Personale pendolare, arriva il taxi a 1 euro tra la stazione dei treni e il Sant’Orsola

Dalla stazione ferroviaria al Policlinico (e ritorno) con il taxi a 1 euro. La Fondazione Sant’Orsola in collaborazione con Cotabo lancia dal primo dicembre un nuovo servizio per il personale ospedaliero pendolare. Un modo per agevolare e rendere più sicuri, anche durante questa seconda fase di emergenza, gli spostamenti di chi ogni giorno fa il proprio lavoro prendendosi cura di tutti coloro che ne hanno bisogno.

 

Il servizio partirà dal primo dicembre, per ora solo per i dipendenti del Sant’Orsola e per tutto il mese di dicembre. “Se ci saranno le condizioni – spiega il presidente della Fondazione Giacomo Faldella – questa opportunità potrà essere estesa, come già i servizi di Foresteria e alloggio gratuito, anche al personale di Ausl Bologna e proseguire anche nel gennaio 2021, se l’emergenza sanitaria non dovesse rientrare”.

 

Per usufruire del servizio sarà sufficiente salire su un taxi Cotabo nel parcheggio della stazione ferroviaria o in quello interno al Policlinico (davanti al padiglione 11) e presentare badge aziendale ed abbonamento del treno. La tratta in cui è attivo il servizio è quella dalla stazione al Policlinico e viceversa. Il passeggero spenderà soltanto 1 euro, mentre il resto sarà coperto dalla Fondazione Sant’Orsola.

 

Se nelle piazzole di sosta non dovessero esserci taxi è possibile chiamarne uno (051.372727) senza alcun costo aggiuntivo. “Ridurre i rischi di contagio e agevolare gli spostamenti in una fase in cui i turni spesso si protraggono – spiega il presidente Faldella – è uno dei tanti modi attraverso cui vogliamo dire al personale degli ospedali che siamo e rimaniamo al loro fianco, facendo la nostra parte come loro fanno la loro”.

 

“Anche in questa fase delicata – spiega il presidente di Cotabo Riccardo Carboni – prosegue il rapporto di stretta collaborazione tra Fondazione Sant’Orsola e Cotabo. Per noi è un onore poter aiutare chi aiuta e essere a fianco del personale ospedaliero mettendo a disposizione quello che sappiamo fare. Fondazione Sant’Orsola e Cotabo dimostrano che insieme si è più forti, in qualsiasi situazione”.

 

Per informazioni e chiarimenti: insieme@fondazionesantorsola.it

 

Il brodo di casa

Riportiamo l’intervista che l’azienda Ducati Motor Holding S.p.A. ha fatto al suo dipendente Joost Rijnbeek, volontario della Fondazione, per raccontare il suo servizio al check point e per dimostrare che la volontà di aiutare le altre persone può arricchirci anche in momenti difficili.

Cosa ti ha spinto ad iniziare a fare volontariato durante l’emergenza Covid-19?

Da parecchio tempo avvertivo la necessità di sentirmi utile nei confronti delle persone che ne avevano bisogno. Ho colto l’opportunità di iniziare a fare volontariato durante l’emergenza Covid-19 dello scorso marzo, entrando in contatto con la Fondazione Sant’Orsola, istituto al quale sono strettamente legato per una vicenda personale, offrendomi come volontario durante il mio tempo libero dal lavoro. In seguito al completamento di un training online ho subito cominciato la mia esperienza presso i checkpoint Covid disponibili all’interno della vasta struttura ospedaliera bolognese. Tali punti sono stati istituiti per riuscire a contingentare gli ingressi nei reparti, per controllare che i protocolli di sicurezza fossero rispettati e per offrire ai pazienti e ai loro familiari un punto di supporto per le richieste di carattere organizzativo.

Non avevi paura di essere contagiato? Se sì, perché hai deciso di farlo in ogni caso?

Devo ammettere che all’inizio avevo un po’ paura, ma la Fondazione ci ha dotato di tutti i dispositivi di protezione personali necessari. Inizialmente sono stati gli infermieri a svolgere le attività necessarie presso i check point Covid, ma poiché l’emergenza sanitaria era tale da obbligarli a dedicarsi ai pazienti ricoverati, siamo stati coinvolti noi volontari per lo svolgimento delle attività che non richiedevano una competenza medica. Seguivamo alla lettera tutte le disposizioni anti-contagio e nonostante tutto posso dire che la volontà di aiutare le persone in un momento così drammatico ha prevalso sulla paura di essere contagiato.

C’è un episodio che ricordi in particolare?

