Stefano Vezzani

Rekeep a fianco di Fondazione Sant’Orsola per realizzare il Centro per il benessere dei pazienti

Rekeep a fianco di Fondazione Sant’Orsola per i prossimi tre anni. L’impresa bolognese sosterrà, con una donazione che si rinnoverà ogni anno, uno dei progetti principali della Fondazione: la realizzazione e l’attività di un Centro per il benessere dei pazienti, al padiglione 2. Rekeep diventa così la prima impresa partner di Fondazione Sant’Orsola.

 

“Ogni donazione è importante – spiega il presidente Giacomo Faldella – ma la scelta di crescere insieme lo è ancora di più. Per questo, forti della capacità di realizzare i progetti che abbiamo dimostrato in questi primi tre anni, abbiamo voluto offrire alle imprese una possibilità in più di collaborare, diventando come ha fatto Rekeep partner della Fondazione”.

 

La partnership si concretizza nella donazione che permetterà al progetto di proseguire e crescere, ma non solo. La Fondazione offrirà alle imprese partner occasioni diverse per coinvolgere dipendenti, clienti e fornitori, fornendo un racconto continuativo e un rendiconto periodico dei risultati raggiunti insieme, incontri con i medici del Sant’Orsola per aver cura della propria salute, esperienze di volontariato aziendale.

 

“Siamo convinti – spiega il presidente Faldella – che ogni occasione di partecipazione aiuti la nostra comunità a crescere, donando ad ognuno maggiori opportunità. Questo accordo siglato con Rekeep è per noi un passo importante nella direzione giusta”.

 

“Abbiamo scelto di garantire un sostegno stabile e continuativo alla Fondazione Sant’Orsola – commenta Claudio Levorato, presidente del Gruppo Rekeep – perché abbiamo avuto modo di conoscerne in modo approfondito l’impegno e la passione e, soprattutto, ne condividiamo le finalità: siamo entrambi convinti che imprese, associazioni e cittadini possano e debbano essere “alleati” della sanità pubblica per contribuire insieme a renderla migliore e più accogliente, per il bene di tutti”.

 

“Il Centro per il benessere dei pazienti, che sosterremo nei prossimi anni – prosegue Levorato – è un progetto che va in questa direzione: completa e supporta le cure sanitarie rendendo il Policlinico più accogliente e pone al centro la dignità della persona che deve rimanere a lungo ricoverata in ospedale. È un progetto innovativo nell’ambito della sanità pubblica che ci rende particolarmente orgogliosi”.

 

Scopri il progetto “Al Sant’Orsola come a casa” grazie a cui sarà realizzato il Centro per il benessere dei pazienti!

 

“Provo a dirlo con un libro”, laFeltrinelli sostiene il progetto della Fondazione

Un ‘libro sospeso’ per chi è ricoverato in ospedale. La Libreria Feltrinelli di piazza Ravegnana sostiene con una campagna di raccolta fondi il progetto di Fondazione Sant’Orsola “Provo a dirlo con un libro”. Un’iniziativa nata con l’obiettivo di qualificare il percorso di cura dei pazienti attraverso la lettura come strumento di intrattenimento ed evasione. Attraverso questo progetto, chi è ricoverato al Policlinico ha infatti la possibilità di chiedere un determinato titolo che verrà acquistato dalla Fondazione presso laFeltrinelli di piazza Ravegnana e recapitato alle persone ricoverate entro 24 ore dalla richiesta grazie ai volontari della Fondazione Sant’Orsola.

 

“Non c’è niente di più bello, per chi nella vita si occupa di promuovere la lettura, di sapere che il libro può trasformarsi in un vero e proprio compagno di viaggio, aiutando le persone ad affrontare un percorso di cura e donando loro un momento di leggerezza e di evasione. Per questo motivo siamo felici di sostenere “Provo a dirlo con un libro” di Fondazione Sant’Orsola che ci ha voluti come partner di un’iniziativa che ha una ricaduta così significativa e concreta sulla vita delle persone”, afferma Enrica Cavallari, direttrice della Feltrinelli di Piazza Ravegnana.

