Stefano Vezzani

Carta Etica Unicredit dona un pulmino elettrico per gli ospiti di Casa Emilia

“Un pulmino per gli ospiti di Casa Emilia” è il progetto della Fondazione Sant’Orsola che UniCredit ha deciso di sostenere attraverso il suo Fondo Carta Etica.

Il contributo della banca consentirà di acquistare un pulmino elettrico destinato a soddisfare le necessità di trasporto degli ospiti di Casa Emilia, in particolare di quelli più debilitati che hanno bisogno di essere quotidianamente accompagnati in ospedale per le terapie oncologiche.

Attraverso Casa Emilia la Fondazione Sant’Orsola offre un alloggio prima e dopo il ricovero o durante le terapie ai pazienti che vengono da soli o con i propri cari da fuori regione per essere curati al Sant’Orsola. Casa Emilia dispone di 22 appartamenti, ognuno con bagno e cucina, e ospita gratuitamente 360 famiglie all’anno, alcune per pochi giorni, altre per diversi mesi per il protrarsi delle terapie.

“Casa Emilia – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola, Giacomo Faldella – è un progetto che permette a tanti pazienti di poter usufruire delle terapie di un Policlinico d’eccellenza come il nostro, ma non solo: grazie alla presenza dei nostri volontari questa casa diventa una seconda famiglia, capace di accompagnare attraverso il percorso di cura. Così il nuovo pulmino sarà fondamentale non solo per accompagnare i più fragili in ospedale, ma anche per favorire ogni giorno la vita di questa piccola comunità”.

Il Fondo Carta Etica si alimenta grazie alle carte di credito etiche di UniCredit, disponibili sia per i privati che per le imprese e che, senza costi aggiuntivi per il cliente, permettono, ad ogni utilizzo, di contribuire a iniziative solidali. A ciò si aggiunge il contributo della banca pari al 2 per mille di ogni spesa effettuata.

Con il progetto Carta E, dal 2005 ad oggi, sono stati destinati oltre 32 milioni di euro del Fondo Carta Etica in iniziative selezionate dalle strutture di UniCredit, per sostenere progetti di utilità sociale in riposta ai bisogni più urgenti delle comunità: la gestione delle emergenze, il sostegno alla disabilità, le iniziative per l’infanzia, le donne, gli anziani ed altre realtà in difficoltà o in forte disagio.

Il Fondo Carta Etica ha permesso ad UniCredit di supportare, dal 2005, più di 1.300 iniziative locali in tutta Italia.

Bologna Marathon – Una staffetta in città, tutti insieme per l’Oncologia del Sant’Orsola

Quest’anno, per la prima volta, il 5 Marzo durante la Bologna Marathon si svolgerà nel centro della città una staffetta solidale. Ogni squadra che partecipa correrà a sostegno di un ente non profit, aiutandolo a realizzare un progetto.

Anche la Fondazione Sant’Orsola partecipa con l’obiettivo di regalare ai pazienti oncologici un reparto tutto nuovo, un luogo pensato per loro, pieno di luce, verde e colore: un luogo pieno di bellezza.

Se vuoi anche tu tagliare insieme a noi questo traguardo puoi sostenerci, in questa occasione, formando una squadra di quattro persone, con i tuoi amici o colleghi. Si correrà a coppie, con un tragitto di 5km per ogni coppia, attraverso il centro il Bologna.

L’iscrizione è di 100 euro a squadra (25 a persona) che, tolti i costi, andranno a sostegno del nostro progetto Lo spazio che cura.

Al Sant’Orsola il Centro per il benessere “L’acqua e le rose” accoglie i primi 255 pazienti

Entra nel vivo l’attività dell’Acqua e le rose, il Centro per il benessere dei pazienti che Fondazione Sant’Orsola ha aperto il 28 novembre scorso. Qui ogni giorno tre operatori socio-sanitari, due volontari e un barbiere o parrucchiere associato a CNA danno ai pazienti ricoverati al padiglione 2 la possibilità di fare una doccia o il bagno nella vasca assistita per i non autosufficienti o sistemare barba e capelli. Gesti semplici e quotidiani, indispensabili per continuare ad aver cura di sé anche in ospedale.

