Stefano Vezzani

‘Il paesaggio che cura’, mostra fotografica di Regione e Fondazione nel chiostro del Sant’Orsola

I parchi, i giardini e le aree verdi dell’Emilia-Romagna come luoghi di benessere e di socialità ritrovata, dopo la forzata chiusura causata dalla pandemia.  La Regione Emilia-Romagna in collaborazione con la Fondazione Sant’Orsola organizza, dal 12 al 26 marzo 2022 una mostra fotografica dal titolo “Il paesaggio che cura”, esito di un concorso fotografico indetto in occasione dell’edizione 2021 della rassegna regionale “Vivi il Verde”.

 

La mostra sarà inaugurata oggi, venerdì 11 marzo 2022, alle ore 16.30, nel chiostro del Padiglione 3 del policlinico Sant’Orsola (via Albertoni, 15 Bologna). L’ingresso è libero (lunedì-venerdì ore 7-19, sabato ore 7-13, domenica chiuso).

 

“Uno degli elementi che ritornano nei nostri progetti– dice Giacomo Faldella, presidente di Fondazione Sant’Orsola– è l’attenzione al verde nell’ospedale. La natura, infatti, è qualcosa che c’era prima e che ci sarà dopo di noi, e di cui noi facciamo parte: per questo, credo, aiuta ad affrontare con maggior serenità anche i momenti più difficili. Essere parte di una dimensione naturale ci aiuta a recuperare il diritto alla fragilità, da cui può rinascere un’alleanza vera, un legame positivo con il mondo e con gli altri”.

 

“Il paesaggio è un concetto complesso, mutevole in base alle epoche, e la sua interpretazione con il passare del tempo è diventata più complessa- commenta l’assessore regionale alla Cultura e Paesaggio, Mauro Felicori-. La mostra fotografica, così come il volume, mettono l’accento sulla visione più emotiva del paesaggio: gli scatti dei partecipanti esprimono il rapporto tra paesaggio ed essere umano, che si caratterizza sempre in una relazione benefica”.

 

“Il paesaggio come balsamo, capace di rasserenare, rassicurare e anche di curare- aggiunge l’assessore-. Non è un caso che sia ospitata dalla Fondazione Policlinico Sant’Orsola, luogo di cura per eccellenza dove l’uomo viene confortato, accudito, guarito. Perché il paesaggio mantenga queste sue facoltà però- conclude- sono necessarie attenzione e rispetto: iI paesaggio che cura rimarrà tale se anche noi ce ne prenderemo cura”.

 

Agli amanti della fotografia, professionisti e no, si è chiesto di raccontare con le immagini il ruolo centrale, nella vita del verde che ci circonda, per il personale benessere e per il bene della comunità, per l’azione curativa che può esercitare su alcune malattie, per l’armonia e la bellezza che infonde.

Una giuria composta da esperti della Regione Emilia-Romagna e della Fondazione Sant’Orsola onlus ha selezionato i 26 scatti più significativi per la mostra: un racconto per immagini dedicato alle emozioni e alle relazioni che donne e uomini, bambine e bambini, alimentano immergendosi nel paesaggio e nella natura.

 

Tutte le immagini sono accompagnate dal commento degli autori degli scatti e un volume, a cura di Fabio Falleni, Rosella Ghedini e Carlo Tovoli (Patrimonio culturale Focus, Regione Emilia-Romagna, 2022) raccoglie una vasta selezione di fotografie del concorso, introdotta da Giuseppe Barbera e Valentina Ivancich, a cui seguono gli atti del convegno dedicato al paesaggio come cura svolto a Bologna il 17 settembre 2021.

 

Il volume, disponibile online , sarà distribuito gratuitamente in occasione dell’inaugurazione della mostra.

