Stefano Vezzani

“Grazie Lucio”, Francesco Amante dona un augurio di luce all’Oncologia del Sant’Orsola

Venerdì 8 aprile 2022 nel Day Hospital di Oncologia, Padiglione 2, del Policlinico di Sant’Orsola è stata installata in modo permanente un’opera d’arte donata dall’imprenditore e mecenate bolognese Francesco Amante, da sempre vicino alla sua città e al territorio. Ad accogliere i pazienti del reparto di Oncologia del Sant’Orsola sarà la scritta al neon “Grazie Lucio” che è parte dell’installazione luminosa che nell’inverno 2020 ha riacceso via d’Azeglio a Bologna con i versi della canzone della canzone “Futura” del cantautore Lucio Dalla.

Le parole del brano musicale, divenute arte urbana, nella forma di una poesia visiva raccolgono il miglior auspicio che ci possa aspettare dalla vita: cantare il futuro; per questo Francesco Amante si è aggiudicato il pezzo durante l’asta di beneficienza organizzata ad ottobre 2021 dal Consorzio degli Esercenti di via d’Azeglio Pedonale, con il patrocinio del Comune di Bologna e della Fondazione Lucio Dalla, in collaborazione con Sotheby’s e con la Galleria d’Arte Maggiore – GAM, a favore del progetto “Lo spazio che cura” della Fondazione Sant’Orsola.

L’installazione luminosa “Grazie Lucio”, firmata dall’artista Pablo Echaurren e realizzata dall’artigiano Antonio Spiezia, andrà ora ad illuminare il Day Hospital di Oncologia Policlinico di Sant’Orsola a Bologna, dove ogni anno oltre 1.800 pazienti ricevono le terapie per sconfiggere patologie oncologiche.

Afferma l’imprenditore Francesco Amante: “Da collezionista quale sono, ritengo che le opere d’arte debbano il più possibile essere fruite dal pubblico. In tale senso mi sento vicino alla prospettiva del caro Amico Concetto Pozzati quando asseriva che le opere dovrebbero avere le ruote per girare. Delle tre opere acquistate all’evento benefico delle luminarie dedicate a “Futura” di Lucio Dalla a favore della Fondazione Policlinico Sant’Orsola, la più importante “Grazie Lucio” ho deciso di donarla alla Fondazione Sant’Orsola, perché possa essere anche un segnale di conforto e di speranza, un auspicio da leggere, da canticchiare, da vedere, da sperare… un auspicio, di guarigione e con esso di vita attraverso un semplice ma importante “Grazie” di luce”.

Amante non è nuovo a queste iniziative filantropiche: ricordiamo l’installazione Sala d’Attesa presso il Pantheon della Certosa di Bologna, il grande lampadario di Casa Grande collocato davanti alla Cineteca di Bologna e il restauro e ricollocazione delle sculture in bronzo di Romagnoli sulla facciata di Palazzo d’Accursio in piazza Maggiore, dove erano posti e rimossi 75 anni fa.

L’asta, organizzata da Sotheby’s, ha raccolto un totale di 122 mila euro, che – detratte le spese vive sostenute dagli organizzatori – è stato devoluto a favore della Fondazione Sant’Orsola per la ristrutturazione radicale del reparto di degenza oncologica. Durante la serata, che ha visto la partecipazione di oltre 350 ospiti, la scritta “Grazie Lucio” ha registrato il prezzo più alto battuto in asta per la cifra di 16.000 euro.

Da Openkomm 20 tablet per i piccoli pazienti della Cardiochirurgia

Openkomm srl, azienda IT fortemente radicata sul territorio, ha donato a Fondazione Policlinico Sant’Orsola 20 tablet per accompagnare e rendere più leggera la degenza dei piccoli pazienti del Policlinico. Ieri, insieme, li abbiamo consegnati alla Cardiochirurgia e alla Cardiologia pediatrica, reparti animati dalla presenza dell’Associazione Piccoli Grandi Cuori ONLUS.
“Grazie di cuore – ha commentato la presidente Paola Montanari – speriamo di usarli presto con attività ricreative assieme al rientro dei nostri volontari. Il tablet per bimbi allettati è un prezioso ausilio per giocare e passare bene il tempo di cura: se non si può scendere dal letto si possono fare comunque attività ricreative, studio, seguire letture ad alta voce o fare piccoli laboratori guidati da un volontario e guardando videotutotial, creare musica, incontrare volti di amici e parenti in attesa di poterli riabbracciare”

«Logopedia precoce per la nostra piccola Alice. Così aiutano le persone»

Attrezzature acquistate per permettere cure all’avanguardia. Una struttura per l’ospitalità dei pazienti del Policlinico provenienti da fuori città e anche progetti volti a facilitare la vita di persone affette da patologie croniche o sindromi. Il ventaglio di attività promosse e sostenute dalla Fondazione Sant’Orsola è ampio e comprende anche il percorso logopedico rivolto a bambini con sindrome di Down ‘Guarda come Cresco’.

