasciare improvvisamente la propria casa.

Casa Emilia accoglie così i pazienti che non sono ricoverati ma devono rimanere a lungo a Bologna, per i controlli dopo un trapianto, la riabilitazione dopo un grave intervento chirurgico o più spesso per le terapie oncologiche. In questo modo risponde alla necessità di tante famiglie che non potrebbero altrimenti permettersi di rimanere per mesi sotto le Due Torri e che, se anche potessero farlo, si troverebbero comunque sole in un momento così difficile.

Sull’esperienza di Casa Emilia, che sta conoscendo un grande sviluppo, la Fondazione Sant’Orsola ha chiesto al centro studi di Unibo AICCON, diretto da Paolo Venturi, di realizzare lo studio previsionale d’impatto “Il valore dell’accoglienza” che è stato presentato ieri a Bologna e attorno al quale si sono confrontati il cardinale Zuppi, il sindaco Lepore e il presidente degli industriali Caiumi.

Ospitati pazienti di 18 regioni

in cura in 34 reparti

Nel corso dei primi 6 mesi del 2022 – racconta l’analisi – Casa Emilia ha ricevuto ben 483 richieste di ospitalità. Di queste 173 sono state accolte, 272 non sono state accettate e 38 sono state annullate da parte dei richiedenti. Casa Emilia, in base agli spazi e agli alloggi disponibili, è riuscita a soddisfarne solo il 36% delle richieste pervenute.

I nuclei familiari ospitati dalla struttura sono composti prevalentemente da due persone (65%), ma succede anche che siano presenti 3 o 4 membri (22%). Alcune famiglie ospitate comprendono anche minori (11,5%), in altri casi il paziente soggiorna da solo nella struttura (12%). Circa il 44% degli ospiti è tornato almeno 1 volta presso Casa Emilia per proseguire il processo di diagnosi, trattamento o cura.

Se consideriamo gli accessi unici, nei primi sei mesi di attività del 2022 il numero di pazienti ospitati è stato pari a 95 e i rispettivi familiari accolti sono stati 112, complessivamente maschi per il 46% e con un’età media di 51 anni (DS 2,83). Per quanto riguarda la provenienza si rileva una netta prevalenza dal Sud Italia e dalle Isole (89%), ma sono rappresentate ben 18 regioni. Sono 34 le Unità operative presso cui gli ospiti erano in cura, con una prevalenza di persone in trattamento presso Chirurgia del tratto alimentare (15%), Oncologia (12%), Malattie croniche intestinali (9%) e Gravi insufficienze d’organo (8%).

Volontari e aiuto reciproco

come in una seconda famiglia

Casa Emilia genera un primo valore fondamentale: dà la possibilità di curarsi a pazienti che altrimenti non potrebbero permettersi di rimanere così a lungo a Bologna e di farlo più serenamente a coloro che per farlo dovrebbero fare debiti o accettare di rimanere soli per non raddoppiare con la presenza di un familiare i costi da sostenere. Ma questo non è l’unico beneficio che la casa assicura alle famiglie dei pazienti.

La presenza quotidiana dei volontari della Fondazione garantisce la possibilità di orientarsi nella città, di ricevere un supporto logistico e un aiuto per gli spostamenti, di condividere gli stati d’animo, le paure e le gioie. Questo, insieme agli spazi comuni, incentiva lo scambio e il sostegno tra pazienti e famiglie, favorendo la nascita di legami importanti e permettendo a tutti di vivere come scriveva un paziente “la gioia di non essere soli”.

La presenza di Casa Emilia, racconta lo studio realizzato da AICCON, ha conseguenze positive anche sull’ospedale. La presenza di una casa di accoglienza che lavora in tandem con i reparti – verificando con loro necessità, urgenze e priorità – permette di ottimizzare i tempi dei percorsi di cura nonché di poter dimettere in sicurezza i pazienti avendo la possibilità di curare un maggior numero di persone e permettendo al personale di farlo con uno stato d’animo più sereno.