 

“Aiutare a vivere bene il percorso di cura, non essere soli durante questo cammino – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella è uno degli obiettivi di fondo della Fondazione Sant’Orsola. Donare un libro è, in questo senso, un gesto potente perché connette con la vita, abbatte i muri, trasporta in altre epoche e in altri luoghi e costituisce un’occasione di incontro con i nostri volontari, liberando tante energie come raccontano le testimonianze dei beneficiari”.

 

L’idea del progetto è nata durante la fase più acuta della pandemia quando era diventato impossibile utilizzare le piccole biblioteche presenti in tanti reparti, visto che le regole impedivano il passaggio dei libri di mano in mano. Così, per trovare un modo di essere vicini a chi era ricoverato, i volontari di Fondazione Sant’Orsola si sono inventati un modo per regalare quel che non si poteva più prestare.

 

In pochi mesi hanno recensito 325 libri creando un catalogo online, sul sito della Fondazione (www.fondazionesantorsola.it), con tutti i volumi che ognuno avrebbe consigliato a un amico ricoverato. Al catalogo è collegato un form con cui chi è ricoverato può chiedere uno dei libri recensiti o un altro volume a scelta. Quando i volontari ricevono la richiesta vanno, grazie alle donazioni che arrivano a sostegno del progetto, ad acquistarlo ed entro 24 ore lo consegnano in reparto al paziente.

 

Per far conoscere questa opportunità ogni due settimane i volontari inseriscono nei vassoi del pranzo di tutti i ricoverati una cartolina promozionale. Qualche giorno fa sono stati raggiunti i 1.600 libri consegnati. Di questi il 59,5% proviene dal catalogo, per il 40,5% si tratta invece di richieste libere da parte dei degenti. Tra tutti coloro che finora hanno chiesto un libro in dono, la maggior parte sono donne (62% delle richieste totali).

 

Sono oltre 180 le testimonianze inviate spontaneamente via mail da chi ha ricevuto un libro in dono, capaci di raccontare in modo preciso ed efficace l’utilità di un progetto che ora, grazie al sostegno di laFeltrinelli, potrà crescere ancora. Presso la libreria di piazza Ravegnana, sotto le Due Torri, sta partendo una campagna di raccolta fondi a cui tutti i lettori potranno partecipare acquistando una gift card da 5 o 10 euro con uno spazio dedicato dove poter scrivere – se si vuole – un messaggio per chi riceverà il libro grazie anche alla propria donazione.

 

 

Dai panificatori Ascom e Palazzo di Varignana 60 chili di raviole a sostegno di Casa Emilia

Sessanta chili di raviole, ripiene di una marmellata speciale di albicocche, cardamomo e goji. E un mese di accoglienza per una famiglia a Casa Emilia. È la donazione che l’Associazione Panificatori di Bologna e Provincia, Confcommercio Ascom Bologna e Palazzo di Varignana hanno realizzato per Fondazione Sant’Orsola. Una storia di generosità che ha un valore in più, perché ha permesso di non sprecare ciò che, essendo prossimo alla scadenza, non poteva essere commercializzato.

Tutto inizia, infatti, con la donazione a Fondazione Sant’Orsola di oltre 400 vasetti di marmellata realizzata da Palazzo di Varignana con materie prime di grande qualità. “Collaboriamo da tempo con la Fondazione Sant’Orsola, perché ne condividiamo i valori, lo spirito e la visione etica. Anche per questo – racconta Carlo Gherardi, fondatore di Palazzo di Varignana – abbiamo scelto di dedicare all’iniziativa ‘Sessanta chili di raviole per le famiglie ospitate a Casa Emilia’ i frutti del nostro amore per la terra, rappresentati dalle confetture di albicocca, cardamomo e goji che produciamo nella nostra azienda agricola. Ogni anno il nostro frutteto di alberi dimenticati ci regala l’occasione di portare sulla tavola delle persone storie di sapori antichi. Queste nostre piccole bontà sono diventate un gesto di solidarietà nel progetto della Fondazione Sant’Orsola. Un gesto che ci riempie di orgoglio e soddisfazione”.

Fondazione Sant’Orsola ha quindi portato i vasetti all’Associazione Panificatori di Bologna e provincia che si è offerta di trasformarli in prodotti da forno. Insieme all’Associazione sfogline, una quindicina di pasticceri e fornai si sono così dati appuntamento nel laboratorio di via Gnudi per realizzare 60 chilogrammi di raviole, confezionate in oltre 300 sacchetti da cinque.