Il Centro non ha mai chiuso i battenti, continuando l’attività tutte le mattine, dalle 7.30 alle 12.30, anche durante le vacanze natalizie. In queste prime settimane sono stati così già 255 i pazienti ricoverati nei dieci reparti del padiglione – dalle Medicine interne all’Oncologia – che sono stati accompagnati dai nostri volontari e dagli oss al Centro per una doccia o il bagno nella vasca e 65 quelli che hanno usufruito dei servizi di barbieri e parrucchiere.

Possono accedere al Centro tutti i pazienti ricoverati al padiglione 2 autonomi oppure in carrozzina o allettati. Per farlo occorre chiedere il servizio al coordinatore infermieristico del proprio reparto, che provvederà a fare la prenotazione. Il Centro è stato realizzato e vive ogni giorno grazie alle donazioni che riusciamo a raccogliere, dai degenti ma anche – e soprattutto – da tutti i cittadini e le imprese che, come noi, credono sia indispensabile fare tutto il possibile per difendere con gesti concreti la dignità dei malati.

Con Musica Insieme cinque concerti e un pianoforte per i pazienti del Sant’Orsola

“Musica Insieme in Ateneo compie venticinque anni: un traguardo importante che merita di essere ricordato e festeggiato con un dono, un dono che desideriamo offrire alla nostra comunità, affinché la nostra amata musica non sia solo un momento di astrazione ed elevazione dalla quotidianità, ma anche di sollievo e vicinanza a chi è costretto a confrontarsi giorno dopo giorno con la sofferenza. Abbiamo quindi deciso di far precedere ognuno dei cinque concerti in cartellone dall’1 febbraio al 29 marzo 2023 ad altrettanti momenti musicali dedicati ai pazienti di Oncologia, portando in collaborazione con la Fondazione Sant’Orsola la musica direttamente in reparto”.

Così la presidente di Musica Insieme Alessandra Scardovi saluta la XXV edizione di MIA, la rassegna offerta gratuitamente agli studenti e nata per invitare alla musica i giovani e i giovanissimi, ma anche per offrire loro un palcoscenico, una vetrina per esibirsi e farsi conoscere. “Il nuovo progetto Musica Insieme al Sant’Orsola – prosegue la Presidente – ideato da Musica Insieme per la Fondazione Sant’Orsola, prevede la realizzazione di una rassegna di matinée concertistiche, protagonisti giovani e già affermati interpreti, che porteranno la musica nei luoghi di cura. Ma non solo… perché l’altra bellissima novità legata a questo progetto è che potremo finalmente dotare la struttura di un pregiato pianoforte a coda in residenza, grazie alla generosità della famiglia Cillario, che metterà a disposizione un pianoforte storico di Steinway & Sons in ricordo di Carlo Felice Cillario, celebre direttore d’orchestra, e della moglie Vittoria, a sua volta pianista di valore. Questo prezioso progetto è reso possibile anche grazie al sostegno di Banca di Bologna, alla quale ci accomuna e ci lega la medesima attenzione per la collettività e per le esigenze del territorio”.

Un legame sottolineato dalle parole di Enzo Mengoli, Presidente di Banca di Bologna: “Sosteniamo il progetto MIA di Musica Insieme ormai da anni, confermando il nostro impegno nella promozione di iniziative legate al mondo dell’arte, della musica e della cultura, in particolare verso le nuove generazioni. Quest’anno il progetto è ulteriormente arricchito dalla collaborazione con la Fondazione Sant’Orsola, di cui la Banca è tra i Soci Promotori, con l’obiettivo di portare la musica all’interno del Reparto Oncologico a beneficio dei pazienti. Un progetto che coniuga quindi la cultura, le nuove generazioni e la finalità sociale, tre aspetti fondamentali del nostro agire quotidiano”.

“Avere cura di chi vive un percorso terapeutico – prosegue il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – passa attraverso l’attenzione a tutta la persona, al suo corpo, ai suoi affetti, così come al desiderio di bellezza che accompagna sempre la vita di ognuno. La malattia è un momento della nostra vita che non sospende nessuno dei nostri bisogni fondamentali e nel quale il bisogno di contatto con la bellezza è ancor più importante. La musica in questo è capace di giocare un ruolo insostituibile. Per questo è così preziosa, per noi, la scelta di portare MIA anche in corsia e di donare un pianoforte a questi luoghi, perché la musica risuoni e rimanga durante tutto l’anno”.