 

Scopri e sostieni il progetto: clicca qui

Leggi l’analisi di AICCON: Il valore dell’accoglienza

Tre televisori per i pazienti in isolamento nel reparto di Radioterapia metabolica

Ieri Fondazione Sant’Orsola ha consegnato tre televisori nel piccolo reparto di Radioterapia metabolica. Faranno compagnia ai pazienti dai 15 ai 90 anni che in queste stanze devono restare in isolamento per tre giorni, chiusi in camera, durante il trattamento.

 

La cura consiste nel trattamento con radiazioni ionizzanti di pazienti affetti da patologie maligne (o benigne) mediante somministrazione di radionuclidi non sigillati per via orale, endovenosa o per instillazione in cavità. Il reparto dispone di 8 posti letto in tre stanze.

In prevalenza vengono trattati pazienti con carcinoma differenziato della tiroide (131I), ma anche con neoplasie di derivazione neuro-endocrina (131I-MIBG), con metastasi ossee (158Samario) e con epatocarcinoma o con localizzazioni epatiche da carcinoma del colon-retto mediante infusione loco-regionale di microsfere marcate con 90Ittrio.

Casa Emilia apre le porte anche alle dipendenti del Sant’Orsola vittime di violenza

Fornire ospitalità alle dipendenti del Policlinico che hanno subito violenza: è il perno dell’accordo sottoscritto dal Comitato Unico di Garanzia Interaziendale, dalla Fondazione Sant’Orsola e Casa delle donne per non subire violenza, con il patrocinio dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola.

Nuovi servizi che partono da una importante consapevolezza: bisogna garantire ascolto e supporto concreto alle donne che subiscono violenza, ma anche lavorare incessantemente sul fronte culturale e psicologico per riconoscere e prevenire fenomeni di violenza che si estrinsecano anche oltre i luoghi di lavoro in ambito domestico e familiare.

Nelle tre aziende sanitarie di Bologna (IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, Azienda USL di Bologna, istituto ortopedico Rizzoli) lavorano poco più di 16.000 persone, oltre il 70% (71,4%) è donna. A Bologna la Casa delle Donne per non subire Violenza riceve circa 700 richieste di aiuto ogni anno e nel 5% dei casi la donna che ha bisogno di aiuto è impiegata nella sanità (compresa quella privata). Sono circa 35 donne ogni anno, dunque, (ma le denunce nascondono un numero oscuro molto più alto) che lavorano con noi, al nostro fianco quotidianamente e necessitano di aiuto concreto.

Nasce così la collaborazione con la realtà Casa delle donne per non subire violenza, che rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per esperienza e competenza per il contrasto alla violenza di genere. Un accordo che si snoda su due fronti di intervento: prima di tutto l’ospitalità per donne che lavorano in ospedale e hanno bisogno di un supporto.

 

La Fondazione Sant’Orsola metterà a disposizione uno o più appartamenti, in base alle necessità, all’interno della propria struttura di accoglienza Casa Emilia di cui le dipendenti potranno usufruire per il periodo necessario a uscire dalla situazione di violenza, anche fino ad un anno. Sarà inoltre disponibile un servizio di supporto psicologico, svolto nell’ambito delle attività in capo alla Psicologia ospedaliera ed in collaborazione con la medicina del lavoro aziendale oltre che con il personale esperto di Casa delle donne per non subire violenza che potrà essere a disposizione, per casi di particolare gravità e urgenza, all’effettuazione di consulenze specifiche.

Mentre sul secondo fronte, altrettanto importante, la partita si gioca sul campo della cultura e della prevenzione. L’accordo prevede un percorso di formazione dedicato alla comunità professionaledell’IRCCS e realizzato da parte di Casa delle donne per non subire violenza. Ulteriori conoscenze per prevenire, riconoscere e poter agire tempestivamente in situazioni di rischio, per cui saranno formati anche dipendenti che, per gli ambiti clinico-assistenziali di afferenza differenti dai Pronto Soccorso, possono non avere competenze specifiche in merito.