In questo ambito la Fondazione e le sue logopediste si prendono cura della piccola Alice, cinque anni e mezzo, la quale «grazie alla Fondazione ha potuto affrontare un percorso logopedico precoce, un servizio che prima non c’era, ma che rappresenta uno strumento fondamentale per la crescita della nostra bambina», spiega la mamma Cristina Boldrini, 43 anni.

Cristina Boldrini, quando avete saputo lei e suo marito di questo progetto della Fondazione?

«Siamo venuti in contatto con la Fondazione Sant’Orsola dopo poco che era nata, quando ci chiesero di partecipare con nostra figlia al progetto Guarda come Cresco. E sin da subito ci siamo resi conto come la particolarità del lavoro della Fondazione sia la capacità di non fare mai sentire soli i propri assistiti».

Perché il progetto Guarda come Cresco significa così tanto per voi e per Alice?

«Perché nella fascia di età 0-6, i deficit della parola comportati dalla sindrome di Down sono un po’ lasciati a sé stessi. ‘Ci si pensa più tardi’ ci siamo sentiti dire. Ma non vedevamo il perché perdere tempo aspettando, quando un intervento precoce ha e sta avendo per Alice grandi benefici. Avere in questo senso una opportunità del genere ci fa sentire fortunati come genitori».

Entrando nel merito della terapia, cosa può dirci del metodo messo in campo nell’ambito del progetto?

«Anzitutto devo sottolineare come il valore aggiunto di questo percorso sia la professionalità e l’umanità delle logopediste che lavorano nel progetto. Per Alice, infatti, partecipare a ‘Guarda come Cresco’ è motivo di grande gioia, oltre all’effetto reale positivo che ha sulla sua crescita. Lo stesso medoto fa la differenza. A parte poter contare sull’accesso gratuito al servizio che è molto importante, ma il progetto si basa su un metodo studiato per bambini sordi, con un approccio musicale e giocoso alla parola. Questo centra bene il punto sul come relazionarsi con i più piccoli e in più è appunto estremamente precoce, che può cominciare sin dalle fasi di lallazione».

«A Casa Emilia il periodo di cura è diventato una vacanza grazie al conforto dei volontari»

«Sono arrivata a Casa Emilia un po’ per caso e in poco tempo si è trasformata nella mia seconda casa, il luogo che ha permesso di rendere un percorso di cura importante quasi una vacanza». Parla in questi termini Francesca Carbone, 53 anni e brindisina doc, della propria esperienza negli spazi di ospitalità gestiti dalla Fondazione Sant’Orsola e dedicati ai pazienti che provengono da fuori la città e devono affrontare lunghe terapie al Policlinico. Nel caso di Francesca, quella a Casa Emilia è stata «una permanenza durata dal primo settembre alla fine di febbraio scorso».

Francesca Carbone, come è arrivata, da Brindisi, a conoscere il servizio offerto dalla Fondazione Sant’Orsola?

«Tutto è iniziato a maggio 2021, quando a Brindisi mi hanno trovato un’infezione alla colonna vertebrale. Da lì ho eseguito numerosi controlli, di cui uno a Cotignola, dove mi è stato diagnosticato un linfoma per cui ho dovuto sostenere terapia al Sant’Orsola a partire da fine luglio. Sono rimasta ricoverata fino a inizio settembre, quando però sono stata dimessa con il consiglio di non allontanarmi dalla città per continuare così il ciclo di cure. A questo punto sono venuta a conoscenza della Fondazione».

Cosa ricorda di quei giorni?

«Ricordo che fossi abbastanza disperata perché non sapevo dove andare. Fortunatamente in ospedale mi avevano parlato appunto di Casa Emilia e ho contattato la Fondazione per verificare la possibilità di essere ospitata assieme al mio compagno».

