Casa Emilia

A Casa Emilia una speranza per Anna e Karina in fuga dall’Ucraina

Il marito le ha messe in macchina e le ha fatte partire. Così dopo 3 giorni di viaggio Anna, che ha 32 anni, e Karina, la sua bimba di 2, sono arrivate in Italia. Sono scappate dalla guerra in Ucraina e sono venute a Bologna in cerca di cure, di cui hanno entrambe necessità. Da ieri vivono a Casa Emilia, la nostra struttura di accoglienza.

 

A Bologna Anna ha la mamma, che fa la badante e non può ospitarle a casa dell’anziano che accudisce. Così nell’appartamento che abbiamo preparato per loro oltre al letto matrimoniale per Anna e la sua bimba, c’è un altro letto singolo, se avrà bisogno che la mamma si fermi ad aiutarla durante le terapie. E da domani i nostri volontari saranno a disposizione per accompagnarle in ospedale tutte le volte in cui ce ne sarà bisogno.

 

Anna e Karina sono arrivate a Casa Emilia grazie alle straordinarie reti di generosità che fanno vivere Bologna. Grazie a Paola che conosceva indirettamente la mamma di Anna. Grazie a Francesca che da volontaria senza casacca si sta prodigando per trovare case ai profughi in arrivo e mentre parla con noi prova a risolvere la situazione di una nonna, una mamma e tre bambini. Grazie alle suore che le hanno accolte per le prime ore. E grazie a chi donando ci permetterà di garantire loro l’accoglienza per tutto il periodo necessario alle cure.

 

“È un’ondata di generosità – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – che apre il nostro cuore alla speranza e la tiene accesa, nonostante tutto. Casa Emilia è nata per permettere a chi viene al Sant’Orsola possa vivere il percorso di cura sentendosi a casa anche quando si è lontani dalla propria: vale per tutti, vale in modo particolare per Anna e la sua bambina che hanno dovuto fuggire in auto da un Paese in guerra”.

 

(foto Gianni Schicchi – Il Resto del Carlino)

«A Casa Emilia il periodo di cura è diventato una vacanza grazie al conforto dei volontari»

«Sono arrivata a Casa Emilia un po’ per caso e in poco tempo si è trasformata nella mia seconda casa, il luogo che ha permesso di rendere un percorso di cura importante quasi una vacanza». Parla in questi termini Francesca Carbone, 53 anni e brindisina doc, della propria esperienza negli spazi di ospitalità gestiti dalla Fondazione Sant’Orsola e dedicati ai pazienti che provengono da fuori la città e devono affrontare lunghe terapie al Policlinico. Nel caso di Francesca, quella a Casa Emilia è stata «una permanenza durata dal primo settembre alla fine di febbraio scorso».

Francesca Carbone, come è arrivata, da Brindisi, a conoscere il servizio offerto dalla Fondazione Sant’Orsola?

«Tutto è iniziato a maggio 2021, quando a Brindisi mi hanno trovato un’infezione alla colonna vertebrale. Da lì ho eseguito numerosi controlli, di cui uno a Cotignola, dove mi è stato diagnosticato un linfoma per cui ho dovuto sostenere terapia al Sant’Orsola a partire da fine luglio. Sono rimasta ricoverata fino a inizio settembre, quando però sono stata dimessa con il consiglio di non allontanarmi dalla città per continuare così il ciclo di cure. A questo punto sono venuta a conoscenza della Fondazione».

Cosa ricorda di quei giorni?

«Ricordo che fossi abbastanza disperata perché non sapevo dove andare. Fortunatamente in ospedale mi avevano parlato appunto di Casa Emilia e ho contattato la Fondazione per verificare la possibilità di essere ospitata assieme al mio compagno».

E che esperienza ha vissuto nei mesi in cui è stata ospite qui?

«Ho vissuto un’esperienza bellissima, durante la quale ho stretto rapporti veri con gli operatori e i volontari della Fondazione, tanto che il 26 febbraio quando sono tornata a Brindisi ho provato grande tristezza e nostalgia per tutti i bei ricordi legati alla mia permanenza».

E questo ha influito anche nel modo in cui ha affrontato il suo percorso di cure?