«Ancora una volta Confcommercio Ascom Bologna e l’Associazione Panificatori sono scesi in campo al fianco di Fondazione Sant’Orsola per regalare un attimo di normalità a chi soffre – spiega Giancarlo Tonelli, Direttore Generale Confcommercio Ascom Bologna –. Fondamentale anche il supporto di Palazzo di Varignana che ha permesso di non sprecare cibo prossimo alla scadenza, dando all’iniziativa anche un’impronta di sostenibilità».

«Abbiamo riunito un gruppo di giovani pasticcieri, fornai e sfogline di Bologna e provincia per questa raviolata di beneficenza, resa possibile anche grazie alla supervisione di qualche veterano – prosegue Samuel Mafaro, presidente dell’Associazione Panificatori di Bologna e provincia –. Aiutare chi soffre non ha prezzo ed è per questo che non ci siamo tirati indietro».

Le raviole saranno donate nei prossimi giorni alle famiglie ospitate gratuitamente a Casa Emilia, la struttura di accoglienza realizzata da Fondazione Sant’Orsola per chi viene a curarsi a Bologna, e ai pazienti e agli operatori sanitari di alcuni reparti dove anche in questi giorni sono al lavoro i volontari della Fondazione, regalando un sapore di casa a chi è ricoverato in ospedale o frequenta il day hospital per visite e terapie.

Ma la generosità non si è fermata qui: l’Associazione Panificatori di Bologna e provincia e Confcommercio Ascom Bologna hanno accompagnato le raviole con una donazione che permetterà di ospitare per un mese una famiglia a Casa Emilia. «Anche così, grazie alla generosità di Bologna – ha commentato il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – chi vive un percorso di cura può sperimentare ogni giorno la gioia di non essere solo».

 

Covid, la Fondazione dona un software che migliora la diagnosi per il 21% dei pazienti gravi

Gli esami radiologici, da soli, permettono di identificare il 64% dei pazienti gravi. Applicando – grazie ad un software acquistato da Fondazione Sant’Orsola – l’intelligenza artificiale, la percentuale sale all’85%. C’è dunque un 21% in più di malati che possono essere curati tempestivamente, e dunque con maggiori possibilità di guarigione.

 

Questo grande passo avanti è raccontato da uno studio realizzato da un’equipe multidisciplinare comprendente le unità operative di Fisica sanitaria, Radiologia e Malattie infettive su pazienti affetti da SARS-CoV-2, accettato per la pubblicazione su “Applied Sciences” nel numero “Human and Artificial Intelligence”.

 

Lo studio, realizzato in collaborazione con il DIMES dell’Università di Bologna, ha utilizzato un nuovo tool, acquisito grazie alla Fondazione Sant’Orsola, che usa le immagini TAC per delineare in modo semi-automatico (ovvero riducendo al minimo l’intervento umano) le regioni polmonari affette da SARS-CoV-2 ed estrarre le principali caratteristiche di queste aree, non visibili ad occhio umano.

 

Grazie all’intelligenza artificiale si combinano così le informazioni radiomiche e cliniche, permettendo di classificare i pazienti a buona o cattiva prognosi. Il risultato? Questo modello permette di individuare l’85% dei pazienti gravi, il 21% in più di quel che avrebbero consentito i soli referti radiologici. Un fatto importante, e non solo per i pazienti Covid

 

“L’utilizzo di questo metodo – spiega infatti Lidia Strigari, responsabile della Fisica sanitaria, con cui abbiamo già realizzato il progetto Seguimi per rendere la radioterapia più sicura ed efficace – è applicabile anche a malattie o virus diversi che influenzano le immagini TAC e permetterà di dare priorità e maggiore attenzione ai pazienti più a rischio, ottimizzando l’utilizzo dei posti letto dedicati”.

 

 

Il Consiglio di amministrazione approva il Bilancio 2021 e la Relazione di missione

Il Consiglio di amministrazione di giovedì 26 maggio 2022 è stato un momento importante. Ha, infatti, confermato alla guida della Fondazione Sant’Orsola per il prossimo triennio il professor Giacomo Faldella, che per la prima volta sarà affiancato da un vicepresidente, il presidente di FAAC Andrea Moschetti. Ha dato il benvenuto a quattro nuovi promotori. Ha – ultimo ma non ultimo – approvato il Bilancio 2021, accompagnato dalla relazione dell’organo di controllo.

