PARLAMI ANCORA

In collaborazione con

 

136 sedute di supporto psicologico per i genitori di under 18 con disabilità intellettive, alle prese con le difficoltà aggiuntive determinate dall’emergenza sanitaria, nel secondo semestre del 2021. E l’anno successivo si è arrivati a 238 sedute, con 22 famiglie seguite. Perchè le difficoltà aggiuntive innescate dalla pandemia hanno iniziato a scemare, ma i problemi di fondo no, quelli restano sempre.

E’ questo il bilancio del progetto “Parlami ancora”, realizzato da Fondazione Sant’Orsola grazie al sostegno di Banca di Bologna.

Il servizio di consulenza psicologica specialistico, messo in campo da “Parlami ancora”, vuole fornire un supporto nella gestione di eventuali problematiche che il particolare periodo che stiamo vivendo può avere acuito, dando attraverso la consultazione psicologica più consapevolezza e maggiori strumenti per affrontarle.

 

“Siamo vicini alle famiglie e ai loro ragazzi. Vogliamo continuare a sviluppare la collaborazione con la Fondazione a sostegno dei progetti attuali e futuri per il territorio”

Alberto Ferrari, direttore generale Banca di Bologna

 

Il progetto prosegue anche nel 2023. Possono partecipare tutte le famiglie di under 18 con disabilità intellettive seguiti da un ambulatorio del Policlinico di Sant’Orsola. Le sedute di consulenza psicologica specialistica saranno rivolte ai genitori e, in questa fase, si svolgeranno online. Il numero e la cadenza degli incontri verranno stabiliti sulla base delle necessità delle singole famiglie e dei motivi della consultazione.

 

Le domande possono essere inviate scrivendo a parlamiancora@fondazionesantorsola.it

 

Per comprendere meglio il valore del progetto, ecco la testimonianza di una mamma che ha partecipato

Un’oasi in cui respirare a pieni polmoni

Vi scrivo emozionata e grata di aver fatto parte del progetto “Parlami ancora” e felice che vada avanti ancora per un po’. Ci siamo accostati alla Fondazione Sant’Orsola solo da un anno, ma è stato come uscire da un deserto e trovare un’oasi di servizi, competenza e accoglienza.

Per noi la sindrome di Down ha rappresentato da subito una occasione e una sfida enormi, perché per una serie di motivazioni siamo rimasti soli, non compresi, non supportati da affetti o strutture. Il Covid ha fatto il resto. Essere genitori di un bambino atipico e gravemente ammalato è già problematico, fare due lockdown è stato impegnativo e faticoso oltre ogni misura. Ma proprio lì dove non avevamo più forze e speranze, è arrivata la Fondazione ed è stato come respirare a pieni polmoni dopo una lunga apnea.

Nello specifico, la dottoressa che mi segue con un impegno e una professionalità incredibili, è stato il mio supporto insostituibile. In questi due anni incredibili e senza precedenti, ci siamo privati di qualsiasi tipo di attività fosse nostra propria, per ridurre al minimo la possibilità di contagi, per dare a Jacopo e poi Isabella tutti gli strumenti w le possibilità di crescita. Il sostegno alla famiglia ed alla coppia e’ mancato e se non fosse stato per i contatti continui e disponibili della dottoressa, probabilmente la nostra crisi invece di andare a risolversi, si sarebbe accentuata.

Il Covid non è finito, la Sindrome di Down non è ancora tutta “digerita”, ma abbiamo trovato uno spazio in cui parlare, confrontarci ed essere accolti per ciò che siamo, e questo spazio è insostituibile.