 

 

Insieme per ricordare in piazza Maggiore le 3.700 vittime bolognesi del Covid 19

“Non c’è futuro senza memoria” è il tema della giornata a ricordo delle vittime di quello che resta uno dei drammi più terribili di questi ultimi anni. Piazza Maggiore, cuore di Bologna, domenica 13 marzo accoglie gli oltre 3.700 bolognesi che ci hanno lasciato a causa del Covid-19, i cui nomi popoleranno il crescentone, ognuno scritto a mano su un cavaliere di alluminio bianco assieme all’anno di nascita e accompagnato da una piccola candela LED a illuminare il buio della notte che abbiamo attraver- sato in due anni di pandemia.

 

Dall’ultracentenaria Alda, nata nel 1914, fino al piccolo Mahmoud del 2019. Dalle ore 10 fino alla mezzanotte di domenica, saranno chiamati ad uno ad uno, per nome, per ricordarli e ridare loro la giusta dignità dopo mesi in cui sono stati principalmente numeri nei bollettini quotidiani sull’avanzare dell’epidemia.

 

Durante la giornata porteranno la loro personale memoria i rappresentanti delle istituzioni, delle Forze dell’Ordine, della società civile e delle diverse confessioni religiose. Tra questi, il Sindaco di Bologna Matteo Lepore e l’emerito Sindaco Virginio Merola, S.E. Matteo Zuppi Arcivescovo di Bologna, Yassine Lafram Presidente dell’Unione Comunità Islamiche Italia- ne, Alberto Sermoneta Rabbino capo di Bologna, Daniela Guccione responsabile Segretariato Attività Ecumeniche di Bologna, oltre a rappre- sentanti della Chiesa Metodista e Valdese, delle comunità induiste e buddiste.

 

Tra le testimonianze anche quelle degli operatori sanitari dei Pronto soccor-so, delle Terapie intensive e delle Malattie infettive dell’Azienda USL di Bologna e del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi, che hanno accompagnato tante persone nelle loro ultime ore.

 

Anche i parenti delle vittime potranno contribuire alla giornata con un pensiero direttamente in Piazza Maggiore o a distanza scrivendo all’indiri- zo mail bolognamemoriacovid@gmail.com.

 

L’iniziativa nasce da una rete di associazioni di volontariato che hanno supportato la campagna vaccinale anti-covid, con il coordinamento di Croce Rossa Italiana – Comitato di Bologna e Cefa onlus, e la partecipazio- ne di Ageop, Agesci, Amaci, Anglad, Anpas, Ant, Associazione Mario Campanacci, BimboTu, Comunità di Sant’Egidio, Cucine Popolari, Fanep, Fondazione Policlinico Sant’Orsola, Piazza Grande, Piccoli Grandi Cuori.

 

L’evento è patrocinato da: Comune di Bologna, Azienda USL di Bologna, Ordine dei Farmacisti, Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Ordine delle Ostetriche, Ordine delle Professioni Infermieristiche, Ordine dei TSRM PSTRP di Bologna.

A Casa Emilia una speranza per Anna e Karina in fuga dall’Ucraina

Il marito le ha messe in macchina e le ha fatte partire. Così dopo 3 giorni di viaggio Anna, che ha 32 anni, e Karina, la sua bimba di 2, sono arrivate in Italia. Sono scappate dalla guerra in Ucraina e sono venute a Bologna in cerca di cure, di cui hanno entrambe necessità. Da ieri vivono a Casa Emilia, la nostra struttura di accoglienza.

 

A Bologna Anna ha la mamma, che fa la badante e non può ospitarle a casa dell’anziano che accudisce. Così nell’appartamento che abbiamo preparato per loro oltre al letto matrimoniale per Anna e la sua bimba, c’è un altro letto singolo, se avrà bisogno che la mamma si fermi ad aiutarla durante le terapie. E da domani i nostri volontari saranno a disposizione per accompagnarle in ospedale tutte le volte in cui ce ne sarà bisogno.