 

Il Bilancio e la Relazione di missione sono pubblicati su questo sito e sono consultabili in ogni momento (sezione Fondazione, pagina Bilanci), insieme al Rendiconto 2021, documento di sintesi della rendicontazione sociale, mirato a raccontare come sono state utilizzate le donazioni arrivate, quali risultati sono stati raggiunti ed i progetti realizzati.

 

Durante l’anno appena trascorso la Fondazione Sant’Orsola ha raccolto – compreso il contributo dei promotori – 2,092 milioni di euro. Durante il 2021 sono proseguiti alcuni servizi attivati durante l’emergenza (come il pre-ricovero in albergo per i pazienti in attesa dell’esito del tampone) e per il personale (come spazio bimbi e foresteria), a cui si sono aggiunti i nuovi progetti post emergenza, per una spesa complessiva pari a 2,906 milioni di euro. Questo ha generato un risultato economico di periodo di (-) 814mila euro, derivante essenzialmente dalla necessità di completare i progetti per i quali i fondi erano stati raccolti, e non spesi, nell’anno precedente.

 

Il risultato del biennio 2020-21 in termini di risultato complessivo esprime un saldo positivo per 972mila euro, destinato allo sviluppo delle nuove progettualità 2022. La Fondazione Sant’Orsola rimane così in uno stato di buon equilibrio economico-finanziario e può impostare con fiducia nuovi progetti per il futuro. Si prevede, infatti, un anno 2022 ricco di nuove sfide nel periodo post emergenza, per rispondere sempre più e meglio alle esigenze di pazienti e familiari.

Cresce la Fondazione: entrano quattro nuovi promotori, Andrea Moschetti eletto vicepresidente

Cresce la famiglia di Fondazione Sant’Orsola. Il Consiglio di amministrazione che si è svolto il 26 maggio ha, infatti, ufficializzato l’ingresso di quattro nuovi promotori: Banca di Bologna con il presidente Enzo Mengoli, CAR con l’amministratore delegato Trilli Zambonelli, Finalca con il presidente Alfredo Cazzola e Lavoropiù con il direttore marketing Matteo Naldi.

 

È stata una riunione importante, che ha visto anche la conferma per un ulteriore triennio del presidente Giacomo Faldella, l’elezione al suo fianco come vicepresidente di Andrea Moschetti, presidente di FAAC, l’ingresso in Consiglio del rappresentante dei volontari Andrea Pierantoni e l’approvazione del Bilancio 2021.

 

“Il desiderio di dare un aiuto concreto a chi, nella malattia, vive un momento di particolare fragilità e il fatto che realtà tanto diverse si uniscano per raggiungere questo obiettivo – commenta il presidente Giacomo Faldella – è un segnale bellissimo per la nostra città. Il contatto quotidiano con chi cura ed è curato ci fa toccare con mano tutto quello di cui c’è bisogno così come la grande generosità di Bologna ci dà la certezza che insieme potremo realizzarlo”.

 

“Dopo due anni di collaborazione con la Fondazione Sant’Orsola, che ci hanno visto sostenere la realizzazione di importanti progetti – dice Enzo Mengoli Presidente di Banca di Bologna – oggi accettiamo con convinzione questo incarico, con l’obiettivo di continuare a contribuire anche dall’interno”. Oltre ad un’importante donazione durante il lockdown, l’istituto di piazza Galvani sta sostenendo la ristrutturazione della degenza di Oncologia, sia con una donazione di 50.000 euro sia coinvolgendo i propri soci e clienti.

 

“Ho conosciuto Fondazione Sant’Orsola – racconta Trilli Zambonelli, amministratore delegato di CAR – per tutto quello che è riuscita a fare durante la pandemia. Ho sposato con entusiasmo insieme alla mia squadra di Car il progetto per il reparto di Oncologia partecipando alla raccolta fondi. Questo ha rafforzato il legame tra di noi, creando una sintonia che è la stessa che ho trovato con gli altri promotori. Insieme possiamo e vogliamo fare sempre di più per il benessere e la cura delle persone, accogliendo ed aiutando anche i familiari che le assistono. Per me è stato naturale mettermi a disposizione”.