L’ospitalità verrà garantita alle dipendenti del policlinico seguendo un percorso di attribuzione degli alloggi secondo le modalità che già regolano l’attività quotidiana di accoglienza offerta da Casa delle donne per non subire violenza. Potranno accedere agli alloggi le donne con le seguenti caratteristiche: autonomia nella gestione di figli e figlie; autonomia economica; assenza di dipendenze da alcool o sostanze; assenza di patologie psichiatriche.

L’alloggio sarà messo a disposizione dalla Fondazione a tariffe calmierate. Le donne accolte parteciperanno alle spese dell’alloggio comunque in misura proporzionale al proprio reddito. Per l’ingresso negli alloggi si valuterà se la situazione della donna è compatibile con l’ospitalità di secondo livello (non in emergenza). L’ingresso negli alloggi avverrà dopo che la donna si sarà rivolta all’accoglienza di Casa delle donne per non subire violenza e abbia già valutato il progetto di uscita dalla violenza, con particolare attenzione alla sicurezza.

Lotteria di Natale di Fondazione Sant’Orsola, il tuo biglietto per Casa Emilia

Quest’anno a Natale la Fondazione Sant’Orsola ha lancia la sua prima lotteria!

A partire dal 21 novembre con una donazione di 5 euro si poteva portare a casa il proprio biglietto. Per partecipare era possibile

  • venire in sede, in via Albertoni 15;
  • cliccare qui, donando online e scegliendo se venire a ritirare il tuo biglietto in sede o riceverlo via mail, comodamente a casa tua (solo se residente in provincia di Bologna) >> dalle ore 12.00 di mercoledì 21 dicembre non sarà più possibile richiedere i propri biglietti online

I premi sono stati estratti mercoledì 21 dicembre alle ore 17 presso la sede della Fondazione Sant’Orsola, in via Albertoni 15, Bologna. I premi potranno essere ritirati presso la sede della Fondazione Sant’Orsola entro la data del 31/01/2023. I premi potranno essere spediti al vincitore, salvo presa carico delle spese di spedizione. I premi non ritirati entro il giorno 01/02/2023 saranno destinati agli scopi statutari della Fondazione.

NUMERI ESTRATTI

  • Biglietto n. 1587> Bicicletta elettrica modello ISSIMO urban rosso Fantic
  • Biglietto n. 1533 > Soggiorno per due persone in suite con percorso SPA presso Palazzo di Varignana
  • Biglietto n. 0464 > Soggiorno di un weekend per due persone in Sicilia nell’hotel a 5 stelle Villa Igiea, grazie all’Agenzia di viaggi Salvadori
  • Biglietto n. 0173 > Televisore Samsung Smart TV Ultra HD da 50 pollici offerto da Comet
  • Biglietto n. 2081 > Voucher per 8 trattamenti presso i centri Figurella
  • Biglietto n. 1593 > Voucher per l’acquisto nel negozio Postacchini
  • Biglietto n. 0032 > Voucher per l’acquisto di prodotti Alce Nero
  • Biglietto n. 1744 > Due ingressi alle terme di San Petronio compreso di due massaggi e due ingressi alle nuove terme di Porretta
  • Biglietto n. 1448 > Voucher per cena degustazione per due presso ristorante ViVo di Vincenzo Vottero

 

Regolamento lotteria di beneficienza

Informativa_Lotteria Casa Emilia

Fondazione Sant’Orsola apre il primo Centro per il benessere dei pazienti dentro all’ospedale

Un centro per il benessere dei pazienti. Si chiama “L’acqua e le rose” e sarà un’oasi di serenità all’interno del padiglione 2 del Policlinico cittadino. Lo ha realizzato, grazie alle donazioni dei bolognesi, la Fondazione Sant’Orsola. “Con questo intervento – spiega il presidente Giacomo Faldella – mettiamo concretamente al centro il benessere e la dignità del paziente che, quando viene ricoverato in ospedale, ha bisogno di trovare un luogo capace di prendersi cura ed avere attenzione al benessere di tutta la persona. Adesso che il cantiere è terminato, ogni donazione che arriverà servirà al suo funzionamento”.

