Primo trapianto con la macchina del “cuore in una scatola” donata dalla Fondazione

28 Settembre 2022

Eseguito all’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola il primo trapianto di un cuore prelevato con sistema OCS (Organ Care System) – Heart, conosciuto come “Il cuore in una scatola”, una macchina innovativa che conserva il cuore vivo e battente prima del trapianto e, se ce n’è bisogno, lo cura, donata dalla Fondazione Sant’Orsola. Ad eseguire l’intervento, lo scorso 30 agosto, l’équipe del prof. dell’Università di Bologna, Direttore della Scuola di specializzazione di Cardiochirurgia, Davide Pacini.

 

Il paziente che ha ricevuto l’organo è un uomo di 65 anni residente fuori regione ed era assistito con un dispositivo di assistenza ventricolare VAD da circa due anni. Oggi sta bene ed è stato dimesso dalla terapia intensiva. Il prelievo e il trapianto sono stati eseguiti lo scorso 30 agosto.

 

L’OCS è arrivato a Bologna grazie a una raccolta fondi lanciata da Fondazione Sant’Orsola che ha permesso di raggiungere i 225.000 euro necessari, grazie alle donazioni di Fideuram, Coop Alleanza 3.0, altre piccole imprese e 998 bolognesi che hanno dato il proprio contributo. “È stata una catena di solidarietà – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – che dimostra come i privati, unendo le forze, possano avere cura dei beni comuni e fare qualcosa di concreto per migliorare ancora la qualità già così alta della cura garantita dai nostri ospedali. In questo caso particolare il valore è ancora più grande, perché l’OCS è un ponte che consente all’organo donato di raggiungere, anche nei casi più proibitivi, chi lo aspetta per poter continuare a vivere. È uno strumento a servizio del dono”.

 

Il sistema OCS in Italia è stato utilizzato finora solo presso l’Azienda Ospedaliera S. Maria della Misericordia di Udine, l’Ospedale di Padova e l’Ospedale Niguarda di Milano, e rappresenta una delle più recenti e significative innovazioni tecnologiche nel campo dei trapianti e della preservazione d’organo. L’Organ Care System è la prima apparecchiatura portatile al mondo di perfusione cardiaca, dalle dimensioni prossime a quelle di un piccolo carrello, trasportabile su ambulanza del 118, come in questo primo caso a Bologna, o in elicottero e aeroplano.

 

Il sistema OCS – Heart garantisce la contrattilità e la pulsatilità del cuore del donatore attraverso l’infusione continua di sangue caldo, ossigenato e ricco di nutrienti nelle coronarie e riduce il lavoro cardiaco tenendolo continuamente drenato. Attraverso questo sistema è possibile monitorare in continuo la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, il flusso coronarico, la pressione di perfusione, e lo stato metabolico dell’organo donato (prelievo dei lattati venosi e arteriosi e dati emogasanalitici) oltre che ispettivamente la contrattilità dell’organo. L’OCS Heart consente di giudicare lo stato di salute del cuore in tempo reale e di modificare parametri emodinamici e metabolici per ottimizzare il risultato, ma anche di interrompere il trapianto in caso di andamento negativo (evitando di impiantare un organo ad alto rischio di disfunzione immediata).

 

In questo modo i vantaggi sono più di uno:

  • il cuore può essere trapiantato in sicurezza anche se proviene da un donatore più anziano;
  • gli interventi di lunga durata – per la presenza di altri problemi ad esempio vascolari, o perché, come nel caso specifico, il ricevente è portatore di un dispositivo di assistenza ventricolare VAD – possono essere affrontati con maggiore sicurezza;
  • le possibilità di trasferimento dell’organo da un ospedale all’altro, per raggiungere un paziente idoneo a quell’organo, sono più ampie

 

“Da oggi abbiamo un’arma in più per combattere temibili malattie. –  così Chiara Gibertoni, direttore generale dell’IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola -. Puntiamo alla ricerca, allo sviluppo e all’applicazione clinica delle nuove tecnologie per guardare con fiducia al progresso della medicina e chirurgia e al futuro dei trapianti di cuore, in questo modo esercitando appieno il nostro ruolo di Istituto di Ricovero e Cura a carattere Scientifico per il bene dei pazienti”.

 

Nella foto: i relatori della conferenza stampa e, alle spalle, il pannello con il grazie a tutti i donatori che hanno reso possibile l’arrivo a Bologna dell’OCS

 

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