 

“È stato per me un onore ricevere l’invito a far parte del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Sant’Orsola – commenta Alfredo Cazzola – una istituzione che svolge un ruolo molto importante nel nostro territorio che si è posta l’obbiettivo di divenire sempre più riferimento di tutti coloro che necessitano una particolare assistenza nei percorsi di cura. Come bolognese ed imprenditore darò tutto il mio apporto di entusiasmo ed esperienza alla Fondazione”.

 

“Non solo profitto, ma cultura, coesione, sviluppo – sostiene Matteo Naldi, direttore marketing di Lavoropiù – L’essere impresa socialmente responsabile genera opportunità a beneficio della collettività e colloca la nostra azienda nella parte migliore della società, quella che favorisce la crescita di tutti e che si prodiga per il bene collettivo. Proprio l’attenzione al benessere comune e l’attitudine alla cura insiti nello Statuto della Fondazione Sant’Orsola rappresentano il punto di contatto più alto e illuminante con i valori di Lavoropiù”.

 

I quattro nuovi promotori si uniscono ai sette presenti fin dalla nascita della Fondazione (BCC Felsinea, Granarolo, Iba, Iema, Illumia, Open Group, UpDay), alla FAAC entrata all’inizio del 2020 e a Comet, Pelliconi e Sira Industries entrate nel 2021. Il loro è un ruolo fondamentale, per almeno due motivi. I promotori sostengono tutte le spese di funzionamento della Fondazione, dal personale alla comunicazione, dalle campagne alla sede: in questo modo il 100% delle donazioni che arrivano dai cittadini e dalle altre imprese viene destinato ai progetti. Ma soprattutto donano alla Fondazione tempo, competenze e relazioni, garantendo l’efficacia di tutto ciò che facciamo.

 

Intervista ad Andrea Moschetti (2020)

 

“I sapori di casa”, quattro cene sotto le stelle per Casa Emilia

Quattro cene d’autore sotto le stelle. Quattro cene solidali per sostenere Casa Emilia, la struttura dove la Fondazione Sant’Orsola accoglie i pazienti che, con i propri familiari, devono rimanere a Bologna per ricevere al Policlinico le cure di cui hanno bisogno. E, insieme, per dare una mano a chi è stato colpito dall’alluvione in Romagna. Una grande iniziativa di solidarietà, realizzata grazie alla collaborazione e al sostegno di Ascom Confcommercio, capace di dare voce alla grande generosità della città.

Le cene si svolgeranno sul grande terrazzo al quarto piano di Casa Emilia (via Emilia Levante 10), tra gli ulivi e i melograni con cui la Fondazione Sant’Orsola ha arricchito lo spazio dove ogni giorno si incontrano famiglie e volontari. Il ritrovo è fissato alle 19.30 e, dopo un aperitivo sul terrazzo, alle 20 inizierà la cena che – a cura degli chef dei quattro ristoranti – prevede tre portate. Quarantotto i posti disponibili ogni sera. Questi i quattro appuntamenti:

  • martedì 6 giugno – Ristorante La Cesarina
  • lunedì 12 giugno – Pescheria San Gervasio
  • mercoledì 21 giugno – Trattoria la Montanara
  • lunedì 26 giugno – Ristorante Biagi

La donazione richiesta è di 75 euro per partecipante. Scopri qui i menù

“Grazie a questa iniziativa – spiega Trilli Zambonelli di Fondazione Sant’Orsola – garantiremo fino a 200 notti a Casa Emilia, dando la possibilità di proseguire il proprio percorso di cura a tanti pazienti. Casa Emilia è un luogo di accoglienza, umanità, amicizia: una vera e propria comunità, un luogo sicuro dove condividere le gioie e le fatiche. Per questo abbiamo naturalmente abbracciato la proposta di Ascom di devolvere una quota delle donazioni che riceveremo a chi è stato colpito dall’alluvione. Una comunità solidale fa questo: tiene insieme bisogni nuovi e necessità sempre attuali, come quelle di chi deve continuare a percorrere un percorso di cura”.