«Certamente. Si è trattato di un’esperienza così bella che la cura è diventata quasi una vacanza. Ora sto meglio, ma dovrò comunque tornare per un periodo per un’operazione di ricostruzione della colonna vertebrale a seguito dei problemi precedenti e se dovrò rimanere nei paraggi dopo il ricovero so già dove tornare».

Ci sono ricordi particolari che porta con sé?

«Ho trascorso con la Fondazione Sant’Orsola momenti importanti come Natale e Capodanno. Condividendo con loro tanti momenti belli. Ho sempre cercato di essere una persona positiva, ma anche nei momenti di sconforto i volontari ci sono sempre stati. Lì, per darmi conforto e sostenermi».

 

 

Casa Emilia raddoppia passando da 11 a 22 alloggi per pazienti e familiari

Casa Emilia raddoppia. La struttura aperta da Fondazione Sant’Orsola il primo settembre 2021 per accogliere pazienti che arrivano da fuori regione, insieme ai propri cari, per essere curati al Policlinico passa da 11 a 22 appartamenti. “È una scelta molto impegnativa – spiega il presidente Giacomo Faldella – ma necessaria, sia per dare una risposta a una domanda in aumento, sia per far crescere ancora un’esperienza che durante il primo anno ha manifestato il proprio valore al di là di ogni nostra aspettativa”.

 

Casa Emilia accoglie, infatti, non solo i parenti ma anche – e soprattutto – i pazienti di fuori regione che, con o senza famigliari, devono rimanere a Bologna per le visite e gli esami pre-ricovero, durante terapie oncologiche o altre terapie che non richiedano la degenza in ospedale, per i controlli e le visite post-intervento chirurgico o trapianto. La durata del soggiorno, completamente gratuito, può variare da pochi giorni a diversi mesi, in base alle esigenze di cura di ognuno.

 

La Casa aveva aperto i battenti un anno fa prendendo in affitto il quarto piano dello studentato di Camplus – primo provider di housing per studenti universitari in Italia – in via Emilia Levante. Il quarto piano offre 10 appartamenti, da 3 a 5 posti letto, ognuno con bagno e cucina autonomi, a cui si aggiungono uno spazio comune per stare con le altre famiglie e una grande terrazza. Ogni giorno la casa è animata dalla presenza dei volontari, sempre a disposizione per ogni necessità.

 

“Casa Emilia – spiega il direttore generale del Policlinico Chiara Gibertoni – amplia e qualifica ancora la grande offerta di accoglienza che tante associazioni hanno costruito in questi anni attorno al nostro Policlinico. Per noi si tratta di un aiuto importante, per poter dare una risposta positiva ai tanti pazienti che arrivano da tutta Italia grazie alle cure che la qualità dei nostri medici e il valore della ricerca è in grado di garantire. Anche in questo la Fondazione Sant’Orsola si conferma per noi un alleato importante con cui continueremo a lavorare e a costruire risposte per i nostri pazienti”.

 

Durante il primo anno le richieste arrivate sono state 915, ma è stato possibile accoglierne solo 429 (46%), presentate da 181 pazienti (numerosi sono tornati più volte per visite e controlli). Gli ospiti arrivano da 18 regioni (in pratica tutte tranne Piemonte e Valle d’Aosta): il 75% dal sud, ma quasi un quarto anche dal centro e dal nord. A differenza di altre case di accoglienza, dedicate a uno specifico reparto, Casa Emilia ha accolto pazienti in cura in 34 reparti diversi del Policlinico, confermando la trasversalità che la Fondazione è nata per avere.

 

Ora – viste le tante domande a cui non è stato possibile dare una risposta positiva per carenza di stanze – la Fondazione Sant’Orsola ha deciso, dopo appena un anno, di raddoppiare l’accoglienza. Oltre al quarto piano è stato preso in affitto da Camplus anche il terzo, arrivando a 22 alloggi, mantenendone sempre uno come luogo di incontro per tutte le famiglie, a fianco della grande terrazza, a servizio di entrambi i piani.

 

Per la Fondazione Sant’Orsola si tratta di uno sforzo davvero importante. Il costo complessivo per garantire 12 mesi di accoglienza gratuita (dal primo settembre 2022 al 31 agosto 2023) sarà pari a 420.000 euro, iva compresa. Per farvi fronte Fondazione Sant’Orsola lancerà una grande campagna di raccolta fondi, con iniziative durante tutto l’anno, per far vivere anche così la grande capacità di accoglienza di Bologna.

