Stefano Vezzani

Conad Nord Ovest sostiene con la Fondazione Sant’Orsola la pediatria del Policlinico

Conad Nord Ovest ha consegnatoo una donazione di 46.000 euro alla Fondazione Sant’Orsola a favore della Pediatria del Policlinico di Bologna. Questo importante contributo è il risultato dell’unione di forze tra soci, clienti e cooperativa, grazie alla campagna di collezionamento sostenibile “Una Collezione da favola”, attiva da ottobre a dicembre 2023, che ha coinvolto tutti i punti vendita Conad Nord Ovest in un esempio tangibile di solidarietà.

L’iniziativa natalizia, in collaborazione con GOOFI by Egan, sostiene importanti ospedali attivi con progetti pediatrici presenti sul territorio. I clienti possessori della Carta Insieme e Carta Insieme Più Conad hanno contribuito attivamente al progetto partecipando alla raccolta dei prodotti GOOFI ispirati ai personaggi delle fiabe e realizzati in plastica 100% riciclata (ABS). Per ogni premio distribuito Conad Nord Ovest ha devoluto 50 centesimi a favore di 8 importanti ospedali pediatrici del territorio.

I fondi raccolti in Emilia andranno quest’anno alla Fondazione Policlinico Sant’Orsola e all’Associazione Pollicino, enti non profit che realizzano progetti per migliorare l’accoglienza, la ricerca e la cura, rispettivamente, all’interno dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola di Bologna e del Policlinico di Modena.

 

A Bologna, il contributo di 46.000 euro sarà destinato innanzitutto all’Unità Operativa di Anestesiologia e Rianimazione Generale e Pediatrica diretta dal Dott. Fabio Caramelli per l’acquisto di visori 3D utili alla sedazione digitale, non farmacologica, dei piccoli pazienti, che permettono ai bambini di immergersi in ambienti virtuali rilassanti, riducendo l’ansia legata alle procedure mediche, promuovendo la cooperazione e riducendo la necessità di farmaci sedativi. Negli ultimi quattro anni di collaborazione con il Sant’Orsola, la charity natalizia ha permesso di devolvere all’Ospedale oltre 340.000 euro completamente destinati a sostegno di progetti utili a garantire le migliori cure a tanti piccoli pazienti.


“Siamo orgogliosi di supportare nuovamente il Policlinico di Sant’Orsola con questa lodevole iniziativa di responsabilità sociale. dichiarano Juri Cervi Socio e Vice-Presidente Conad Nord Ovest e Michele Orlandi, Direttore Rete Emilia di Conad Nord Ovest, anche in rappresentanza dei Soci del territorio. – Anche quest’anno il contributo è un risultato diretto della straordinaria generosità dei nostri clienti, che ringraziamo per la fiducia che ci accordano quotidianamente, sostenuta dalla collaborazione tra la Cooperativa e i Soci. Una sinergia che continua a dimostrare il fatto che anche i piccoli gesti, se realizzati tutti insieme, possono fare la differenza per il futuro della Comunità”.

 

Ringrazio Conad per la sua generosità – commenta Chiara Gibertoni direttore generale dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola -, un dono frutto della sinergia tra istituzioni e aziende, fatta di persone che operando insieme fanno di un territorio una comunità che conosce e riconosce le sue eccellenze per garantire le migliori cure a tanti piccoli pazienti.

 

Il sostegno di Conad – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldelladarà maggior forza all’impegno con cui l’ospedale ogni giorno lavora per migliorare la cura per tutti i pazienti, in particolare per i più piccoli. È un obiettivo che ci accomuna e che grazie all’abbraccio di cittadini e imprese può, come in questo caso, compiere ulteriori e significativi passi in avanti.

 

La Fondazione Sant’Orsola apre il primo Sportello welfare per i trapianti

Quanto dura la patente di un trapiantato? Quando si ha diritto all’indennità di accompagnamento? E quando si può tornare a praticare sport? Come fare per trovare alloggio a Bologna? Come richiedere l’invalidità civile? Sono solo alcune delle tante domande che complicano la vita quotidiana dei pazienti trapiantati o in attesa di trapianto, spesso e volentieri costretti a districarsi in un intrigo di norme e obblighi burocratici sia prima che dopo l’intervento.