Per partecipare e effettuare la donazione è attivo il link https://sostieni.fondazionesantorsola.it/cena_casa_emilia/

Per ulteriori informazioni: info@fondazionesantorsola.it 

“Ancora una volta e con molto piacere – dichiara Giancarlo Tonelli, direttore generale Confcommercio Ascom Bologna – i ristoratori hanno accolto la richiesta di collaborazione da parte della Fondazione Sant’Orsola e si sono organizzati per preparare, nel mese di giugno, quattro appuntamenti dedicati alla cucina “gourmet” curati dagli chef dei ristoranti La Cesarina, Pescheria Aldrovandi, Trattoria La Montanara e Biagi. È un impegno importante e di grande soddisfazione la realizzazione di questo programma culinario per Casa Emilia da parte della nostra federazione perché conferma la passione e la vicinanza alla Fondazione Sant’Orsola e alla sua buona causa sostenuta, fin dall’inizio, da tutta la nostra associazione. Una consonanza che ci ha portato a decidere insieme in queste ore di devolvere una quota delle donazioni che riceveremo a chi è stato colpito dall’alluvione”.

“In qualità di Presidente della categoria ristoratori e pertanto loro rappresentante, è con grande entusiasmo che ho da subito condiviso e sostenuto il bellissimo progetto della Fondazione Sant’Orsola, è stata l’occasione per creare sinergia tra la Federazione Pubblici Esercizi di Bologna e quella del Terzo Settore che grazie alla forza e al supporto del “fare rete” tra categorie, ha portato a questa importante collaborazione a favore della beneficienza, che accogliamo e sempre sosterremo” spiega Roberto Melloni, presidente Ristoratori Confcommercio Ascom Bologna.

“Tutti i progetti di Fondazione Sant’Orsola, e Casa Emilia in particolare – racconta il titolare del gruppo La Casona Matteo Ferrari – sono capaci di esprimere vicinanza e concretezza. I risultati possono sempre essere toccati con mano. Per questo abbiamo aderito con entusiasmo alla richiesta di essere partner tecnico di queste cene, che coinvolgeranno tante persone facendo vivere quei valori di accoglienza e generosità che caratterizzano la nostra terra”.

“La buona cucina”, tre incontri per imparare a cucinare piatti buoni con alimenti sani

Fondazione Sant’Orsola in collaborazione con Alce Nero propone tre incontri gratuiti aperti a tutti con lo chef di cucina vegetale Simone Salvini e con la nutrizionista e specialista in Scienze dell’alimentazione Renata Alleva per scoprire una cucina semplice e che non rinuncia al gusto, ispirata alla dieta mediterranea.

 

Gli appuntamenti si terranno a Casa Emilia (via Emilia Levante, 10 a Bologna), la struttura dove Fondazione Sant’Orsola accoglie chi per curarsi deve venire a Bologna da fuori regione. Al termine degli incontri, completamente gratuiti, è previsto un piccolo buffet per assaggiare alcuni dei piatti che si è imparato a cucinare insieme.

 

Il progetto “La buona cucina” punta a valorizzare i principi nutrizionali di ingredienti biologici come pasta, cereali, riso, legumi, pomodoro e olio extra vergine di oliva, insegnando come cucinarli con gusto, per dare vita a nuove abitudini alimentari, capaci di far vivere un’alleanza tra il piacere del cibo e la cura della propria salute.

 

Per partecipare occorre compilare il modulo online che trovi cliccando QUI.

Per altre informazioni:

Telefono, contattando il numero 349 328 4387 (dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 17.00).

 

 

 

Al via il cantiere per il Centro per il benessere dei pazienti del padiglione 2

In questi giorni abbiamo avviato i lavori nel seminterrato del padiglione 2 per realizzare un Centro per il benessere dei pazienti. Un obiettivo che abbiamo coltivato da tempo e che si avvia ora a diventare realtà grazie alle tante donazioni arrivate – a partire dal contributo forte di Cna Impresasensibile e del Rotary Club Bologna – e a tutte quelle che continueranno ad arrivare.
Nel Centro ogni persona ricoverata al padiglione 2 – che conta quasi 400 posti letto e reparti tra cui Oncologia e Geriatria oltre a diverse Medicine interne – potrà trovare le docce (assenti dai reparti, che risalgono agli anni Sessanta), una vasca per il bagno assistito per chi non è più autosufficiente, barbiere e parrucchiera e altri servizi – dal podologo all’agopuntura anti-dolore – per essere aiutato ad aver cura di sé.
L’obiettivo è ultimare il Centro in tre mesi. Aiutaci a raggiungerlo: dona ora! Puoi farlo
– con carta di credito da questo sito https://bit.ly/3szUZCB
– con bonifico, su cc bancario intestato a Fondazione Policlinico Sant’Orsola – Iban: IT72I0847236760000000101617 – causale: Al Sant’Orsola come a casa
con bollettino postale, n° conto: 1047864747 intestato a: Fondazione Policlinico Sant’Orsola Onlus – causale: Al Sant’Orsola come a casa

