Alla ricerca di occhi che mi afferrino

28 settembre 2019

“Viaggiatore voglio essere chiamato”, alla ricerca di occhi che non hanno forma, occhi di acqua, che mi afferrino, che mi ricevano, che mi conservino.

Occhi di Andrea. Occhi di Greta. Occhi di Valerio. Occhi di Francesca. Occhi di Stefano. Occhi di Primavera. Verra. Eda. Fauzia. Adriana. Silvia. Gino. Non mentono nell’essere o non essere non mentono sulle paure non metono sul dolore non mentono sui battiti del loro cuore non mentono sui loro passi non mentono sulla gioia non mentono sulla loro pelle non mentono sulle loro ferite.

La ricerca dei loro gesti racchiusi tra mani fameliche parlano dell’indicibile che nella parola non è a suo agio, parlano di ciò che al di sotto dell’epidermide parole non ha, ma che è. Occhi di acqua che trattengono l’istante prima che lasci la traccia-fantasma di sè.

Il tempo scandito dai battiti di respiri che hanno abitato queste giornate scorrono adesso dentro di me, nuova me, ricca e viva, esposta al di fuori della mia corteccia, acqua.

Filomena Maietta

Una ventata potente, un’altra ancora

30 settembre 2019

Oggi sono arrivati Luca Oldani e Jacopo Bottani (teatro) ed Elena Biagini e Gianluca Pavone (danza). Resteranno al Sant’Orsola per due settimane e per qualche ora si sono incontrati con Greta Di Poce e Filomena Maietta (arti visive) e Sara Savini (fotografia) che hanno invece concluso i loro 15 giorni di Degenze Artistiche. Averli tutti nella sede della Fondazione, ascoltarli, guardarli, è stata una ventata potente di vita. Un’altra ancora. In attesa del 18 ottobre quando li avremo di nuovo tutti insieme e ognuno porterà la propria opera, per tutti

La luce nella penombra

27 settembre 2019

L’incontro con Andrea Chiesi lo riassumerei in un’unica parola: meditativo. Parlare con lui è stato molto utile poiché mi ha fatto riflettere su alcuni aspetti del lavoro che sto svolgendo e sul suo approccio con l’arte. È stato un confronto in cui si sono aperte nuove strade da percorrere.

L’esperienza all’interno dell’ospedale me la immagino di bianco perchè è il colore del foglio su cui si scrive, è il sorriso, è il camice,  la luce che illumina una stanza in penombra… e di verde il colore del mondo e della speranza di chi combatte senza mai arrendersi.

Riesco solo a pensare questi colori poiché risulterebbe difficile parlare della forza che si cela all’interno della struttura, è inimitabile. Qui c’è la vita, il tempo si ferma e io osservo quegli sguardi così belli ma allo stesso tempo così velati.

Sara Savini

È iniziata col sole

28 settembre 2019
È iniziata col sole ed un po’ di disagio. Io ventenne, io emotiva, io artista di fronte un artista. Il cibo ci ha reso conviviali, la chiacchiera ha sorvolato l’imbarazzo, e la persona di Andrea si è rivelata con professionale rigore ma paterna comprensione.
Spiegare perché si fa arte, spiegare perché si fanno determinati gesti, perché si sentono determinate emozioni in una singola azione, spiegare oggettivamente che cosa si fa quando si ha l’espressione nelle mani, non è così facile.
Il verbo è limitante per la pittura e per la vita in se’.
Tuttavia, la comprensione di un uomo, prima che di un professionista, è fondamentale per far sciogliere i muscoli e le parole, e l’intesa ci ha concesso di esplorare il mio progetto con creatività e soprattutto voglia di espansione.
Ecco, credo che la giornata con Andrea sia stato un nuovo invito a respirare ancora più profondamente, a far defluire le idee in ogni angolo della percezione e dello spazio stesso.
La gioia di condividere lo stesso motivo alla creazione, che sia perché terapeutica, catartica, sacra o profana, è qualcosa che nel cuore crea nuovi punti luce e soprattutto coraggio.
Degenze, Andrea, Filomena, tutti loro. Tutti.
Mi stanno tutti dando il prezioso coraggio.
Greta Di Poce

Andrea Chiesi, in viaggio con noi

27 settembre 2019 – Abbiamo trovato un nuovo compagno di viaggio: Andrea Chiesi, che ieri ha incontrato le nostre artiste in degenza. E molti altri amici sono passati a trovarci. Abbiamo parlato del valore che può avere l’arte nel contesto ospedaliero, di quanto è importante ricordarsi che siamo sempre persone che incontrano persone, e possiamo e dobbiamo farci attenzione per riconoscerci.
Le ragazze stanno preparando le loro opere per il 18 ottobre e non vedono l’ora di condividerle con tutti.
Lunedì c’è il passaggio di testimone, arrivano Luca, Elena e Gianluca

Un filo che racchiude il respiro

25 settembre 2019
Diatomee i cui ricordi si traformano in sale, che si adagia sulle ferite di occhi bramosi di fermare, sui vetri dipinti di cielo, i nomi di gesta d’amore perdonati che resero il proprio respiro ad Orlando sciogliendo i nodi di promesse incise nella corteccia rugosa di un albero.
A. non dimenticata l’Atto di dolore che la madre le sussurrò racchiudendo per sempre in sè l’abbraccio di una radice recisa.
L’intermittenza di un suono liquido riempie le lunghe arterie bianche che intrecciano storie di occhi adagiati sulle rughe di lenzuola. Sono tracce di immagini incise nella memoria, ricordi annodati di un filo che racchiude il respiro.
Filomena sta vivendo Degenze artistiche nel reparto di Geriatria

Erano come le onde del mare

18 settembre 2019, ore 16.28 – Mentre ci prepariamo al primo incontro di domani, leggiamo alcune righe dal diario in degenza di Sara, dal reparto di oftalmologia del Policlinico di Sant’Orsola

“Come le onde del mare.
Vestita di bianco ho letto in lei la leggerezza. I suoi occhi erano come le onde del mare”.

