Battiti

Garantire la sicurezza dell’ospedale anche a casa. E’ questo l’obiettivo che si propone il progetto Battiti, che sostiene le attività di telemedicina portate avanti dalla Cardiologia del Sant’Orsola. Attraverso il controllo da remoto sarà così possibile evitare aggravamenti imprevisti per i pazienti con scompenso cardiaco mentre i trapiantati potranno riprendere l’attività fisica in tutta sicurezza.

Il Progetto

Fondazione Sant’Orsola sostiene le attività di telemedicina per i pazienti della cardiologia del Sant’Orsola. Per garantire anche a casa un punto di riferimento costante a chi ha appena affrontato un intervento così come a chi sta aspettando il trapianto di cuore o lo ha appena ricevuto. Per portare la sicurezza dell’ospedale anche a casa.

Siamo partiti lavorando con l’equipe della dottoressa Cinzia Marrozzini responsabile fino al 2024 della cardiologia interventistica, che realizza gli interventi sulla valvola aortica entrando da un’arteria, senza ‘aprire il torace’, una metodica d’intervento sempre più utilizzata, denominata TAVI.

Con il progetto “Battiti” all’interno del Sant’Orsola attraverso interventi di formazione è stato aggiornato il personale di tutti i reparti coinvolti su questa nuova tecnica di intervento, per migliorare la gestione prima e dopo l’operazione, mentre al paziente dimesso e ai suoi familiari saranno date invece informazioni sugli elementi da monitorare e un numero di telefono da chiamare per dubbi e chiarimenti.

Il progetto ha coinvolto poi il Day hospital Trapianti di cuore diretto dal dottor Luciano Potena. Siamo partiti sostenendo l’attività di sostegno e controllo dei pazienti a domicilio, preparandoci ad acquistare non appena il Comitato Etico approverà il progetto, ad acquistare 80 dispositivi innovativi: ‘magliette’ lavabili anche in lavatrice, che consentono di rilevare e, grazie a un modem grande come un bottone, di trasmettere in modo continuo tutti i dati sulla salute del cuore.

Con il monitoraggio remoto dei parametri cardiovascolari si seguiranno innanzitutto i pazienti con scompenso cardiaco avanzato, puntando a individuare in modo precoce i segnali di peggioramento per intervenire tempestivamente ed evitare crisi ed ospedalizzazione, ma servirà anche per permettere di riprendere in tutta sicurezza l’attività fisica a trapiantati di cuore.

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