Casa Emilia

CASA, CHI CERCA DONA

UN’INIZIATIVA A SOSTEGNO DI CASA EMILIA PER L’ACCOGLIENZA DI PAZIENTI E FAMILIARI

Fondazione Sant’Orsola e Alessio Rossi, agente immobiliare Re/Max Prestige, lanciano la campagna Casa, chi cerca dona. Nata da un’idea di Alessio Rossi l’iniziativa ha l’obiettivo di sostenere il progetto Casa Emilia della Fondazione grazie alle visite dei potenziali compratori all’open house dell’immobile a cui sono interessati.

Attraverso una donazione di 25€ destinata direttamente alla Fondazione, i partecipanti agli open house organizzati da Rossi, sosterranno Casa Emilia, la casa d’accoglienza di Fondazione nata per donare il calore di una casa prima e dopo l’ospedale a pazienti e familiari che arrivano da tutta Italia al Policlinico di Bologna per il proprio percorso di cura.

Questa idea nasce dalla volontà di lasciare un’impronta sociale oltre l’attività commerciale” ci racconta Alessio Rossi, “l’idea di inserire una donazione per accedere alle visite immobiliari vuole essere una testimonianza e un’azione concreta per generare sinergia e impegno sociale a favore del territorio, di pazienti e familiari che si trovano ad affrontare un periodo di fragilità. Con il progetto di Casa Emilia di Fondazione Sant’Orsola e una piccola donazione durante le visite possiamo contribuire a donare una casa lontana da casa a chi si trova a Bologna per curarsi”.

I visitatori degli open house riceveranno in fase preliminare tutte le informazioni dettagliate sull’immobile (immagini, video, indirizzo e planimetria interna) in modo tale da poter effettuare fin da subito un’analisi completa. Gli interessati che vorranno procedere alla visita fisica riceveranno in seguito anche il link dove sarà possibile effettuare la donazione e completare la prenotazione all’open house. Se l’immobile, dopo la visita, non corrisponderà alle aspettative del visitatore, i 25€ della visita verranno comunque devoluti alla Fondazione a favore del progetto Casa Emilia. In caso di acquisto, questa cifra verrà, invece, totalmente scontata dalla provvigione dovuta all’agente ma resterà comunque a sostegno del progetto.

Siamo felici di essere stati coinvolti in questa iniziativa” conferma Giacomo Faldella, presidente di Fondazione Sant’Orsola “acquistare una casa non significa solo possedere un bene ma anche trovare il proprio posto nel mondo e il sostegno che arriverà per Casa Emilia permetterà di continuare ad aprire le porte a pazienti e familiari che arrivano a Bologna per le cure di cui necessitano facendo trovare anche a loro il calore di una casa e la gioia di non essere soli in una città che non si conosce.

Casa Emilia con i suoi 19 appartamenti ha già ospitato dal 2021 oltre 400 famiglie ognuna con un percorso di cura differente accogliendo pazienti da 59 reparti del Sant’Orsola. Dal 2023 ha aperto le sue porte anche alle famiglie con gravidanze a rischio che devono recarsi qui al Sant’Orsola per garantire il parto in sicurezza per la mamma e il suo bambino.

Alessio Rossi è un professionista immobiliare, con oltre 14 anni di carriera alle spalle. Con grande passione e integrità professionale, ha scelto un approccio professionale che integra innovazione commerciale e responsabilità sociale. Agente immobiliare regolarmente abilitato ed iscritto al numero REA: BO507467. Per informazioni e contatti: https://www.linkedin.com/in/alessiorossi/

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Dai panificatori Ascom e Palazzo di Varignana 60 chili di raviole a sostegno di Casa Emilia

Sessanta chili di raviole, ripiene di una marmellata speciale di albicocche, cardamomo e goji. E un mese di accoglienza per una famiglia a Casa Emilia. È la donazione che l’Associazione Panificatori di Bologna e Provincia, Confcommercio Ascom Bologna e Palazzo di Varignana hanno realizzato per Fondazione Sant’Orsola. Una storia di generosità che ha un valore in più, perché ha permesso di non sprecare ciò che, essendo prossimo alla scadenza, non poteva essere commercializzato.