 

Proprio per aiutarli a individuare le risposte migliori, la Fondazione Sant’Orsola – in collaborazione con l’IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola e con le associazioni dei pazienti – ha inaugurato questa mattina WELT, il primo Sportello welfare destinato a chi si trova all’interno del percorso trapianti.

 

Un servizio, unico in Italia nel suo genere, che intende diventare il fulcro di una rete di supporto capace di far fronte alle problematiche assistenziali, abitative e sociali dei pazienti trapiantati. Lo sportello, accessibile al primo piano del Padiglione 25 del Policlinico di Sant’Orsola e attraverso i canali telematici, si propone infatti come il luogo d’ascolto delle necessità dei pazienti e di impostazione di una possibile soluzione. Un punto di riferimento capace di mettere a sistema e valorizzare il patrimonio di conoscenze maturato finora dalle associazioni dei pazienti, connettendolo con l’attività di assistenza sanitaria e psicologica garantita dall’IRCCS.

 

“In questo servizio – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – vive in pieno lo spirito con cui è nata la Fondazione: diamo una risposta a un bisogno dei pazienti, per migliorare il loro percorso di cura, e lo facciamo in collaborazione con il Policlinico e mettendo in rete l’esperienza delle associazioni. In questo modo il Terzo settore contribuisce concretamente ad innalzare ancora il livello di presa in carico di chi si rivolge all’ospedale, qui già caratterizzato da livelli d’eccellenza”.

 

Le domande e le necessità dei pazienti

 

Il trapianto rappresenta la speranza di una vita nuova per il paziente malato, ma costituisce al tempo stesso un percorso complesso che richiede una costante terapia farmaceutica e una continua attenzione alle proprie condizioni. Oltre a tutti gli aspetti clinici, tale percorso solleva anche una lunga serie di questioni assistenziali, abitative e sociali che possono incidere pesantemente sul benessere del paziente, come sottolineato anche dalla letteratura scientifica.

 

Le problematiche più frequenti riguardano condizioni abitative non adeguate, mancanza di caregiver, aspetti socio-economici legati a difficoltà nell’inserimento lavorativo successive al trapianto o alla necessità di richiesta di una pensione di invalidità, difficoltà nel reinserimento in contesti sociali adeguati alla condizione di malato e difficoltà nella possibilità di rinnovare la patente

di guida in seguito al trapianto. In ultimo, in ottica psico-sociale, è necessario considerare le possibili difficoltà che quasi quotidianamente vivono i pazienti che risiedono lontano dal Centro Trapiantologico.

 

Problemi concreti, che necessitano di “risposte altrettanto concrete – dichiara Chiara Gibertoni, direttore generale dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola – Grazie a questo servizio innovativo i pazienti trapiantati o in attesa di trapianto trovano ascolto e aiuto per i problemi quotidiani. È un modo per rispondere ad esigenze che sono confidate ai medici e infermieri nel corso dell’attività clinica e affrontate nell’ambito delle attività delle singole associazioni dei pazienti in modo inevitabilmente frammentato: da oggi diamo una risposta strutturata e continuativa con l’aiuto della Fondazione e con la messa a sistema delle diverse esperienze delle Associazioni. L’ambizione poi è quella di fare ricerca sociale su questi temi per stimolare aggiornamenti e modifiche normative anche a livello nazionale per la tutela di questi cittadini “speciali” che hanno ricevuto un dono preziosissimo”.

 

WELT, quattro strade per accedere al servizio

 

L’accesso allo sportello è libero per i pazienti trapiantati e in attesa di trapianto e per i loro familiari: presso il servizio potranno trovare indicazioni, supporto, materiale informativo ed eventuali indirizzamenti/collegamenti con i servizi interni o esterni all’IRCCS.

 

Il servizio, unico in Italia nel suo genere, sarà accessibile fisicamente al primo piano del Padiglione 25 del Policlinico di Sant’Orsola: all’interno del Day Hospital trapianti, lo sportello resterà infatti aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.30. Ma non solo: le richieste dei pazienti potranno essere formulate anche via mail (sportello@welfaretrapianti.it) e per via telefonica (attraverso un numero dedicato, il 051 2144021, attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13.30). Infine, sul sito dedicato (www.welfaretrapianti.it) sono sempre disponibili alcune prime informazioni a tema invalidità, patente, alloggio e attività sportiva, una serie di domande e risposte, un form tramite cui inviare richieste più approfondite, pagine dedicate e link ai siti delle diverse associazioni di pazienti.

