Stefano Vezzani

Cinquecento lasagne e torte tenerine: “Il nostro piccolo gesto per un grande grazie”

In prima linea contro il Covid e sempre al servizio dei cittadini. Medici, infermieri e Operatori socio sanitari non si sono mai fermati in due anni di pandemia, per garantire a tutti cura e assistenza. Un impegno che non si ferma nemmeno il giorno di Pasqua. Confcommercio Ascom Bologna, in collaborazione con la Fondazione Sant’Orsola, ha così voluto omaggiare con un piccolo gesto tutti i medici, gli infermieri e gli Oss in servizio anche in questi giorni di festa.

A Pasqua, al personale del Policlinico Sant’Orsola, l’ospedale di Budrio, San Giovanni in Persiceto e Bentivoglio, verrà consegnata una lasagna e una tenerina, un pranzo preparato dai ristoratori di Fipe-Confcommercio Ascom Bologna, per mostrare vicinanza e dire grazie per l’immenso lavoro che il personale degli ospedali hanno svolto e stanno continuando a portare avanti con determinazione.

«Medicini, infermieri e oss sono il miglior esempio di cosa significa non abbattersi mai superando le difficoltà, anche quando tutto sembra precipitare. Parliamo di persone che nonostante la pandemia in corso non si sono fermate un attimo, per garantire ai pazienti le cure adeguate – spiega Giancarlo Tonelli, Direttore Generale Confcommercio Ascom Bologna –. Omaggiarli di un piccolo pensiero, come una lasagna e una tenerina, per il pranzo di Pasqua, rappresenta un gesto concreto di vicinanza e affetto che rivolgiamo a tutto il personale per dire loro un grande grazie per il lavoro fin qui svolto e che continueranno a svolgere»

L’iniziativa pensata da Confcommercio Ascom Bologna ha subito trovato il pieno appoggio della Fondazione Sant’Orsola: «L’emergenza legata alla pandemia è finalmente terminata – ha commentato il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – ma non lo è la gratitudine della città verso chi è rimasto in prima linea contro il Covid ed oggi, entrati in una fase nuova, prosegue uno sforzo straordinario per recuperare le visite e gli interventi che non è stato possibile eseguire nei mesi scorsi. È davvero con gioia che abbiamo accolto l’invito di Ascom di unirci a loro per ringraziare insieme medici, infermieri e operatori socio sanitari, al cui fianco siamo impegnati ogni giorno con servizi concreti, finalizzati a rendere meno gravoso il loro lavoro».

 

 

L’Esercito dona tre saturimetri per la Chirurgia generale del professor Jovine

Mercoledì 13 aprile il Comandante del 121° Reggimento Artiglieria Controaerei “RAVENNA” di Bologna, Colonnello Quirino Avoli, congiuntamente al personale della caserma “Viali”, ha invitato il Presidente della Fondazione Sant’Orsola professor Giacomo Faldella ed una rappresentanza del personale medico del reparto di chirurgia generale dell’IRCCS Sant’Orsola presso l’Ospedale “Maggiore” di Bologna, per la donazione di una somma in denaro che sarà utilizzata per l’acquisto di tre saturimetri.

 

Analogamente a quanto organizzato lo scorso anno, l’iniziativa di beneficenza, su base volontaria, è stata promossa dall’Associazione Sportiva Dilettantistica “Esercito 121° Reggimento”, volta a sostenere il reparto di chirurgia generale diretto dal professor Elio Jovine, con il quale si è creato negli anni un profondo legame di stima e di amicizia.

 

Durante l’incontro, il Colonnello Avoli ha sottolineato come l’iniziativa benefica sia stata accolta con entusiasmo da tutti gli uomini e le donne del “RAVENNA” e, nel contempo, ha rivolto un profondo ringraziamento a tutto il personale sanitario che con dedizione, passione e professionalità si prende cura quotidianamente di chi ha bisogno.

 

La delegazione della Fondazione ha espresso parole di ringraziamento e gratitudine agli uomini e alle donne con le stellette a nome dell’intera struttura ospedaliera, rimarcando come l’Esercito sia sempre vicino a chi è in difficoltà e come riesca sempre ad esprimere importanti testimonianze di affetto e vicinanza a chi ne ha bisogno.