 

Anna e Karina sono arrivate a Casa Emilia grazie alle straordinarie reti di generosità che fanno vivere Bologna. Grazie a Paola che conosceva indirettamente la mamma di Anna. Grazie a Francesca che da volontaria senza casacca si sta prodigando per trovare case ai profughi in arrivo e mentre parla con noi prova a risolvere la situazione di una nonna, una mamma e tre bambini. Grazie alle suore che le hanno accolte per le prime ore. E grazie a chi donando ci permetterà di garantire loro l’accoglienza per tutto il periodo necessario alle cure.

 

“È un’ondata di generosità – spiega il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – che apre il nostro cuore alla speranza e la tiene accesa, nonostante tutto. Casa Emilia è nata per permettere a chi viene al Sant’Orsola possa vivere il percorso di cura sentendosi a casa anche quando si è lontani dalla propria: vale per tutti, vale in modo particolare per Anna e la sua bambina che hanno dovuto fuggire in auto da un Paese in guerra”.

 

(foto Gianni Schicchi – Il Resto del Carlino)

Oncologia, con Banca di Bologna per realizzare due stanze di degenza tutte nuove

Quarantamila euro per l’Oncologia del Sant’Orsola. È questo l’obiettivo della campagna di raccolta fondi che Banca di Bologna lancia mettendo in campo tutti gli strumenti che ha a disposizione: gli sportelli bancomat, il sito di home banking, le newsletter per i soci e le proprie stesse filiali. Obiettivo: quasi raddoppiare la donazione già fatta dall’istituto di piazza Galvani e riuscire così a ristrutturare due stanze di degenza con un costo di € 40.000 ognuna, che complessivamente potranno accogliere ogni anno circa 270 pazienti.

 

Banca di Bologna aderisce così al progetto di Fondazione Sant’Orsola “Lo spazio che cura”, per donare ai pazienti oncologici un reparto dove vivere al meglio il proprio percorso. Un obiettivo fondamentale: come dimostrano studi di recente pubblicazione, se un paziente oncologico è accolto in un ambiente migliore, le terapie sono più tollerabili e i risultati migliori. Lo spazio in cui avviene la cura fa dunque parte della cura.

 

Il progetto “Lo spazio che cura”

 

Il progetto di Fondazione Sant’Orsola prevede una completa trasformazione dei locali di degenza al quinto piano del padiglione 2, costruiti negli anni Sessanta, affidata all’architetto Simone Gheduzzi di Diverserighestudio. “Il nostro obiettivo – spiega – è stato creare uno spazio nel quale il paziente potesse sentirsi il più possibile a casa. Ci siamo immaginati che quella casa potesse essere aperta e potesse portare il paziente fuori dalle mura dell’ospedale. Ci siamo immaginati che l’esterno potesse entrare nell’interno”.

 

Il corridoio centrale diventerà così un lungo portico, per creare un collegamento visivo tra la città e l’ospedale. La guardiola di medici e infermieri non sarà più chiusa ma attraverso un bancone in legno si aprirà al contatto con pazienti e familiari. La sala d’attesa sarà completamente rinnovata, per diventare un salotto dove passare un po’ di tempo anche per leggere o chiacchierare. Sarà creato un nuovo ambiente per i colloqui con medici e psicologi. Saranno completamente rinnovate le 8 stanze di degenza. Un progetto complesso per realizzare il quale, entro la fine dell’anno, servono almeno 530.000 euro.

 

Banca di Bologna ‘adotta’ due stanze

 

Banca di Bologna, che sostiene i progetti di Fondazione Sant’Orsola fin dalla sua nascita, ha donato 50.000 euro per “Lo spazio che cura” ed ora punta a coinvolgere i propri soci e clienti. La campagna utilizzerà tutti gli strumenti a disposizione della banca, con banner sugli schermi dei bancomat e sul sito di home banking, appelli sulle newsletter per i soci, materiale in distribuzione nelle filiali. Obiettivo: raggiungere complessivamente 90.000 euro per ‘adottare’ due stanze, sostenendo tutti gli interventi che saranno realizzati per rinnovarle.

