Stefano Vezzani

28 novembre 2023 – “L’acqua e le rose” compie un anno!

Il 28 novembre 2023 “L’acqua e le rose” compie un anno!

Dodici mesi in cui il primo Centro per il benessere all’interno di un ospedale pubblico ha accolto 1.673 pazienti, donando loro la possibilità di fare la doccia o il bagno nella vasca assistita per chi ha disabilità ma anche di sistemare la barba oppure tagliare i capelli e fare la messa in piega. Gesti semplici, che possono offrire un momento di benessere, ancora più importante per chi vive un percorso di cura.

Il 28 novembre sarà così un giorno di festa!

Dalle 7.30 alle 12.00 il Centro funzionerà regolarmente, accogliendo i pazienti che si sono prenotati

Alle 12.00 faremo un brindisi con le autorità e i donatori, scoprendo il roseto in ceramica che riporta – come ringraziamento – i nomi di tutti i donatori che con la propria generosità hanno permesso di aprire “L’acqua e le rose” e di mantenerlo in funzione per questi primi 12 mesi.

Dalle 14.00 alle 18.00 i parrucchieri di CNA che quotidianamente lavorano per i pazienti doneranno un taglio e una messa in piega al personale sanitario che lavora al padiglione 2, anche per far conoscere sempre meglio a tutti il Centro e quel che può fare quotidianamente per i pazienti

Alle 18.00 ci troveremo con i volontari, gli operatori socio sanitari e i parrucchieri che ogni giorno lavorano a “L’acqua e le rose” per un momento di festa e aperitivo.

E dal giorno dopo si riparte, facendo vivere un servizio che riconosce con gesti semplici e concreti la centralità della persona e la dignità di chi vive un percorso di cura!

Per saperne di più o per segnalare la tua partecipazione scrivi a info@fondazionesantorsola.it

Per le vacanze di Natale e Capodanno ritorna lo Spazio Bimbi di Fondazione Sant’Orsola

Riaprirà per le vacanze natalizie lo Spazio Bimbi gestito da Fondazione Sant’Orsola per i figli dei dipendenti del Policlinico, all’interno del Padiglione delle Meraviglie in via Pizzardi 1 (nei locali accessibili dal sagrato della chiesa di San Gregorio).

Lo Spazio, gestito da educatrici professionali, sarà aperto dal 26 al 29 dicembre 2023 compresi e dal 2 al 5 gennaio 2024 compresi, ogni giorno dalle 7.30 alle 18. Il contributo, come per il Centro estivo, è di 14 euro/giorno per il comparto e 20 euro/giorno per medici e dirigenti (pasto compreso).

I posti disponibili, per la fascia 3-10 anni, sono complessivamente 30. Per fare domanda è necessario compilare il modulo (https://forms.gle/3QXBTTa4YWcqny8cA) entro lunedì 27 novembre. La graduatoria sarà spedita mercoledì 29 novembre a tutti coloro che avranno fatto domanda, insieme alle indicazioni per versare la quota.

Oncologia, insieme abbiamo realizzato un piccolo giardino per ogni stanza di degenza

I balconi dell’Oncologia del Policlinico si sono trasformati in piccoli giardini. Un intervento che Fondazione Sant’Orsola ha progettato insieme a Palazzo di Varignana e realizzato grazie anche al sostegno di altre cinque realtà: il Bologna FC, Meliconi, Banca di Bologna, Ersel e CAR. Compie così, dopo l’arrivo dei letti elettrici, un altro passo avanti il progetto “Lo spazio che cura”, per dare un nuovo volto a tutta la degenza oncologica del Sant’Orsola.

“Anche con questo intervento – racconta il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – vogliamo portare l’abbraccio di tutta la città ai pazienti che vivono un momento di particolare fragilità”. Un intervento che può avere effetti importanti: “Lo spazio in cui avviene la cura – spiega il primario Andrea Ardizzoni – fa parte della cura. Ci sono studi che lo dimostrano: se un paziente oncologico è accolto in un ambiente migliore, i risultati delle terapie sono migliori”.