 

La solidarietà espressa questa mattina al nosocomio bolognese ha rappresentato l’ennesimo gesto di affetto e vicinanza del 121° Reggimento e dell’Esercito Italiano alla popolazione della città delle due Torri.

“La buona cucina”, a scuola dallo chef per imparare ad aver cura della salute a tavola

Tre incontri per aver cura della nostra salute anche a tavola. Ogni appuntamento comprenderà due momenti: un incontro con la specialista in scienza dell’Alimentazione, per imparare ad avere una dieta equilibrata e alleata della nostra salute; un vero e proprio corso di cucina, in cui lo chef ci insegnerà a cucinare ogni volta due piatti diversi. Al termine di ogni appuntamento sarà possibile fermarsi per mangiare insieme quel che si è cucinato.

 

“La buona cucina”, dopo la prima edizione nell’autunno scorso, torna organizzata anche questa volta da Fondazione Sant’Orsola in collaborazione con Alce Nero. Insieme andremo a scuola dallo chef Simone Salvini e dalla specialista in scienza dell’alimentazione Renata Alleva. Si parte il 21 aprile per proseguire poi il 4 e il 18 maggio. Ogni giorno due edizioni, alle 10.30 e alle 16.30, per chi non potesse partecipare al mattino.

 

Protagonista sarà una cucina semplice e che non rinuncia al gusto, ispirata alla dieta mediterranea, capace di valorizzare i principi nutrizionali di ingredienti biologici come pasta, cereali, riso, legumi, pomodoro e olio extra vergine di oliva. Una cucina buona. Un alleato fondamentale durante un percorso di cura, un aiuto importante per la nostra salute. Tutti gli appuntamenti si svolgeranno a Casa Emilia, la struttura che Fondazione Sant’Orsola ha aperto in via Emilia Levante 10 (IV piano).

 

Questo il calendario degli appuntamenti

21 aprile – Alimentazione amica della salute: i cibi che fanno bene.

4 maggio – Scopriamo insieme cosa sono gli alimenti fermentati, come cucinarli e perché fanno così tanto bene all’intestino

18 maggio – Non solo sapore, ma tante funzioni: le proprietà antinfiammatorie delle spezie.

 

Il corso è aperto a tutti i pazienti in cura al Sant’Orsola e/o ai loro famigliari. La partecipazione – grazie al sostegno di Alce Nero e alle donazioni che arriveranno – è gratuita. La prenotazione è obbligatoria e l’accesso è consentito unicamente a chi è in possesso di Green Pass base.

 

Per ulteriori informazioni o per iscriversi è possibile

 

Scarica il volantino dell’iniziativa

 

A Palazzo di Varignana la Fondazione Sant’Orsola racconta “la terapia della natura”

Il giardino terapeutico “L’isola che non c’è” per la pediatria; il grande terrazzo “Ad occhi aperti” per la Geriatria; i balconi del reparto di Oncologia che in estate trasformeremo in piccoli giardini insieme ai progettisti di Palazzo di Varignana. Sono le tre esperienze che Fondazione Sant’Orsola ha raccontato oggi intervenendo alla prima edizione dell’Health Revolution Day, la giornata evento dedicata a benessere, salute e longevità.

Il pranzo seguito al workshop del mattino è stato concluso con un assaggio della colomba realizzata da Palazzo di Varignana utilizzando l’olio d’oliva. Un prodotto originale e tre volte buono: per il gusto, per i poteri benefici dell’olio e perchè parte del ricavato sarà devoluto al progetto di accoglienza di Fondazione Sant’Orsola “Casa Emilia”, dove stiamo accogliendo anche profughi dell’Ucraina che hanno bisogno di cure presso il Policlinico di Bologna.

“Emergenza pandemica e crowdfunding: ecco che cosa abbiamo imparato”

Fondazione Sant’Orsola è stata invitata a portare la propria esperienza nel corso del convegno “Il crowdfunding al servizio del terzo settore” organizzato a Bologna da Ginger e che, ospitato presso MUG – Magazzini Generativi di Emilbanca, ha visto la partecipazione, tra gli altri, del direttore di AICCON Paolo Venturi, del direttore responsabile di Vita Stefano Arduini e della sociologa dell’Università Cattolica Ivana Pais.