 

“Il nostro obiettivo – racconta il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – è accogliere quest’anno almeno 360 pazienti con le proprie famiglie mantenendo, grazie soprattutto alla presenza quotidiana dei nostri volontari, la possibilità per tutti di vivere momenti di condivisione che aiutano a superare isolamento e solitudine ed aprono ad una positività inaspettata. A Casa Emilia si vive, insieme, la gioia di non essere soli, la forza di una comunità che nasce dall’accoglienza reciproca della propria fragilità. È una dimensione che vogliamo far crescere ed offrire a sempre più famiglie”.

 

“L’esperienza di Casa Emilia inserisce un altro tassello nel nostro viaggio – commenta Maurizio Carvelli, CEO e Founder di Camplus – una esperienza per noi nuova, intensa e che va affrontata con una passione per le persone vera e sincera. Dopo tanti anni di lavoro nel mondo dell’ospitalità, stiamo toccando con mano il significato e il senso più profondo di che cosa significhi questa parola, stiamo riscoprendo il vero valore dell’accoglienza. Ringrazio quindi Fondazione Sant’Orsola per averci scelto come compagni di viaggio in questo percorso, perché pensando a tutti gli ospiti che sono stati con noi quest’anno possiamo dire che è stata una piacevole scoperta vedere che si sono sentiti ‘a casa’ in un momento difficile e particolare della loro vita”.

 

(nella foto: il cardinal Zuppi con alcuni ospiti all’ingresso di Casa Emilia nel dicembre scorso)

Casa Emilia apre le porte anche alle dipendenti del Sant’Orsola vittime di violenza

Fornire ospitalità alle dipendenti del Policlinico che hanno subito violenza: è il perno dell’accordo sottoscritto dal Comitato Unico di Garanzia Interaziendale, dalla Fondazione Sant’Orsola e Casa delle donne per non subire violenza, con il patrocinio dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola.

Nuovi servizi che partono da una importante consapevolezza: bisogna garantire ascolto e supporto concreto alle donne che subiscono violenza, ma anche lavorare incessantemente sul fronte culturale e psicologico per riconoscere e prevenire fenomeni di violenza che si estrinsecano anche oltre i luoghi di lavoro in ambito domestico e familiare.

Nelle tre aziende sanitarie di Bologna (IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, Azienda USL di Bologna, istituto ortopedico Rizzoli) lavorano poco più di 16.000 persone, oltre il 70% (71,4%) è donna. A Bologna la Casa delle Donne per non subire Violenza riceve circa 700 richieste di aiuto ogni anno e nel 5% dei casi la donna che ha bisogno di aiuto è impiegata nella sanità (compresa quella privata). Sono circa 35 donne ogni anno, dunque, (ma le denunce nascondono un numero oscuro molto più alto) che lavorano con noi, al nostro fianco quotidianamente e necessitano di aiuto concreto.

Nasce così la collaborazione con la realtà Casa delle donne per non subire violenza, che rappresenta un vero e proprio punto di riferimento per esperienza e competenza per il contrasto alla violenza di genere. Un accordo che si snoda su due fronti di intervento: prima di tutto l’ospitalità per donne che lavorano in ospedale e hanno bisogno di un supporto.

 

La Fondazione Sant’Orsola metterà a disposizione uno o più appartamenti, in base alle necessità, all’interno della propria struttura di accoglienza Casa Emilia di cui le dipendenti potranno usufruire per il periodo necessario a uscire dalla situazione di violenza, anche fino ad un anno. Sarà inoltre disponibile un servizio di supporto psicologico, svolto nell’ambito delle attività in capo alla Psicologia ospedaliera ed in collaborazione con la medicina del lavoro aziendale oltre che con il personale esperto di Casa delle donne per non subire violenza che potrà essere a disposizione, per casi di particolare gravità e urgenza, all’effettuazione di consulenze specifiche.

Mentre sul secondo fronte, altrettanto importante, la partita si gioca sul campo della cultura e della prevenzione. L’accordo prevede un percorso di formazione dedicato alla comunità professionaledell’IRCCS e realizzato da parte di Casa delle donne per non subire violenza. Ulteriori conoscenze per prevenire, riconoscere e poter agire tempestivamente in situazioni di rischio, per cui saranno formati anche dipendenti che, per gli ambiti clinico-assistenziali di afferenza differenti dai Pronto Soccorso, possono non avere competenze specifiche in merito.