Ricordo moltissimi episodi. Ho trascorso molto tempo al padiglione 13, dove è ubicato il reparto di pediatria, dove gli incontri con i genitori dei bambini ricoverati all’interno erano frequenti e tutti molto delicati. Spesso i genitori, in cerca di un po’ di conforto, mi hanno chiesto di condividere un caffè e con esso le loro esperienze, che non mi hanno mai lasciato indifferente. Poche settimane fa, durante un turno di volontariato mi sono offerto di aiutare un’anziana signora che aveva con sé una borsa pesantissima e non riusciva a salire le scale. Ho dunque appreso che quella borsa era così pesante perché conteneva grandi quantità del “brodo di casa” tanto desiderato dal marito ricoverato nel reparto di oncologia. Questi sono i gesti che ti rimango impressi e ti danno la forza per affrontare le situazioni più spiacevoli. Ci sono poi persone alle quali ti affezioni, perché le vedi ogni settimana e con le quali, dopo poche parole, si instaura un rapporto di vicinanza e di affetto.

Cosa ti ha lasciato questa esperienza? La consiglieresti agli altri?

È un’esperienza che mi ha dato molto e che ha permesso di farmi sentire vicino alle persone che ne avevano bisogno anche in un momento in cui la lontananza fisica ci era imposta. Ricevere un “grazie” era sufficiente a darmi la carica. A volte tornavo a casa stanco, ma molto felice perché sapevo di aver fatto il possibile per aiutare, anche con piccoli gesti, le persone che ne avevano bisogno. È per tutti questi motivi che ho deciso di proseguire anche quando l’emergenza sembrava sopita, e tuttora svolgo volontariato presso il Sant’Orsola. Spero che condividere questa esperienza possa sensibilizzare e far comprendere quanto arricchimento personale si possa trarre dall’aiutare chi ne ha bisogno.

Macron dona 10mila mascherine FFP2 alla Fondazione Sant’Orsola

Grazie di cuore a Macron che ha donato 10.000 mascherine FFP2 aderendo nuovamente alla campagna “Più forti insieme”, per essere a fianco dei nostri ospedali nella lotta al Covid-19 anche durante questa seconda emergenza.

Permetteranno ai nostri 98 volontari di continuare a prestare servizio in sicurezza in ospedale, in particolare nei checkpoint indispensabili per garantire che i reparti possano continuare ad accogliere e curare i pazienti in sicurezza.

Da 24 settimane i nostri volontari garantiscono il servizio 7 giorni su 7 per 12 ore al giorno. In tutto sono state donate così 6.861 ore di servizio!

La Fondazione Sant’Orsola ha scritto, inoltre, a tutte le associazioni attive nel Policlinico per dare una mano – grazie alla generosità di Macron – anche a loro, se per le attività che continuano a svolgere avessero necessità di mascherine FFP2.

 

Una casa prima e dopo l’ospedale per continuare a curare il maggior numero di pazienti

“Una casa prima e dopo l’ospedale” è il progetto con cui la Fondazione Sant’Orsola garantisce accoglienza ai pazienti che vengono al Sant’Orsola per essere curati, assicurando loro un alloggio prima e dopo il ricovero o durante le terapie. Un altro passo che possiamo realizzare grazie alle donazioni per la campagna “Più forti insieme”. Un altro passo per essere davvero più forti – insieme – anche delle limitazioni e dei problemi che il Covid-19 crea agli ospedali per continuare a curare tutti anche durante l’emergenza sanitaria.

L’accoglienza in particolare viene offerta ai pazienti e al loro eventuale accompagnatore quando

  • fatto il tampone devono aspettare l’esito per entrare in ospedale (evitando così di far entrare qualcuno che poi rischia di contagiare altri pazienti),
  • devono fare visite ed esami pre-ricovero,
  • devono fare terapie in day hospital ma abitando lontano preferiscono rimanere a Bologna,
  • erano ricoverati ma l’intervento programmato salta di qualche giorno per urgenze o altro e possono essere momentaneamente dimessi,
  • dopo la dimissione devono fare visite e controlli nei giorni successivi.

 

Per le permanenze fino a 2 notti l’accoglienza avverrà grazie ad una convenzione con Federalberghi in albergo, con pranzo e cena forniti direttamente in camera, grazie ad una convenzione con il locale Ragù (www.ragubologna.it). Per le permanenze superiori alle 2 notti sarà offerto un bilocale con cucina, grazie all’accordo con Astoria Hotel. Per accedere ai servizi, il personale del reparto o direttamente il paziente possono scrivere a accoglienza@fondazionesantorsola.it

 

In questo modo aiutiamo l’ospedale ad avere il maggior numero di letti disponibili, in una fase in cui tanti letti sono stati riconvertiti per la cura dei pazienti Covid-19, e quindi diamo ad un maggior numero di pazienti la possibilità di essere curati.

