Stefano Vezzani

La Fondazione Sant’Orsola porta il concerto di Alexander Romanovsky in Oncologia

Grazie alla collaborazione tra Fondazione Sant’Orsola e il Varignana Music Festival e Musica Insieme il pianista ucraino Alexander Romanovsky ha portato la sua musica giovedì 15 luglio alle 12.30 ai pazienti e al personale del Day Hospital di Oncologia medica del Policlinico Sant’Orsola.

“Ci sono studi che lo dimostrano – spiega il Professor Andrea Ardizzoni, primario di Oncologia medica del Sant’Orsola – se un paziente oncologico è accolto in un ambiente migliore i risultati delle cure sono migliori. È una questione sostanziale per quello che noi facciamo qui”.

“Avere cura di chi vive un percorso terapeutico – spiega a sua volta il Presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – passa attraverso l’attenzione a tutta la persona, al suo corpo, ai suoi affetti, al desiderio di bellezza che accompagna sempre la vita di ognuno”.

Questo è proprio lo spirito con cui Alexander Romanovsky porterà la sua musica in reparto, con la collaborazione del Varignana Music Festival organizzato da Palazzo di Varignana e Musica Insieme, che il giorno precedente avevano già donato una quota degli incassi del concerto di Alexandra Dovgan per portare la musica attraverso la filodiffusione nella degenza del Padiglione 2.

Ha scritto di lui il New York Times: “Alexander Romanovsky non solo possiede una tecnica straordinaria e la creatività  nei colori e nella fantasia, ma è anche un musicista sensibile e un lucido interprete”. Per tutti noi è stato un incontro bellissimo e le sue note rimarranno a lungo nei corridoi del reparto.

Con il Varignana Music Festival portiamo la musica in Oncologia

Il Varignana Music Festival porta la musica nell’Oncologia del Sant’Orsola. La kermesse ha deciso infatti di destinare una quota degli incassi del concerto di martedì 13 luglio al nostro progetto per portare la musica attraverso la filodiffusione nella degenza del padiglione 2.

 

Il concerto che sosterrà l’Oncologia del Sant’Orsola è quello della pianista quattordicenne Alexandra Dovgan, entrata a 5 anni nella Scuola Centrale del Conservatorio di Mosca, già vincitrice di vari concorsi internazionali. Sulla Terrazza Bentivoglio di Palazzo di Varignana eseguirà brani di Bach, Schumann, Chopin.

 

“Ci sono studi che lo dimostrano – spiega il professor Andrea Ardizzoni, primario di Oncologia medica del Sant’Orsola – se un paziente oncologico è accolto in un ambiente migliore i risultati delle cure sono migliori. È una questione sostanziale per quello che noi facciamo qui”.

 

“Avere cura di chi vive un percorso terapeutico – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – passa attraverso l’attenzione a tutta la persona, al suo corpo, ai suoi affetti, al desiderio di bellezza che accompagna sempre la vita di ognuno”.

 

La donazione del Varignana Music Festival, che ognuno potrà rafforzare partecipando al concerto, contribuirà a realizzare e attivare un impianto di filodiffusione, ma la collaborazione non finisce qui. “Insieme – spiega il professor Faldella – potremo creare durante tutto l’anno occasioni per portare la musica in reparto”.

 

Per ulteriori informazioni sul concerto: https://www.palazzodivarignana.com/it-IT/varignana-music-festival

Per informazioni e prenotazioni: 051 271932 – vmf@palazzodivarignana.com

Biglietti online su Boxer Ticket.

 

Brochure Varignana Music Festival

4.480 ore di volontariato donate per i quattro Punti vaccinali del Sant’Orsola

Ultimo turno stasera per i nostri volontari all’ultimo punto vaccinale rimasto aperto. È terminata, infatti, la campagna che ha visto il Policlinico impegnato a vaccinare – in poco più di tre mesi – oltre 14mila tra operatori sanitari e pazienti in carico alle diverse unità operative del Sant’Orsola e non solo.

Durante tutta la campagna i volontari di Fondazione Sant’Orsola sono stati in prima linea per dare una mano a medici e infermieri: hanno accolto le persone che arrivavano per vaccinarsi, spiegato loro il percorso, fatti compilare i moduli necessari, gestendo le sale d’attesa prima e dopo la vaccinazione.