 

“Dopo l’importante donazione destinata agli ospedali bolognesi effettuata all’inizio della pandemia e per il secondo anno sostenitori di Parlami Ancora, lo sportello di ascolto per famiglie con ragazzi fragili, continua il nostro percorso di affiancamento ai progetti della Fondazione Sant’Orsola”– dice  Enzo Mengoli, Presidente di Banca di Bologna –  “Abbiamo voluto infatti contribuire a questa iniziativa con una donazione di 50.000 nonché lanciare una raccolta fondi rivolta alla città, ai nostri clienti e soci con l’obiettivo complessivo di realizzare due stanze di degenza accoglienti ed efficienti per quelle persone che stanno attraversando un difficile momento della loro vita. Contribuire a dare nuova vita al Padiglione di Oncologia del Sant’Orsola, eccellenza del panorama ospedaliero e sanitario, è per noi motivo di orgoglio a conferma dell’impegno verso il nostro territorio e la nostra comunità”.

 

In ogni stanza, infatti, saranno realizzati nuovi pavimenti e una nuova illuminazione; verranno introdotti letti elettrici di ultima generazione; saranno rinnovati completamente i servizi igienici; i terrazzi, oggi vuoti, si trasformeranno in giardini con fioriere alte, visibili anche per chi deve rimanere a letto; verrà portata la musica in ogni stanza tramite la filodiffusione e saranno inserite tende fonoassorbenti tra un letto e l’altro per garantire una maggior privacy; in ogni stanza sarà creato un salottino per mangiare o chiacchierare con i propri cari.

 

Con l’adozione di due stanze si rafforza ulteriormente il rapporto tra Fondazione Sant’Orsola e Banca di Bologna. L’istituto di piazza Galvani aveva già donato 250.000 euro nella prima fase della pandemia, il 24 marzo 2020, per sostenere i progetti per gli ospedali e il personale sanitario di Bologna realizzati dalla Fondazione con la campagna “Più forti insieme”. Non solo: nel 2021 ha finanziato completamente il progetto “Parlami ancora” tramite il quale la Fondazione Sant’Orsola ha garantito 117 sedute di supporto psicologico per 20 famiglie con bambini con disabilità intellettive, che hanno risentito in modo particolarmente forte dell’emergenza sanitaria e del lockdown in particolare.

 

 

Per partecipare alla campagna di Banca di Bologna è possibile donare

  • Con bonifico sul conto corrente bancario intestato a Fondazione Sant’Orsola – presso Banca di Bologna – Iban IT75W0888302401016000162246 – Causale: Bologna per l’Oncologia

 

 

Conad Nord Ovest dona 118 mila euro per i piccoli pazienti del Sant’Orsola

Grazie al prezioso contributo dei clienti e alla loro generosità, l’iniziativa natalizia “Con tutto il cuore per un grande progetto di solidarietà” lanciata da Conad Nord Ovest ha permesso di donare 118.000 euro alla Fondazione Sant’Orsola per tre progetti pediatrici. Ieri si è svolta la cerimonia di consegna, a cui hanno partecipato il presidente della Fondazione Giacomo Faldella, il direttore generale del Policlinico Chiara Gibertoni, il direttore rete Emilia di Conad Nord Ovest Michele Orlandi ed alcuni soci Conad.

 

L’importo raccolto è stato donato alla Fondazione Sant’Orsola e si trasformerà in tre aiuti importanti per i piccoli pazienti dell’ospedale. Verrà innanzitutto acquistato un ecografo di ultima generazione per gli esami cardiologici eseguiti ogni giorno nel reparto di Pediatria d’urgenza e negli ambulatori e nei reparti di tutto il padiglione 13. Dal mese di marzo potrà inoltre ripartire la musicoterapia che porterà 2 ore di musica tutte le settimane in tutti i reparti pediatrici, grazie al progetto Tamino che Fondazione Sant’Orsola ha predisposto in collaborazione con l’associazione Mozart 14 e con Fondazione Abbado.