DALLA CAMPAGNA “AIR LOLLO” 7.000 EURO ALLA RICERCA SUI TUMORI FEMMINILI

Il 22 ottobre ha segnato un gol spettacolare al Frosinone, in volo di testa da fuori area. E quel gol è stata l’occasione per farne un altro, ancora più importante: Lorenzo De Silvestri ha realizzato infatti, insieme agli amici della ditta d’abbigliamento Berna Italia, felpe e magliette che riproducevano quel tuffo e ha trasformato il tutto in una grande operazione di solidarietà.

De Silvestri ha donato il proprio guadagno mentre i suoi amici di Berna abbigliamento e del negozio Korner 20 hanno contribuito con parte del ricavato. Risultato: una donazione di 7.000 euro a Fondazione Sant’Orsola, per la ricerca sul cancro, che oggi abbiamo consegnato insieme al professor Lorenzo Montanaro, presso il reparto di Oncologia diretto dal dottor Zamagni.

Il contributo servirà per acquistare uno spettrofotometro per microvolumi, un’attrezzatura utile all’interno del progetto “Valutazione della biopsia liquida nel carcinoma mammario” nata in collaborazione con la Breast Unit del Sant’Orsola.

L’obiettivo dello studio è valutare come ‘catturare’ e utilizzare al meglio alcuni parametri diagnostici che è possibile ottenere in maniera non invasiva, come la presenza di cellule tumorali circolanti e la presenza di sequenze genetiche di origine tumorale nel sangue periferico.

Grazie alla ricerca in un gruppo di pazienti con tumore della mammella sottoposte a chemioterapia prima dell’intervento chirurgico viene valutato il numero delle cellule tumorali circolanti prima e dopo la terapia. Lo studio potrebbe consentire di modulare l’approccio terapeutico – più o meno aggressivo – in base alla risposta ottenuta.

Sempre grazie alla ricerca in un gruppo di pazienti operate per tumore della mammella e libere da malattia sarà possibile valutare la eventuale comparsa di specifiche sequenze geniche nel sangue circolante come indicatore precoce di recidiva, permettendo di avviare in modo più tempestivo – e dunque potenzialmente più efficace – le cure necessarie.

Dopo la consegna della donazione Lorenzo De Silvestri si è fermato nei reparti pediatrici del Sant’Orsola – al padiglione 23 e al padiglione 13 – per regalare ad alcuni piccoli pazienti ricoverati le magliette rimaste. La visita in Pediatria è stata organizzata insieme alle associazioni Ageop, Amaci, Bibli’os, BimboTu, Cucciolo, Fanep, Piccoli Grandi Cuori e alla Fondazione Ronald McDonald e ai coordinatori infermieristici di tutti i reparti.

RICERCA CONTRO I TUMORI RARI, UN PREMIO IN MEMORIA DI TIZIANA FANELLI

Un aiuto alla ricerca sui tumori rari. È il Premio Tiziana Fanelli che l’imprenditore Gino Dipierri ha lanciato, in collaborazione con la Fondazione Sant’Orsola, in ricordo della moglie prematuramente scomparsa nel marzo 2022 proprio a causa di un tumore raro.

 

“Abbiamo scelto di ricordare così Tiziana – spiega Dipierri – donna straordinaria, solare e ottimista, che amava la vita e la sua famiglia: la sua positività contagiosa continuerà a risplendere nei ricordi di coloro che hanno avuto la fortuna di incrociare il suo cammino e potrà essere d’aiuto a tante altre persone”.

 

“Per migliorare la cura dei tumori rari e in particolare dei sarcomi viscerali, caratterizzati da un’estrema differenziazione di tipologie, diagnosi, prognosi e terapie – racconta la professoressa Maria Pantaleo, responsabile del Programma Tumori rari del Policlinico di Sant’Orsola – la ricerca gioca, infatti, un ruolo insostituibile, anche per individuare nuove strade e nuove terapie che possano essere sempre più efficaci”.

 

Il Premio dedicato alla memoria di Tiziana Fanelli si propone di contribuire ad incentivare la ricerca per le patologie per le quali non si registra attualmente uno spiccato interesse da parte dell’industria farmaceutica. In particolare, il Premio istituito dalla famiglia Dipierri si propone di favorire l’ulteriore sviluppo e il completamento dei progetti in corso, per i quali si sia giunti a risultati preliminari.

