Primo trapianto con la macchina del “cuore in una scatola” donata dalla Fondazione

Eseguito all’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola il primo trapianto di un cuore prelevato con sistema OCS (Organ Care System) – Heart, conosciuto come “Il cuore in una scatola”, una macchina innovativa che conserva il cuore vivo e battente prima del trapianto e, se ce n’è bisogno, lo cura, donata dalla Fondazione Sant’Orsola. Ad eseguire l’intervento, lo scorso 30 agosto, l’équipe del prof. dell’Università di Bologna, Direttore della Scuola di specializzazione di Cardiochirurgia, Davide Pacini.

 

Il paziente che ha ricevuto l’organo è un uomo di 65 anni residente fuori regione ed era assistito con un dispositivo di assistenza ventricolare VAD da circa due anni. Oggi sta bene ed è stato dimesso dalla terapia intensiva. Il prelievo e il trapianto sono stati eseguiti lo scorso 30 agosto.

 

L’OCS è arrivato a Bologna grazie a una raccolta fondi lanciata da Fondazione Sant’Orsola che ha permesso di raggiungere i 225.000 euro necessari, grazie alle donazioni di Fideuram, Coop Alleanza 3.0, altre piccole imprese e 998 bolognesi che hanno dato il proprio contributo. “È stata una catena di solidarietà – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – che dimostra come i privati, unendo le forze, possano avere cura dei beni comuni e fare qualcosa di concreto per migliorare ancora la qualità già così alta della cura garantita dai nostri ospedali. In questo caso particolare il valore è ancora più grande, perché l’OCS è un ponte che consente all’organo donato di raggiungere, anche nei casi più proibitivi, chi lo aspetta per poter continuare a vivere. È uno strumento a servizio del dono”.

 

Il sistema OCS in Italia è stato utilizzato finora solo presso l’Azienda Ospedaliera S. Maria della Misericordia di Udine, l’Ospedale di Padova e l’Ospedale Niguarda di Milano, e rappresenta una delle più recenti e significative innovazioni tecnologiche nel campo dei trapianti e della preservazione d’organo. L’Organ Care System è la prima apparecchiatura portatile al mondo di perfusione cardiaca, dalle dimensioni prossime a quelle di un piccolo carrello, trasportabile su ambulanza del 118, come in questo primo caso a Bologna, o in elicottero e aeroplano.

 

Il sistema OCS – Heart garantisce la contrattilità e la pulsatilità del cuore del donatore attraverso l’infusione continua di sangue caldo, ossigenato e ricco di nutrienti nelle coronarie e riduce il lavoro cardiaco tenendolo continuamente drenato. Attraverso questo sistema è possibile monitorare in continuo la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, il flusso coronarico, la pressione di perfusione, e lo stato metabolico dell’organo donato (prelievo dei lattati venosi e arteriosi e dati emogasanalitici) oltre che ispettivamente la contrattilità dell’organo. L’OCS Heart consente di giudicare lo stato di salute del cuore in tempo reale e di modificare parametri emodinamici e metabolici per ottimizzare il risultato, ma anche di interrompere il trapianto in caso di andamento negativo (evitando di impiantare un organo ad alto rischio di disfunzione immediata).

 

In questo modo i vantaggi sono più di uno:

  • il cuore può essere trapiantato in sicurezza anche se proviene da un donatore più anziano;
  • gli interventi di lunga durata – per la presenza di altri problemi ad esempio vascolari, o perché, come nel caso specifico, il ricevente è portatore di un dispositivo di assistenza ventricolare VAD – possono essere affrontati con maggiore sicurezza;
  • le possibilità di trasferimento dell’organo da un ospedale all’altro, per raggiungere un paziente idoneo a quell’organo, sono più ampie

 

“Da oggi abbiamo un’arma in più per combattere temibili malattie. –  così Chiara Gibertoni, direttore generale dell’IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola -. Puntiamo alla ricerca, allo sviluppo e all’applicazione clinica delle nuove tecnologie per guardare con fiducia al progresso della medicina e chirurgia e al futuro dei trapianti di cuore, in questo modo esercitando appieno il nostro ruolo di Istituto di Ricovero e Cura a carattere Scientifico per il bene dei pazienti”.

 

Nella foto: i relatori della conferenza stampa e, alle spalle, il pannello con il grazie a tutti i donatori che hanno reso possibile l’arrivo a Bologna dell’OCS

 

Guarda come cresco, riparte dopo l’estate il progetto per i bimbi con Trisomia 21

Il progetto “Guarda come cresco” riparte, dopo l’estate, con una festa. Una mattinata insieme, bambini, genitori e fratelli e sorelle, le quattro logopediste. Tutti insieme con la gioia di far parte di un progetto che dona la logopedia precoce a 37 bambini e bambine nati con la sindrome di Down, per aiutarli ad iniziare a parlare e, quindi, ad inserirsi a scuola e con i propri coetanei.

