Insieme a Comet trenta tablet per i pazienti del padiglione Covid

Trenta tablet per i pazienti Covid. Per poter chiamare a casa ma anche per guardare un film o leggere un quotidiano online e trascorrere così un po’ meglio l’isolamento in questi giorni di festa. Li ha regalati il Gruppo Comet nella persona del Presidente Sante Cervellati ai reparti di degenza, subintensivi e di terapia intensiva del padiglione 25 del Sant’Orsola.

 

“Per i nostri pazienti – spiega la dottoressa Daniela Di Luca, responsabile della terapia intensiva del padiglione 25 – è un aiuto decisivo poter rimanere in contatto con i propri cari, potersi parlare ma anche vedere come un tablet consente di fare al meglio. Attraverso lo schermo si può rimanere comunque in contatto con il mondo e ricevere stimoli positivi”.

 

Sante Cervellati ha aderito a un’idea della Fondazione Sant’Orsola, consolidando un rapporto nato già durante la prima fase dell’emergenza con una donazione importante che aveva consentito di sostenere sia l’acquisto di attrezzature sanitarie sia servizi per essere a fianco del personale degli ospedali.

 

“Sono felice di partecipare a questa iniziativa della Fondazione Sant’Orsola – ha spiegato il fondatore Sante Cervellati – avendo vissuto momenti difficili anch’io nell’affrontare la malattia nel reparto Covid dell’ospedale”.

 

“Questa donazione – ha commentato il presidente della Fondazione Giacomo Faldella – chiude così un cerchio, essendo a sostegno dei pazienti e testimonia ancora una volta la forza dell’abbraccio di cui la nostra città e le migliori energie imprenditoriali sono capaci, per sostenere chi è più fragile così come chi sta lottando per tutti noi”.

 

 

La Fondazione Sant’Orsola apre in Oncologia una ‘stanza degli abbracci’

La Fondazione Sant’Orsola ha aperto in Oncologia una stanza che darà la possibilità ai pazienti di incontrare durante il periodo di Natale i propri famigliari e di parlarsi e abbracciarsi in sicurezza. Per inaugurarla è arrivato in reparto il cardinale Matteo Zuppi, che – prima di passare in corsia per un saluto ai degenti – ha incontrato insieme al direttore generale Chiara Gibertoni medici, infermieri e operatori socio sanitari da cui è partita la richiesta della stanza.

 

“L’idea – racconta la coordinatrice infermieristica Silvia Orlandini – è venuta durante un meeting di reparto medici e infermieri, parlando di che cosa avremmo potuto fare per rendere più umano e sereno questo natale”. “Eravamo abituati – spiega il direttore dell’Unità operativa Andrea Ardizzoni – ad avere un reparto molto aperto, perché crediamo che il paziente abbia bisogno non solo delle terapie ma anche dell’amore dei propri famigliari e, con tutte le garanzie per la sicurezza, non volevamo comunque negare questo aspetto”

 

Il personale del reparto ha così individuato la sala riunioni all’inizio del corridoio, lontana dalle camere di degenza, come il luogo ideale dove realizzare l’intervento. Tra due paretine in cartongesso che la dividevano già in due parti, la Fondazione Sant’Orsola ha fatto costruire così una parete scorrevole in plexiglas, su cui sono stati inseriti 4 oblò da cui escono i guanti per permettere di abbracciarsi, anche per chi deve rimanere seduto. I pazienti saranno accompagnati nella parte più interna della stanza, sarà richiusa la parete in plexiglas e nella prima parte sarà fatto entrare il familiare.

 

La possibilità sarà inaugurata nel periodo delle feste, con 3 incontri al mattino e 3 al pomeriggio. Gli operatori del reparto, se ce ne sarà bisogno, potranno essere affiancati da infermieri e operatori socio sanitari volontari della Fondazione, che potranno occuparsi sia dei controlli sui parenti, sia della sanificazione degli ambienti, necessaria dopo ogni incontro, ma anche affiancare infermieri e operatori socio sanitari nel trasporto dei pazienti, per non pesare troppo su una vita di reparto resa già più complessa dalla situazione generale.