 

Possono partecipare al bando, aperto fino a venerdì 19 aprile, singoli ricercatori o team di ricerca. Al vincitore sarà attribuito un premio di 15.000 euro alla ricerca in corso, approvata dal Comitato Etico di riferimento, per la quale siano stati prodotti almeno dati preliminari o primi risultati coerenti e solidi.

 

Il premio sarà erogato all’ente di appartenenza del singolo ricercatore o del team con un vincolo di destinazione a favore del progetto di ricerca presentato. Per presentare la candidatura al bando occorre scaricare dal sito di Fondazione Sant’Orsola (www.fondazionesantorsola.it/premio-tiziana-fanelli) e compilare in ogni sua parte la domanda di partecipazione che dovrà essere inviata a mezzo posta elettronica al seguente indirizzo pec: fondazionesantorsola@pecmail.net

 

 

CON LA FONDAZIONE SANT’ORSOLA OGNI GIORNO 3 ORE DI MUSICOTERAPIA IN PEDIATRIA

Un ospedale pieno di musica. Violini, percussioni, tastiere, chitarre elettriche, armoniche e clarinetti: per una giornata in tutti i reparti della Pediatria hanno risuonato le note della musicoterapia per i piccoli pazienti. Fondazione Sant’Orsola ha voluto ricordare così, a dieci anni dalla morte, il maestro Claudio Abbado che già nel 2006 aveva iniziato questa attività, capace di dare tanti benefici ai bambini ricoverati e per la quale oggi il nostro Policlinico è un punto di riferimento nazionale.

Il testimone della musicoterapia era stato consegnato dal maestro all’associazione Mozart 14 che, chiudendo i battenti, nel maggio 2022 l’ha passato alla Fondazione Sant’Orsola. Oggi l’attività viene portata avanti tutto l’anno con 6 musicoterapisti a cui si affiancano tirocinanti del Conservatorio. Oltre 1.000 ore ogni anno, in 6 reparti diversi, che rappresentano una piccola oasi per tanti bambini, soprattutto per chi rimane ricoverato a lungo.

“Attraverso questa attività – racconta infatti Barbara Zanchi, musicoterapeuta che anima il progetto fin dall’inizio – i bambini ricoverati vivono un momento capace di ridurre l’ansia per un intervento chirurgico o per cure che spaventano, di attenuare la percezione del dolore e hanno la possibilità di esprimere con la musica, un linguaggio universale, il disagio causato dalla degenza, specie se prolungata”.

La musicoterapia si svolge tutte le settimane, anche in agosto, in sei diversi reparti del Sant’Orsola: Neonatologia, Terapia intensiva neonatale, Oncoematologia pediatrica, Chirurgia pediatrica, Pediatria specialistica e, da poche settimane, Neuropsichiatria infantile per i bimbi con gravi disabilità. Complessivamente nel 2023 sono state svolte 1.023 ore di attività (in media quasi 3 ore al giorno) che hanno coinvolto, spesso più volte, 971 piccoli pazienti.

In Terapia intensiva neonatale, in particolare, Fondazione Sant’Orsola sta portando avanti una ricerca, avviata da Mozart 14 e Fondazione Abbado, per misurare anche dal punto di vista clinico gli effetti positivi della musicoterapia sullo sviluppo dei neonati prematuri. La musica e il canto contribuiscono ad attivare una relazione emotiva tra bimbo in incubatrice e genitori, ma i primi risultati raccontano anche di un’effettiva efficacia nel favorire lo sviluppo del neonato.

Da questa attività portata avanti in convenzione con la Fondazione Abbado stanno nascendo nuovi progetti. “Dall’inizio dell’anno scorso – racconta il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – abbiamo avviato Incanto, un laboratorio per mamme e neonati che, dopo la dimissione dall’ospedale, attraverso la musica e il canto favorisce la relazione positiva e la comunicazione tra i due”.

Da settembre poi la musicoterapia ha saltato lo steccato della Pediatria. “Con la musicoterapista Marina Falzone e in collaborazione con la Geriatria diretta dalla dottoressa Lunardelli – racconta Faldella – abbiamo iniziato la musicoterapia per anziani con Alzheimer. La memoria delle canzoni è, infatti, una delle ultime cose che si perde e ha grandi effetti benefici complessivi, oltre a favorire la socialità di persone che altrimenti rischiano l’isolamento. Durante gli incontri i familiari possono partecipare a un gruppo di mutuo aiuto e confronto, un altro aiuto fondamentale per queste famiglie”.