E che esperienza ha vissuto nei mesi in cui è stata ospite qui?

«Ho vissuto un’esperienza bellissima, durante la quale ho stretto rapporti veri con gli operatori e i volontari della Fondazione, tanto che il 26 febbraio quando sono tornata a Brindisi ho provato grande tristezza e nostalgia per tutti i bei ricordi legati alla mia permanenza».

E questo ha influito anche nel modo in cui ha affrontato il suo percorso di cure?

«Certamente. Si è trattato di un’esperienza così bella che la cura è diventata quasi una vacanza. Ora sto meglio, ma dovrò comunque tornare per un periodo per un’operazione di ricostruzione della colonna vertebrale a seguito dei problemi precedenti e se dovrò rimanere nei paraggi dopo il ricovero so già dove tornare».

Ci sono ricordi particolari che porta con sé?

«Ho trascorso con la Fondazione Sant’Orsola momenti importanti come Natale e Capodanno. Condividendo con loro tanti momenti belli. Ho sempre cercato di essere una persona positiva, ma anche nei momenti di sconforto i volontari ci sono sempre stati. Lì, per darmi conforto e sostenermi».

 

 

Un anno insieme, ecco il Rendiconto per il 2021 di Fondazione Sant’Orsola

Un anno insieme. Sessanta pagine per raccontare le donazioni arrivate, tutte le occasioni di partecipazione, le attività di volontariato e i progetti realizzati. È il Rendiconto 2021, pubblicato in questi giorni da Fondazione Sant’Orsola. Sessanta pagine in cui vive l’abbraccio della città per chi vive un percorso di cura.

 

“Donare è naturale come respirare – spiega il presidente Giacomo Faldella – è qualcosa di cui ognuno di noi ha bisogno per sentirsi vivo, pienamente. E queste pagine stanno qui a farci toccare con mano che questa generosità non è inutile, che insieme possiamo davvero fare tanto per chi abbiamo accanto, per la nostra comunità”.

 

Cinque i capitoli che compongono il Rendiconto, dedicati alla Fondazione, alla partecipazione (dagli strumenti di informazione agli Open day), ai volontari (31mila ore donate in 8 diversi servizi), alle donazioni (ben 5.854 da parte di 3.715 donatori) e – la parte più corposa – ai progetti realizzati o ancora in corso.

 

Puoi scaricare il pdf del Rendiconto oppure navigarlo online qui sotto, ma – se preferisci – puoi anche chiederne una copia cartacea: te la spediremo gratuitamente a casa o chiederemo ai nostri volontari di fartela avere.

 

Scarica il Rendiconto: CLICCA QUI

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‘Il paesaggio che cura’, mostra fotografica di Regione e Fondazione nel chiostro del Sant’Orsola

I parchi, i giardini e le aree verdi dell’Emilia-Romagna come luoghi di benessere e di socialità ritrovata, dopo la forzata chiusura causata dalla pandemia.  La Regione Emilia-Romagna in collaborazione con la Fondazione Sant’Orsola organizza, dal 12 al 26 marzo 2022 una mostra fotografica dal titolo “Il paesaggio che cura”, esito di un concorso fotografico indetto in occasione dell’edizione 2021 della rassegna regionale “Vivi il Verde”.

 

La mostra sarà inaugurata oggi, venerdì 11 marzo 2022, alle ore 16.30, nel chiostro del Padiglione 3 del policlinico Sant’Orsola (via Albertoni, 15 Bologna). L’ingresso è libero (lunedì-venerdì ore 7-19, sabato ore 7-13, domenica chiuso).

 

“Uno degli elementi che ritornano nei nostri progetti– dice Giacomo Faldella, presidente di Fondazione Sant’Orsola– è l’attenzione al verde nell’ospedale. La natura, infatti, è qualcosa che c’era prima e che ci sarà dopo di noi, e di cui noi facciamo parte: per questo, credo, aiuta ad affrontare con maggior serenità anche i momenti più difficili. Essere parte di una dimensione naturale ci aiuta a recuperare il diritto alla fragilità, da cui può rinascere un’alleanza vera, un legame positivo con il mondo e con gli altri”.

