28 Settembre 2019
28 settembre 2019
“Viaggiatore voglio essere chiamato”, alla ricerca di occhi che non hanno forma, occhi di acqua, che mi afferrino, che mi ricevano, che mi conservino.
Occhi di Andrea. Occhi di Greta. Occhi di Valerio. Occhi di Francesca. Occhi di Stefano. Occhi di Primavera. Verra. Eda. Fauzia. Adriana. Silvia. Gino. Non mentono nell’essere o non essere non mentono sulle paure non metono sul dolore non mentono sui battiti del loro cuore non mentono sui loro passi non mentono sulla gioia non mentono sulla loro pelle non mentono sulle loro ferite.
La ricerca dei loro gesti racchiusi tra mani fameliche parlano dell’indicibile che nella parola non è a suo agio, parlano di ciò che al di sotto dell’epidermide parole non ha, ma che è. Occhi di acqua che trattengono l’istante prima che lasci la traccia-fantasma di sè.
Il tempo scandito dai battiti di respiri che hanno abitato queste giornate scorrono adesso dentro di me, nuova me, ricca e viva, esposta al di fuori della mia corteccia, acqua.
Filomena Maietta