L’ospitalità verrà garantita alle dipendenti del policlinico seguendo un percorso di attribuzione degli alloggi secondo le modalità che già regolano l’attività quotidiana di accoglienza offerta da Casa delle donne per non subire violenza. Potranno accedere agli alloggi le donne con le seguenti caratteristiche: autonomia nella gestione di figli e figlie; autonomia economica; assenza di dipendenze da alcool o sostanze; assenza di patologie psichiatriche.

L’alloggio sarà messo a disposizione dalla Fondazione a tariffe calmierate. Le donne accolte parteciperanno alle spese dell’alloggio comunque in misura proporzionale al proprio reddito. Per l’ingresso negli alloggi si valuterà se la situazione della donna è compatibile con l’ospitalità di secondo livello (non in emergenza). L’ingresso negli alloggi avverrà dopo che la donna si sarà rivolta all’accoglienza di Casa delle donne per non subire violenza e abbia già valutato il progetto di uscita dalla violenza, con particolare attenzione alla sicurezza.

Carta Etica Unicredit dona un pulmino elettrico per gli ospiti di Casa Emilia

“Un pulmino per gli ospiti di Casa Emilia” è il progetto della Fondazione Sant’Orsola che UniCredit ha deciso di sostenere attraverso il suo Fondo Carta Etica.

Il contributo della banca consentirà di acquistare un pulmino elettrico destinato a soddisfare le necessità di trasporto degli ospiti di Casa Emilia, in particolare di quelli più debilitati che hanno bisogno di essere quotidianamente accompagnati in ospedale per le terapie oncologiche.

Attraverso Casa Emilia la Fondazione Sant’Orsola offre un alloggio prima e dopo il ricovero o durante le terapie ai pazienti che vengono da soli o con i propri cari da fuori regione per essere curati al Sant’Orsola. Casa Emilia dispone di 22 appartamenti, ognuno con bagno e cucina, e ospita gratuitamente 360 famiglie all’anno, alcune per pochi giorni, altre per diversi mesi per il protrarsi delle terapie.

“Casa Emilia – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola, Giacomo Faldella – è un progetto che permette a tanti pazienti di poter usufruire delle terapie di un Policlinico d’eccellenza come il nostro, ma non solo: grazie alla presenza dei nostri volontari questa casa diventa una seconda famiglia, capace di accompagnare attraverso il percorso di cura. Così il nuovo pulmino sarà fondamentale non solo per accompagnare i più fragili in ospedale, ma anche per favorire ogni giorno la vita di questa piccola comunità”.

Il Fondo Carta Etica si alimenta grazie alle carte di credito etiche di UniCredit, disponibili sia per i privati che per le imprese e che, senza costi aggiuntivi per il cliente, permettono, ad ogni utilizzo, di contribuire a iniziative solidali. A ciò si aggiunge il contributo della banca pari al 2 per mille di ogni spesa effettuata.

Con il progetto Carta E, dal 2005 ad oggi, sono stati destinati oltre 32 milioni di euro del Fondo Carta Etica in iniziative selezionate dalle strutture di UniCredit, per sostenere progetti di utilità sociale in riposta ai bisogni più urgenti delle comunità: la gestione delle emergenze, il sostegno alla disabilità, le iniziative per l’infanzia, le donne, gli anziani ed altre realtà in difficoltà o in forte disagio.

Il Fondo Carta Etica ha permesso ad UniCredit di supportare, dal 2005, più di 1.300 iniziative locali in tutta Italia.

A Casa Emilia già accolti oltre 350 pazienti con i propri familiari

Il primo è stato il signor Antonino. Da allora, dal primo settembre 2021, nei 22 appartamenti di Casa Emilia tanti sono entrati per rimanere pochi giorni, giusto per un controllo o un esame, o lunghi mesi per un percorso di trapianto d’organo od oncologico. In tutto sono stati 367 i pazienti che abbiamo accolto, quasi tutti con uno o più familiari. Un grande abbraccio che è stato reso possibile dalle donazioni di cittadini e imprese.