Scopri e sostieni:

 

Torna Musica Insieme al Sant’Orsola, cinque con certi nelle corsie dell’ospedale

Mercoledì 24 gennaio alle ore 11 Isabella Ricci, giovane e brillante pianista vincitrice del Premio “Andrea Baldi”, suonerà per i pazienti del Day Hospital dell’Oncologia Ardizzoni, aprendo la II edizione di Musica Insieme al Sant’Orsola, l’iniziativa varata nel 2023 da Fondazione Sant’Orsola con Fondazione Musica Insieme e che può contare sul prezioso pianoforte storico Steinway & Sons, messo a disposizione dagli eredi del grande direttore d’orchestra Carlo Felice Cillario.

 

Sarà il primo di cinque appuntamenti che ‘raddoppieranno’ il cartellone della XXVI edizione di MIA – Musica Insieme in Ateneo appuntamento nato nel 1997 da un pionieristico accordo di Musica Insieme con l’Università di Bologna, che si prefigge lo scopo di avvicinare gli studenti all’arte dei suoni negli spazi della loro quotidianità, con l’aiuto di interpreti riconosciuti. E che dall’anno scorso raddoppia i propri appuntamenti in ospedale.

 

“Questa edizione di MIA – spiega la presidente di Musica Insieme Alessandra Scardovisviluppa ulteriormente, accanto ai concerti offerti agli studenti e al personale universitario, anche un’iniziativa che ci riempie di emozione: Musica Insieme al Sant’Orsola, varata nel 2023 al Day Hospital oncologico, e che da quest’anno moltiplicherà i suoi appuntamenti in collaborazione con la Fondazione Sant’Orsola per estendersi ad altri reparti del Policlinico bolognese, nella certezza che il percorso di guarigione si giovi anche della bellezza e del benessere che l’arte e la musica possono infondere in tutti noi”.

 

“La malattia è un momento della nostra vita – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – che non sospende nessuno dei nostri bisogni fondamentali e nel quale il bisogno di contatto con la bellezza è ancor più importante. La musica in questo è capace di giocare un ruolo insostituibile: per questo è così preziosa, per noi, la scelta di portarla all’interno dei percorsi di cura”.

Gli appuntamenti successivi sono previsti per

  • mercoledì 7 febbraio con il Saten Saxophone Quartet nella palestra di Medicina fisica e riabilitazione (padiglione 2)
  • mercoledì 21 febbraio con i violini di Tommaso Paronuzzi e Pietro Bolognini nel Day hospital dell’Oncologia Zamagni (padiglione 11)
  • mercoledì 13 marzo con violino (Zafira Valova), flauto (Meila Tome Pihler) e viola da gamba (Rosita Ippolito) negli ambulatori di Ginecologia (padiglione 4)
  • giovedì 28 marzo con il pianoforte suonato da Bruno Canino di nuovo al Day hospital di Oncologia Ardizzoni (padiglione 2).

Community-Index, AICCON misura le relazioni tra Fondazione e comunità di riferimento

Una comunità di 3mila persone. Per la precisione 3.061. L’85,5% è costituito dai beneficiari dei progetti: i pazienti (1.607), i familiari e caregiver (734) e il personale ospedaliero (275). Un’altra fetta importante – ben l’11,4% – è costituita dai volontari. Così il Community-Index realizzato dal Centro studi AICCON ha fotografato la comunità di riferimento di Fondazione Sant’Orsola, per analizzare le relazioni che sono state attivate.

Un lavoro importante di raccolta dati ha permesso di identificare tutti i soggetti coinvolti dai progetti della Fondazione Sant’Orsola, sintetizzando lo stato dell’arte delle relazioni in essere in quattro quadranti che permettono di capire su che cosa occorre lavorare per migliorare ancora ed essere sempre di più una fondazione davvero di partecipazione, capace di generare impatto con la propria attività.

Quattro sono le dimensioni lungo cui si è articolata l’analisi, che potrete trovare approfondita nelle slide allegate.