 

Verrà infine realizzata una sala per la risonanza magnetica a misura di bambino, dove i piccoli pazienti potranno vivere il momento della terapia nella maniera meno traumatica possibile creando attorno al loro un ambiente familiare e accogliente.  Grazie alla donazione di Conad, la macchina e la sala stessa saranno adattate per consentire al bambino di ascoltare la sua musica o guardare il proprio cartone animato preferito durante tutto il tempo delle terapie. Un progetto che ci impegnerà insieme nei prossimi mesi e che prende avvio grazie a Conad.

 

“Per il secondo anno ci troviamo qui al Sant’Orsola orgogliosi di poter dare il nostro contributo ad un centro di eccellenza e poter contribuire a migliorare la vita di molti bambini. – dichiarano Michele Orlandi , direttore rete Emilia di Conad Nord Ovest ed i Soci presenti  – Anche quest’anno abbiamo raggiunto un ottimo risultato: la donazione è il segno della partecipazione e della generosità dei nostri Soci e Clienti, un gesto di solidarietà che ci auguriamo possa rendere il più normale possibile la vita di tanti piccoli pazienti. Crediamo molto in questo progetto, che ci vede impegnati già da tempo al fianco di importanti ospedali pediatrici italiani. Un’iniziativa che riafferma la nostra volontà di sostenere e creare valore condiviso per le Comunità che ci ospitano, accompagnarle verso il futuro nel segno di quella cultura solidale che da sempre contraddistingue Conad. Il nostro doveroso ringraziamento va a tutti coloro che hanno reso possibile questo importante risultato e a tutto il personale sanitario che lavora e continua a lavorare senza sosta nei reparti di pediatria”.

 

Quello di Conad è un dono due volte prezioso – commenta Chiara Gibertoni, direttore generale del Policlinico di Sant’Orsola – perché certamente ci aiuterà a curare ancora meglio i nostri bambini ma anche perché a donare è stato un territorio intero che conosce e riconosce le sue eccellenze e che ha deciso di sostenere il proprio ospedale. Conad, una volta di più, è riuscita a innescare quel circolo virtuoso tra istituzioni, aziende, Fondazione e persone che operando assieme, uniti, fanno di un territorio una comunità”.

 

La campagna “Con tutto il Cuore” vede da anni impegnata Conad Nord Ovest a fianco di importanti ospedali pediatrici delle regioni in cui opera. Grazie alla generosità dei numerosi clienti in otto edizioni la campagna ha permesso di donare complessivamente ben oltre 3,3 milioni di euro a favore di: Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, Ospedale pediatrico Microcitemico e Azienda Ospedaliera Brotzu di Cagliari, Azienda ospedaliero universitaria Meyer di Firenze, Fondazione Toscana Gabriele Monasterio di Pisa e Fondazione Santa Maria Nuova di Firenze, a cui si sono aggiunti l’Istituto Giannina Gaslini di Genova (dal 2019), il Policlinico Sant’Orsola di Bologna e la Fondazione Ospedale Regina Margherita di Torino (dal 2020).

 

Conad Nord Ovest è una delle maggiori imprese italiane della distribuzione associata, con un giro di affari di oltre 4 miliardi di euro. I territori in cui opera con 381 soci imprenditori e oltre 18 mila addetti sono Piemonte e Valle d’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna (province di Modena, Bologna e Ferrara), Toscana, Lazio (province di Roma, Viterbo), Lombardia (provincia di Mantova) e Sardegna. Conad Nord Ovest conta 600 punti di vendita, in cui sono presenti tutti gli attuali format distributivi.

 

Insieme alla Fondazione Face3D per ridare il sorriso alla piccola Nour

Insieme per ridare il sorriso alla piccola Nour, una bimba libica affetta dalla nascita dalla paralisi facciale al volto, operata e guarita al Sant’Orsola grazie alla competenza dei chirurghi del reparto Maxillo-facciale. Un intervento reso possibile dalla collaborazione tra Fondazione Face3D, che ha sostenuto il costo dell’operazione, e Fondazione Sant’Orsola, che l’ha ospitata per due mesi insieme alla mamma e al papà.