 

“Il paesaggio è un concetto complesso, mutevole in base alle epoche, e la sua interpretazione con il passare del tempo è diventata più complessa- commenta l’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori-. La mostra fotografica, così come il volume, mettono l’accento sulla visione più emotiva del paesaggio: gli scatti dei partecipanti esprimono il rapporto tra paesaggio ed essere umano, che si caratterizza sempre in una relazione benefica”.

 

“Il paesaggio come balsamo, capace di rasserenare, rassicurare e anche di curare- aggiunge l’assessore-. Non è un caso che sia ospitata dalla Fondazione Policlinico Sant’Orsola, luogo di cura per eccellenza dove l’uomo viene confortato, accudito, guarito. Perché il paesaggio mantenga queste sue facoltà però- conclude- sono necessarie attenzione e rispetto: iI paesaggio che cura rimarrà tale se anche noi ce ne prenderemo cura”.

 

Agli amanti della fotografia, professionisti e no, si è chiesto di raccontare con le immagini il ruolo centrale, nella vita del verde che ci circonda, per il personale benessere e per il bene della comunità, per l’azione curativa che può esercitare su alcune malattie, per l’armonia e la bellezza che infonde.

Una giuria composta da esperti della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione Sant’Orsola onlus ha selezionato i 26 scatti più significativi per la mostra: un racconto per immagini dedicato alle emozioni e alle relazioni che donne e uomini, bambine e bambini, alimentano immergendosi nel paesaggio e nella natura.

 

Tutte le immagini sono accompagnate dal commento degli autori degli scatti e un volume, a cura di Fabio Falleni, Rosella Ghedini e Carlo Tovoli (Patrimonio culturale Focus, Regione Emilia-Romagna, 2022) raccoglie una vasta selezione di fotografie del concorso, introdotta da Giuseppe Barbera e Valentina Ivancich, a cui seguono gli atti del convegno dedicato al paesaggio come cura svolto a Bologna il 17 settembre 2021.

 

Il volume, disponibile online , sarà distribuito gratuitamente in occasione dell’inaugurazione della mostra.

 

 

Insieme per ricordare in piazza Maggiore le 3.700 vittime bolognesi del Covid 19

“Non c’è futuro senza memoria” è il tema della giornata a ricordo delle vittime di quello che resta uno dei drammi più terribili di questi ultimi anni. Piazza Maggiore, cuore di Bologna, domenica 13 marzo accoglie gli oltre 3.700 bolognesi che ci hanno lasciato a causa del Covid-19, i cui nomi popoleranno il crescentone, ognuno scritto a mano su un cavaliere di alluminio bianco assieme all’anno di nascita e accompagnato da una piccola candela LED a illuminare il buio della notte che abbiamo attraver- sato in due anni di pandemia.

 

Dall’ultracentenaria Alda, nata nel 1914, fino al piccolo Mahmoud del 2019. Dalle ore 10 fino alla mezzanotte di domenica, saranno chiamati ad uno ad uno, per nome, per ricordarli e ridare loro la giusta dignità dopo mesi in cui sono stati principalmente numeri nei bollettini quotidiani sull’avanzare dell’epidemia.

 

Durante la giornata porteranno la loro personale memoria i rappresentanti delle istituzioni, delle Forze dell’Ordine, della società civile e delle diverse confessioni religiose. Tra questi, il Sindaco di Bologna Matteo Lepore e l’emerito Sindaco Virginio Merola, S.E. Matteo Zuppi Arcivescovo di Bologna, Yassine Lafram Presidente dell’Unione Comunità Islamiche Italia- ne, Alberto Sermoneta Rabbino capo di Bologna, Daniela Guccione responsabile Segretariato Attività Ecumeniche di Bologna, oltre a rappre- sentanti della Chiesa Metodista e Valdese, delle comunità induiste e buddiste.

 

Tra le testimonianze anche quelle degli operatori sanitari dei Pronto soccor-so, delle Terapie intensive e delle Malattie infettive dell’Azienda USL di Bologna e del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, che hanno accompagnato tante persone nelle loro ultime ore.

 

Anche i parenti delle vittime potranno contribuire alla giornata con un pensiero direttamente in Piazza Maggiore o a distanza scrivendo all’indiri- zo mail bolognamemoriacovid@gmail.com.

