Torna Musica Insieme al Sant’Orsola, cinque con certi nelle corsie dell’ospedale

Mercoledì 24 gennaio alle ore 11 Isabella Ricci, giovane e brillante pianista vincitrice del Premio “Andrea Baldi”, suonerà per i pazienti del Day Hospital dell’Oncologia Ardizzoni, aprendo la II edizione di Musica Insieme al Sant’Orsola, l’iniziativa varata nel 2023 da Fondazione Sant’Orsola con Fondazione Musica Insieme e che può contare sul prezioso pianoforte storico Steinway & Sons, messo a disposizione dagli eredi del grande direttore d’orchestra Carlo Felice Cillario.

 

Sarà il primo di cinque appuntamenti che ‘raddoppieranno’ il cartellone della XXVI edizione di MIA – Musica Insieme in Ateneo appuntamento nato nel 1997 da un pionieristico accordo di Musica Insieme con l’Università di Bologna, che si prefigge lo scopo di avvicinare gli studenti all’arte dei suoni negli spazi della loro quotidianità, con l’aiuto di interpreti riconosciuti. E che dall’anno scorso raddoppia i propri appuntamenti in ospedale.

 

“Questa edizione di MIA – spiega la presidente di Musica Insieme Alessandra Scardovisviluppa ulteriormente, accanto ai concerti offerti agli studenti e al personale universitario, anche un’iniziativa che ci riempie di emozione: Musica Insieme al Sant’Orsola, varata nel 2023 al Day Hospital oncologico, e che da quest’anno moltiplicherà i suoi appuntamenti in collaborazione con la Fondazione Sant’Orsola per estendersi ad altri reparti del Policlinico bolognese, nella certezza che il percorso di guarigione si giovi anche della bellezza e del benessere che l’arte e la musica possono infondere in tutti noi”.

 

“La malattia è un momento della nostra vita – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – che non sospende nessuno dei nostri bisogni fondamentali e nel quale il bisogno di contatto con la bellezza è ancor più importante. La musica in questo è capace di giocare un ruolo insostituibile: per questo è così preziosa, per noi, la scelta di portarla all’interno dei percorsi di cura”.

Gli appuntamenti successivi sono previsti per

  • mercoledì 7 febbraio con il Saten Saxophone Quartet nella palestra di Medicina fisica e riabilitazione (padiglione 2)
  • mercoledì 21 febbraio con i violini di Tommaso Paronuzzi e Pietro Bolognini nel Day hospital dell’Oncologia Zamagni (padiglione 11)
  • mercoledì 13 marzo con violino (Zafira Valova), flauto (Meila Tome Pihler) e viola da gamba (Rosita Ippolito) negli ambulatori di Ginecologia (padiglione 4)
  • giovedì 28 marzo con il pianoforte suonato da Bruno Canino di nuovo al Day hospital di Oncologia Ardizzoni (padiglione 2).

Community-Index, AICCON misura le relazioni tra Fondazione e comunità di riferimento

Una comunità di 3mila persone. Per la precisione 3.061. L’85,5% è costituito dai beneficiari dei progetti: i pazienti (1.607), i familiari e caregiver (734) e il personale ospedaliero (275). Un’altra fetta importante – ben l’11,4% – è costituita dai volontari. Così il Community-Index realizzato dal Centro studi AICCON ha fotografato la comunità di riferimento di Fondazione Sant’Orsola, per analizzare le relazioni che sono state attivate.

Un lavoro importante di raccolta dati ha permesso di identificare tutti i soggetti coinvolti dai progetti della Fondazione Sant’Orsola, sintetizzando lo stato dell’arte delle relazioni in essere in quattro quadranti che permettono di capire su che cosa occorre lavorare per migliorare ancora ed essere sempre di più una fondazione davvero di partecipazione, capace di generare impatto con la propria attività.

Quattro sono le dimensioni lungo cui si è articolata l’analisi, che potrete trovare approfondita nelle slide allegate.

 

La dimensione identitaria

La Fondazione si caratterizza per una particolare apertura (gli uffici sono accessibili a tutti così come  le occasioni di confronto e racconto sono molte) e trasparenza. Primo elemento ‘cartina tornasole’ è il livello di adesione volontaria alle attività della Fondazione: i volontari sono considerati e valorizzati quale vero valore aggiunto della Fondazione, più dei 2/3 di loro prestano attività sistematica e continuativa almeno settimanale e svolgono, per la quasi totalità del tempo, attività core all’interno delle progettualità della Fondazione (accoglienza e assistenza). Un secondo elemento ‘cartina tornasole’ si rintraccia nell’ammontare delle donazioni, tanto individuali quanto corporate da parte di soggetti della comunità di riferimento (3.609 donatori individuali e 4.602 donazioni da 5×1000).