Tutto inizia, infatti, con la donazione a Fondazione Sant’Orsola di oltre 400 vasetti di marmellata realizzata da Palazzo di Varignana con materie prime di grande qualità. “Collaboriamo da tempo con la Fondazione Sant’Orsola, perché ne condividiamo i valori, lo spirito e la visione etica. Anche per questo – racconta Carlo Gherardi, fondatore di Palazzo di Varignana – abbiamo scelto di dedicare all’iniziativa ‘Sessanta chili di raviole per le famiglie ospitate a Casa Emilia’ i frutti del nostro amore per la terra, rappresentati dalle confetture di albicocca, cardamomo e goji che produciamo nella nostra azienda agricola. Ogni anno il nostro frutteto di alberi dimenticati ci regala l’occasione di portare sulla tavola delle persone storie di sapori antichi. Queste nostre piccole bontà sono diventate un gesto di solidarietà nel progetto della Fondazione Sant’Orsola. Un gesto che ci riempie di orgoglio e soddisfazione”.

Fondazione Sant’Orsola ha quindi portato i vasetti all’Associazione Panificatori di Bologna e provincia che si è offerta di trasformarli in prodotti da forno. Insieme all’Associazione sfogline, una quindicina di pasticceri e fornai si sono così dati appuntamento nel laboratorio di via Gnudi per realizzare 60 chilogrammi di raviole, confezionate in oltre 300 sacchetti da cinque.

«Ancora una volta Confcommercio Ascom Bologna e l’Associazione Panificatori sono scesi in campo al fianco di Fondazione Sant’Orsola per regalare un attimo di normalità a chi soffre – spiega Giancarlo Tonelli, Direttore Generale Confcommercio Ascom Bologna –. Fondamentale anche il supporto di Palazzo di Varignana che ha permesso di non sprecare cibo prossimo alla scadenza, dando all’iniziativa anche un’impronta di sostenibilità».

«Abbiamo riunito un gruppo di giovani pasticcieri, fornai e sfogline di Bologna e provincia per questa raviolata di beneficenza, resa possibile anche grazie alla supervisione di qualche veterano – prosegue Samuel Mafaro, presidente dell’Associazione Panificatori di Bologna e provincia –. Aiutare chi soffre non ha prezzo ed è per questo che non ci siamo tirati indietro».

Le raviole saranno donate nei prossimi giorni alle famiglie ospitate gratuitamente a Casa Emilia, la struttura di accoglienza realizzata da Fondazione Sant’Orsola per chi viene a curarsi a Bologna, e ai pazienti e agli operatori sanitari di alcuni reparti dove anche in questi giorni sono al lavoro i volontari della Fondazione, regalando un sapore di casa a chi è ricoverato in ospedale o frequenta il day hospital per visite e terapie.

Ma la generosità non si è fermata qui: l’Associazione Panificatori di Bologna e provincia e Confcommercio Ascom Bologna hanno accompagnato le raviole con una donazione che permetterà di ospitare per un mese una famiglia a Casa Emilia. «Anche così, grazie alla generosità di Bologna – ha commentato il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – chi vive un percorso di cura può sperimentare ogni giorno la gioia di non essere solo».

 

Quattro cene per 100 giorni d’accoglienza a Casa Emilia e non solo

Sono state serate bellissime, durante le quattro cene chi ha partecipato ha potuto conoscere da vicino Casa Emilia, incontrando sul grande terrazzo pazienti, familiari e volontari. Grazie a tutte le persone che hanno partecipato a “I sapori di Casa, quattro cene per Casa Emilia” siamo riusciti a raccogliere 11.255 euro che, detratti 3.272 euro di spese, hanno generato una donazione di 7.953 euro.