Sono partiti il 24 marzo nei padiglioni 11 e 16, per estendere poi il servizio dal 7 aprile al 16 extra e cinque giorni più tardi al padiglione 1. In tutto hanno coperto 1.557 turni per complessive 4.480,5 ore di servizio, senza contare gli ‘straordinari’ quando a fine serata non erano ancora state utilizzate tutte le dosi disponibili.

Estate delle Meraviglie, al via il Centro estivo per i figli del personale sanitario

Dal 7 giugno al 10 settembre. Quattordici settimane in tutto. Sta per partire il Centro estivo che Fondazione Sant’Orsola organizza per i figli dei dipendenti del Policlinico. La sede sarà al padiglione 32 (ex Croce Rossa – oggi Polo della Formazione), in un ampio spazio con giardino concesso dall’Azienda sanitaria.

 

“Come la Foresteria per i pendolari – spiega il presidente Giacomo Faldella – anche questo servizio è nato dagli incontri e dalle esperienze fatte durante la pandemia, ma risponde a un bisogno che non ha nulla a che vedere con l’emergenza e per questo è un servizio che continuerà, per aiutare il personale a conciliare vita e lavoro, turni e cura dei figli”.

 

Il Centro estivo sarà aperto tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 8 del mattino alle 18 (con possibilità di anticipare o prolungare su richiesta, in base alle esigenze di lavoro). I posti disponibili – nel rispetto delle normative sul distanziamento e in base agli spazi resi disponibili – sono 20 a settimana, per la fascia d’età 3-10 anni.

 

Al padiglione 32 si svolgeranno giochi e laboratori, ma almeno due volte alla settimana si salirà sull’autobus per uscite in piscina e fattoria didattiche, gite ed escursioni, esperienze al maneggio e con una compagnia circense.

 

La quota richiesta è di 50 euro a settimana per ogni bambino e comprende la copertura oltre che delle educatrici e ausiliarie, anche dei pasti, del trasporto e di qualsiasi costo sia necessario sostenere per le attività.

 

Per saperne di più e per iscriversi clicca qui

Per ulteriori informazioni e chiarimenti: spaziobimbi@fondazionesantorsola.it

“LA CURA”, 5 VOCI PER IL SECONDO CAPITOLO

Due infermieri e un medico. E tra di loro Francesca Serragnoli, poetessa, e Angelo Marchi, volontario che vendeva le uova e per una vita ha sognato di portarle al Sant’Orsola e oggi in pensione da cinque anni tutte le mattine è al padiglione 5, nell’atrio, a dare una mano a pazienti e famigliari alle prese con le macchinette per pagare il ticket o fare l’accettazione prima di una visita.

 

Sono le voci del capitolo 2 de “La cura”, un lavoro realizzato da Stefano Massari e Carlotta Cicci per ascoltare insieme le parole di chi ha fatto della cura il proprio lavoro quotidiano o di chi ha, sulla cura, qualcosa da dire che può aiutare tutti noi a viverla con maggiore intensità. Qualsiasi sia il mestiere che facciamo o la nostra attuale condizione di vita.

 

Per vedere il primo capitolo e conoscere meglio il progetto: La cura – capitolo 1

 

 

“PARLAMI ANCORA”, INSIEME PER AIUTARE I RAGAZZI con disabilità A SUPERARE LE CONSEGUENZE DELLA PANDEMIA

Bambini e bambine che non vogliono più uscire di casa, che cadono preda di paure e fobie che avevano faticosamente superato, che arrivano a gesti di autolesionismo. Sono alcune delle conseguenze che il distanziamento sociale e l’isolamento – necessari per contenere la pandemia – hanno creato in tanti ragazzi e ragazze, ancora più forti in presenza di disabilità intellettive che rendono anche più complesso ogni tentativo di aiuto.

 

Per le loro famiglie Fondazione Sant’Orsola, grazie al sostegno di Banca di Bologna, ha deciso di mettere a disposizione un servizio di consulenza psicologica specialistico, proprio per fornire un supporto nella gestione di eventuali problematiche che il particolare periodo che stiamo vivendo può avere acuito, dando attraverso la consultazione psicologica più consapevolezza e maggiori strumenti per affrontarle.