 

La dimensione identitaria

La Fondazione si caratterizza per una particolare apertura (gli uffici sono accessibili a tutti così come  le occasioni di confronto e racconto sono molte) e trasparenza. Primo elemento ‘cartina tornasole’ è il livello di adesione volontaria alle attività della Fondazione: i volontari sono considerati e valorizzati quale vero valore aggiunto della Fondazione, più dei 2/3 di loro prestano attività sistematica e continuativa almeno settimanale e svolgono, per la quasi totalità del tempo, attività core all’interno delle progettualità della Fondazione (accoglienza e assistenza). Un secondo elemento ‘cartina tornasole’ si rintraccia nell’ammontare delle donazioni, tanto individuali quanto corporate da parte di soggetti della comunità di riferimento (3.609 donatori individuali e 4.602 donazioni da 5×1000).

Dimensione inclusiva

Dal punto di vista del coinvolgimento dei soggetti appartenenti alle proprie comunità di riferimento, i risultati suggeriscono una buona capacità della Fondazione di innescare dinamiche collaborative e partecipative. Per l’anno 2022 è stato coinvolto il 43% delle comunità di riferimento (1.315 persone) di cui più di 1/3 (36,8%) ad alti livelli di intensità (co-produzione, co-progettazione e co-gestione). “Tale coinvolgimento delle comunità di riferimento – racconta AICCON – acquisisce ulteriore valore dal momento che si rileva un buon livello di coinvolgimento delle frange più vulnerabili, che rappresentano il 19,7% del totale”. L’elemento su cui sicuramente si apre una riflessione è quello del coinvolgimento di tali soggetti all’interno della governance, fronte su cui “si scorgono segnali positivi che vanno in questa direzione (es.: nel 2022 la Fondazione ha modificato lo statuto per permettere coinvolgimento di una rappresentanza dei volontari all’interno dei processi di governance)”.

Dimensione ecosistemica

“La dimensione ecosistemica – spiega AICCON – risulta essere senza dubbio l’elemento distintivo e caratteristico dell’azione della Fondazione, che fa della collaborazione tra diversi e della condivisione degli obiettivi il punto di forza dell’azione oggi proposta”. Il 65% degli interventi sono condotti così in forma cooperativa per il perseguimento di obiettivi condivisi, ma sono anche l’apertura al territorio e la capacità di interpretare gli interessi di una molteplicità di stakeholder territoriali a restituire la dimensione fortemente ecosistemica dell’azione svolta dalla Fondazione, come testimoniano i casi di lasciti di fondi di associazioni territoriali in liquidazione, che affidano alla Fondazione il compito di proseguire il perseguimento dei propri fini.

Dimensione trasformativa

Nel 2022 la Fondazione ha da una parte formato tutti i dipendenti sulla tematica impatto, dall’altra svolto una prima valutazione d’impatto (ex-ante) sullo specifico servizio di accoglienza di Casa Emilia, quale pilota per un eventuale successivo e più ampio impianto di valutazione che riguardi l’intera organizzazione. Operando una stima conservativa, più di 2/3 dei beneficiari ha sperimentato cambiamenti positivi e di questi un 30% con intensità medio-alta. Ulteriore aspetto di valore risiede nel fatto che la valutazione d’impatto non nasce dalla necessità (ad esempio in risposta alla richiesta di un bando o un soggetto finanziatore), ma dall’intenzionalità della Fondazione di impegnarsi a gestire la propria efficacia in termini di generazione di valore.

 

Su questa base abbiamo elaborato insieme nove obiettivi di miglioramento, che costituiranno altrettanti impegni per il lavoro quotidiano di Fondazione Sant’Orsola.

 

 

Ciao Lily

Sei arrivata prima della Fondazione. Quando siamo nati eri già qui, arrivata da Pomarico, per curarti al Sant’Orsola. Sei stata insieme a Nicola la prima ad entrare a Casa Emilia, quando ancora non si chiamava così, e sei rimasta e tornata con noi tante volte in questi anni.

Hai sofferto tanto, nessuno di noi può sapere quanto, ma sempre capace di guardare negli occhi la vita, con i tuoi occhi pieni di calore, un nido per i tuoi figli, per i nipoti che ci sembra di conoscere come se fossero nostri, per Nicola che a Casa Emilia è diventato il capo condomino, sempre pronto ad andare a fare la spesa o a portare i bagagli per l’ultimo arrivato.

Da stamattina non sei più qui, ma noi siamo ancora nel tuo appartamento, a mangiare le polpette che hai cucinato e la pasta con le cime di rapa, fatte arrivare apposta dalla Basilicata. Ed è stato, è e sarà un regalo grande averti qui con noi.