 

Sabato 24 settembre alle 10.30 si sono ritrovati tutti al Padiglione delle Meraviglie, dove ogni giorno in una stanza dedicata si svolgono le sedute di logopedia. La merenda offerta dal Forno Calzolari e da Salus bevande, i giochi con i volontari della Fondazione Sant’Orsola e un’educatrice di Open Group, e poi un momento di incontro nell’ex chiesa di San Gregorio per tutti i genitori.

 

Per tanti è stata l’occasione di vedersi per la prima volta: solo durante quest’anno sono ben 12, infatti, i bambini e le bambine entrate nel progetto che continua a crescere. Si è passati infatti dai 10 bambini del 2020 agli attuali 37 e, conseguentemente, da un’unica logopedista ad un’equipe di quattro professioniste (Caterina Cataldi, Eugenia Scalisi, Anna Mingarelli e Lucia Ravegnani).

 

In tre anni sono state realizzate così ben 1.672 ore di logopedia, sempre con i genitori presenti, per coinvolgerli nel cammino dei figli e dare loro strumenti per continuare il lavoro casa. Quest’anno è stato svolto anche un corso in tre fine settimana che ha coinvolto altre 43 logopediste di tutta Italia, per aiutare anche altre realtà ad iniziare un percorso simile, permettendo anche ai bimbi che abitano in altre zone del Paese di aver accesso alla logopedia precoce.

 

Tutto questo è stato reso possibile dai 223 donatori che finora hanno sostenuto il progetto, donando 115.000 euro che coprono anche una parte delle necessità per il prossimo anno. Ora serve uno sforzo ulteriore per raccogliere i 13.800 euro che mancano non solo per continuare a seguire i 37 bambini ma anche per poter accogliere chi nei prossimi mesi chiederà di poter entrare nel progetto, che salgono a 20.000 per avere la possibilità di aprire le porte agli altri bimbi che busseranno alla porta di Guarda come cresco.

 

Le slide proiettate oggi24.09.2022 Guarda come cresco

 

Le foto della giornata

La Fondazione Sant’Orsola partecipa a Farete, la fiera delle imprese di Confindustria Emilia

Fondazione Sant’Orsola partecipa il 7 e 8 settembre 2022 a Farete, la manifestazione fieristica che – dopo due anni di stop imposto dalla pandemia – riunisce le imprese aderenti a Confindustria Emilia. Due giorni di incontri e presentazioni, per raccontare ai protagonisti di una parte essenziale dell’economia locale chi siamo, cosa abbiamo fatto, quali sono i progetti futuri e come poter collaborare insieme per realizzarli.

 

Il nostro stand è al padiglione 15, nell’area P32-Q31. I pannelli raccontano – oltre ai risultati ottenuti fin qui – 11 progetti attivi in questo momento, dallo Spazio che cura per ristrutturare il reparto di Oncologia al giardino per la pediatria, da Casa Emilia per chi viene a Bologna per curarsi da fuori regione all’acquisto di un robot per la fisioterapia.

 

Casa Emilia raddoppia passando da 11 a 22 alloggi per pazienti e familiari

Casa Emilia raddoppia. La struttura aperta da Fondazione Sant’Orsola il primo settembre 2021 per accogliere pazienti che arrivano da fuori regione, insieme ai propri cari, per essere curati al Policlinico passa da 11 a 22 appartamenti. “È una scelta molto impegnativa – spiega il presidente Giacomo Faldella – ma necessaria, sia per dare una risposta a una domanda in aumento, sia per far crescere ancora un’esperienza che durante il primo anno ha manifestato il proprio valore al di là di ogni nostra aspettativa”.

 

Casa Emilia accoglie, infatti, non solo i parenti ma anche – e soprattutto – i pazienti di fuori regione che, con o senza famigliari, devono rimanere a Bologna per le visite e gli esami pre-ricovero, durante terapie oncologiche o altre terapie che non richiedano la degenza in ospedale, per i controlli e le visite post-intervento chirurgico o trapianto. La durata del soggiorno, completamente gratuito, può variare da pochi giorni a diversi mesi, in base alle esigenze di cura di ognuno.

 

La Casa aveva aperto i battenti un anno fa prendendo in affitto il quarto piano dello studentato di Camplus – primo provider di housing per studenti universitari in Italia – in via Emilia Levante. Il quarto piano offre 10 appartamenti, da 3 a 5 posti letto, ognuno con bagno e cucina autonomi, a cui si aggiungono uno spazio comune per stare con le altre famiglie e una grande terrazza. Ogni giorno la casa è animata dalla presenza dei volontari, sempre a disposizione per ogni necessità.

 

“Casa Emilia – spiega il direttore generale del Policlinico Chiara Gibertoni – amplia e qualifica ancora la grande offerta di accoglienza che tante associazioni hanno costruito in questi anni attorno al nostro Policlinico. Per noi si tratta di un aiuto importante, per poter dare una risposta positiva ai tanti pazienti che arrivano da tutta Italia grazie alle cure che la qualità dei nostri medici e il valore della ricerca è in grado di garantire. Anche in questo la Fondazione Sant’Orsola si conferma per noi un alleato importante con cui continueremo a lavorare e a costruire risposte per i nostri pazienti”.