Dimensione inclusiva

Dal punto di vista del coinvolgimento dei soggetti appartenenti alle proprie comunità di riferimento, i risultati suggeriscono una buona capacità della Fondazione di innescare dinamiche collaborative e partecipative. Per l’anno 2022 è stato coinvolto il 43% delle comunità di riferimento (1.315 persone) di cui più di 1/3 (36,8%) ad alti livelli di intensità (co-produzione, co-progettazione e co-gestione). “Tale coinvolgimento delle comunità di riferimento – racconta AICCON – acquisisce ulteriore valore dal momento che si rileva un buon livello di coinvolgimento delle frange più vulnerabili, che rappresentano il 19,7% del totale”. L’elemento su cui sicuramente si apre una riflessione è quello del coinvolgimento di tali soggetti all’interno della governance, fronte su cui “si scorgono segnali positivi che vanno in questa direzione (es.: nel 2022 la Fondazione ha modificato lo statuto per permettere coinvolgimento di una rappresentanza dei volontari all’interno dei processi di governance)”.

Dimensione ecosistemica

“La dimensione ecosistemica – spiega AICCON – risulta essere senza dubbio l’elemento distintivo e caratteristico dell’azione della Fondazione, che fa della collaborazione tra diversi e della condivisione degli obiettivi il punto di forza dell’azione oggi proposta”. Il 65% degli interventi sono condotti così in forma cooperativa per il perseguimento di obiettivi condivisi, ma sono anche l’apertura al territorio e la capacità di interpretare gli interessi di una molteplicità di stakeholder territoriali a restituire la dimensione fortemente ecosistemica dell’azione svolta dalla Fondazione, come testimoniano i casi di lasciti di fondi di associazioni territoriali in liquidazione, che affidano alla Fondazione il compito di proseguire il perseguimento dei propri fini.

Dimensione trasformativa

Nel 2022 la Fondazione ha da una parte formato tutti i dipendenti sulla tematica impatto, dall’altra svolto una prima valutazione d’impatto (ex-ante) sullo specifico servizio di accoglienza di Casa Emilia, quale pilota per un eventuale successivo e più ampio impianto di valutazione che riguardi l’intera organizzazione. Operando una stima conservativa, più di 2/3 dei beneficiari ha sperimentato cambiamenti positivi e di questi un 30% con intensità medio-alta. Ulteriore aspetto di valore risiede nel fatto che la valutazione d’impatto non nasce dalla necessità (ad esempio in risposta alla richiesta di un bando o un soggetto finanziatore), ma dall’intenzionalità della Fondazione di impegnarsi a gestire la propria efficacia in termini di generazione di valore.

 

Su questa base abbiamo elaborato insieme nove obiettivi di miglioramento, che costituiranno altrettanti impegni per il lavoro quotidiano di Fondazione Sant’Orsola.

 

 

Ciao Lily

Sei arrivata prima della Fondazione. Quando siamo nati eri già qui, arrivata da Pomarico, per curarti al Sant’Orsola. Sei stata insieme a Nicola la prima ad entrare a Casa Emilia, quando ancora non si chiamava così, e sei rimasta e tornata con noi tante volte in questi anni.

Hai sofferto tanto, nessuno di noi può sapere quanto, ma sempre capace di guardare negli occhi la vita, con i tuoi occhi pieni di calore, un nido per i tuoi figli, per i nipoti che ci sembra di conoscere come se fossero nostri, per Nicola che a Casa Emilia è diventato il capo condomino, sempre pronto ad andare a fare la spesa o a portare i bagagli per l’ultimo arrivato.

Da stamattina non sei più qui, ma noi siamo ancora nel tuo appartamento, a mangiare le polpette che hai cucinato e la pasta con le cime di rapa, fatte arrivare apposta dalla Basilicata. Ed è stato, è e sarà un regalo grande averti qui con noi.

 

 

La famiglia ha chiesto di ricordare Liliana sostenendo Casa Emilia, la sua seconda casa. Se vuoi partecipare anche tu clicca qui e lascia, se vuoi, il tuo ricordo

Al MAST il Rotary Carducci organizza una serata evento per il “Il Parco della luna”

Sabato 27 gennaio presso il MAST Auditorium sarà proiettato il film “800 giorni” del regista Dennis Dellai, dedicato al sequestro Celadon. L’evento è stato organizzato da Rotary Bologna Carducci in collaborazione con Progetto Cinema e Fondazione MAST per Fondazione Sant’Orsola. Tutto il ricavato infatti della serata andrà a sostegno del progetto di Fondazione Sant’Orsola “Il Parco della luna”

L’orario di inizio dell’iniziativa è 17.30. Prima del film interverranno Carlo Lucarelli, che racconterà il contesto storico e la stagione dei sequestri, la psicoterapeuta Raffaella Paladini che aiuterà a capire come si possa sopravvivere per oltre 2 anni in un buco nel terreno e il regista Dennis Dellai.

Per partecipare è necessario prenotarsi tramite il modulo online fino a esaurimento dei posti disponibili. La donazione consigliata è di 20€ a persona. Ricordiamo che presso la Fondazione Mast non sarà possibile acquistare alcun titolo che consenta la partecipazione all’iniziativa.

 

INFO UTILI:

📍 Fondazione Mast si trova in Via Speranza n. 42

📍Sarà possibile accedere all’evento dal parcheggio di Via Vittoria n. 7

📍L’orario di fine della serata è indicativamente 20.30