 

Nour è stata indirizzata a Bologna da un chirurgo del suo Paese che in India aveva conosciuto tre anni fa un giovane chirurgo dell’equipe di Marchetti. L’equipe del Sant’Orsola ha ricostruito collegamenti nervosi sul volto della piccola paziente utilizzando nervi funzionanti ed è stato simmetrizzato il viso. Tra qualche mese, ripresa la funzionalità dei nervi, Nour per la prima volta potrà così sorridere.

 

Non essendoci una convenzione tra Emilia-Romagna e Libia, i costi dell’intervento dovevano essere coperti da qualcuno e la famiglia doveva essere accolta a Bologna, per le visite e gli esami pre-operatori e la convalescenza post operatoria, per quasi due mesi. Della prima spesa – come accennato – si è fatta carico la Fondazione Face3D, nata per sostenere la ricerca e la cura in ambito maxillo-facciale, della seconda la Fondazione Sant’Orsola.

 

“Fondazione Sant’Orsola – spiega Andrea Rizzoli, presidente BCC Felsinea e consigliere di amministrazione di Fondazione Sant’Orsola – ha aperto una piccola struttura per accogliere chi viene a curarsi a Bologna e per noi è un po’ il cuore di tutta la nostra attività. Poter mettere a disposizione questa opportunità anche di Nour è stato naturale.  In questi mesi difficili, poi, poter aiutare una bimba a ritrovare la possibilità di sorridere è forse una piccola cosa, ma ha un significato e un valore grande, che coinvolge ognuno di noi. Averlo fatto insieme ad un altro ente non profit è per noi un motivo ulteriore di soddisfazione: è bello vedere come soggetti privati sappiano unirsi per un bene comune, per una buona causa che li accomuna. È un elemento di speranza per tutta la nostra comunità”.

 

Geriatria, nuovo servizio per i nostri volontari nell’ambulatorio per le demenze

I nostri volontari stanno finendo la formazione sul campo per iniziare, in questi giorni, un nuovo servizio. Tutte le mattine e per due pomeriggi alla settimana saranno negli ambulatori del Centro disturbi cognitivi e demenze, per essere accanto a familiari ed anziani, qui per le visite diagnostiche. Un momento delicato, dove è ancor più importante non essere soli, trovarsi in un ambiente accogliente
Grazie di cuore al primario Maria Lia Lunardelli, ai medici, alle infermiere, alle operatrici socio-sanitarie e soprattutto ad Anna, infermiera da pochi giorni in pensione, ma che torna ogni giorno in reparto per formarci ed accompagnarci in questa nuova attività.

Un’ambulanza per il Sant’Orsola, il dono di quattro cugini in memoria di Renzo Adversi

Un’ambulanza per il Sant’Orsola. L’hanno donata e consegnata oggi alla Fondazione quattro cugini in memoria di Renzo Adversi. Un modo, concreto, per far fiorire la solidarietà anche da un evento così triste, per sostenere chi vivrà un percorso di cura all’interno del Policlinico di Bologna.

 

Alla cerimonia di consegna – che si è svolta nel cortile della chiesa di San Gregorio, a fianco del padiglione 2 – erano presenti i quattro cugini Barbara Adversi, Andrea Aldrovandi, Paolo Cesari e Patrizia Cesari, il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella e il direttore sanitario del Policlinico di Sant’Orsola Consuelo Basili.

 

“Questo dono – spiegano i quattro cugini di Renzo Adversi – è la testimonianza che il suo ricordo sopravvivrà nella memoria di chi lo ha amato e si trasformerà in un aiuto anche per chi non lo ha conosciuto”.