 

 

La famiglia ha chiesto di ricordare Liliana sostenendo Casa Emilia, la sua seconda casa. Se vuoi partecipare anche tu clicca qui e lascia, se vuoi, il tuo ricordo

“Le città sensibili”, prova aperta per il laboratorio teatrale di ArchivioZeta

Domenica 17 dicembre alle ore 17 andrà in scena LE CITTÀ SENSIBILI, liberamente ispirato a Le città invisibili di Italo Calvino e Anatomia sensibile di Andrés Neuman, prova aperta del laboratorio teatrale “La cura delle parole” che la compagnia archiviozeta svolge al Sant’Orsola da ormai 10 anni con i pazienti oncologici in collaborazione con Lucia Polpatelli (medico psico-oncologa) e Pier Andrea De Iaco (chirurgo, oncologo).

“LE CITTÀ SENSIBILI – raccontano Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni – è un emozionante momento di apertura pubblica prenatalizia del laboratorio teatrale che ha voglia di raccontare il proprio metodo di lavoro e mostrare frammenti teatrali di città sensibili, con l’obiettivo di allargare la partecipazione al laboratorio ad un maggior numero di persone e raccogliere donazioni per le prossime attività culturali organizzate dalla Fondazione”.

“Ciascun partecipante del laboratorio – raccontano Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni  – è un corpo-città dal fragile equilibrio e rischia di crollare tra intrichi di strade, nodi di dolore, matasse di difficoltà, scarabocchi di disegni impossibili. I dialoghi tra l’esploratore Marco Polo e l’Imperatore dei Tartari Kublai Khan delineano una geografia invisibile ma densa di significati, una anatomia sensibile che cerca di dare spazio a ciò che inferno non è. Il compito del laboratorio è proteggere questo spazio e farlo durare”.

La prova aperta si svolgerà nell’Aula Magna del padiglione 4 del Policlinico di Sant’Orsola. L’ingresso è gratuito, posti limitati. Per partecipare è necessario prenotarsi cliccando QUI

 

 

“L’acqua e le rose”, compie un anno il Centro per il benessere dei pazienti di Fondazione Sant’Orsola

Compie un anno “L’acqua e le Rose”, il centro benessere gratuito della Fondazione Sant’Orsola dedicato ai pazienti dell’IRCCS. Qui trovano quotidianamente barbieri e parrucchieri, docce accessibili anche con carrozzina, vasca per il bagno assistito per chi non è autosufficiente. In questi primi 12 mesi di attività il centro, con sede nel Padiglione 2 dell’IRCCS, ha accolto quasi 1.800 pazienti, per circa 3.300 servizi, tra cui circa 2000 docce, 500 bagni nella vasca e 800 servizi di barbiere e parrucchiere. Molti pazienti coinvolti in terapie e cure che comportano la lungodegenza, infatti, sono tornati più volte al centro benessere. Una dimostrazione concreta dell’efficacia del progetto della Fondazione che aveva proprio l’obiettivo di realizzare “un’oasi di serenità” per accompagnare e supportare pazienti costretti a lunghe permanenze in ospedale.

Per ringraziare tutti coloro che l’hanno reso possibile, da oggi all’ingresso c’è un grande pannello in ceramica che raffigura un roseto lungo i cui petali corrono i nomi di tutti coloro che hanno fatto una donazione durante quest’anno a favore del Centro per il benessere dei pazienti, 316 cittadini e imprese che hanno consentito a “L’acqua e le rose” di rimanere attivo ogni giorno, e recentemente di ampliare la propria attività anche al sabato.

L’attività del Centro benessere è coordinata da un’operatrice socio-sanitaria del Policlinico a cui si affiancano due oss e barbieri e parrucchieri messi a disposizione dalla Fondazione Sant’Orsola con un costo annuo di circa 70.000 euro, mentre il trasporto dei pazienti dai reparti a “L’acqua e le rose” è garantito dai volontari della Fondazione. “In queste stanze – ha commentato l’assessore al Welfare del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo – vive l’idea della cura che vogliamo caratterizzi sempre la nostra città, una cura capace di farsi carico della persona nella complessità dei suoi bisogni, per rispettarne sempre la dignità profonda”.

“Con questo intervento – spiega Giacomo Faldella, presidente della Fondazione Sant’Orsola – mettiamo ogni giorno concretamente al centro il benessere e la dignità del paziente che, quando viene ricoverato in ospedale, ha bisogno di trovare un luogo capace di prendersi cura ed avere attenzione al benessere integrale della persona, ed è bello che questo Centro sia nato e viva grazie alla disponibilità dell’ospedale, all’attenzione del personale e alla generosità di cittadini ed imprese”.