 

“L’ospedale – ha spiegato il cardinale Zuppi – è uno dei posti dove più si rivela l’umanità. Ma anche qui qualche volte fatica a manifestarsi, ad esempio quando come ora c’è una necessità d’isolamento per garantire la sicurezza. Io penso che una stanza come questa, dove si può sentire la persona amata e trasmettere i propri sentimenti, rende tutto quanto più umano, vince per certi versi la sofferenza e aiuta la terapia, dà un motivo in più per superare la malattia che altrimenti rischia di farti percepire come qualcosa che non vale più”.

 

“È molto significativo – ha commentato il direttore generale Chiara Gibertoni – che questa richiesta sia partita proprio dal personale, che vive ogni giorno a fianco dei pazienti e che sa leggerne i bisogni e le attese. È l’ospedale che siamo e sempre più voglia diventare: un luogo capace di unire all’eccellenza delle cure un’attenzione forte alle persone”. “Questo intervento – ha ricordato il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – per noi prosegue il lavoro iniziato con il progetto ‘Lo spazio che cura’, grazie a cui abbiamo ristrutturato il day hospital oncologico, creando un luogo pieno di luce e colore, immerso nel verde. Conta lo spazio e ancora di più sono importanti le relazioni che in questo spazio, anche in ospedale, possono crescere e rafforzarsi”.

 

Mille panettoni dai panificatori Ascom per gli ospedali di Bologna

Sono dieci mesi che i medici, gli infermieri e gli operatori socio sanitari del Policlinico Sant’Orsola e dell’ospedale Maggiore stanno lavorando senza sosta per far fronte all’emergenza dovuta al Covid-19. Per questo motivo, in vista del Natale, Confcommercio Ascom Bologna, in collaborazione con l’associazione dei Panificatori bolognesi, questa mattina ha donato oltre mille panettoni alla Fondazione del Policlinico Sant’Orsola che li omaggerà a medici, infermieri e Oss del Sant’Orsola e dell’ospedale Maggiore.

 

La distribuzione è avvenuta oggi al Maggiore. Domani al Sant’Orsola ogni dipendente potrà ritirare il proprio panettone, fino ad esaurimento scorte, passando tra le 13.30 e le 17 dalla sede della Fondazione Sant’Orsola, nel chiostro del padiglione 3, al piano terra. Altri panettoni sono stati portati al personale che è alloggiato negli alberghi.

 

«L’attenzione di Confcommercio Ascom Bologna per medici, infermieri e operatori socio sanitari degli ospedali cittadini è massima, perché riteniamo che il loro lavoro e supporto in questo momento di crisi sanitaria sia encomiabile e insostituibile – commenta Giancarlo Tonelli, direttore di Confcommercio Ascom Bologna –. Il dono dei panettoni da parte dei panificatori bolognese è un riconoscimento per quanto medici, infermieri e oss hanno fatto e continuano a fare».

 

«Siamo grati a tutti gli operatori degli ospedali per il lavoro che stanno svolgendo da quando è iniziata l’emergenza Covid-19 – spiega Graziano Bottura, presidente dell’associazione Panificatori di Bologna e provincia –. Questo gesto vuole essere un segno di vicinanza a dei lavoratori che non andranno in vacanza neanche a Natale e che anzi lavoreranno durante le feste per garantirci cure e assistenza».

 

«Anche questo gesto – spiega Giacomo Faldella, presidente della Fondazione Sant’Orsola – testimonia come anche in un momento difficile per tutti, in cui la stanchezza potrebbe prendere comprensibilmente il sopravvento, non venga meno l’abbraccio della città per i nostri ospedali e per chi al loro interno lavora ogni giorno per aver cura di tutti noi».