“Siamo orgogliosi di poter dare il nostro aiuto per garantire ai pazienti dell’ospedale Sant’Orsola e ai loro familiari un ambiente più accogliente e sereno. L’idea del progetto ‘Lo spazio che cura’ nasce dalla volontà di portare e condividere un po’ della bellezza che circonda Palazzo di Varignana all’interno dei reparti – afferma il dottor Carlo Gherardi, fondatore di Palazzo di Varignana – Un progetto che ci spinge ancora una volta a unire la nostra sensibilità a ciò che ci circonda, un’altra occasione per lasciare un’eredità al futuro”.

Per la progettazione dei giardini nei balconi Palazzo di Varignana ha messo a disposizione il proprio paesaggista Sandro Ricci. Per ognuna delle sei stanze di degenza è stato realizzato un progetto specifico: in ogni balcone le 13 fioriere hanno un colore diverso – dal verde pavone all’antracite, dalla terracotta all’azzurro di Provenza – e diverse sono gli arbusti, le piante erbacee e i fiori che vi sono stati messi a dimora, appartenenti a 22 specie, da due varietà di edera al mirto, dalla campanula all’aspidistria, dal geranio blu al pitosforo.

All’interno di ogni stanza un piccolo pannello davanti al balcone racconta quali piante si trovano nel piccolo giardino e la realtà che donando ha permesso di realizzarlo, dai vasi all’impianto di irrigazione automatizzato. Insieme a Palazzo di Varignana che, oltre al progetto complessivo, ha donato un balcone, troviamo il Bologna FC, la concessionaria CAR che ha coinvolto dipendenti e clienti, Banca di Bologna, Meliconi e la sede bolognese del gruppo bancario privato Ersel.

Dopo la donazione di 21 letti elettrici che consentono maggior comfort e più autonomia e sicurezza ai pazienti ricoverati nell’autunno scorso, compie così un altro passo avanti la realizzazione del progetto di Fondazione Sant’Orsola “Lo spazio che cura”, per cambiare il volto della degenza di Oncologia medica, uno dei reparti maggiori dell’Emilia-Romagna, che accoglie ogni anno circa 900 pazienti. I lavori per realizzare gli altri interventi in programma, per i quali 1.151 bolognesi – cittadini e imprese – hanno donato complessivamente oltre 380.000 euro, dovrebbero partire nella prima metà del 2024, quando si libereranno spazi per trasferire per qualche settimana il reparto e realizzare i lavori, che dovrebbero concludersi entro l’autunno.

 

“CASA EMILIA, L’ACCOGLIENZA RADDOPPIA”: SOSTIENI ANCHE TU IL PROGETTO CON INTESA SANPAOLO

Fondazione Sant’Orsola è stata selezionata per partecipare al Programma Formula di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Fondazione CESVI. Grazie al supporto di Intesa Sanpaolo e alle donazioni di tutti coloro che vorranno sostenere il progetto «Casa Emilia, l’accoglienza raddoppia», potremo, con nuovi appartamenti, accogliere 80 famiglie in più ogni anno, aprendo le porte sia alle mamme con una gravidanza a rischio sia alle famiglie con bambini con sindromi genetiche rare.

La gravidanza può essere definita a rischio per le condizioni della mamma che, avendo ad esempio subito un intervento chirurgico importante al Sant’Orsola, deve partorire qui, dove conoscono la sua situazione, e deve pertanto rimanere a Bologna almeno qualche settimana prima del termine della gravidanza. Ma può essere a rischio anche per una malformazione del nascituro che ha bisogno di essere preso in carico subito dopo il parto in un centro specializzato come il Sant’Orsola.

Il Policlinico, inoltre, è un centro internazionale di riferimento per numerose sindromi genetiche rare. Per questo quando c’è il sospetto che un bambino ne sia affetto è necessario arrivare il prima possibile alla diagnosi e poi seguirlo con controlli almeno annuali e ricoveri e approfondimenti quando necessario. Queste famiglie si trovano così a dover rimanere al Sant’Orsola per lunghi periodi e hanno bisogno di una casa che li possa accogliere.