 

Un bando per essere “Più forti insieme” con il volontariato

La Fondazione Sant’Orsola mette a disposizione 100.000 euro per cofinanziare fino al 75% nuovi progetti di associazioni ed enti del Terzo settore per rispondere insieme all’emergenza sanitaria e continuare ad essere al fianco dei reparti e dei pazienti. Il bando, allegato a questa notizia, è sviluppato con il patrocinio della Federazione Enti Terzo Settore Ascom Confcommercio Bologna, in partnership con Ginger Crowdfunding, che gestisce la piattaforma di crowdfunding ideaginger.it

 

“Davanti a questa nuova emergenza – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – noi non ci fermiamo. Grazie alla generosità dei bolognesi continuiamo a sostenere ospedali e operatori impegnati contro il Covid-19 e, nello stesso tempo, stiamo proseguendo a realizzare progetti per tutti gli altri pazienti, perché chi era fragile prima ora lo è ancora di più. Ora con questo bando vogliamo condividere questo impegno con altre Onlus che come noi conoscono i bisogni dei reparti e dei pazienti e vogliono continuare a dare un contributo fondamentale”.

 

Il bando si articola in due momenti. Nella prima parte le organizzazioni di volontariato che si impegnano a partecipare seguiranno gratuitamente un corso di formazione al crowdfunding curato da Ginger, che si terrà online in tre momenti – dalle 17 alle 19 – il 19,  24 e 26 novembre. Per partecipare è necessario iscriversi utilizzando un modulo online: https://forms.gle/yH2x5EgZ4Y2nS5XP6

 

Entro il 16 dicembre 2020 chi deciderà effettivamente di partecipare al bando dovrà presentare il proprio progetto e quelli selezionati saranno pubblicati su Ideaginger.it. Quando un progetto avrà raccolto il 25% del suo obiettivo Fondazione Sant’Orsola ne cofinanzierà il restante 75%, fino a un massimo di 15.000 euro che potrà salire a 25.000 euro per progetti presentati da più realtà insieme.

 

“Questo bando vuole favorire – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola – anche la capacità delle associazioni di unire le forze, fare rete, per superare insieme le difficoltà”. L’iniziativa sosterrà progetti per migliorare accoglienza e assistenza, cura e ricerca anche tenendo conto dei cambiamenti provocati dall’emergenza sanitaria, ma anche progetti culturali. Tutti i progetti dovranno realizzarsi all’interno del Policlinico o comunque essere rivolti ai pazienti in carico al Sant’Orsola e alle loro famiglie.

 

“L’iniziativa assolutamente meritoria della Fondazione Sant’Orsola – commenta Nicola Turrini, presidente della Federazione Enti Terzo Settore Confcommercio Bologna – conferma la grande sensibilità e l’alto livello di collaborazione ed empatia delle realtà bolognesi del Terzo settore. In questa contingenza storica, la più difficile dal punto di vista sanitario, economico e sociale da un secolo a questa parte, è necessario cooperare e condividere il più possibile idee, progetti e risorse per il bene comune. La nostra Federazione si impegna e si impegnerà in questa direzione, certa che sia la strada migliore per uscire insieme da questo momento di crisi”.

 

“Siamo molto felici di salire a bordo di questo progetto. Fin dalla nascita di Ginger sosteniamo chi aiuta il Terzo Settore integrando formazione, strumenti digitali e cofinanziamento. E in questo momento storico è ancora più importante – spiega Agnese Agrizzi, fondatrice di Ginger Crowdfunding – Con questo progetto Fondazione Sant’Orsola investe nel futuro delle associazioni, fornendo loro competenze manageriali e comunicative ormai essenziali, soprattutto se applicate al digitale”.

 

NOI NON CI FERMIAMO – Il testo del bando

 

Più forti insieme, la Fondazione Sant’Orsola lancia nuovi servizi

L’emergenza è tornata e la Fondazione Sant’Orsola è pronta ad attivare nuovi servizi a sostegno degli ospedali e del personale sanitario. Riparte con progetti per aiutare l’ospedale a garantire il più possibile anche l’attività ordinaria, continuando nell’emergenza ad accogliere e curare il maggior numero possibile di pazienti, e per sostenere il personale, medici e infermieri di nuovo in prima linea nella lotta al Covid-19.