 

Taxi a 1 euro, il servizio per i pendolari si estende al personale di Ausl

Dalla stazione ferroviaria alla sede di lavoro (e ritorno) con il taxi a 1 euro. La Fondazione Sant’Orsola in collaborazione con Cotabo da lunedì 21 dicembre estende il nuovo servizio per il personale pendolare agli Ospedali Maggiore e Bellaria e alla sede di via Castiglione dell’Ausl di Bologna. Un modo per agevolare e rendere più sicuri, anche durante questa seconda fase di emergenza, gli spostamenti di chi ogni giorno fa il proprio lavoro prendendosi cura di tutti coloro che ne hanno bisogno.

 

Il servizio proseguirà almeno fino al 15 gennaio 2021. Per usufruirne sarà sufficiente salire su un taxi Cotabo e presentare badge aziendale ed abbonamento o biglietto del treno. La tratta in cui è attivo il servizio è quella tra i due ospedali cittadini e la sede di via Castiglione da una parte e la stazione centrale FFSS dall’altra, e viceversa. Il passeggero spenderà soltanto 1 euro, mentre il resto sarà coperto dalla Fondazione Sant’Orsola.

 

Se nelle piazzole di sosta non dovessero esserci taxi è possibile chiamarne uno (051.372727) senza alcun costo aggiuntivo. “Ridurre i rischi di contagio e agevolare gli spostamenti in una fase in cui i turni spesso si protraggono – spiega il presidente Faldella – è uno dei tanti modi attraverso cui vogliamo dire al personale degli ospedali che siamo e rimaniamo al loro fianco, facendo la nostra parte come loro fanno la loro”.

 

“Anche in questa fase delicata – spiega il presidente di Cotabo Riccardo Carboni – prosegue il rapporto di stretta collaborazione tra Fondazione Sant’Orsola e Cotabo. Per noi è un onore poter aiutare chi aiuta e essere a fianco del personale ospedaliero mettendo a disposizione quello che sappiamo fare. Fondazione Sant’Orsola e Cotabo dimostrano che insieme si è più forti, in qualsiasi situazione”.

Un giardino per guarire nel verde

Un giardino per guarire nel verde. Fanep e Fondazione Sant’Orsola lanciano insieme il progetto per creare a fianco del padiglione 13 uno spazio per le medicine integrate.  Incontri di pet therapy, yoga, shiatsu, orticultura e passeggiate nel giardino sensoriale. Una possibilità che sarà a disposizione di tutti i pazienti pediatrici e delle loro famiglie, che contribuiranno a progettarlo insieme alle altre associazioni e al personale.

Il giardino terapeutico sorgerà nell’area tra il piccolo parco giochi a fianco del Gozzadini e il viale centrale del Policlinico. Un’area di oltre 120 metri quadrati, che sarà delimitata da una recinzione ecologica e che sarà realizzata nel pieno rispetto degli alberi esistenti, senza pavimentazioni che limitino la permeabilità del terreno, in collaborazione con i giardinieri del Policlinico.

All’interno dell’area potranno trovare posto un giardino sensoriale con arbusti, fiori ed essenze, ma anche un vero e proprio orto terapeutico, dove bambini e ragazze potranno coltivare erbe aromatiche e piccoli ortaggi. Sarà possibile ricavare uno spazio adeguato per la pet therapy e piccole piattaforme per attività come yoga e shiatsu, che potranno essere aperte anche alle mamme, ai famigliari e ai sanitari.

“I bambini e le famiglie sono da sempre al centro della nostra mission – dichiara il Presidente di Fanep Valentino di Pisa. Sappiamo quanto sia importante costruire nuovi spazi di benessere, soprattutto in un momento così complesso come quello che stiamo attraversando, per questo siamo orgogliosi di questa iniziativa che abbiamo ideato insieme alla Fondazione. Questo giardino, oltre ad essere pensato come un vero e proprio strumento terapeutico, vuol essere soprattutto un luogo meraviglioso ove i bambini i genitori i medici e gli infermieri possono trovare un angolo di tranquillità a contatto con la natura in cui possono essere sviluppate attività di orticoltura, di educazione alimentare sostenibile nonché interventi psicocorporei”

“Poter stare a contatto con la natura – racconta il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – è un elemento importante nel percorso di cura. Siamo molto contenti di questa collaborazione con Fanep, che ha sviluppato una grande competenza sul tema delle terapie integrative, e ancor più del percorso a cui insieme daremo vita per coinvolgere tutte le altre associazioni, i reparti, i pazienti e le famiglie nella progettazione”.