“Con Casa Emilia diamo a tanti pazienti – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – la possibilità di proseguire il proprio percorso di cura, ma non solo. Insieme abbiamo costruito un luogo di accoglienza, umanità, amicizia: una vera e propria comunità, con cui condividere le gioie e le fatiche del proprio cammino. Un posto sicuro dove poter superare il senso di smarrimento che ci si trova a vivere una sfida che pare più grande di noi per giunta lontano da casa”.

Casa Emilia ha aperto i battenti il primo settembre 2021 e oggi conta ben 22 alloggi, tutti col bagno privato e 18 anche con la cucina. Il centro della casa sono la stanza 402 e il grande terrazzo, spazi dove ci si trova tutti insieme, anche con i nostri volontari, presenti ogni pomeriggio e dove si sperimentano la forza e la gioia di non essere soli, per attraversare insieme il percorso di cura.

In poco più di un anno e mezzo abbiamo ricevuto 1.923 richieste, in pratica quasi 4 ogni giorno. I richiedenti sono stati complessivamente 933 (molti sono tornati più di una volta, per visite ed esami o nuove terapie) ed è stato possibile accoglierne 367. Un dato che testimonia quanto sia indispensabile quest’opera e quanto forte sia la necessità che possa crescere ancora.

Tra gli ospiti sono ben rappresentate tutte le diverse fasce d’età, con una percentuale identica (21%) di under 30 e over 65. I pazienti accolti arrivano non solo dal sud, ma da 19 regioni diverse (tutte tranne la Valle d’Aosta). I reparti del Policlinico in cui sono in cura sono ben 59, con una netta prevalenza per Oncologia, Chirurgia generale (soprattutto per alcune specializzazioni) e Chirurgia dei trapianti.

“I sapori di casa”, quattro cene sotto le stelle per Casa Emilia

Quattro cene d’autore sotto le stelle. Quattro cene solidali per sostenere Casa Emilia, la struttura dove la Fondazione Sant’Orsola accoglie i pazienti che, con i propri familiari, devono rimanere a Bologna per ricevere al Policlinico le cure di cui hanno bisogno. E, insieme, per dare una mano a chi è stato colpito dall’alluvione in Romagna. Una grande iniziativa di solidarietà, realizzata grazie alla collaborazione e al sostegno di Ascom Confcommercio, capace di dare voce alla grande generosità della città.

Le cene si svolgeranno sul grande terrazzo al quarto piano di Casa Emilia (via Emilia Levante 10), tra gli ulivi e i melograni con cui la Fondazione Sant’Orsola ha arricchito lo spazio dove ogni giorno si incontrano famiglie e volontari. Il ritrovo è fissato alle 19.30 e, dopo un aperitivo sul terrazzo, alle 20 inizierà la cena che – a cura degli chef dei quattro ristoranti – prevede tre portate. Quarantotto i posti disponibili ogni sera. Questi i quattro appuntamenti:

  • martedì 6 giugno – Ristorante La Cesarina
  • lunedì 12 giugno – Pescheria San Gervasio
  • mercoledì 21 giugno – Trattoria la Montanara
  • lunedì 26 giugno – Ristorante Biagi

La donazione richiesta è di 75 euro per partecipante. Scopri qui i menù

“Grazie a questa iniziativa – spiega Trilli Zambonelli di Fondazione Sant’Orsola – garantiremo fino a 200 notti a Casa Emilia, dando la possibilità di proseguire il proprio percorso di cura a tanti pazienti. Casa Emilia è un luogo di accoglienza, umanità, amicizia: una vera e propria comunità, un luogo sicuro dove condividere le gioie e le fatiche. Per questo abbiamo naturalmente abbracciato la proposta di Ascom di devolvere una quota delle donazioni che riceveremo a chi è stato colpito dall’alluvione. Una comunità solidale fa questo: tiene insieme bisogni nuovi e necessità sempre attuali, come quelle di chi deve continuare a percorrere un percorso di cura”.