Ad entrambi riusciremo insieme a dare una risposta grazie alla campagna di raccolta fondi  sulla piattaforma For Funding, e ogni famiglia potrà rimanere per tutto il tempo necessario in un luogo capace di offrire non solo un tetto, ma una seconda famiglia, di far vivere ad ognuno – anche nelle difficoltà – quella che un ospite ha definito «la gioia di non essere soli».

Tutti possiamo contribuire donando su For Funding, la piattaforma di Intesa Sanpaolo per la raccolta fondi in favore di progetti solidali.

Scopri il progetto e partecipa: CLICCA QUI

Casa Emilia, tre appartamenti per accogliere le coppie con gravidanze a rischio

In due anni ha accolto 479 pazienti che devono rimanere a Bologna per ricevere al Sant’Orsola le cure di cui hanno bisogno. E ora, spenta la seconda candelina, Casa Emilia ha inaugurato una seconda sede – in piazza Malpighi – e ha aperto le porte anche alle famiglie che hanno bisogno del Policlinico per far fronte ad una gravidanza a rischio. Sono già tre le coppie ospitate, e la settimana scorsa è arrivato il primo fiocco azzurro, con la nascita di Emanuele.

“È stato naturale per noi  – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – allargare l’accoglienza a queste famiglie. La nostra casa cresce, infatti, grazie alla generosità di chi la sostiene e ci mette in condizione di rispondere al bisogno delle persone che incontriamo. Qui vive il cuore della nostra città, che ritrova e fa esperienza dei propri valori più veri. A chi vive con preoccupazione un momento così importante e delicato come la nascita di un figlio o di una figlia vogliamo dare una sicurezza e un aiuto in più”.

Così ora l’accoglienza si allarga. Due sono i fattori che possono rendere una gravidanza a rischio: un problema del nascituro, che dovrà essere affrontato subito dopo il parto in un ospedale d’eccellenza come il Sant’Orsola, oppure la necessità di un’assistenza particolare per la mamma, già seguita dai medici del Policlinico per patologie pregresse.

Cristiana è una di loro. Era arrivata da Napoli il 26 settembre con suo marito Giuseppe, tre settimane prima della data del parto, perché negli anni scorsi aveva subito tre interventi chirurgici importanti, proprio qui al Sant’Orsola con l’equipe del professor Poggioli che – per garantire che tutto vada per il meglio – ha assistito al parto insieme ai ginecologi. Oggi mamma e neonato, il piccolo Emanuele, stanno bene e con Giuseppe possono iniziare il proprio cammino insieme.

“Qui a Casa Emilia ci siamo sentiti subito come a casa – racconta Cristiana – Anche il fatto di essere in centro è molto bello: non potendo camminare tanto, quando stavo bene potevo comunque uscire e fare una passeggiata”. Non succedeva sempre, perché a volte i dolori delle coliche nei giorni prima del parto erano molto forti. “Quando non ero incinta per stare meglio potevo fare ginnastica o una corsa sul posto, muovermi, e questo aiutava. Nelle settimane scorse invece non era possibile. A volte sono rimasta a letto a piangere dal dolore, ma con la tranquillità, sia per me che per il mio bambino, di avere l’ospedale Sant’Orsola vicino a me”.

Un aiuto di cui tanti hanno bisogno. “Sono circa 50 le famiglie che da fuori provincia si rivolgono ogni anno al Sant’Orsola – racconta Gianluigi Pilu, direttore del reparto di Ostetricia e Medicina dell’età prenatale del Policlinico – per una malformazione del nascituro che spesso richiede un immediato intervento da parte dei chirurghi e la presenza di una terapia intensiva e rianimazione pediatrica, presenti al Sant’Orsola”. Queste famiglie se la gestazione è regolare, hanno bisogno di accoglienza almeno una settimana prima del parto e poi nelle settimane successive, fino a quando il neonato non avrà più bisogno dell’ospedale.

Poi ci sono le mamme, come Cristiana, la cui gravidanza è delicata per propri problemi di salute. “Il Sant’Orsola è un centro di riferimento nazionale – prosegue il professor Pilu – per le malattie croniche intestinali e la chirurgia addominale. Quando una di queste pazienti rimane incinta è bene che a seguirla siano, oltre a ginecologi ed ostetrici, anche i medici che l’hanno in cura e che bene conoscono tutte le problematiche legate al suo stato. Sono circa 40-50 le gravidanze di questo tipo ogni anno e quasi tutte provengono da fuori regione”.