Il giardino nasce in particolare all’interno dell’approccio integrato del Centro Regionale per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) in età evolutiva e per i piccoli pazienti di Neuropsichiatria Infantile (NPI), ma come accennato sarà aperto a tutti i pazienti pediatrici ricoverati nel padiglione. L’idea è di far vivere questo spazio tutto l’anno: quando il maltempo impedirà di frequentare il giardino, ad esempio si potranno organizzare incontri sulle piante officinali nelle sale dei reparti oppure laboratori utilizzando foglie e fiori.

Nelle prossime settimane partirà, infatti, un percorso di consultazione di tutti coloro che operano nei reparti pediatrici e di pazienti e famigliari. Con un concorso di idee, che coinvolgerà anche la scuola in ospedale, saranno i bambini a scegliere il nome del giardino. Con questionari e focus group si coinvolgeranno medici e infermieri, volontari delle altre associazioni e genitori per disegnare lo spazio e immaginare tutte le attività che potrà accogliere.

 

“Più forti insieme” apre uno Spazio bimbi per i figli dei dipendenti

Apre il Padiglione delle Meraviglie, uno spazio per i figli dei dipendenti. Tutti i giorni educatori professionali coordinati da una pedagogista proporranno giochi, attività, laboratori e nuove esperienze ai bimbi dai 3 ai 10 anni, suddivisi in due gruppi (dai 3 ai 6 e dai 6 ai 10 anni). Il Padiglione, a fianco della chiesa di San Gregorio (ingresso da via Pizzardi 1), nella fase iniziale sarà aperto tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 18, con la possibilità di estendere il servizio anche nel fine settimana o oltre le 18 se emergeranno esigenze in questo senso.

 

È l’ultima iniziativa che la Fondazione Sant’Orsola propone, d’intesa con l’Azienda ospedaliero universitaria, per dare una mano a conciliare vita e lavoro, una sfida di questi tempi ancora più complessa. Tutta l’attività sarà svolta nel pieno rispetto delle norme vigenti (è obbligatorio l’uso della mascherina per i bambini sopra i 6 anni) e ambienti e attrezzature saranno quotidianamente sanificati. Durante il pomeriggio sarà offerta anche la merenda e sarà possibile chiedere di andare a prendere o riportare a casa i bambini.

 

Lo spazio 3-6 anni risponderà ai bisogni di scoperta, esplorazione, curiosità tipici di questa fascia di età. Ci saranno ‘tane’ dove potersi prendere un momento per sé, una zona rilassamento con tappetoni e cuscini, una zona motoria con materassini, ma anche un angolo grafico-pittorico con l’uso di diverse tecniche (disegno, creta, pittura) e laboratori con materiali naturali quali legno, sassi, ciottoli, conchiglie e bambù, letture animate e utilizzo di dispositivi digitali. Lo spazio 6-10 anni sarà flessibile per adattarsi sia alle attività strutturate che al gioco libero, con un angolo lettura, giochi di società e un atelier creativo, ma anche con la possibilità di dare un supporto per i compiti.

 

L’attività partirà da lunedì 14 dicembre. Per iscriversi è disponibile un modulo di adesione su questo sito (sezione ‘Per il personale’ – pagina ‘Spazio bimbi’). L’accesso sarà possibile fino ad esaurimento posti. Sarà comunque stilata una graduatoria (in base alla tempistica di invio della domanda) per gestire eventuali rinunce o possibili estensioni del servizio.