Il calendario 2023 avrà un fil rouge importante, che vedrà protagonista il pianoforte: ogni concerto sarà infatti legato alla figura di Sergej Rachmaninov, il grande pianista e compositore russo di cui si celebra nel 2023 il 150° anniversario della nascita. “Nell’impegno di Musica Insieme per promuovere la creatività emergente – spiega Fulvia de Colle della Fondazione Musica Insieme – gli interpreti saranno scelti fra i più brillanti talenti delle ultime generazioni: secondo un percorso che da anni caratterizza questa rassegna, ospiteremo Rising Stars come il violoncellista olandese Anton Mecht Spronk, al suo debutto a Bologna, trionfatore al Concorso internazionale “Mazzacurati” 2019, in duo con un eccezionale talento bolognese, Pietro Fresa, vincitore del primo premio assoluto in più di trenta concorsi e già ospite delle principali sale. In cartellone saranno poi due ensemble vincitori del concorso “AMUR per i giovani talenti” 2022, indetto dal Comitato nazionale AMUR del quale Musica Insieme detiene la Vicepresidenza: il Trio Eidos e il Faccini Piano Duo, selezionati fra un centinaio di concorrenti per la loro capacità di coniugare solidità tecnica e musicalità, mentre un altro appuntamento sarà dedicato al pianismo trascendentale di Nikolay Khozyainov, solista dalla carriera già stellare. Non da ultimo, si conferma il consueto invito del Collegium Musicum Almae Matris con due ospiti d’eccellenza come il direttore Fabio Sperandio e il soprano Elena Borin: una presenza regolare del nostro cartellone, quella della compagine studentesca, a segnare una ormai attesissima e consolidata tradizione che vede letteralmente l’Ateneo far musica per… l’Ateneo”.

 

Il calendario

La Fondazione porta al Sant’Orsola un ‘robot fisioterapista’ per la riabilitazione

Due piattaforme elettromeccaniche, una a livello dei piedi ed una per la seduta, misurano 130 parametri riguardanti velocità, forza e precisione dei movimenti, permettendo di elaborare così 19mila dati inerenti alla situazione del paziente che permettono di personalizzare al massimo la terapia riabilitativa.

È il nuovo robot per la fisioterapia, che Fondazione Sant’Orsola ha donato al Policlinico per aiutare i pazienti a riprendersi nel più breve tempo possibile, per poter tornare a casa prima, riducendo il rischio di contrarre infezioni ospedaliere, e di farlo avendo recuperato il massimo grado possibile di autonomia.

“Essere a fianco dei pazienti – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – vuol dire lavorare per l’accoglienza ma anche per migliorare la cura, e renderla sempre più personalizzata ed efficace, contribuendo ai grandi investimenti che il Policlinico sta facendo sul fronte dell’innovazione”.

L’apparecchiatura si chiama Hunova ed è costata 52.000 euro, interamente coperti da una grande donazione anonima. “Noi siamo onorati – prosegue Faldella – di meritare la fiducia di persone così generose, interessate unicamente a realizzare interventi capaci di offrire un aiuto concreto a chi vive un percorso di cura”.

L’attrezzatura è governata dall’operatore tramite un computer touch screen, che permette di controllare i movimenti di busto, ginocchio e capo ed è estremamente all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, avvalendosi del gaming e biofeedback, così da offrire un trattamento modificabile che si adegua alle performance del paziente durante il recupero.

Nello specifico questo dispositivo robotico consiste in due piattaforme elettromeccaniche a due gradi di libertà, una a livello dei piedi ed una a livello della seduta. Il dispositivo è progettato per funzionare in modalità attiva, passiva e assistiva, ed è associato all’utilizzo di un sensore (Inertial Movement Unit – IMU) wireless posto sul tronco o altri punti anatomici del soggetto che permette di controllare il movimento del busto, del ginocchio e del capo.

Il robot elabora così programmi di allenamento personalizzati e permette il recupero della persona dal punto di vista funzionale (equilibrio, propriocezione), muscolare (focus su muscoli del tronco e degli arti inferiori e muscoli della core stability) e motorio (aiuta a recuperare il passaggio da seduto in stazione eretta), sostenendo il fisioterapista.