Vuoi aiutarci a dare una risposta a tutte queste famiglie? Accoglile insieme a noi: partecipa anche tu alla campagna di raccolta fondi sostenuta da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Fondazione CESVI.

Vai sulla piattaforma e dona anche tu: https://www.forfunding.intesasanpaolo.com/DonationPlatform-ISP/nav/progetto/casa-emilia-bologna

Il Parco della luna, una casa nel parco per i piccoli pazienti del Sant’Orsola

Sorgerà tra il padiglione 13 e il viale centrale del Sant’Orsola, nel prato sotto un cedro centenario. Sarà uno spazio immerso nel verde, grazie alle ampie vetrate, dove i piccoli pazienti ricoverati in ospedale potranno giocare, suonare, far correre la propria creatività. È il Parco della Luna, il nuovo progetto di Fondazione Sant’Orsola, che prende in prestito il nome dal titolo di una canzone di Lucio Dalla.

Il progetto architettonico è già stato selezionato per la V edizione della Biennale di Architettura di Pisa all’interno della manifestazione ‘La Città condivisa. L’architettura per un nuovo equilibrio sociale’, per la sezione ‘La cura’, il percorso espositivo ospitato in diversi padiglioni disseminati nel centro storico della città dal 13 al 29 ottobre.

Il Parco della Luna sorgerà a fianco del giardino terapeutico per la pediatria e occuperà 40 metri quadrati, suddivisi in due locali, che potranno anche diventare un unico grande spazio, più i servizi igienici. Sarà realizzato con soluzioni sostenibili: per tutelare il verde e gli alberi circostanti sarà così garantita la traspirabilità del suolo costruendo il padiglione su una piattaforma leggermente sollevata da terra, come una piccola palafitta.

Qui i bambini e le bambine, le ragazze e i ragazzi ricoverati nel padiglione 13 potranno essere accompagnati per svolgere a fianco dell’ospedale attività dalla pet therapy alla musicoterapia, in un ambiente sereno e accessibile anche quando il tempo non consente di stare all’aperto. Qui potranno essere accolti anche i figli di chi deve venire al Sant’Orsola per un esame o per far visita ad un proprio caro e non sa a chi affidare i propri figli o non vuole farli entrare nei reparti dell’ospedale. I due ambienti separabili o unibili consentiranno infatti anche utilizzi diversi, con tutte le garanzie di sicurezza necessarie.

“Questo spazio – racconta il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – sarà accessibile ai bambini e alle bambine di tutti i reparti, in collaborazione con tutte le associazioni che vorranno utilizzarlo. Sarà un luogo di condivisione e apertura, dei reparti al verde e dell’ospedale alla città, dove i bambini potranno esprimersi liberamente, un luogo dove far correre la loro fantasia, con laboratori per la creatività che stiamo già progettando insieme alla Fondazione Dalla”.

“L’idea dell’architettura – racconta l’architetto Simone Gheduzzi di Diverserighestudio – è quella di assimilare la forma del padiglione a quella dell’alveare, costruendo una architettura per bambini, adattabile nel tempo, la cui struttura modulare e replicabile si adatta molto bene ad accogliere gli alberi presenti nel suo contorno, aprendosi con grandi vetrate su un’area verde assai preziosa per il Policlinico di Sant’Orsola”. Un valore riconosciuto dalla Biennale di Architettura di Pisa che, come accennato, ha ammesso il progetto all’esposizione.

La progettazione esecutiva, che consentirà di elaborare un preventivo dettagliato, è tutt’ora in corso. Per realizzare il Parco della Luna si stima servano comunque almeno 120.000 euro, compresi gli impianti e le soluzioni innovative che saranno adottate. La raccolta fondi parte dai 24.500 euro donati nel corso dell’iniziativa che la Fondazione Dalla ha organizzato il 4 marzo scorso, quando Lucio avrebbe compiuto 80 anni. “Il nostro obiettivo – spiega il presidente Faldella – è raggiungere la cifra necessaria entro la primavera del 2024 per poter inaugurare il Parco della Luna tra un anno”.