Con 4.900 euro riusciremo garantire 100 giorni di accoglienza, quattro mesi nei quali chi dovrà lasciare la propria casa e i propri affetti per arrivare a Bologna potrà trovare non solo un alloggio ma una rete su cui contare. I restanti 3.000 euro sono stati destinati a Cooperativa L’Orto a sostegno del progetto di una nuova casa per i 18 ragazzi che hanno dovuto abbandonare quella in cui abitavano perché completamente sommersa dal fango a causa dell’esondazione dell’Idice. Un progetto che condivide con Casa Emilia i principi di accoglienza e partecipazione.

Aver aperto le porte di Casa Emilia ci ha ricordato nuovamente che sono le persone e i legami che scegliamo di creare a diventare cura. Insieme continuiamo ad abitare un luogo non solo fisico ma un luogo dentro di noi che ha il sapore di casa e il profumo di un abbraccio, dove ritrovarci insieme significa diventare comunità.

“CASA EMILIA, L’ACCOGLIENZA RADDOPPIA”: SOSTIENI ANCHE TU IL PROGETTO CON INTESA SANPAOLO

Fondazione Sant’Orsola è stata selezionata per partecipare al Programma Formula di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Fondazione CESVI. Grazie al supporto di Intesa Sanpaolo e alle donazioni di tutti coloro che vorranno sostenere il progetto «Casa Emilia, l’accoglienza raddoppia», potremo, con nuovi appartamenti, accogliere 80 famiglie in più ogni anno, aprendo le porte sia alle mamme con una gravidanza a rischio sia alle famiglie con bambini con sindromi genetiche rare.

La gravidanza può essere definita a rischio per le condizioni della mamma che, avendo ad esempio subito un intervento chirurgico importante al Sant’Orsola, deve partorire qui, dove conoscono la sua situazione, e deve pertanto rimanere a Bologna almeno qualche settimana prima del termine della gravidanza. Ma può essere a rischio anche per una malformazione del nascituro che ha bisogno di essere preso in carico subito dopo il parto in un centro specializzato come il Sant’Orsola.

Il Policlinico, inoltre, è un centro internazionale di riferimento per numerose sindromi genetiche rare. Per questo quando c’è il sospetto che un bambino ne sia affetto è necessario arrivare il prima possibile alla diagnosi e poi seguirlo con controlli almeno annuali e ricoveri e approfondimenti quando necessario. Queste famiglie si trovano così a dover rimanere al Sant’Orsola per lunghi periodi e hanno bisogno di una casa che li possa accogliere.

Ad entrambi riusciremo insieme a dare una risposta grazie alla campagna di raccolta fondi  sulla piattaforma For Funding, e ogni famiglia potrà rimanere per tutto il tempo necessario in un luogo capace di offrire non solo un tetto, ma una seconda famiglia, di far vivere ad ognuno – anche nelle difficoltà – quella che un ospite ha definito «la gioia di non essere soli».

Tutti possiamo contribuire donando su For Funding, la piattaforma di Intesa Sanpaolo per la raccolta fondi in favore di progetti solidali.

Scopri il progetto e partecipa: CLICCA QUI

Dalla grande cena solidale nel chiostro 36mila euro per Casa Emilia

Si è svolta giovedì 14 settembre la quarta edizione della grande cena solidale di Fondazione Sant’Orsola, sotto il chiostro cinquecentesco del Policlinico. Una serata bellissima, che ha consentito di raccogliere (coperte tutte le spese) ben 36.708 euro per sostenere lo sviluppo di Casa Emilia, il progetto di accoglienza per pazienti e familiari che – grazie anche a questa generosità – conoscerà presto tante novità.

 

La cena è stata preparata da alcuni dei principali chef che aderiscono all’associazione bolognese Tour-tlen: Pasquale Troiano della Cantina Bentivoglio; Carlo Alberto Borsarini de La Lumira, Demis Aleotti della Bottega Aleotti, Erik Lavacchielli del Fourghetti, Massimiliano Mascia del San Domenico fino alla sorpresa finale preparata dal maestro Gino Fabbri.