“Hunova ci sta permettendo – racconta il direttore dell’Unità operativa di Medicina fisica e riabilitazione Ernesto Andreoli – di impostare programmi personalizzati per pazienti affetti da patologie neurologiche, dall’ictus al Parkinson passando per la Sclerosi Multipla, ma ci permetterà di aiutare anche pazienti oncologici e con esiti di trapianto di cuore e polmone che accedono al nostro servizio.  Naturalmente non si tratta di una attività sostitutiva di quella del fisioterapista ma di una tecnologia integrativa, che ci permette di migliorare il trattamento e la gestione dei nostri pazienti e di portare avanti una attività di ricerca finalizzata ad offrire terapie sempre più efficaci”.

L’ambulanza di Cristina, un dono per tutti i pazienti del Sant’Orsola

Un’ambulanza per i pazienti del Sant’Orsola. Per migliorare i trasferimenti da un padiglione all’altro o il ritorno a casa dopo la dialisi, riducendo i tempi d’attesa. L’ha donata oggi alla Fondazione Sant’Orsola Marcello Martini, a nome della moglie Cristina Lea Barbieri Martini in ricordo dei genitori Maria Pia Drudi e Giovanni Barbieri.

Alla cerimonia di consegna – che si è svolta davanti al Pronto soccorso del Policlinico – erano presenti Marcello Martini, il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella insieme ad alcuni volontari che si occuperanno del servizio e il direttore sanitario del Policlinico di Sant’Orsola Consuelo Basili.

“C’è qualcosa più forte di ogni cosa – ha commentato il presidente Giacomo Faldella – ed è l’amore che ci lega alle persone e che può tradursi, come in questo caso, in una scelta capace di contenere in questo abbraccio anche tante altre persone che non si conoscono nemmeno, con una generosità che testimonia il valore del legame con chi non è più fisicamente al nostro fianco”.

L’ambulanza per il soccorso è completa degli alloggiamenti per tutte le strumentazioni necessarie, dall’ossigeno al defibrillatore, controllate da una centralina posta a fianco del guidatore, e per garantire sicurezza e sanificazione è dotata tra l’altro di un impianto di aspirazione e ventilazione che consente 20 ricambi d’aria completi ogni ora.

A fianco della barella, sono stati inseriti due binari per consentire di trasportare in sicurezza una carrozzina per persone con disabilità, con un sollevatore sotto alla porta laterale per farla salire e scendere agevolmente, una dotazione non standard che potrà essere molto utile per gli utilizzi che il Sant’Orsola deciderà di fare dell’ambulanza.

“Ringraziamo di cuore – ha commentato la dottoressa Basili, direttore sanitario del Policlinico – chi ha scelto di ricordare un proprio caro con un gesto di generosità così grande, che ci dà la possibilità insieme alla Fondazione di pensare a nuovi servizi in particolare per aiutare chi, non autosufficiente, deve venire in ospedale o deve tornare a casa dopo una terapia o un ricovero”.

Ascom Bologna, per Natale 42 fornai sfornano 1000 panettoni per Casa Emilia

La solidarietà non va in vacanza neanche a Natale. Anzi, durante le feste, la beneficenza raddoppia. È partendo da questo presupposto che è nata l’iniziativa organizzata da Fondazione Sant’Orsola, Associazione Panificatori di Bologna e Provincia, Confcommercio Ascom Bologna e Qn-il Resto del Carlino per far crescere il progetto “Casa Emilia”: 22 appartamenti per ospitare gratuitamente i pazienti e i loro familiari e ricevere le cure di cui hanno bisogno.

Per sostenere questo sogno, durante il periodo natalizio, dal 6 al 18 dicembre, acquistando uno dei mille panettoni a disposizione degli oltre quaranta fornai aderenti all’iniziativa una parte del ricavato verrà donato alla Fondazione Sant’Orsola per il progetto Casa Emilia. Chi acquisterà il panettone, inoltre, all’interno della confezione troverà un piacevole regalo: 4 coupon, donati da Confcommercio Ascom Bologna, da utilizzare per ritirare dal proprio edicolante di fiducia una copia de il Resto del Carlino.