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Al via la musicoterapia per gli anziani con Alzheimer

Al via la musicoterapia per gli anziani con Alzheimer. Il nuovo progetto di Fondazione Sant’Orsola è iniziato in questi giorni – in concomitanza con il mese dedicato a questa malattia – e proseguirà con due gruppi ogni settimana. L’attività si estende così dalle pediatrie, dove è presente da anni, all’area della geriatria. “Anche così – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – vogliamo prenderci cura insieme degli anziani, che sono le nostre radici, coloro che hanno costruito tutto ciò che abbiamo, difendendo la dignità e sostenendo la loro qualità della vita”.

In Emilia-Romagna si calcola siano ormai 70mila le persone che soffrono di una forma di demenza e 42.000 quelle colpite da Alzheimer, malattia per cui la terapia è ancora povera di farmaci efficaci. Da qui l’attenzione crescente verso le terapie non farmacologiche. “Una di quelle con gli effetti più promettenti – spiega la dottoressa Maria Lia Lunardelli, direttrice di Geriatria – è proprio la musicoterapia, poiché stimola le aree cerebrali che si occupano di attenzione, memoria, controllo motorio ed emozioni, contribuendo al miglioramento delle funzioni cognitive e motorie, attraverso l’evocazione di immagini e ricordi”.

Per questa prima fase sperimentale del progetto sono stati selezionati dalla dottoressa Maria Macchiarulo, responsabile degli ambulatori per i disturbi cognitivi e le demenze, 10 coppie di malati e caregivers, che sono stati suddivisi in due gruppi: il primo seguirà le sedute di musicoterapia vocale una volta alla settimana, il secondo due. “Vogliamo dedurre – spiega la dottoressa Macchiarulo – quale sia la frequenza ottimale di sedute necessaria per ottenere  un beneficio significativo sull’aspetto cognitivo, comportamentale e sulla qualità di vita del paziente e del care-giver”. Sulla base dei risultati si deciderà poi come proseguire l’esperienza.

I familiari e i caregivers, mentre le persone con Alzheimeir partecipano alla seduta di musicoterapia, il lunedì svolgeranno un incontro settimanale  con uno psicologo come ‘Gruppo caregivers’ per approfondire le strategie non farmacologiche di approccio ai disturbi cognitivi e comportamentali dei loro cari.

Il progetto di musicoterapia nasce da un impegno continuativo di Fondazione Sant’Orsola per gli anziani e in particolare per quelli colpiti da deterioramento cognitivo. Da due anni, infatti, i volontari ogni giorno accolgono pazienti e familiari negli ambulatori dei disturbi cognitivi e demenze. Per migliorare l’attesa è nato il progetto “Ad occhi aperti” per trasformare il grande terrazzo davanti agli ambulatori in un giardino, con una pergola e panchine per vivere nel verde i momenti prima e dopo la visita.

Gli incontri di musicoterapia sono svolti dalla dottoressa Marina Falzone, attiva da anni all’interno del Policlinico, prima con l’associazione Mozart 14 e oggi con Fondazione Sant’Orsola. Oltre a realizzare le sedute in Neonatologia, partecipa a uno studio sull’efficacia della musicoterapia in Terapia Intensiva Neonatale e sempre con Fondazione Sant’Orsola tiene il laboratorio settimanale Incanto per sperimentare come l’uso della vocalità e della musica possono migliorare il rapporto della mamma con il neonato. Gli incontri di musicoterapia contro l’Alzheimer sono seguiti anche dalla dottoressa Maria D’Errico, medico in formazione specialistica in Geriatria, e dallo psicologo Emanuele Antonietti.

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“IL MIO GESTO DI CURA”, SETTE ARTISTI PER FONDAZIONE SANT’ORSOLA

Sette artisti per la Fondazione Sant’Orsola. Da giovedì 28 settembre a domenica 1° ottobre tre fotografi e quattro artisti visivi esporranno le loro opere presso la Galleria Studio Cenacchi di via Santo Stefano 63. Il ricavato dell’eventuale vendita di quadri, sculture e fotografie si tradurrà in un’importante donazione a sostegno dei progetti che Fondazione Sant’Orsola realizza per i pazienti del Policlinico.