 

Per avere ulteriori informazioni, per ricevere risposta a dubbi o domande o più semplicemente per conoscersi educatori e pedagogista saranno disponibili per un incontro online giovedì 10 dicembre alle ore 17.30. Chi fosse interessato a partecipare, per ricevere il link può scrivere una mail a insieme@fondazionesantorsola.it

(la foto è stata scattata in un periodo precedente all’emergenza Covid-19)

 

Con “Futura” tornano le luminarie di Dalla per la Fondazione Sant’Orsola

Le luminarie natalizie di via D’Azeglio tornano all’origine: come due anni fa (con ‘L’anno che verrà’) tocca di nuovo a Lucio Dalla. Stavolta le parole sono quelle di ‘Futura‘, che si accenderanno oggi lungo la strada del centro. E anche quest’anno il Consorzio dei commercianti di via D’Azeglio pedonale – in accordo con Comune, Fondazione Lucio Dalla – ha deciso di devolvere alla Fondazione Sant’Orsola quanto si raccoglierà con l’asta delle luminarie.

 

Prosegue così il progetto “Lo spazio che cura” della nostra Fondazione e dopo il Day hospital la generosità dei bolognesi sosterrà la ristrutturazione della degenza dell’Oncologia medica diretta da Andrea Ardizzoni. “Sarà un reparto tutto nuovo, immerso nella luce e nel verde – spiega Giacomo Faldella della Fondazione Sant’Orsola – dove i pazienti, oltre 900 ogni anno, potranno trovare un luogo ideale per ricevere cure d’eccellenza”.

 

Un tocco in più all’installazione, per il Natale 2020, lo ha dato l’artista Pablo Echaurren che ha accolto l’invito a disegnare il titolo della canzone oltre che altre immagini che contribuiranno a rinnovare e ad animare la magia di “Futura”, sottolinea il Comune. “Quest’anno, più che in quelli passati, abbiamo ritenuto doveroso dar corso a questa iniziativa- dichiara Simone Dionisi, presidente del Consorzio degli esercenti- per lanciare un segnale di conforto e speranza ai bolognesi e non solo”. Per questo “abbiamo scelto ‘Futura’, dell’amato Dalla – aggiunge Dionisi – per il messaggio meraviglioso che porta con sé”.

 

I versi di questa canzone “sono un segno di speranza, una luce che illumina il domani”, afferma l’assessore alla Cultura e alla Promozione della città, Matteo Lepore, aggiungendo che “come ogni anno questa iniziativa non si esaurirà con il Natale: le frasi luminose di Lucio saranno al centro di un evento di beneficenza che ci ricorderà, ancora una volta, l’importanza e il valore di essere una comunità coesa e solidale”. Anche in questo caso la raccolta fondi andrà a supporto della Fondazione Sant’Orsola.

 

“Ho conosciuto Dalla nel 1977. Avevo disegnato la copertina per il primo libro delle sue canzoni edito da Savelli. Fu a Bologna, mangiando e bevendo”, racconta Echaurren: non ci furono altre occasioni di incontro, ma ora la possibilità di partecipare al progetto delle luminarie “mi inorgoglisce e ravviva ricordi lontani. Specie in questo periodo duro di isolamento e allontanamento tra cose e persone”. Le strofe di “Futura” saranno dunque “un omaggio a Dalla che esattamente 40 anni fa- ricorda il Comune- scrisse quel brano oggi più che mai attuale nel descrivere ‘un mondo che sembra fatto di vetro e sta cadendo a pezzi come un vecchio presepe’, ma con la certezza assoluta che il futuro che ci aspetta sarà migliore”.

 

Dalla raccontava di avere scritto ‘Futura’ davanti al muro di Berlino, “immaginando che la vita, Futura appunto, lo avrebbe abbattuto disegnando un futuro diverso, migliore”, ricorda il presidente della Fondazione Dalla, Andrea Faccani: “Questa è la certezza che speriamo le parole di Lucio che brilleranno su via D’Azeglio infondano in ciascuno di noi”. In un momento come questo, “illuminare la strada, oltre a ribadire la funzione sociale e non solo economica dei negozi di prossimità- sottolinea il direttore di Ascom, Giancarlo Tonelli- significa voler lanciare alla città un messaggio di fiducia e speranza, peraltro alla vigilia di un periodo, quello delle festività, che ci auguriamo possa essere positivo per tutti: cittadini, famiglie e imprese”.