«Nel progetto di Casa Emilia – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – ritroviamo i valori più belli della nostra città, che la Fondazione cerca di far vivere, ogni giorno. Con questa casa non doniamo solo la possibilità di rimanere a Bologna per ricevere le cure necessarie a tante famiglie che altrimenti non potrebbero permetterselo, ma doniamo anche attraverso i volontari un abbraccio quotidiano che restituisce parte del calore della propria casa lontana».

«Il rapporto che ci lega alla Fondazione Sant’Orsola, si basa sul rispetto e l’ammirazione per il lavoro che ogni giorno svolge per i pazienti e per permettere ai familiari di stare loro accanto – commenta Giancarlo Tonelli, Direttore Generale Confcommercio Ascom Bologna –. Grazie al lavoro di squadra che si rinnova con l’Associazione Panificatori e il Resto del Carlino, ci auguriamo che in tanti raccolgano l’invito ad acquistare il panettone consapevoli di contribuire a un futuro migliore per chi sta vivendo in questi giorni un percorso di cura».

Fondamentale per la riuscita dell’iniziativa è l’apporto dell’Associazione Panificatori in campo con i suoi fornai: «I nostri associati hanno risposto presente senza esitazione alla chiamata della Fondazione Sant’Orsola, perché crediamo che ognuno debba fare la propria parte per aiutare chi soffre – commenta Samuel Mafaro, Presidente dell’Associazione Panificatori di Bologna e Provincia –. A Natale è una tradizione acquistare un panettone, ma in questo caso un gesto così semplice assume un valore speciale, che può fare davvero la differenza».

Al fianco della Fondazione Sant’Orsola, dei Panificatori e di Confcommercio Ascom Bologna, c’è anche Qn-il Resto del Carlino, media partner dell’iniziativa e sempre in prima linea per promuovere iniziative di beneficenza.

«Il Carlino è in prima linea, in quanto istituzione della città, sia nel sostegno alla Fondazione Sant’Orsola, sia nel rapporto di squadra con Ascom Confcommercio e i panificatori di Bologna, cui ci lega un rapporto antico e proficuo. – conclude Valerio Baroncini, Vicedirettore de il Resto del Carlino–. Inoltre, proprio grazie all’Ascom il Carlino “entrerà” con coupon nei negozi dei panificatori, con un link inedito e fruttuoso verso le edicole. Un approccio di sistema e, permettetemi, anche goloso che, grazie ai panettoni artigianali, ci aiuterà a spingere i progetti di Fondazione Sant’Orsola. Il dono ritorna sempre, è un investimento per la comunità e questa iniziativa lo dimostrerà una volta di più».

 

Ecco l’elenco di tutti i fornai che hanno aderito all’iniziativa, in città e in provincia.

A BOLOGNA

  • Asta Salvatore e figli snc
    Via De Nicola n.1
  • Benghi Iliana 
    Via Azzurra n.29
  • Biagini Rodolfo e C. Snc 
    Via Murri  n.48
  • Calamelli Otello e C. Snc 
    Via Don  L. Sturzo n.30
  • F.lli Asta Federico, Giacomo e c. snc 
    Via Pomponia n.2
  • Gandolfi Gabriele e C. Snc 
    Via della Salute n.1/4 B-C
  • Giardini e Mastellini Snc 
    Via Pontevecchio 19/b-c Bologna
  • Il banco del pane di Felicani Anna Gloria Sas 
    Via Zamboni n.8b-8c
  • Mafaro Francesco e C. Sas 
    Via Lame n.160
  • Panificio Pallotti Franco e C. Snc 
    Via Del Borgo di San Pietro n.59-61
  • Panificio Massarenti di Lo Chiano Antonino e c. snc 
    Via Massarenti n.93
  • Panificio Patelli di Carta A. e C. Snc 
    Via Mazzini n.97/a
  • Piron El Furnar di Bai Luciano e C. Snc 
    Via Nosadella n.7/a
  • Ranocchi Cesare e C. Snc 
    Via Malvasia n.16/a
  • Panbistrò Romano F.lli 
    Via Tiarini n.4
  • Taschetta Angelo 
    Via A. Costa n.43/b
  • Tattini Roberto 
    Via Piacenza n.3/f
  • Vacca Angelo e C. Snc 
    Via Riva Reno n.104 Bologna