 

Il Centro per il benessere dei pazienti

Il Centro è stato realizzato all’interno del padiglione 2 perché qui, da una parte, la percentuale di pazienti che rimangono ricoverati per più di 15 giorni è doppia rispetto alla media dell’ospedale (20,7% contro 12,1%) e, dall’altra, essendo stato realizzato quasi 60 anni fa, il padiglione è privo di docce nei reparti. Fino al 2015 era attivo un Centro bagni, poi chiuso.

Il Centro benessere sorge dalla ristrutturazione radicale di quei locali, attraverso un progetto nato su proposta di medici, infermieri ed operatori sociosanitari. All’interno dei 100 metri quadrati del Centro i pazienti troveranno

  • docce per chi è almeno parzialmente autosufficiente,
  • vasca per bagno assistito con sollevatore per pazienti non autosufficienti,
  • servizio di barbiere e parrucchiere

tutto gratuitamente, grazie alle donazioni che continueranno ad essere raccolte dalla Fondazione Sant’Orsola.

 

Un servizio nato e sostenuto dalla generosità dei bolognesi

Il progetto ha iniziato a prendere forma subito dopo la nascita della Fondazione Sant’Orsola, già nel 2019. L’emergenza Covid ha bloccato a lungo la possibilità di intervenire all’interno dell’ospedale per realizzarlo, poi il 9 maggio di quest’anno è stato possibile aprire il cantiere. Sono state abbattute le pareti dell’area, rifatti completamente gli impianti e piano piano il Centro – il cui progetto di interior design è stato sviluppato da Progetto Heimat e diverserighestudio – ha visto la luce. Ma se è stato possibile condurlo in porto è stato solo grazie alla grande generosità dei bolognesi.

L’intervento ha avuto, infatti, un costo complessivo di 219.000 euro. Ad oggi Fondazione Sant’Orsola ha raccolto 206.864 euro. Mancano dunque poco più di 12.000 euro (circa il 6% del totale) per raggiungere il risultato.

Tantissimi i soggetti che hanno partecipato a questa staffetta di solidarietà: la Fondazione Impresasensibile di CNA ha donato 30.000 euro, il Rotary Club Bologna ha contribuito con 8.000 euro e il Cosmoprof con 5.000. In tutto da aziende e organizzazioni sono arrivati 45.527 euro a cui si somma il grande contributo dato da Inkiostro Bianco che, donando le carte da parati, ha sostenuto il progetto qualificandolo ulteriormente.

A tutte queste donazioni si sommano 52.428 euro donati da 592 cittadini (donazione media 88 euro ciascuno) e il 5 per mille raccolto nel 2019 e 2020 (in tutto 108.909 euro) che Fondazione Sant’Orsola ha messo a disposizione del progetto.

 

Come funzionerà “L’acqua e le rose”

Durante i mesi di realizzazione, Fondazione Sant’Orsola aveva attivato – grazie ad una convenzione con CNA Bologna – un servizio di barbiere e parrucchiere, il lunedì pomeriggio, in un reparto di Geriatria del padiglione 2. Toccare con mano il beneficio che i pazienti ne ricavavano è stato un ulteriore incentivo a procedere in questa direzione.

In questa fase iniziale il Centro sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 12.30. Vi lavoreranno

  • 3 operatori sociosanitari, uno messo a disposizione dal Policlinico e due assunti da Fondazione Sant’Orsola, presenti in modo continuativo;
  • 20 barbieri e parrucchiere che a turno, grazie ad una convenzione con CNA Bologna, presteranno la propria attività – a carico sempre di Fondazione Sant’Orsola – a una tariffa ridotta;
  • 4 barbieri e parrucchiere pensionati che, sempre grazie alla convenzione con CNA Bologna, si presteranno a turno per piccoli interventi di supporto;

e 20 volontari di Fondazione Sant’Orsola saranno sempre presenti a turno per accogliere e accompagnare i pazienti.