“Ogni giorno siamo impegnati – spiega il presidente della Fondazione Giacomo Faldella – per portare l’abbraccio della città a chi vive un percorso di cura. È un’opera che rende la nostra comunità più forte e che coinvolge tutta la città ed è bello che ognuno porti il proprio contributo, mettendo a disposizione con generosità tempo, risorse economiche o, come questi sette artisti, il frutto delle proprie capacità”.

La donazione che deriverà dalla vendita delle opere servirà a sostenere l’attività di musicoterapia iniziata al Sant’Orsola dal maestro Claudio Abbado tanti anni fa e dal maggio 2022 portata avanti dalla Fondazione. Sei musicoterapisti ogni settimana portano la musica in 5 reparti pediatrici e realizzano un laboratorio per le mamme e i neonati e, dalla scorsa settimana, un progetto per gli anziani con Alzheimer.

Ad esporre, ognuno con tre opere, saranno:

  • Pietro Caponetti, pittore, autore di opere di grande formato raffiguranti animali quotidiani ed esotici realizzate tramite intonaci su tela.
  • Elena Franco, fotografa, presenta una ricerca inerente antichi volumi del ‘6oo e ‘700 dell’ex Monte di Pietà conservati presso la Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. I volumi fotografati hanno come elementi comuni una immagine della pietà sul taglio di testa e il disegno della passiflora (fiore della passione di Cristo) sulla rilegatura in cuoio.
  • Domenico Grenci, pittore, autore di ritratti e volti femminili, malinconici, sensuali, misteriosi, fragili… Visioni di compositi stati d’animo, realizzati con carboncino e bitume; su tela e su carta.
  • Simone Martinetto, fotografo, presenta opere eseguite durante un suo precedente lavoro come fotografo di scena per il cinema e dedicate agli “altri” del mondo del cinema (montatori, tecnici, stuntman…).
  • Paolo Migliazza, scultore, autore di opere, in cemento o gesso, incentrate su figure umane intense, sofferte, spesso con gli occhi offuscati, come rivolti alla profondità della propria anima.
  • Marco Rigamonti, fotografo, presenta opere tratte dal volume fotografico “Periplo siciliano” nel quale raffigura dettagli di una Sicilia caldissima, assolata e fuori dalle rotte e dalle prospettive abituali.
  • Alessandro Saturno, pittore, presenta opere su tela e su carta, in olio e acrilico, dedicate al paesaggio; visioni come miraggi che si delineano attraverso velature e raffinati contrasti cromatici.

Tutte le opere esposte e le biografie degli artisti sono disponibili al seguente link: https://www.studiocenacchi.com/il-mio-gesto-di-cura/

La mostra sarà visitabile giovedì 28 settembre, inaugurazione dalle 18,00; nei giorni 29, 30 settembre e domenica 1° ottobre dalle 16,30 alle 19,30. Per ulteriori informazioni: Galleria Studio Cenacchi – Tel. 051 265517 (whatsapp).

A Bologna sfila la collezione di Vittoria Bonini con asta per la Fondazione Sant’Orsola

Sfilata con asta benefica a favore del Centro per il benessere “L’acqua e le rose”. Vittoria Bonini, titolare dell’omonimo Atelier di via Mazzini, nonché presidente di Moda su Misura Cna Emilia-Romagna, presenterà infatti City, una nuova linea, vocazione couture, pensata per donne emancipate e serene, nel corso di un evento ad invito a Palazzo Buoncompagni, a Bologna, il 29 settembre. E al termine metterà all’asta tre cappotti ricamati a mano, a sostegno di Fondazione Sant’Orsola.

Vittoria Bonini, dopo dieci anni di attività, vuole così ringraziare Bologna, la città che l’ha accolta dopo il terremoto che ha piegato l’Emilia Romagna del 2012, costringendola a lasciare Mirandola, dove fino a quel momento aveva vissuto e lavorato.  La stilista disegna ed esegue grazie a una decina di collaboratrici esperte di tessuti, abiti di alta sartoria, da sposa e cerimonia soprattutto, ma strizza l’occhio alla bellezza della musica classica e dell’Opera, che evoca suggestioni e sentimenti universali e richiede pertanto classe e portamento. Sue sono infatti dal 2014 le divise del coro femminile del Teatro alla Scala di Milano.