 

IN PROVINCIA

  • Forno del Poggetto di Busi Alessandro
    Via Centese n.14, Argelato
  • Panificio Spanazzi Snc  
    Via Roma n.131, Baricella
  • Bosi Giorgio e C. Snc 
    Via Cocchi n.4, Budrio
  • Rubbini Roberto & C. 
    Via dello Sport n.8, Calderara di Reno
  • Panificio Dalla Dante e C. Snc 
    Via Gramsci n.75, Castel Maggiore
  • Panificio Gazzetti e Tardini Snc 
    Via Nasica n.4, Castenaso
  • Pancaffe’ sas di Ravagli Rachele e c. 
    Via San Donato n.106/a, Granarolo dell’Emilia
  • Savelli Luciano 
    Via Baroncini n.27 / Via San Francesco n.36 /
    L’Angolo di Via Cavour, Imola
  • Baker’s Shop di Masi Davide e C. Snc 
    Via San Elena n.32, Molinella Fraz. San Martino in Argine
  • Galletti Rino e C. Snc 
    Via Fiume Vecchio n.187, Molinella Loc. Marmorta
  • Bar Pasticceria Vogli Valentina e c. snc 
    Via Mazzini 108/110, Molinella
  • Panificio Salomoni di Marchioni D. e c. snc 
    Via A. Tedeschi n.15, Monghidoro
  • Ay snc di Lodi Alessandro e c.  
    Via Della Pace n.107, Sala Bolognese
  • Forno Zucchini srl 
    Via D. Alighieri n.1, San Vincenzo di Galliera
  • Cocchi f.lli di Cocchi Verter e c. snc 
    Via G. C. Croce n.19, San Giovanni in Persiceto
  • Magic Pasticcio di Fanin Miriam e C. Snc 
    Via IV Novembre n.21, San Giovanni in Persiceto
  • Panificio F.lli Quartieri snc 
    Via Emilia n.142, Ozzano dell’Emilia
  • Forno Pasticceria Palladino Snc 
    Via Matteotti n.78 / Via Matteotti n.223-225-227, San Pietro in Casale
  • Forno F.lli Lanzarini di Matteoni Enrico e C. Snc 
    Via Monari n.10, Vergato
  • Forno Del Poggetto di Busi Alessandro 
    Via A. Gramsci n.43, Pieve di Cento
  • Forno Pasticceria Palladino snc 
    Via Provinciale n.71/c, San Vincenzo di Galliera
  • Forno Zucchini Srl 
    Via Libertà n.36-38, San Giorgio di Piano
  • Forno Pasticceria Palladino snc 
    Via C. Cremonino n.42 / Via Provenzali n.1, Cento (Fe)
  • Forno Zucchini Srl 
    Via Garibaldi n.4, Minerbio

Casa Emilia, Fondazione Sant’Orsola misura con AICCON “Il valore dell’accoglienza”

“Casa Emilia per noi è stata un riparo nella tempesta che ci ha travolto”. Lo scriveva qualche tempo Maria Luisa, ma come lei potrebbero dirlo le altre 180 famiglie di altrettanti pazienti che sono stati ospitati durante il primo anno di attività della struttura di Fondazione Sant’Orsola. Perché se la malattia è sempre una tempesta, lo è ancor di più per chi per trovare la cura di cui ha bisogno è costretto a lasciare improvvisamente la propria casa.

Casa Emilia accoglie così i pazienti che non sono ricoverati ma devono rimanere a lungo a Bologna, per i controlli dopo un trapianto, la riabilitazione dopo un grave intervento chirurgico o più spesso per le terapie oncologiche. In questo modo risponde alla necessità di tante famiglie che non potrebbero altrimenti permettersi di rimanere per mesi sotto le Due Torri e che, se anche potessero farlo, si troverebbero comunque sole in un momento così difficile.

Sull’esperienza di Casa Emilia, che sta conoscendo un grande sviluppo, la Fondazione Sant’Orsola ha chiesto al centro studi di Unibo AICCON, diretto da Paolo Venturi, di realizzare lo studio previsionale d’impatto “Il valore dell’accoglienza” che è stato presentato ieri a Bologna e attorno al quale si sono confrontati il cardinale Zuppi, il sindaco Lepore e il presidente degli industriali Caiumi.