 

“Un anno di emergenza ha creato nuove difficoltà e lasciato segni pesanti su tutti noi e ancora di più – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – su chi già viveva una situazione di fragilità. In tutti questi mesi siamo stati impegnati a sostenere gli ospedali nel contrasto al Covid. Ora, proseguendo questo aiuto, crediamo sia venuto il momento di iniziare a sostenere anche chi sta pagando un prezzo alto per le conseguenze della pandemia e farà più fatica nella ripartenza”.

 

“Fin dall’inizio del lockdown 2020 – sottolinea Alberto Ferrari, Direttore Generale Banca di Bologna – abbiamo sentito il dovere di affiancare e sostenere l’ospedale Sant’Orsola con un nostro contributo diretto e immediato. Questa scelta ha segnato l’inizio di una più estesa, concreta e specifica attività con la Fondazione Sant’Orsola. Anche in questa delicata fase della pandemia siamo vicini alle famiglie e ai loro ragazzi. Vogliamo continuare a sviluppare la collaborazione con la Fondazione a sostegno dei progetti attuali e futuri per il territorio”.

 

“L’idea di questo intervento – spiega Chiara Locatelli, neonatologa del Policlinico di Sant’Orsola, responsabile dell’ambulatorio specialistico malattie rare di Neonatologia, a cui fanno riferimento oltre 500 famiglie con bambini con malattie rare – è nata dai racconti da parte dei genitori che incontriamo delle fatiche emerse in questo periodo di pandemia legate all’isolamento. E davanti ai propri figli spesso i genitori non sanno che cosa fare, come aiutarli. Nessuno ha la bacchetta magica ma quel che sappiamo bene è che insieme, con un aiuto competente, si può provare ad affrontare anche questa difficoltà”.

 

Le domande di partecipazione potranno essere inoltrate tra il 22 aprile e il 10 maggio, per poter avviare il servizio subito dopo, scrivendo a parlamiancora@fondazionesantorsola.it. Per selezionare chi avrà accesso al servizio saranno presi in considerazione la data di invio della domanda e il colloquio con la psicologa. Le sedute di consulenza psicologica specialistica saranno rivolte ai genitori e, in una prima fase, si svolgeranno online. Il numero e la cadenza degli incontri verranno stabiliti sulla base delle necessità delle singole famiglie e dei motivi della consultazione.

 

In questa fase di avvio saranno ammesse al servizio, completamente gratuito grazie al sostegno di Banca di Bologna, 20 famiglie e sarà realizzato un sondaggio tra tutte le famiglie con bimbi e ragazzi con Trisomia 21 e disabilità intellettive che gravitano attorno all’ambulatorio del Sant’Orsola per rilevare le problematiche che la pandemia ha portato con sé, che consentirà di mirare meglio il servizio e di indirizzarne lo sviluppo. Il servizio sarà avviato dalla dottoressa Francesca Pulina, psicologa dell’età evolutiva che svolge attività clinica e collabora in attività di ricerca sulla sindrome di Down. Autrice e co-autrice di studi e ricerche pubblicati su riviste nazionali e internazionali, fa parte dell’equipe di Renzo Vianello, professore emerito di Psicologia dello sviluppo tipico e atipico presso l’Università degli Studi di Padova.

“La cura”, 12 cortometraggi per dare voce a chi lavora in ospedale

Iniziamo un nuovo viaggio insieme. Il progetto si chiama “La cura” e si propone di raccogliere in una serie di 12 cortometraggi d’autore le storie, le testimonianze, il punto di vista di medici e infermieri e di chi con loro condivide l’esperienza umana della cura all’interno del Policlinico di Sant’Orsola a Bologna. Le persone che lavorano nell’ospedale sono, infatti, i protagonisti e i primi destinatari del progetto.