La stilista ha scelto Palazzo Buoncompagni per presentare alcuni capi dell’autunno/inverno 2023/2024. Una vera e propria sfilata, con asta e successiva donazione del ricavato alla Fondazione Sant’Orsola. Durante la serata, infatti, tre cappotti ricamati a mano, pezzi unici di altissima sartoria, saranno messi all’asta con offerta in busta chiusa e tutto il ricavato andrà a sostegno del progetto “L’acqua e le rose”, il Centro per il benessere dei pazienti che Fondazione Sant’Orsola ha inaugurato il 28 novembre dell’anno scorso.

“Questo luogo è il posto – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – dove il desiderio di stare bene con se stessi, di sentirsi unici, liberi e accolti, vive ogni giorno. Qui si offre alle persone ricoverate la possibilità di fare una doccia o il bagno nella vasca assistita, di tagliare la barba o fare la messa in piega, perché la cura di sé è ancora più importante e significativa nei momenti di fragilità. Sentiamo tutto ciò profondamente in linea con il lavoro quotidiano di Vittoria Bonini, con la sua ricerca di bellezza e di cura che affronta con generosità, per questo siamo davvero grati del sostegno che ha scelto di dare al nostro impegno”.

“Riteniamo sia un grande valore – commenta Claudio Pazzaglia, direttore Cna Bologna – abbinare ad una sfilata di alta moda un’iniziativa di carattere solidale: è la dimostrazione di come l’artigianalità non sia solo fare grande imprenditoria e creare capi prestigiosi,  ma sia anche interessarsi della comunità in cui l’azienda opera. Vittoria Bonini rappresenta questo e molto altro ancora: la capacità di saper reagire ad una situazione drammatica quale un terremoto, la volontà di trasmettere il saper fare artigiano dalle precedenti alle nuove generazioni con la creazione di una Academy della sartoria che crediamo sia assolutamente necessaria per Bologna”.

 

Dalla grande cena solidale nel chiostro 36mila euro per Casa Emilia

Si è svolta giovedì 14 settembre la quarta edizione della grande cena solidale di Fondazione Sant’Orsola, sotto il chiostro cinquecentesco del Policlinico. Una serata bellissima, che ha consentito di raccogliere (coperte tutte le spese) ben 36.708 euro per sostenere lo sviluppo di Casa Emilia, il progetto di accoglienza per pazienti e familiari che – grazie anche a questa generosità – conoscerà presto tante novità.

 

La cena è stata preparata da alcuni dei principali chef che aderiscono all’associazione bolognese Tour-tlen: Pasquale Troiano della Cantina Bentivoglio; Carlo Alberto Borsarini de La Lumira, Demis Aleotti della Bottega Aleotti, Erik Lavacchielli del Fourghetti, Massimiliano Mascia del San Domenico fino alla sorpresa finale preparata dal maestro Gino Fabbri.

 

I 12 tavoli disponibili erano tutti occupati da amici, grandi donatori e possibili nuovi sostenitori. Insieme al direttore generale del Policlinico Chiara Gibertoni e al presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella, erano presenti – tra gli altri – il direttore generale di Confindustria Emilia Tiziana Ferrari e la vicepresidente Sonia Bonfiglioli, il direttore di Ascom Confcommercio Bologna Giancarlo Tonelli e il direttore regionale di Confcommercio Pietro Fantini, il presidente della Camera di Commercio di Bologna Valerio Veronesi, la presidente di Legacoop Bologna Rita Ghedini.

 

Il sostegno a Casa Emilia è stato così forte grazie alle donazioni di tutti i partecipanti, unite al supporto degli sponsor tecnici che hanno fornito gratuitamente tavoli, sedie e impiattamento (La Casona), il verde (Florsilva) e i vini (Ferrari e Tenute Lunelli). Grazie di cuore a tutti e a tutti arrivederci al prossimo anno per la quinta edizione della cena solidale nel chiostro.