Per partecipare e effettuare la donazione è attivo il link https://sostieni.fondazionesantorsola.it/cena_casa_emilia/

Per ulteriori informazioni: info@fondazionesantorsola.it 

“Ancora una volta e con molto piacere – dichiara Giancarlo Tonelli, direttore generale Confcommercio Ascom Bologna – i ristoratori hanno accolto la richiesta di collaborazione da parte della Fondazione Sant’Orsola e si sono organizzati per preparare, nel mese di giugno, quattro appuntamenti dedicati alla cucina “gourmet” curati dagli chef dei ristoranti La Cesarina, Pescheria Aldrovandi, Trattoria La Montanara e Biagi. È un impegno importante e di grande soddisfazione la realizzazione di questo programma culinario per Casa Emilia da parte della nostra federazione perché conferma la passione e la vicinanza alla Fondazione Sant’Orsola e alla sua buona causa sostenuta, fin dall’inizio, da tutta la nostra associazione. Una consonanza che ci ha portato a decidere insieme in queste ore di devolvere una quota delle donazioni che riceveremo a chi è stato colpito dall’alluvione”.

“In qualità di Presidente della categoria ristoratori e pertanto loro rappresentante, è con grande entusiasmo che ho da subito condiviso e sostenuto il bellissimo progetto della Fondazione Sant’Orsola, è stata l’occasione per creare sinergia tra la Federazione Pubblici Esercizi di Bologna e quella del Terzo Settore che grazie alla forza e al supporto del “fare rete” tra categorie, ha portato a questa importante collaborazione a favore della beneficienza, che accogliamo e sempre sosterremo” spiega Roberto Melloni, presidente Ristoratori Confcommercio Ascom Bologna.

“Tutti i progetti di Fondazione Sant’Orsola, e Casa Emilia in particolare – racconta il titolare del gruppo La Casona Matteo Ferrari – sono capaci di esprimere vicinanza e concretezza. I risultati possono sempre essere toccati con mano. Per questo abbiamo aderito con entusiasmo alla richiesta di essere partner tecnico di queste cene, che coinvolgeranno tante persone facendo vivere quei valori di accoglienza e generosità che caratterizzano la nostra terra”.

Casa Emilia, tre appartamenti per accogliere le coppie con gravidanze a rischio

In due anni ha accolto 479 pazienti che devono rimanere a Bologna per ricevere al Sant’Orsola le cure di cui hanno bisogno. E ora, spenta la seconda candelina, Casa Emilia ha inaugurato una seconda sede – in piazza Malpighi – e ha aperto le porte anche alle famiglie che hanno bisogno del Policlinico per far fronte ad una gravidanza a rischio. Sono già tre le coppie ospitate, e la settimana scorsa è arrivato il primo fiocco azzurro, con la nascita di Emanuele.

“È stato naturale per noi  – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – allargare l’accoglienza a queste famiglie. La nostra casa cresce, infatti, grazie alla generosità di chi la sostiene e ci mette in condizione di rispondere al bisogno delle persone che incontriamo. Qui vive il cuore della nostra città, che ritrova e fa esperienza dei propri valori più veri. A chi vive con preoccupazione un momento così importante e delicato come la nascita di un figlio o di una figlia vogliamo dare una sicurezza e un aiuto in più”.

Così ora l’accoglienza si allarga. Due sono i fattori che possono rendere una gravidanza a rischio: un problema del nascituro, che dovrà essere affrontato subito dopo il parto in un ospedale d’eccellenza come il Sant’Orsola, oppure la necessità di un’assistenza particolare per la mamma, già seguita dai medici del Policlinico per patologie pregresse.

Cristiana è una di loro. Era arrivata da Napoli il 26 settembre con suo marito Giuseppe, tre settimane prima della data del parto, perché negli anni scorsi aveva subito tre interventi chirurgici importanti, proprio qui al Sant’Orsola con l’equipe del professor Poggioli che – per garantire che tutto vada per il meglio – ha assistito al parto insieme ai ginecologi. Oggi mamma e neonato, il piccolo Emanuele, stanno bene e con Giuseppe possono iniziare il proprio cammino insieme.

“Qui a Casa Emilia ci siamo sentiti subito come a casa – racconta Cristiana – Anche il fatto di essere in centro è molto bello: non potendo camminare tanto, quando stavo bene potevo comunque uscire e fare una passeggiata”. Non succedeva sempre, perché a volte i dolori delle coliche nei giorni prima del parto erano molto forti. “Quando non ero incinta per stare meglio potevo fare ginnastica o una corsa sul posto, muovermi, e questo aiutava. Nelle settimane scorse invece non era possibile. A volte sono rimasta a letto a piangere dal dolore, ma con la tranquillità, sia per me che per il mio bambino, di avere l’ospedale Sant’Orsola vicino a me”.