 

I 12 tavoli disponibili erano tutti occupati da amici, grandi donatori e possibili nuovi sostenitori. Insieme al direttore generale del Policlinico Chiara Gibertoni e al presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella, erano presenti – tra gli altri – il direttore generale di Confindustria Emilia Tiziana Ferrari e la vicepresidente Sonia Bonfiglioli, il direttore di Ascom Confcommercio Bologna Giancarlo Tonelli e il direttore regionale di Confcommercio Pietro Fantini, il presidente della Camera di Commercio di Bologna Valerio Veronesi, la presidente di Legacoop Bologna Rita Ghedini.

 

Il sostegno a Casa Emilia è stato così forte grazie alle donazioni di tutti i partecipanti, unite al supporto degli sponsor tecnici che hanno fornito gratuitamente tavoli, sedie e impiattamento (La Casona), il verde (Florsilva) e i vini (Ferrari e Tenute Lunelli). Grazie di cuore a tutti e a tutti arrivederci al prossimo anno per la quinta edizione della cena solidale nel chiostro.

 

Tre cene sotto le stelle con tre grandi ristoranti di Bologna per Casa Emilia

Tre grandi ristoranti di Bologna per una sera apparecchiano i tavoli sul grande terrazzo di Casa Emilia. Tornano anche quest’anno “I sapori di casa”, l’iniziativa a sostegno del luogo dove Fondazione Sant’Orsola accoglie i pazienti che, con le proprie famiglie, devono rimanere a lungo a Bologna per ricevere le cure di cui hanno bisogno.

Mercoledì 26 giugno la cena sarà preparata dal ristorante La Cesarina. Per la settimana successiva invece, mercoledì 3 luglio, il ristorante sarà Via con me, mentre il 10 luglio chiuderà il ristorante Biagi. L’appuntamento è sempre alle 19.30, con l’aperitivo, in via Emilia Levante 10, sede di casa Emilia.

Ogni sera sono 40 i posti disponibili nel grande terrazzo sotto le stelle, tra ulivi e melograni. Per partecipare è richiesta una donazione di 50 euro per persona, che – grazie alla generosità dei ristoratori e del partner tecnico La Casona – andranno interamente a sostegno della casa di accoglienza.

Per partecipare è necessario prenotarsi compilando il modulo raggiungibile qui: clicca qui. Per ulteriori informazioni: info@fondazionesantorsola.it – Tel 349.3284387. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con Confcommercio Ascom. Il Resto del Carlino è media partner di Fondazione Sant’Orsola.

CON FONDAZIONE RIZZOLI E FONDAZIONE BELLARIA UN’UNICA APP PER ACCOGLIERE I PAZIENTI DA FUORI REGIONE

Dalla collaborazione tra Fondazione Ricerca Scienze Neurologiche, Fondazione Rizzoli e Fondazione Sant’Orsola nasce Bologna Accoglie, un’unica porta d’accesso per i pazienti che, arrivando a Bologna da tutta Italia, necessitano di un alloggio per seguire i percorsi di cura di cui hanno bisogno. Un’iniziativa comune, che vuole essere da subito aperta a tutte le associazioni e gli enti attivi in città in questo ambito.

“Fondazione Sant’Orsola ha iniziato nel settembre 2021 – racconta il presidente di Fondazione Sant’Orsola Andrea Moschetti – a svolgere attività di accoglienza di pazienti e familiari. Oggi apriamo le porte a circa 420 famiglie ogni anno, ma ad almeno altrettante non riusciamo a dare risposta. Queste oggi devono iniziare a telefonare a tutte le altre strutture, sperando di trovare una soluzione. Grazie a questo nuovo servizio, di questo lavoro si faranno carico le tre Fondazioni, mettendo in rete l’offerta esistente e rendendo la nostra città davvero accogliente per chi vive un momento di particolare fragilità”.