 

“Una casa prima e dopo l’ospedale” è il progetto con cui garantiremo accoglienza ai pazienti che vengono al Sant’Orsola per essere curati, assicurando loro un alloggio quando

  • fatto il tampone devono aspettare l’esito per entrare in ospedale (evitando così di far entrare qualcuno che poi rischia di contagiare altri pazienti),
  • devono fare visite ed esami pre-ricovero,
  • devono fare terapie in day hospital ma abitando lontano preferiscono rimanere a Bologna;
  • erano ricoverati ma l’intervento programmato salta di qualche giorno per urgenze o altro e possono essere momentaneamente dimessi,
  • dopo la dimissione devono fare visite e controlli nei giorni successivi.

In questo modo aiutiamo l’ospedale ad avere il maggior numero di letti disponibili, in una fase in cui tanti letti sono stati riconvertiti per la cura dei pazienti Covid-19. Continua intanto il servizio dei nostri volontari per i checkpoint.

 

Da lunedì 9 novembre per il personale riparte la possibilità di un alloggio gratuito in un albergo o in una struttura ricettiva, comunque il più possibile vicina al luogo di lavoro.

Questa opportunità sarà offerta a

  • tutto il personale al lavoro nei Pronto Soccorso e nei reparti Covid-19, senza limite di pernottamenti
  • assunti dopo il primo novembre 2020 per massimo un mese dalla data di assunzione, anche se non lavorano nei PS o nei reparti Covid-19.

 

I rischi collegati all’affollamento del trasporto pubblico, gli orari delle scuole, l’attenuarsi a volte dell’eventuale disponibilità dei nonni, i turni meno prevedibili sono solo alcuni degli elementi che rendono più complessa la gestione della quotidianità. Per agevolarla, la Fondazione Sant’Orsola ha lanciato un questionario tra i dipendenti per scegliere un pacchetto di servizi utili da attivare immediatamente. Sempre per il personale rimane inoltre sempre attivo il servizio di Foresteria

 

“Ripartiamo con questi servizi – spiega il presidente della Fondazione Giacomo Faldella – pronti a fare di più se e quando sarà necessario e se ci sarà chiesto. È un momento difficile, in cui alle preoccupazioni per la salute nostra e di chi ci è caro si unisce sempre più la paura per il futuro e per il lavoro. Ma siamo sicuri che i bolognesi, ognuno se e per quanto potrà, continueranno a sostenere i nostri ospedali”.

Foresteria Sant’Orsola, una casa quando non si può tornare a casa

Elisa è entusiasta: “Per noi pendolari questo servizio è stato la svolta! Comodo, vantaggioso ed essenziale per chi si vuole fermare dopo lavoro”.  Per tutti i dipendenti del Policlinico che dal primo ottobre stanno usufruendo della Foresteria Sant’Orsola, il servizio di accoglienza offerto dalla Fondazione al personale dell’ospedale è stato comunque una bella novità.

A inizio autunno sono state infatti messe a disposizione di medici, infermieri e OSS stanze singole per permettere loro di fermarsi a dormire a Bologna quando i turni o gli imprevisti rendono difficile rientrare a dormire nella propria casa. A chi usufruisce del servizio viene chiesto un contributo di 15 euro, che permette di coprire il 50% della spesa sostenuta dalla Fondazione ed è necessario per rendere il servizio sostenibile in modo continuativo nel lungo periodo. Il resto per ora è coperto da una donazione importante che la Banca di Credito Cooperativo Felsinea ha fatto durante l’emergenza alla Fondazione Sant’Orsola.

Insieme proviamo così a “migliorare la qualità della vita di noi pendolari”, come dice Anna Paola. Tra i beneficiari c’è chi fa il pendolare da Cesena, chi da Firenze, chi da Livorno. Chi, come Francesca, addirittura da Lucca: “Sono felice di avere trovato persone gentili e molto disponibili che con impegno ci hanno messo a disposizione dei luoghi belli e confortevoli dove pernottare. Ringrazio ancora di questa bella opportunità”.

Per il mese di novembre, appena iniziato, si contano già 85 richieste, destinate ad aumentare, con lo scenario Covid che può rendere più difficoltoso lo spostamento con i trasporti pubblici.

Anche Iuri ringrazia, mettendo però in evidenza una mancanza: “Questa soluzione della Foresteria mi permette di conciliare al meglio famiglia e lavoro, senza gravare eccessivamente sul bilancio familiare.  Sono molto grato per questa possibilità di grande supporto per noi pendolari. Solo un’osservazione: magari un caffè fatto bene, invece di quello delle macchinette, la mattina alle 6, si potrebbe avere?”.

Foresteria Sant’Orsola è questo: un luogo che accoglie, dove ci sente a casa quando a casa non si riesce a tornare, dove ci si riposa, dove manca solo un buon caffè per iniziare una giornata di lavoro. Dove, soprattutto, viene spontaneo aspettarselo, e chiederlo. Come si farebbe a casa.

 

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