Un incontro, un sentire insieme

24 settembre 2019 – “L’incontro di giovedì scorso non è stato semplicemente un incontro. Non solo una presentazione del progetto, non solo un dialogo tra artisti e partecipanti. Ma un po’ di più. È successo qualcosa in più, qualcosa difficile da dire: un sentire assieme, un mettersi in ascolto davvero, un sintonizzarsi sulla frequenza della vita.
Questo giovedì si continua, e al Padiglione 7 del Policlinico Sant’Orsola viene a trovarci il pittore Andrea Chiesi.
Passate, gli incontri sono aperti a tutti. Come è aperto lo spirito per costruire insieme le cose che verranno”.

Valerio Grutt

 

“Ma non era l’ultima”

17 settembre 2019, ore 16.30

“Le mani di E. sono venate d’azzurro.
Parlando mi dice che non vuole parlare. Nella sua negligenza, dietro i suoi occhi c’è richiesta di ascolto. Sono rimasta e mi ha rivelato la prima parola che disse da piccola.
La prima parola.
Appena entrata in stanza la sua prima parola fu no.
Ma non era l’ultima.”

Greta ha iniziato ieri con Filomena la degenza artistica negli spazi del padiglione 2, frequentando il reparto di geriatria del Sant’Orsola e conoscendo i primi pazienti che si sono raccontati con gesti e parole.

Sette giovani artisti raccontano la vita nell’ospedale

Due settimane in ospedale. Due settimane di vita e di incontri al Sant’Orsola da tradurre in un quadro, una serie di fotografie, una performance teatrale o un’esibizione di danza. È il progetto Degenze Artistiche con cui la Fondazione Sant’Orsola porta in ospedale alcuni artisti under 35 selezionati durante l’estate attraverso una call nazionale a cui sono arrivate 43 proposte.

 

“L’ospedale è il luogo perfetto per ragionare della vita – spiega il presidente della Fondazione Giacomo Faldella – qui si nasce e si muore, si attraversa il viaggio della malattia, si guarisce, ci si accorge di cosa conta davvero. In questi tempi di velocità e disattenzione, avere uno spazio dove fermarsi a guardare, a riflettere, a creare, a comprendere qualcosa del mondo e di se stessi, è opportuno anzi necessario”.

 

È da questi presupposti che nasce il bando Degenze Artistiche, ideato e diretto dal poeta Valerio Grutt. Quattro artisti o gruppi di artisti di diversi ambiti disciplinari saranno ospitati all’interno della struttura ospedaliera per la durata complessiva di quindici giorni ciascuno. Vivendo tra medici e infermieri, affiancando volontari, prendendo parte alla vita dei reparti del Policlinico lavoreranno ad una creazione artistica, esito di una lettura personale di quanto incontrato.

 

Nelle prime due settimane (dal 16 settembre scorso al 30 settembre) saranno al Sant’Orsola Sara Savini, fotografa, che lavorerà nell’Oftalmologia diretta dal dottor Antonio Ciardella e Greta Di Poce e Filomena Maietta, artiste visive, al lavoro nel reparto di Geriatria diretto dal dottor Pietro Calogero.

 

Ogni settimana, al giovedì alle 17, ci sarà al padiglione 7 un incontro di confronto tra gli artisti al lavoro e tutti coloro che sono interessati a partecipare e condividere questo cammino. Tutte le informazioni aggiornate sugli incontri settimanali e sull’evento finale potrete trovarle sul sito (www.fondazionesantorsola.it) o sulla pagina Facebook della Fondazione (@fondazionepoliclinicosantorsola).

(nella foto: Valerio Grutt, ideatore dell’iniziativa, con Sara Savini, Filomena Maietta e Greta Di Poce lungo il viale del Sant’Orsola)

 

INVITO – Gli incontri di Degenze artistiche

 

 

GLI ARTISTI DI DEGENZE

 

Sara Savini – Fotografia

Il suo progetto si chiama “Invisibile” e inizia dalla retina: le immagini sono ottenute, infatti, tramite sofisticati apparecchi che permetteranno di fotografare il fondo oculare dove il mondo si rispecchia in forme e linee astratte ed eteree, per vederlo com’è prima che il cervello elabori le immagini.

 

Greta Di Poce e Filomena Maietta – Arti visive

Entrambe frequentano l’Accademia di Belle Arti a Bologna. Vogliono realizzare un lavoro pittorico a partire dalla scrittura, dalla grafia, come luogo in cui si deposita la memoria dei grandi vecchi o dei pazienti psichiatrici, delle persone su cui la vita è passata e ha lasciato segni profondi.

 

Luca Oldani e Jacopo Bottani, Teatro

Un attore di 26 anni, diplomato alla Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe, vuole incontrare i medici e la vita della Rianimazione insieme al suo drammaturgo. Un modo per rielaborare, con un monologo, la morte di un amico.

 

Elena Biagini e Gianluca Pavone, Danza

Laureata in danza contemporanea a Londra lei e a Milano lui, vogliono lavorare in un reparto di fisioterapia e riabilitazione, per tradurre in danza la fatica del corpo che riparte dopo un ictus o un evento che ha causato una disabilità momentanea o permanente.