 

L’iniziativa nasce da una rete di associazioni di volontariato che hanno supportato la campagna vaccinale anti-covid, con il coordinamento di Croce Rossa Italiana – Comitato di Bologna e Cefa onlus, e la partecipazio- ne di Ageop, Agesci, Amaci, Anglad, Anpas, Ant, Associazione Mario Campanacci, BimboTu, Comunità di Sant’Egidio, Cucine Popolari, Fanep, Fondazione Policlinico Sant’Orsola, Piazza Grande, Piccoli Grandi Cuori.

 

L’evento è patrocinato da: Comune di Bologna, Azienda USL di Bologna, Ordine dei Farmacisti, Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Ordine delle Ostetriche, Ordine delle Professioni Infermieristiche, Ordine dei TSRM PSTRP di Bologna.

A Casa Emilia una speranza per Anna e Karina in fuga dall’Ucraina

Il marito le ha messe in macchina e le ha fatte partire. Così dopo 3 giorni di viaggio Anna, che ha 32 anni, e Karina, la sua bimba di 2, sono arrivate in Italia. Sono scappate dalla guerra in Ucraina e sono venute a Bologna in cerca di cure, di cui hanno entrambe necessità. Da ieri vivono a Casa Emilia, la nostra struttura di accoglienza.

 

A Bologna Anna ha la mamma, che fa la badante e non può ospitarle a casa dell’anziano che accudisce. Così nell’appartamento che abbiamo preparato per loro oltre al letto matrimoniale per Anna e la sua bimba, c’è un altro letto singolo, se avrà bisogno che la mamma si fermi ad aiutarla durante le terapie. E da domani i nostri volontari saranno a disposizione per accompagnarle in ospedale tutte le volte in cui ce ne sarà bisogno.

 

Anna e Karina sono arrivate a Casa Emilia grazie alle straordinarie reti di generosità che fanno vivere Bologna. Grazie a Paola che conosceva indirettamente la mamma di Anna. Grazie a Francesca che da volontaria senza casacca si sta prodigando per trovare case ai profughi in arrivo e mentre parla con noi prova a risolvere la situazione di una nonna, una mamma e tre bambini. Grazie alle suore che le hanno accolte per le prime ore. E grazie a chi donando ci permetterà di garantire loro l’accoglienza per tutto il periodo necessario alle cure.

 

“È un’ondata di generosità – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – che apre il nostro cuore alla speranza e la tiene accesa, nonostante tutto. Casa Emilia è nata per permettere a chi viene al Sant’Orsola possa vivere il percorso di cura sentendosi a casa anche quando si è lontani dalla propria: vale per tutti, vale in modo particolare per Anna e la sua bambina che hanno dovuto fuggire in auto da un Paese in guerra”.

 

(foto Gianni Schicchi – Il Resto del Carlino)

Oncologia, con Banca di Bologna per realizzare due stanze di degenza tutte nuove

Quarantamila euro per l’Oncologia del Sant’Orsola. È questo l’obiettivo della campagna di raccolta fondi che Banca di Bologna lancia mettendo in campo tutti gli strumenti che ha a disposizione: gli sportelli bancomat, il sito di home banking, le newsletter per i soci e le proprie stesse filiali. Obiettivo: quasi raddoppiare la donazione già fatta dall’istituto di piazza Galvani e riuscire così a ristrutturare due stanze di degenza con un costo di € 40.000 ognuna, che complessivamente potranno accogliere ogni anno circa 270 pazienti.

 

Banca di Bologna aderisce così al progetto di Fondazione Sant’Orsola “Lo spazio che cura”, per donare ai pazienti oncologici un reparto dove vivere al meglio il proprio percorso. Un obiettivo fondamentale: come dimostrano studi di recente pubblicazione, se un paziente oncologico è accolto in un ambiente migliore, le terapie sono più tollerabili e i risultati migliori. Lo spazio in cui avviene la cura fa dunque parte della cura.

 

Il progetto “Lo spazio che cura”

 

Il progetto di Fondazione Sant’Orsola prevede una completa trasformazione dei locali di degenza al quinto piano del padiglione 2, costruiti negli anni Sessanta, affidata all’architetto Simone Gheduzzi di Diverserighestudio. “Il nostro obiettivo – spiega – è stato creare uno spazio nel quale il paziente potesse sentirsi il più possibile a casa. Ci siamo immaginati che quella casa potesse essere aperta e potesse portare il paziente fuori dalle mura dell’ospedale. Ci siamo immaginati che l’esterno potesse entrare nell’interno”.