“Rinnovo il mio più sentito ringraziamento alla Fondazione Sant’Orsola per questo progetto – afferma Chiara Gibertoni, Direttore Generale IRCCS Policlinico di Sant’Orsola – Incontrarci oggi ha un valore sia per festeggiare l’anniversario del centro ma soprattutto per rendicontare l’impegno concreto e continuativo di tutti coloro che sono coinvolti in questa iniziativa. Un atto doveroso quando si tratta di iniziative realizzate grazie alla generosità dei cittadini e delle realtà imprenditoriali del territorio. Inoltre, questo centro benessere rappresenta per noi un esempio dell’importanza del supporto della Fondazione Sant’Orsola, per portare avanti un concetto di cura che all’IRCCS si traduce nel benessere della salute fisica, mentale e psicologica di tutti i nostri pazienti”.

 

Un servizio nato e sostenuto dalla generosità dei bolognesi

La Fondazione Sant’Orsola lo ha realizzato grazie alla generosità di oltre 600 bolognesi. Partner della Fondazione Sant’Orsola per gestire il Centro benessere è Rekeep, che contribuisce con un’importante donazione triennale. Fondamentale anche il sostegno di CNA Bologna, attiva sia in iniziative di raccolta fondi sia mettendo a disposizione, a tariffa convenzionata, alcuni parrucchieri e barbieri aderenti all’associazione e, gratuitamente, alcuni professionisti in pensione.

Il progetto ha iniziato a prendere forma subito dopo la nascita della Fondazione Sant’Orsola, già nel 2019. L’emergenza Covid ha bloccato a lungo la possibilità di intervenire all’interno dell’ospedale per realizzarlo, poi il 9 maggio di quest’anno è stato possibile aprire il cantiere. Sono state abbattute le pareti dell’area, rifatti completamente gli impianti e piano piano il Centro ha visto la luce. Ma se è stato possibile condurlo in porto è stato solo grazie alla grande generosità dei bolognesi. L’intervento ha avuto, infatti, un costo complessivo di 219.000 euro, coperti dal 5xmille e dalle donazioni di 592 cittadini ed una decina di imprese.

 

Come funziona “L’Acqua e le Rose”

Il Centro è aperto dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 12.30. Vi lavorano

  • 3 operatori sociosanitari, uno messo a disposizione dal Policlinico e due assunti da Fondazione Sant’Orsola, presenti in modo continuativo;
  • barbieri e parrucchiere che a turno, grazie ad una convenzione con CNA Bologna, prestano la propria attività – a carico sempre di Fondazione Sant’Orsola – a una tariffa ridotta e alcuni pensionati che, sempre grazie alla convenzione con CNA Bologna, si prestano a turno per piccoli interventi di supporto.

Presenti a turno per accogliere e accompagnare i pazienti ci sono 20 volontari di Fondazione Sant’Orsola.

Possono avere accesso a “L’acqua e le rose” tutti i pazienti del padiglione 2 su prenotazione che – attraverso una piattaforma dedicata – viene effettuata dal coordinatore infermieristico. Sono i sanitari, infatti, che devono valutare se le condizioni del paziente gli consentono di fare il bagno o la doccia o un taglio di capelli senza mettere a rischio né sé stesso né gli altri (non deve avere – ad esempio – ferite ancora aperte o infezioni in atto). Gli OSS del Centro, aiutati dai volontari, riaccompagnano i pazienti in corsia, senza nessun aggravio di lavoro per i reparti.

Tutti i servizi sono gratuiti grazie alle donazioni che Fondazione Sant’Orsola riuscirà a raccogliere: ogni anno, si stima, serviranno almeno 70.000 euro per coprire i costi del personale (2 operatori sociosanitari, barbieri e parrucchieri) e il materiale d’uso. Una sfida importante per la quale Fondazione Sant’Orsola può già contare su un alleato fondamentale: Rekeep – l’azienda bolognese leader nel facility management – ha scelto, infatti, di diventare partner del Centro, impegnandosi ad erogare ogni anno per tre anni 30.000 euro. Al fianco di Rekeep si sono mobilitati 316 cittadini che hanno permesso di raccogliere finora altri 32.247 euro.