Un aiuto di cui tanti hanno bisogno. “Sono circa 50 le famiglie che da fuori provincia si rivolgono ogni anno al Sant’Orsola – racconta Gianluigi Pilu, direttore del reparto di Ostetricia e Medicina dell’età prenatale del Policlinico – per una malformazione del nascituro che spesso richiede un immediato intervento da parte dei chirurghi e la presenza di una terapia intensiva e rianimazione pediatrica, presenti al Sant’Orsola”. Queste famiglie se la gestazione è regolare, hanno bisogno di accoglienza almeno una settimana prima del parto e poi nelle settimane successive, fino a quando il neonato non avrà più bisogno dell’ospedale.

Poi ci sono le mamme, come Cristiana, la cui gravidanza è delicata per propri problemi di salute. “Il Sant’Orsola è un centro di riferimento nazionale – prosegue il professor Pilu – per le malattie croniche intestinali e la chirurgia addominale. Quando una di queste pazienti rimane incinta è bene che a seguirla siano, oltre a ginecologi ed ostetrici, anche i medici che l’hanno in cura e che bene conoscono tutte le problematiche legate al suo stato. Sono circa 40-50 le gravidanze di questo tipo ogni anno e quasi tutte provengono da fuori regione”.

Vuoi aiutarci a dare una risposta a tutte queste famiglie? Accoglile insieme a noi: partecipa anche tu alla campagna di raccolta fondi sostenuta da Intesa Sanpaolo attraverso il Programma Formula in collaborazione con Fondazione CESVI.

Vai sulla piattaforma e dona anche tu: https://www.forfunding.intesasanpaolo.com/DonationPlatform-ISP/nav/progetto/casa-emilia-bologna

La Fondazione Sant’Orsola lancia l’SMS solidale a sostegno di Casa Emilia

In due anni ha aperto le porte a 463 pazienti con i propri familiari, ognuno dei quali è rimasti in media 28 giorni. Sono i numeri di Casa Emilia, la struttura che la Fondazione Sant’Orsola ha aperto nel settembre 2021 per offrire accoglienza gratuita a chi, arrivando da fuori regione, deve rimanere a Bologna per ricevere le cure di cui ha bisogno.

Per sostenere il progetto e riuscire a rispondere a sempre più richieste la Fondazione lancia la campagna di raccolta fondi “La gioia di non essere soli”: dal 18 febbraio al 10 marzo 2024 tutti possono dare il proprio contributo tramite sms o chiamate al numero solidale 45597 per accogliere così sempre più famiglie. Una campagna nazionale che avrà una presenza forte a Bologna, innanzitutto grazie al sostegno di Confcommercio Ascom.

La campagna dell’SMS solidale

Dal 18 febbraio al 10 marzo sarà possibile partecipare

  • con una donazione di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, Iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali.
  • con una donazione di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb, Tiscali e Geny Communications e di 5 euro per le chiamate da rete fissa TWT Group Unidata, Convergenze, PosteMobile.

La campagna sarà promossa da uno spot di 30 secondi che verrà trasmesso dalle reti Mediaset, Sky e La7. “Abbiamo deciso di sottolineare – spiega Trilli Zambonelli, consigliere d’amministrazione di Fondazione Sant’Orsola – il valore aggiunto di un’esperienza come Casa Emilia, che non solo rende possibile restare a Bologna per curarsi, ma lo fa mettendo a disposizione un luogo di comunità, una casa capace di diventare davvero, grazie anche alla presenza dei volontari, una seconda famiglia, dove vivere davvero la gioia di non essere soli”.

“Confcommercio Ascom Bologna offre, con molto piacere, il suo sostegno promozionale al progetto di accoglienza gratuita realizzato da Casa Emilia – dichiara Giancarlo Tonelli, Direttore Generale Confcommercio Ascom Bologna – Attraverso il coinvolgimento dei negozi aderenti all’iniziativa – collocati sul territorio di Bologna e area metropolitana vogliamo incrementare –vogliamo accrescere l’attenzione e la partecipazione a questa raccolta fondi che si pone un obiettivo lodevole, assolutamente  rilevante per i pazienti in cura a Bologna e per le loro famiglie”.