Ospitati pazienti di 18 regioni

in cura in 34 reparti

Nel corso dei primi 6 mesi del 2022 – racconta l’analisi – Casa Emilia ha ricevuto ben 483 richieste di ospitalità. Di queste 173 sono state accolte, 272 non sono state accettate e 38 sono state annullate da parte dei richiedenti. Casa Emilia, in base agli spazi e agli alloggi disponibili, è riuscita a soddisfarne solo il 36% delle richieste pervenute.

I nuclei familiari ospitati dalla struttura sono composti prevalentemente da due persone (65%), ma succede anche che siano presenti 3 o 4 membri (22%). Alcune famiglie ospitate comprendono anche minori (11,5%), in altri casi il paziente soggiorna da solo nella struttura (12%). Circa il 44% degli ospiti è tornato almeno 1 volta presso Casa Emilia per proseguire il processo di diagnosi, trattamento o cura.

Se consideriamo gli accessi unici, nei primi sei mesi di attività del 2022 il numero di pazienti ospitati è stato pari a 95 e i rispettivi familiari accolti sono stati 112, complessivamente maschi per il 46% e con un’età media di 51 anni (DS 2,83). Per quanto riguarda la provenienza si rileva una netta prevalenza dal Sud Italia e dalle Isole (89%), ma sono rappresentate ben 18 regioni. Sono 34 le Unità operative presso cui gli ospiti erano in cura, con una prevalenza di persone in trattamento presso Chirurgia del tratto alimentare (15%), Oncologia (12%), Malattie croniche intestinali (9%) e Gravi insufficienze d’organo (8%).

Volontari e aiuto reciproco

come in una seconda famiglia

Casa Emilia genera un primo valore fondamentale: dà la possibilità di curarsi a pazienti che altrimenti non potrebbero permettersi di rimanere così a lungo a Bologna e di farlo più serenamente a coloro che per farlo dovrebbero fare debiti o accettare di rimanere soli per non raddoppiare con la presenza di un familiare i costi da sostenere. Ma questo non è l’unico beneficio che la casa assicura alle famiglie dei pazienti.

La presenza quotidiana dei volontari della Fondazione garantisce la possibilità di orientarsi nella città, di ricevere un supporto logistico e un aiuto per gli spostamenti, di condividere gli stati d’animo, le paure e le gioie. Questo, insieme agli spazi comuni, incentiva lo scambio e il sostegno tra pazienti e famiglie, favorendo la nascita di legami importanti e permettendo a tutti di vivere come scriveva un paziente “la gioia di non essere soli”.

La presenza di Casa Emilia, racconta lo studio realizzato da AICCON, ha conseguenze positive anche sull’ospedale. La presenza di una casa di accoglienza che lavora in tandem con i reparti – verificando con loro necessità, urgenze e priorità – permette di ottimizzare i tempi dei percorsi di cura nonché di poter dimettere in sicurezza i pazienti avendo la possibilità di curare un maggior numero di persone e permettendo al personale di farlo con uno stato d’animo più sereno.

 

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Leggi l’analisi di AICCON: Il valore dell’accoglienza

Tre televisori per i pazienti in isolamento nel reparto di Radioterapia metabolica

Ieri Fondazione Sant’Orsola ha consegnato tre televisori nel piccolo reparto di Radioterapia metabolica. Faranno compagnia ai pazienti dai 15 ai 90 anni che in queste stanze devono restare in isolamento per tre giorni, chiusi in camera, durante il trattamento.

 

La cura consiste nel trattamento con radiazioni ionizzanti di pazienti affetti da patologie maligne (o benigne) mediante somministrazione di radionuclidi non sigillati per via orale, endovenosa o per instillazione in cavità. Il reparto dispone di 8 posti letto in tre stanze.

In prevalenza vengono trattati pazienti con carcinoma differenziato della tiroide (131I), ma anche con neoplasie di derivazione neuro-endocrina (131I-MIBG), con metastasi ossee (158Samario) e con epatocarcinoma o con localizzazioni epatiche da carcinoma del colon-retto mediante infusione loco-regionale di microsfere marcate con 90Ittrio.