 

Il corridoio centrale diventerà così un lungo portico, per creare un collegamento visivo tra la città e l’ospedale. La guardiola di medici e infermieri non sarà più chiusa ma attraverso un bancone in legno si aprirà al contatto con pazienti e familiari. La sala d’attesa sarà completamente rinnovata, per diventare un salotto dove passare un po’ di tempo anche per leggere o chiacchierare. Sarà creato un nuovo ambiente per i colloqui con medici e psicologi. Saranno completamente rinnovate le 8 stanze di degenza. Un progetto complesso per realizzare il quale, entro la fine dell’anno, servono almeno 530.000 euro.

 

Banca di Bologna ‘adotta’ due stanze

 

Banca di Bologna, che sostiene i progetti di Fondazione Sant’Orsola fin dalla sua nascita, ha donato 50.000 euro per “Lo spazio che cura” ed ora punta a coinvolgere i propri soci e clienti. La campagna utilizzerà tutti gli strumenti a disposizione della banca, con banner sugli schermi dei bancomat e sul sito di home banking, appelli sulle newsletter per i soci, materiale in distribuzione nelle filiali. Obiettivo: raggiungere complessivamente 90.000 euro per ‘adottare’ due stanze, sostenendo tutti gli interventi che saranno realizzati per rinnovarle.

 

“Dopo l’importante donazione destinata agli ospedali bolognesi effettuata all’inizio della pandemia e per il secondo anno sostenitori di Parlami Ancora, lo sportello di ascolto per famiglie con ragazzi fragili, continua il nostro percorso di affiancamento ai progetti della Fondazione Sant’Orsola”– dice  Enzo Mengoli, Presidente di Banca di Bologna –  “Abbiamo voluto infatti contribuire a questa iniziativa con una donazione di 50.000 nonché lanciare una raccolta fondi rivolta alla città, ai nostri clienti e soci con l’obiettivo complessivo di realizzare due stanze di degenza accoglienti ed efficienti per quelle persone che stanno attraversando un difficile momento della loro vita. Contribuire a dare nuova vita al Padiglione di Oncologia del Sant’Orsola, eccellenza del panorama ospedaliero e sanitario, è per noi motivo di orgoglio a conferma dell’impegno verso il nostro territorio e la nostra comunità”.

 

In ogni stanza, infatti, saranno realizzati nuovi pavimenti e una nuova illuminazione; verranno introdotti letti elettrici di ultima generazione; saranno rinnovati completamente i servizi igienici; i terrazzi, oggi vuoti, si trasformeranno in giardini con fioriere alte, visibili anche per chi deve rimanere a letto; verrà portata la musica in ogni stanza tramite la filodiffusione e saranno inserite tende fonoassorbenti tra un letto e l’altro per garantire una maggior privacy; in ogni stanza sarà creato un salottino per mangiare o chiacchierare con i propri cari.

 

Con l’adozione di due stanze si rafforza ulteriormente il rapporto tra Fondazione Sant’Orsola e Banca di Bologna. L’istituto di piazza Galvani aveva già donato 250.000 euro nella prima fase della pandemia, il 24 marzo 2020, per sostenere i progetti per gli ospedali e il personale sanitario di Bologna realizzati dalla Fondazione con la campagna “Più forti insieme”. Non solo: nel 2021 ha finanziato completamente il progetto “Parlami ancora” tramite il quale la Fondazione Sant’Orsola ha garantito 117 sedute di supporto psicologico per 20 famiglie con bambini con disabilità intellettive, che hanno risentito in modo particolarmente forte dell’emergenza sanitaria e del lockdown in particolare.

 

 

Per partecipare alla campagna di Banca di Bologna è possibile donare

  • Con bonifico sul conto corrente bancario intestato a Fondazione Sant’Orsola – presso Banca di Bologna – Iban IT75W0888302401016000162246 – Causale: Bologna per l’Oncologia

 

 

Conad Nord Ovest dona 118 mila euro per i piccoli pazienti del Sant’Orsola

Grazie al prezioso contributo dei clienti e alla loro generosità, l’iniziativa natalizia “Con tutto il cuore per un grande progetto di solidarietà” lanciata da Conad Nord Ovest ha permesso di donare 118.000 euro alla Fondazione Sant’Orsola per tre progetti pediatrici. Ieri si è svolta la cerimonia di consegna, a cui hanno partecipato il presidente della Fondazione Giacomo Faldella, il direttore generale del Policlinico Chiara Gibertoni, il direttore rete Emilia di Conad Nord Ovest Michele Orlandi ed alcuni soci Conad.