  

La promozione a Bologna

La campagna sarà nazionale, ma fondamentale è il coinvolgimento di Bologna. Anche in caso  Fondazione Sant’Orsola potrà contare sul sostegno di Confcommercio Ascom, che promuoverà la campagna attraverso i propri canali e invitando i negozi aderenti ad aprire le porte ai volontari della Fondazione Sant’Orsola che nelle prossime settimane consegneranno volantini e locandine per parlare a tutti i clienti.

Venerdì 23 febbraio la campagna, grazie al sostegno del Bologna FC, arriverà allo stadio in occasione di Bologna-Verona, con i volontari agli ingressi e lo spot che passerà sui maxischermi prima della partita. L’SMS solidale sarà promosso sui siti, i bancomat e le comunicazioni ai clienti di Banca di Bologna e BCC Felsinea, così come sui dispositivi di Up-Day per i buoni pasto, e con locandine e spot sugli schermi nei punti vendita Comet dell’area bolognese.

 

Casa Emilia, la gioia di non essere soli

Gli alloggi di Casa Emilia sono bilocali e trilocali, da 2 a 5 posti letto, ognuno con bagno e cucina autonomi. Ogni famiglia può così vivere momenti riservati, quando il paziente non si sente bene o ha bisogno di rimanere da solo con i propri cari. Grazie alle sale comuni e a un ampio terrazzo – di oltre 200 metri quadrati, con orto, arbusti e tavoli e panchine – ha anche la possibilità di incontrare gli altri ospiti.

Con 19 appartamenti Casa Emilia offre un’opportunità fondamentale per chi non potrebbe permettersi di rimanere in città a proprie spese per ricevere le terapie di cui ha bisogno. Rende così effettivo il diritto alla cura e dona la possibilità di vivere le terapie in un ambiente familiare.

In questo luogo accogliente persone con patologie, percorsi di cura e di permanenza differenti possono trascorrere momenti di condivisione, confrontandosi su sentimenti, difficoltà, speranze e paure e supportandosi a vicenda. Grazie alla presenza quotidiana dei volontari pazienti e familiari lontani da casa possono trovare a Casa Emilia una piccola comunità, una seconda famiglia capace di sconfiggere la solitudine e lo smarrimento.

I pazienti accolti arrivano da 19 regioni diverse (tutte tranne la Valle d’Aosta). I reparti del Policlinico in cui sono in cura sono ben 59, con una netta prevalenza per Oncologia (per percorsi di chemioterapia e immunoterapia) e Chirurgia generale e dei trapianti (soprattutto in attesa del trapianto e per convalescenza e riabilitazione post-intervento). Dall’autunno 2023 Casa Emilia ha aperto le proprie porte anche a coppie con gravidanze a rischio e genitori con figli con gravi disabilità per sindromi genetiche.

 

Vuoi saperne di più? Visita la pagina dedicata su questo sito: clicca qui

Torna il 5 giugno il laboratorio “La buona cucina” con lo chef Simone Salvini

Torna “La buona cucina”, il laboratorio per imparare a mangiare cibi nello stesso tempo buoni e sani. Il primo appuntamento sul grande terrazzo di Casa Emilia (via Emilia Levante 10) – a aperto a tutti – è fissato per mercoledì 5 giugno dalle 18.30 alle 20.00.

In collaborazione con Alce Nero, scopriremo i principi di un’alimentazione corretta e come preparare alcuni piatti della salute, aiutati da Renata Alleva, nutrizionista e specialista in Scienze dell’alimentazione, e Simone Salvini, chef di Cucina vegetale.

Impareremo insieme a cucinare

  • orzo con verdure di stagione
  • polpette di miglio
  • hummus di ceci

e a preparare

  • the bancha alla menta
  • limonata fresca

approfondendone valori nutritivi ed aspetti benefici.

Al termine dell’incontro ci fermeremo a mangiare insieme quanto preparato, grazie anche al servizio di catering effettuato da La Granadilla, un format di cucina vegetale con cui lavora Alce Nero.

Per partecipare è necessario prenotarsi a questo link, fino a esaurimento posti: https://forms.gle/C37SfLPmb6Cek3eu6