 

“C’è qualcosa più forte di ogni cosa – ha commentato il presidente Giacomo Faldella – ed è l’amore che ci lega alle persone e che può tradursi, come in questo caso, in una scelta capace di contenere in questo abbraccio, in cui la vita davvero vince, anche tante altre persone che non si conoscono nemmeno, con una generosità che testimonia il valore del legame con chi non è più fisicamente al nostro fianco”.

 

L’ambulanza per il soccorso, costata 79mila euro, è completa degli alloggiamenti per tutte le strumentazioni necessarie, dall’ossigeno al defibrillatore, controllate da una centralina posta a fianco del guidatore, e per garantire sicurezza e sanificazione è dotata tra l’altro di un impianto di aspirazione e ventilazione che consente 20 ricambi d’aria completi ogni ora.

 

A fianco della barella, sono stati inseriti gli alloggiamenti per consentire di trasportare in sicurezza una carrozzina per persone con disabilità, con un sollevatore sotto alla porta laterale per farla salire e scendere agevolmente, una dotazione non standard che potrà essere molto utile per gli utilizzi che il Sant’Orsola deciderà di fare dell’ambulanza.

 

“Ringraziamo di cuore – ha commentato la dottoressa Basili, direttore sanitario del Policlinico – chi ha scelto di ricordare un proprio caro con un gesto di generosità così grande, che ci dà la possibilità insieme alla Fondazione di pensare a nuovi servizi in particolare per aiutare chi, non autosufficiente, deve venire in ospedale o deve tornare a casa dopo una terapia o un ricovero”.

 

“Stiamo studiando come tradurre al meglio – ha spiegato il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – questa generosità in qualcosa che sia utile ai pazienti più fragili, migliorando l’accesso all’ospedale e la loro sicurezza, pensando a nuovi servizi che potremo sviluppare anche insieme ad altre associazioni di volontariato ed Onlus attive all’interno dell’ospedale e in questo ambito a Bologna”.

 

foto © Paolo Righi

La generosità che ha salvato Habibou migliora le cure per tutti i bimbi cardiopatici

La generosità dei bolognesi che dieci mesi fa aveva salvato la vita al piccolo Habibou regala oggi una speranza in più a tanti altri bambini cardiopatici. Grazie alle donazioni arrivate all’Associazione Piccoli Grandi Cuori e alla Fondazione Sant’Orsola che non è stato necessario utilizzare per il bimbo del Niger, visto il decorso clinico perfetto che lo ha caratterizzato, oggi le due Onlus hanno potuto donare al Policlinico di Bologna un’innovativa sonda ecocardiografica per rendere più sicuri gli interventi al cuore per bimbi e neonati.

 

La campagna per Habibou era stata lanciata nella primavera 2021. Il bambino soffriva di una cardiopatia congenita grave, la Tetralogia di Fallot, caratterizzata da un’ostruzione del flusso sanguigno verso i polmoni. Per sperare di poter diventare grande aveva bisogno di un intervento che nel suo Paese nessuno era in grado di effettuare. Così è partita una raccolta fondi che in poche settimane ha consentito di portare il piccolo a Bologna e di pagare intervento e riabilitazione.

 

Grazie all’equipe del professor Gargiulo che lo ha operato e seguito, non ci sono state complicanze e anche la ripresa è avvenuta in tempi molto più rapidi del previsto. Dei 56.823 euro raccolti da Piccoli Grandi Cuori e Fondazione Sant’Orsola sono rimasti così 21.942 euro che le due Onlus hanno deciso di integrare e, raggiunti i 27.000 euro, devolvere all’acquisto di un’attrezzatura sanitaria che potesse contribuire a migliorare il percorso di cura di tanti altri bambini che, come Habibou, necessiteranno di un intervento al cuore.