 

L’importo raccolto è stato donato alla Fondazione Sant’Orsola e si trasformerà in tre aiuti importanti per i piccoli pazienti dell’ospedale. Verrà innanzitutto acquistato un ecografo di ultima generazione per gli esami cardiologici eseguiti ogni giorno nel reparto di Pediatria d’urgenza e negli ambulatori e nei reparti di tutto il padiglione 13. Dal mese di marzo potrà inoltre ripartire la musicoterapia che porterà 2 ore di musica tutte le settimane in tutti i reparti pediatrici, grazie al progetto Tamino che Fondazione Sant’Orsola ha predisposto in collaborazione con l’associazione Mozart 14 e con Fondazione Abbado.

 

Verrà infine realizzata una sala per la risonanza magnetica a misura di bambino, dove i piccoli pazienti potranno vivere il momento della terapia nella maniera meno traumatica possibile creando attorno al loro un ambiente familiare e accogliente.  Grazie alla donazione di Conad, la macchina e la sala stessa saranno adattate per consentire al bambino di ascoltare la sua musica o guardare il proprio cartone animato preferito durante tutto il tempo delle terapie. Un progetto che ci impegnerà insieme nei prossimi mesi e che prende avvio grazie a Conad.

 

“Per il secondo anno ci troviamo qui al Sant’Orsola orgogliosi di poter dare il nostro contributo ad un centro di eccellenza e poter contribuire a migliorare la vita di molti bambini. – dichiarano Michele Orlandi , direttore rete Emilia di Conad Nord Ovest ed i Soci presenti  – Anche quest’anno abbiamo raggiunto un ottimo risultato: la donazione è il segno della partecipazione e della generosità dei nostri Soci e Clienti, un gesto di solidarietà che ci auguriamo possa rendere il più normale possibile la vita di tanti piccoli pazienti. Crediamo molto in questo progetto, che ci vede impegnati già da tempo al fianco di importanti ospedali pediatrici italiani. Un’iniziativa che riafferma la nostra volontà di sostenere e creare valore condiviso per le Comunità che ci ospitano, accompagnarle verso il futuro nel segno di quella cultura solidale che da sempre contraddistingue Conad. Il nostro doveroso ringraziamento va a tutti coloro che hanno reso possibile questo importante risultato e a tutto il personale sanitario che lavora e continua a lavorare senza sosta nei reparti di pediatria”.

 

Quello di Conad è un dono due volte prezioso – commenta Chiara Gibertoni, direttore generale del Policlinico di Sant’Orsola – perché certamente ci aiuterà a curare ancora meglio i nostri bambini ma anche perché a donare è stato un territorio intero che conosce e riconosce le sue eccellenze e che ha deciso di sostenere il proprio ospedale. Conad, una volta di più, è riuscita a innescare quel circolo virtuoso tra istituzioni, aziende, Fondazione e persone che operando assieme, uniti, fanno di un territorio una comunità”.

 

La campagna “Con tutto il Cuore” vede da anni impegnata Conad Nord Ovest a fianco di importanti ospedali pediatrici delle regioni in cui opera. Grazie alla generosità dei numerosi clienti in otto edizioni la campagna ha permesso di donare complessivamente ben oltre 3,3 milioni di euro a favore di: Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, Ospedale pediatrico Microcitemico e Azienda Ospedaliera Brotzu di Cagliari, Azienda ospedaliero universitaria Meyer di Firenze, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio di Pisa e Fondazione Santa Maria Nuova di Firenze, a cui si sono aggiunti l’Istituto Giannina Gaslini di Genova (dal 2019), il Policlinico Sant’Orsola di Bologna e la Fondazione Ospedale Regina Margherita di Torino (dal 2020).

 

Conad Nord Ovest è una delle maggiori imprese italiane della distribuzione associata, con un giro di affari di oltre 4 miliardi di euro. I territori in cui opera con 381 soci imprenditori e oltre 18 mila addetti sono Piemonte e Valle d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna (province di Modena, Bologna e Ferrara), Toscana, Lazio (province di Roma, Viterbo), Lombardia (provincia di Mantova) e Sardegna. Conad Nord Ovest conta 600 punti di vendita, in cui sono presenti tutti gli attuali format distributivi.