Bologna Accoglie proporrà i propri servizi attraverso un sito, una app e un numero telefonico a cui tutti coloro che ne hanno necessità potranno rivolgersi per trovare alloggio. Un addetto prenderà in carico le domande e si preoccuperà di contattare tutte le strutture aderenti che corrispondono alle esigenze del paziente, per trovare un posto a lui e alla sua famiglia, il più vicino possibile all’ospedale che lo ha in cura.

Sono tante le case di accoglienza a Bologna, molte delle quali create da associazioni ed enti non profit, ma ancora di più sono quelle gestite da parrocchie o ordini religiosi. Ognuna continuerà ad essere gestita in totale autonomia da chi l’ha creata, ma domanda e offerta avranno una possibilità in più per incontrarsi. Potranno entrare nella rete le case che offrono accoglienza gratuita, ma anche strutture disposte a concedere sconti e tariffe agevolate ai pazienti.

La richiesta è costantemente in aumento, non solo per le differenze che caratterizzano il sistema sanitario tra regione e regione. La specializzazione delle terapie e l’importanza della ricerca rendono sempre più attrattivi alcuni ospedali. Le cure, inoltre, si svolgono sempre più al fuori dalla degenza, con terapie spesso somministrate in Day hospital e lunghi periodi di riabilitazione necessari dopo le dimissioni.

L’obiettivo è coinvolgere Regione, Comune e Arcidiocesi, a cui fa riferimento la maggior parte delle case esistenti. I costi di Bologna Accoglie saranno a carico delle tre Fondazioni, che li suddivideranno in parti uguali. L’adesione alla rete sarà gratuita per tutti gli altri enti, che potranno usufruire anche di un aiuto – se lo desiderano – nella gestione della casa, sotto forma sia di software per aiutare la gestione delle domande sia di consulenza gratuita per tutti gli aspetti legali, autorizzativi ed assicurativi.

“Il problema dell’alloggio per i pazienti che devono seguire percorsi di cura anche lunghi e per le loro famiglie è da sempre molto sentito fra i reparti dell’Ospedale Rizzoli, così come fra quelli di tutti gli ospedali cittadini – commenta la presidente della Fondazione Rizzoli Federica Guidi –. Circa la metà dei pazienti dell’Istituto Rizzoli viene da fuori Bologna, con questo progetto e grazie alla collaborazione con le altre due fondazioni ospedaliere bolognesi, potremmo iniziare a dare risposte concrete alle persone che quotidianamente vengono nella nostra città per curarsi.
Lavorare insieme per il bene comune è ancor più gratificante.”

“Le malattie neurologiche conducono a Bologna pazienti da tutta Italia – spiega il presidente di Fondazione Ricerca Scienze Neurologiche, Daniele Ravaglia – purtroppo tali malattie, spesso degenerative, obbligano sovente alla lungodegenza e non riguardano mai la sola persona che ne è affetta, ma l’intera famiglia. D’altra parte, sappiamo bene che le relazioni familiari e gli affetti sono fondamentali per vivere una condizione di quotidianità positiva e realizzata, anche dentro la malattia. Come Fondazione stiamo lavorando sul tema della ‘normalizzazione’ dell’esperienza di cura: la malattia fa parte della vita e come tale va essere vissuta in piena integrazione all’interno del proprio percorso di vita. Per fare questo, la continuità delle relazioni significative è fondamentalmente. Bologna Accoglie vuole essere un passo avanti in questa prospettiva.”

Nuovi servizi potranno nascere poi da queste collaborazioni, a beneficio di tutti i pazienti, come un servizio navetta sia per raggiungere le case dalla stazione o dall’aeroporto sia per spostarsi da un ospedale all’altro, visto che spesso i percorsi di cura si svolgono in più di un ospedale, in base alle specializzazioni di ognuno. “Vogliamo, anche così, essere d’aiuto per far crescere ancora di più la solidarietà e rendere concreto il valore dell’accoglienza che da sempre caratterizza la nostra comunità” concludono i tre presidenti.