Il crowdfunding ha permesso di raccogliere a Fondazione Sant’Orsola il 5,46% dei 4,446 milioni donati per la campagna “Più forti insieme”. Siamo partiti sostenuti dalla campagna lanciata da Andrea Grossi, un ragazzo di Bologna, su Go Fund Me, il 9 marzo 2020. In occasione del convegno abbiamo analizzato cosa è accaduto su quella piattaforma nei mesi successivi.

Noi siamo tornati al crowdfunding con alcune raccolte lanciate per noi da alcuni ragazzi di Bologna, con la campagna “Arte dona vita”, e con quelle lanciate dalle otto Onlus attive all’interno del Sant’Orsola che si sono aggiudicate il bando “Noi non ci fermiamo”, che prevedeva un sostegno della Fondazione Sant’Orsola pari al 75% se la Onlus riusciva a raccogliere il restante 25% con il crowdfunding, attivando la propria comunità

 

Le slide dell’intervento di Fondazione Sant’Orsola: Emergenza pandemica e crowdfunding

“Grazie Lucio”, Francesco Amante dona un augurio di luce all’Oncologia del Sant’Orsola

Venerdì 8 aprile 2022 nel Day Hospital di Oncologia, Padiglione 2, del Policlinico di Sant’Orsola è stata installata in modo permanente un’opera d’arte donata dall’imprenditore e mecenate bolognese Francesco Amante, da sempre vicino alla sua città e al territorio. Ad accogliere i pazienti del reparto di Oncologia del Sant’Orsola sarà la scritta al neon “Grazie Lucio” che è parte dell’installazione luminosa che nell’inverno 2020 ha riacceso via d’Azeglio a Bologna con i versi della canzone della canzone “Futura” del cantautore Lucio Dalla.

Le parole del brano musicale, divenute arte urbana, nella forma di una poesia visiva raccolgono il miglior auspicio che ci possa aspettare dalla vita: cantare il futuro; per questo Francesco Amante si è aggiudicato il pezzo durante l’asta di beneficienza organizzata ad ottobre 2021 dal Consorzio degli Esercenti di via d’Azeglio Pedonale, con il patrocinio del Comune di Bologna e della Fondazione Lucio Dalla, in collaborazione con Sotheby’s e con la Galleria d’Arte Maggiore – GAM, a favore del progetto “Lo spazio che cura” della Fondazione Sant’Orsola.

L’installazione luminosa “Grazie Lucio”, firmata dall’artista Pablo Echaurren e realizzata dall’artigiano Antonio Spiezia, andrà ora ad illuminare il Day Hospital di Oncologia Policlinico di Sant’Orsola a Bologna, dove ogni anno oltre 1.800 pazienti ricevono le terapie per sconfiggere patologie oncologiche.

Afferma l’imprenditore Francesco Amante: “Da collezionista quale sono, ritengo che le opere d’arte debbano il più possibile essere fruite dal pubblico. In tale senso mi sento vicino alla prospettiva del caro Amico Concetto Pozzati quando asseriva che le opere dovrebbero avere le ruote per girare. Delle tre opere acquistate all’evento benefico delle luminarie dedicate a “Futura” di Lucio Dalla a favore della Fondazione Policlinico Sant’Orsola, la più importante “Grazie Lucio” ho deciso di donarla alla Fondazione Sant’Orsola, perché possa essere anche un segnale di conforto e di speranza, un auspicio da leggere, da canticchiare, da vedere, da sperare… un auspicio, di guarigione e con esso di vita attraverso un semplice ma importante “Grazie” di luce”.

Amante non è nuovo a queste iniziative filantropiche: ricordiamo l’installazione Sala d’Attesa presso il Pantheon della Certosa di Bologna, il grande lampadario di Casa Grande collocato davanti alla Cineteca di Bologna e il restauro e ricollocazione delle sculture in bronzo di Romagnoli sulla facciata di Palazzo d’Accursio in piazza Maggiore, dove erano posti e rimossi 75 anni fa.