 

Durante il primo anno le richieste arrivate sono state 915, ma è stato possibile accoglierne solo 429 (46%), presentate da 181 pazienti (numerosi sono tornati più volte per visite e controlli). Gli ospiti arrivano da 18 regioni (in pratica tutte tranne Piemonte e Valle d’Aosta): il 75% dal sud, ma quasi un quarto anche dal centro e dal nord. A differenza di altre case di accoglienza, dedicate a uno specifico reparto, Casa Emilia ha accolto pazienti in cura in 34 reparti diversi del Policlinico, confermando la trasversalità che la Fondazione è nata per avere.

 

Ora – viste le tante domande a cui non è stato possibile dare una risposta positiva per carenza di stanze – la Fondazione Sant’Orsola ha deciso, dopo appena un anno, di raddoppiare l’accoglienza. Oltre al quarto piano è stato preso in affitto da Camplus anche il terzo, arrivando a 22 alloggi, mantenendone sempre uno come luogo di incontro per tutte le famiglie, a fianco della grande terrazza, a servizio di entrambi i piani.

 

Per la Fondazione Sant’Orsola si tratta di uno sforzo davvero importante. Il costo complessivo per garantire 12 mesi di accoglienza gratuita (dal primo settembre 2022 al 31 agosto 2023) sarà pari a 420.000 euro, iva compresa. Per farvi fronte Fondazione Sant’Orsola lancerà una grande campagna di raccolta fondi, con iniziative durante tutto l’anno, per far vivere anche così la grande capacità di accoglienza di Bologna.

 

“Il nostro obiettivo – racconta il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – è accogliere quest’anno almeno 360 pazienti con le proprie famiglie mantenendo, grazie soprattutto alla presenza quotidiana dei nostri volontari, la possibilità per tutti di vivere momenti di condivisione che aiutano a superare isolamento e solitudine ed aprono ad una positività inaspettata. A Casa Emilia si vive, insieme, la gioia di non essere soli, la forza di una comunità che nasce dall’accoglienza reciproca della propria fragilità. È una dimensione che vogliamo far crescere ed offrire a sempre più famiglie”.

 

“L’esperienza di Casa Emilia inserisce un altro tassello nel nostro viaggio – commenta Maurizio Carvelli, CEO e Founder di Camplus – una esperienza per noi nuova, intensa e che va affrontata con una passione per le persone vera e sincera. Dopo tanti anni di lavoro nel mondo dell’ospitalità, stiamo toccando con mano il significato e il senso più profondo di che cosa significhi questa parola, stiamo riscoprendo il vero valore dell’accoglienza. Ringrazio quindi Fondazione Sant’Orsola per averci scelto come compagni di viaggio in questo percorso, perché pensando a tutti gli ospiti che sono stati con noi quest’anno possiamo dire che è stata una piacevole scoperta vedere che si sono sentiti ‘a casa’ in un momento difficile e particolare della loro vita”.

 

(nella foto: il cardinal Zuppi con alcuni ospiti all’ingresso di Casa Emilia nel dicembre scorso)

Yoga, shiatsu, musicoterapia: “L’Isola che non c’è” apre ai genitori e ai professionisti sanitari

Il giardino – realizzato da Fondazione Sant’Orsola e Fanep per permettere ai bambini dei reparti di Pediatria di curarsi nel verde – dal 5 settembre apre le porte anche alla comunità dell’Ospedale, con attività rivolte al personale sanitario e ai genitori dei bambini ricoverati in Pediatria, per favorire il benessere psico-fisico.

Le attività – a numero chiuso – sono aperte a tutti al personale sanitario e genitori, su prenotazione. Per partecipare alle attività è necessario prenotarsi ogni settimana, compilando il modulo relativo.

Per ricevere in anteprima aggiornamenti sulle attività e il link per prenotarsi, suggeriamo di lasciare il proprio contatto, compilando questo modulo:

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PROGRAMMA

UNO SPAZIO PER TE
Dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 14.00

Porte aperte del giardino per sederti, passeggiare, leggere, fare merenda o pranzare, rilassarti e riposarti.
Per questa attività non è prevista la prenotazione

YOGA
Tutti i lunedì, dalle 14.30 alle 15.30
Attraverso le posture, per concentrarsi sul corpo, trasformare la mente e incanalare l’energia
Con Sara Causone
>> per partecipare è necessario avere un tappetino. Suggeriamo di portare il tuo personale, se non l’hai possiamo fornirtelo noi

MUSICOTERAPIA
Tutti i mercoledì, dalle 14.30 alle 15.30
Musica, suoni e voce per rilassarsi, concentrarsi e trovare nuovi modi per dare voce a quel che abbiamo dentro
Con Barbara Zanchi

SHIATSU
Tutti i mercoledì, dalle 16.00 alle 17.00
Esercizi di automassaggio, semplici sequenze di trattamento Shiatsu, movimento e respirazione per entrare in contatto con il tuo corpo
Con Stefania Ferri
>> per partecipare è necessario avere un tappetino. Suggeriamo di portare il tuo personale, se non l’hai possiamo fornirtelo noi

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Per info: info@fondazionesantorsola.it – cell. 349 328 4387