Potranno avere accesso a “L’acqua e le rose” tutti i pazienti del padiglione 2 su prenotazione che – attraverso una piattaforma dedicata – sarà effettuata dal coordinatore infermieristico. Sono i sanitari, infatti, che devono valutare se le condizioni del paziente gli consentono di fare il bagno o la doccia o un taglio di capelli senza mettere a rischio né sé stesso né gli altri (non deve avere – ad esempio – ferite ancora aperte o infezioni in atto). Saranno gli OSS del Centro, aiutati dai volontari, ad andare a prendere e riaccompagnare i pazienti in corsia, senza nessun aggravio di lavoro per i reparti.

Tutti i servizi saranno gratuiti grazie alle donazioni che Fondazione Sant’Orsola riuscirà a raccogliere: ogni anno, si stima, serviranno almeno 70.000 euro per coprire i costi del personale (2 operatori sociosanitari, barbieri e parrucchieri) e il materiale d’uso. Una sfida importante per la quale Fondazione Sant’Orsola può già contare su un alleato fondamentale: Rekeep – l’azienda bolognese leader nel facility management – ha scelto, infatti, di diventare partner del Centro, impegnandosi ad erogare un significativo contributo per il prossimo triennio a sostegno del funzionamento del Centro. Per la cura del corpo saranno utilizzati i prodotti della linea Sendo Concept, donati da Eley, azienda bolognese del settore cosmetico.

Ognuno può offrire tanti piccoli gesti di quotidianità a chi è costretto a un lungo ricovero. È possibile donare

  • con carta di credito dal pulsante Dona ora su questo sito
  • con bonifico sul conto corrente bancario intestato a Fondazione Policlinico Sant’Orsola Onlus – IBAN IT 72 I 08472 36760 000 000 101617 – causale: Al Sant’Orsola come a casa
  • con bollettino postale: n° conto: 1047864747 intestato a: Fondazione Policlinico Sant’Orsola Onlus – causale: Al Sant’Orsola come a casa

Il 7 dicembre Concerto di Natale a sostegno dei progetti di Fondazione Sant’Orsola

Il 7 dicembre, alle ore 21, presso il Teatro Tivoli (via Massarenti 418) si svolgerà il Concerto di Natale per i progetti di Fondazione Sant’Orsola. Sul palco l’orchestra Sursum Corda, 25 elementi che hanno deciso di donare un momento di festa e solidarietà.

Con una donazione minima consigliata di 10 euro si potranno sostenere i progetti che stiamo portando avanti per i pazienti dell’ospedale, dalla casa di accoglienza al centro per il benessere, dalla ristrutturazione dell’oncologia al sostegno della ricerca.

Per partecipare si può fare la propria donazione online sul nostro sito cliccando qui oppure – fino all’esaurimento dei posti disponibili – direttamente la sera stessa a teatro, fino alle 20.45.

Una nuova ricerca sui sarcomi grazie alle donazioni in memoria di Tiziana Fanelli

La ricerca sui sarcomi può avvalersi di un aiuto in più. Grazie alla donazione della famiglia e degli amici di Tiziana Fanelli sarà possibile continuare a studiare i sarcomi con obiettivo di migliorarne sempre di più la cura. Nello specifico, la ricerca verterà nella caratterizzazione genomica di forme di sarcoma viscerale che si presentano molto aggressive e molto diffuse già al momento della diagnosi.

I sarcomi sono una famiglia molto eterogenea di tumori, soprattutto per istotipo visto che se ne contano più di 50. Ma alla differenza istologica si aggiunge anche quella clinica, infatti si possono presentare sia in forma molto indolente ed a volte scoperti per caso sia in forme, invece, molto gravi.

“Questa differenza di presentazione clinica – spiega la professoressa Maria Pantaleo – purtroppo impatta molto sulla possibilità di cura, che deve necessariamente essere più incisiva e tempestiva. Accanto a questo, che rappresenta un atteggiamento di buona pratica clinica per i centri di riferimento, noi vorremmo scoprire la presenza o meno di varianti genomiche e molecolari distintive di queste forme e magari anche bersagli terapeutici di nuove terapie”.