L’asta, organizzata da Sotheby’s, ha raccolto un totale di 122 mila euro, che – detratte le spese vive sostenute dagli organizzatori – è stato devoluto a favore della Fondazione Sant’Orsola per la ristrutturazione radicale del reparto di degenza oncologica. Durante la serata, che ha visto la partecipazione di oltre 350 ospiti, la scritta “Grazie Lucio” ha registrato il prezzo più alto battuto in asta per la cifra di 16.000 euro.

Da Openkomm 20 tablet per i piccoli pazienti della Cardiochirurgia

Openkomm srl, azienda IT fortemente radicata sul territorio, ha donato a Fondazione Policlinico Sant’Orsola 20 tablet per accompagnare e rendere più leggera la degenza dei piccoli pazienti del Policlinico. Ieri, insieme, li abbiamo consegnati alla Cardiochirurgia e alla Cardiologia pediatrica, reparti animati dalla presenza dell’Associazione Piccoli Grandi Cuori ONLUS.
“Grazie di cuore – ha commentato la presidente Paola Montanari – speriamo di usarli presto con attività ricreative assieme al rientro dei nostri volontari. Il tablet per bimbi allettati è un prezioso ausilio per giocare e passare bene il tempo di cura: se non si può scendere dal letto si possono fare comunque attività ricreative, studio, seguire letture ad alta voce o fare piccoli laboratori guidati da un volontario e guardando videotutotial, creare musica, incontrare volti di amici e parenti in attesa di poterli riabbracciare”

«Logopedia precoce per la nostra piccola Alice. Così aiutano le persone»

Attrezzature acquistate per permettere cure all’avanguardia. Una struttura per l’ospitalità dei pazienti del Policlinico provenienti da fuori città e anche progetti volti a facilitare la vita di persone affette da patologie croniche o sindromi. Il ventaglio di attività promosse e sostenute dalla Fondazione Sant’Orsola è ampio e comprende anche il percorso logopedico rivolto a bambini con sindrome di Down ‘Guarda come Cresco’.

In questo ambito la Fondazione e le sue logopediste si prendono cura della piccola Alice, cinque anni e mezzo, la quale «grazie alla Fondazione ha potuto affrontare un percorso logopedico precoce, un servizio che prima non c’era, ma che rappresenta uno strumento fondamentale per la crescita della nostra bambina», spiega la mamma Cristina Boldrini, 43 anni.

Cristina Boldrini, quando avete saputo lei e suo marito di questo progetto della Fondazione?

«Siamo venuti in contatto con la Fondazione Sant’Orsola dopo poco che era nata, quando ci chiesero di partecipare con nostra figlia al progetto Guarda come Cresco. E sin da subito ci siamo resi conto come la particolarità del lavoro della Fondazione sia la capacità di non fare mai sentire soli i propri assistiti».

Perché il progetto Guarda come Cresco significa così tanto per voi e per Alice?

«Perché nella fascia di età 0-6, i deficit della parola comportati dalla sindrome di Down sono un po’ lasciati a sé stessi. ‘Ci si pensa più tardi’ ci siamo sentiti dire. Ma non vedevamo il perché perdere tempo aspettando, quando un intervento precoce ha e sta avendo per Alice grandi benefici. Avere in questo senso una opportunità del genere ci fa sentire fortunati come genitori».

Entrando nel merito della terapia, cosa può dirci del metodo messo in campo nell’ambito del progetto?

«Anzitutto devo sottolineare come il valore aggiunto di questo percorso sia la professionalità e l’umanità delle logopediste che lavorano nel progetto. Per Alice, infatti, partecipare a ‘Guarda come Cresco’ è motivo di grande gioia, oltre all’effetto reale positivo che ha sulla sua crescita. Lo stesso medoto fa la differenza. A parte poter contare sull’accesso gratuito al servizio che è molto importante, ma il progetto si basa su un metodo studiato per bambini sordi, con un approccio musicale e giocoso alla parola. Questo centra bene il punto sul come relazionarsi con i più piccoli e in più è appunto estremamente precoce, che può cominciare sin dalle fasi di lallazione».