 

Si tratta di una sonda ecocardiografica transesofagea: “Le sonde fino ad oggi utilizzate – spiega la cardiologa pediatrica del Policlinico di Sant’Orsola Anna Balducci – ci consentivano di eseguire esami solo nei pazienti adulti e nei bambini grandi. Con questo nuovissimo strumento potremo effettuare l’ecocardiografia transesofagea anche nei neonati cardiopatici di peso superiore ai 2,5 kg: questo ci permetterà di eseguire una valutazione anatomica molto precisa e dettagliata del cuore, della sua struttura e del suo funzionamento acquisendo moltissime informazioni che sono utili al cardiochirurgo, in sala operatoria, prima dell’intervento”.

 

Sarà possibile così avere un controllo “on line”, in tempo reale, dell’intervento cardiochirurgico ed una valutazione dei risultati della correzione chirurgica; inoltre, sarà utile anche in terapia intensiva e in sala di emodinamica.  La sonda ecocardiografica transesofagea sfrutta infatti lo stretto contatto esistente tra l’esofago ed il cuore e permette una migliore visualizzazione delle camere cardiache, dei grossi vasi polmonari e dell’aorta, delle valvole cardiache, con un dettaglio migliore rispetto a quanto consentito dal più semplice ecocardiogramma transtoracico (ETT).

 

“Donare è dare con assoluta spontaneità, liberalità – commenta la presidente dell’Associazione Piccoli Grandi Cuori – è attendere con amore e con impegno a qualcosa. Ed è quello che noi, come organizzazione di volontariato, cerchiamo di fare tutti i giorni, con i nostri genitori, con i nostri volontari: doniamo il nostro tempo e le nostre risorse, per aiutare chi ne ha bisogno, per sensibilizzare, per impiantare consapevolezza, per tradurre una necessità in opportunità. In tutto questo è fondamentale avere al proprio fianco compagni di viaggio sensibili e attenti, come lo è la Fondazione e come sono tutte le persone che ci aiutano grazie alle loro donazioni, anche economiche: con l’acquisto di questo strumento siamo felici di poter contribuire al lavoro eccellente che i nostri medici svolgono per curare i cardiopatici congeniti”.

 

“La generosità dei bolognesi – commenta Giacomo Faldella, presidente di Fondazione Sant’Orsola – ancora una volta ci ha sorpreso ed è molto positivo che un gesto di accoglienza verso un bimbo venuto dal Niger permetta sia alla sua vita di ripartire sia di aiutare tanti altri bambini. È la potenza del dono, un circolo virtuoso che moltiplica il bene, per tutti. La collaborazione con una realtà di grande valore come Piccoli Grandi Cuori e la grande capacità dei medici del Policlinico hanno fatto il resto, permettendo di raggiungere un risultato positivo che arricchisce tutta la nostra comunità”.

 

“Guarda come cresco”, aperte le iscrizioni al corso di sei giornate per logopediste e studenti

Tre fine settimana, nove sessioni di lavoro: sei solo per logopediste, tre aperte anche ai genitori. È il corso che Fondazione Sant’Orsola e Comitato Amici di Lejeune hanno ideato per far conoscere il progetto “Guarda come cresco”, che garantisce la logopedia precoce per i bambini con sindrome di Down, e per diffondere questa opportunità.

 

Si parte il 12-13 febbraio per proseguire il 26-27 marzo e chiudere il 9-10 aprile, il sabato dalle 9 alle 17.30, la domenica dalle 9 alle 13, sempre presso l’Aula Magna del padiglione 10 del Sant’Orsola (via Massarenti 11). La direzione scientifica del corso sarà della dottoressa Letizia Di Pietro, esperta del metodo Drezancic seguito dal progetto.

 

L’obiettivo del corso – a pagamento per le logopediste che vogliono gli ECM ma gratuito per studenti di Logopedia, genitori e professionisti che seguono i bambini aderenti al progetto “Guarda come cresco” – è far conoscere il metodo che viene applicato, nella speranza che anche in altri territori possano svilupparsi esperienze analoghe.

 

Per ulteriori informazioni e per partecipare: guardacomecresco@fondazionesantorsola.it

 

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