Benvenuti all’Isola che non c’è, apre le porte il Giardino terapeutico in Pediatria

Uno spazio verde dove fare pet therapy o shiatsu, passeggiare nel Giardino sensoriale, seguire la fisioterapia, coltivare l’orto, raccogliere fiori e foglie per fare un laboratorio in reparto, partecipare alla musicoterapia. Tutto questo sarà possibile nell’Isola che non c’è, il Giardino terapeutico realizzato da Fanep e Fondazione Sant’Orsola tra il viale centrale e il padiglione 13 del Policlinico per tutti i piccoli pazienti pediatrici.

 

“L’isola che non c’è” nasce da un’idea di Fanep ed è stata realizzata insieme a Fondazione Sant’Orsola grazie a una raccolta fondi a cui hanno partecipato i Club Rotary di Bologna, ‘capitanati’ dal Galvani; il Lions Club Bologna Valli Lavino Samoggia; il CAAB e 172 altri donatori, arrivando a raccogliere 24mila euro necessari a realizzare i lavori, comprese le recinzioni e gli impianti elettrici e per l’irrigazione.

 

Nel Giardino sarà possibile seguire un percorso sensoriale, nel quale i bambini potranno scoprire i profumi delle piante aromatiche e imparare a riconoscerle dalle foglie o dai fiori colorati, stimolando così i loro sensi e il benessere psicofisico. Si potrà praticare l’orticoltura terapeutica, a partire dai cassoni dove sono stati piantati fiori ed essenze che, con la cura e la dedizione, i piccoli pazienti vedranno germogliare e crescere.

 

Sulla pedana in larice sarà possibile svolgere attività quali yoga e shiatsu sia per i bambini sia per i genitori, mentre il giardino è attrezzato anche per gli interventi assistiti con gli animali e i bambini potranno non solo divertirsi con la Pet therapy, ma anche osservando gli animali chi si trovano nel parco dell’ospedale: cinciallegre, pettirossi, ghiandaie, scoiattoli, ma anche svolgere con il bel tempo attività come musicoterapia.

 

Il giardino sarà aperto a tutti i reparti pediatrici, ma anche alle famiglie dei pazienti e alle associazioni che vorranno organizzare attività. Tra le attività previste, i bambini potranno scoprire i profumi delle piante aromatiche attraverso un percorso sensoriale e praticare l’orticoltura terapeutica. “È un’oasi che concentra in un piccolo spazio tante attività importanti – ha detto durante l’inaugurazione Raffaele Donini, assessore regionale alla Salute – sarebbe bello che venisse replicata nelle altre strutture del territorio”.

 

“La bellezza – ha commentato l’assessore comunale al Welfare Luca Rizzo Nervo – è di per se stessa sempre curativa e qui, accompagnandosi alle terapie d’eccellenza che il Policlinico garantisce, potrà offrire anche occasioni di relazione e momenti di serenità anche per il personale sanitario”. “Questo intervento – ha spiegato il direttore amministrativo del Policlinico Nevio Samorè – si inserisce nel nostro grande progetto per offrire alla città un ospedale nel parco ed è un bellissimo esempio di cosa la collaborazione tra enti non profit può permettere di realizzare”.

 

Il presidente di Fanep Valentino Di Pisa ha raccontato durante l’inaugurazione la nascita del progetto e gli obiettivi che insieme potremo realizzare mentre Andrea Rizzoli, consigliere della Fondazione Sant’Orsola in rappresentanza di BCC Felsinea, uno dei nostri promotori, ha voluto ricordare anche il ragionier Farolfi a cui il Giardino è dedicato. All’inaugurazione sono intervenuti anche rappresentanti di altre associazioni, come AGD, Piccoli Grandi Cuori, Biblio’s e Il Cucciolo.