«A Casa Emilia il periodo di cura è diventato una vacanza grazie al conforto dei volontari»

«Sono arrivata a Casa Emilia un po’ per caso e in poco tempo si è trasformata nella mia seconda casa, il luogo che ha permesso di rendere un percorso di cura importante quasi una vacanza». Parla in questi termini Francesca Carbone, 53 anni e brindisina doc, della propria esperienza negli spazi di ospitalità gestiti dalla Fondazione Sant’Orsola e dedicati ai pazienti che provengono da fuori la città e devono affrontare lunghe terapie al Policlinico. Nel caso di Francesca, quella a Casa Emilia è stata «una permanenza durata dal primo settembre alla fine di febbraio scorso».

Francesca Carbone, come è arrivata, da Brindisi, a conoscere il servizio offerto dalla Fondazione Sant’Orsola?

«Tutto è iniziato a maggio 2021, quando a Brindisi mi hanno trovato un’infezione alla colonna vertebrale. Da lì ho eseguito numerosi controlli, di cui uno a Cotignola, dove mi è stato diagnosticato un linfoma per cui ho dovuto sostenere terapia al Sant’Orsola a partire da fine luglio. Sono rimasta ricoverata fino a inizio settembre, quando però sono stata dimessa con il consiglio di non allontanarmi dalla città per continuare così il ciclo di cure. A questo punto sono venuta a conoscenza della Fondazione».

Cosa ricorda di quei giorni?

«Ricordo che fossi abbastanza disperata perché non sapevo dove andare. Fortunatamente in ospedale mi avevano parlato appunto di Casa Emilia e ho contattato la Fondazione per verificare la possibilità di essere ospitata assieme al mio compagno».

E che esperienza ha vissuto nei mesi in cui è stata ospite qui?

«Ho vissuto un’esperienza bellissima, durante la quale ho stretto rapporti veri con gli operatori e i volontari della Fondazione, tanto che il 26 febbraio quando sono tornata a Brindisi ho provato grande tristezza e nostalgia per tutti i bei ricordi legati alla mia permanenza».

E questo ha influito anche nel modo in cui ha affrontato il suo percorso di cure?

«Certamente. Si è trattato di un’esperienza così bella che la cura è diventata quasi una vacanza. Ora sto meglio, ma dovrò comunque tornare per un periodo per un’operazione di ricostruzione della colonna vertebrale a seguito dei problemi precedenti e se dovrò rimanere nei paraggi dopo il ricovero so già dove tornare».

Ci sono ricordi particolari che porta con sé?

«Ho trascorso con la Fondazione Sant’Orsola momenti importanti come Natale e Capodanno. Condividendo con loro tanti momenti belli. Ho sempre cercato di essere una persona positiva, ma anche nei momenti di sconforto i volontari ci sono sempre stati. Lì, per darmi conforto e sostenermi».

 

 

Un anno insieme, ecco il Rendiconto per il 2021 di Fondazione Sant’Orsola

Un anno insieme. Sessanta pagine per raccontare le donazioni arrivate, tutte le occasioni di partecipazione, le attività di volontariato e i progetti realizzati. È il Rendiconto 2021, pubblicato in questi giorni da Fondazione Sant’Orsola. Sessanta pagine in cui vive l’abbraccio della città per chi vive un percorso di cura.

 

“Donare è naturale come respirare – spiega il presidente Giacomo Faldella – è qualcosa di cui ognuno di noi ha bisogno per sentirsi vivo, pienamente. E queste pagine stanno qui a farci toccare con mano che questa generosità non è inutile, che insieme possiamo davvero fare tanto per chi abbiamo accanto, per la nostra comunità”.

 

Cinque i capitoli che compongono il Rendiconto, dedicati alla Fondazione, alla partecipazione (dagli strumenti di informazione agli Open day), ai volontari (31mila ore donate in 8 diversi servizi), alle donazioni (ben 5.854 da parte di 3.715 donatori) e – la parte più corposa – ai progetti realizzati o ancora in corso.

 

Puoi scaricare il pdf del Rendiconto oppure navigarlo online qui sotto, ma – se preferisci – puoi anche chiederne una copia cartacea: te la spediremo gratuitamente a casa o chiederemo ai nostri volontari di fartela avere.

 

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