“La cura – racconta l’ideatore e regista Stefano Massari – è un atto di fede tra esseri umani. È una zona empatica dove accade il riconoscimento, l’accettazione e l’accoglimento di una fragilità, di una necessità, che non è solo propria dell’oggetto della cura, ma anche del soggetto che consapevolmente vi si dedica. Prendersi cura, curare, significa una serie complessa di attività che coinvolgono ininterrottamente anima e pratica, sentimento e azione, desiderio e volontà. Il pensiero e l’esercizio della cura è un elemento imprescindibile per la costruzione di quei valori e principi intorno ai quali la vita di una comunità umana può raccogliersi e progredire”.

Così pur dando voce al personale sanitario e rivolgendosi prioritariamente a loro, “La cura” parla a ognuno di noi, riguarda tutti. Così come l’Ospedale guarda la Città, la sorveglia, la accoglie, e le offre un contraltare, un’ipotesi di confronto diretto e incessante con i temi grandi dell’esistenza, il senso del nascere e del morire, il significato della sofferenza, ne misura i sentimenti, i problemi, le speranze.

Ogni capitolo racchiude alcune voci raccolte in lunghissime chiacchierate che sono iniziate in queste settimane e che proseguiranno ancora. Nel primo capitolo i frammenti sono di Riccardo Masetti, medico in Oncoematologia pediatrica (“porte”), Sabrina Gherardi, operatrice socio-sanitaria che ricorda il lavoro al Centro bagni (“bagno”) e Raffaele Longo, infermiere della dialisi (“accogliere”). Su questo sito svilupperemo una sezione dove trovare tutti i capitoli e i materiali. Il prossimo capitolo uscirà mercoledì 21 aprile. Per ulteriori informazioni: info@fondazionesantorsola.it

Cento figli dei dipendenti a scuola nell’aula del Padiglione delle Meraviglie

Uno spazio per i figli dei dipendenti. Un centro di aggregazione dove poter lasciare i figli durante il lavoro, anche per seguire la didattica a distanza. È il Padiglione delle Meraviglie aperto dalla Fondazione Sant’Orsola che al Policlinico ogni giorno accoglie, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza e distanziamento, 99 bambini tra i 3 e i 10 anni.

 

Tutti i giorni educatori professionali coordinati da una pedagogista della cooperativa Open Group propongono giochi, attività, laboratori e nuove esperienze ai bimbi dai 3 ai 10 anni, suddivisi in due gruppi, dai 3 ai 5 e dai 6 ai 10 anni. Per questi ultimi è stata allestita anche una sala dove poter svolgere, seguiti da operatrici e volontari, la didattica a distanza.

 

“Il Padiglione delle Meraviglie – spiega il presidente Giacomo Faldella – è un’iniziativa che la Fondazione Sant’Orsola propone, d’intesa con il Policlinico che ha concesso gratuitamente gli spazi, per dare una mano a conciliare vita e lavoro, una sfida sempre complessa e in questi tempi di pandemia ancora di più. Continuiamo, anche così, a sostenere i nostri ospedali e quindi tutta la comunità! Se 100 operatori dovessero rimanere a casa per seguire, giustamente, i propri figli per l’ospedale in questo momento sarebbe un ulteriore colpo durissimo da assorbire”.

 

Il servizio totalmente gratuito e sostenuto dalle donazioni raccolte con la campagna “Più forti insieme”, è partito in uno spazio a fianco della chiesa di San Gregorio (ingresso da via Pizzardi 1) ed è aperto dalle 8 alle 18 dal lunedì al venerdì e il sabato mattina. Ognuno può scegliere quando usufruirne, in base alle proprie esigenze.

 

Nel Padiglione delle Meraviglie ci sono ‘tane’ dove potersi prendere un momento per sé, una zona rilassamento con tappetoni e cuscini, una zona motoria con materassini, ma anche un angolo grafico-pittorico con l’uso di diverse tecniche (disegno, creta, pittura) e laboratori con materiali naturali quali legno, sassi, ciottoli, conchiglie e bambù, letture animate e utilizzo di dispositivi digitali.

 

Con la chiusura delle scuole la richiesta si è impennata, per cui il Padiglione delle Meraviglie è raddoppiato, occupando anche tre aule del padiglione 32, solitamente occupate dal corso di laurea in scienze infermieristiche e in queste settimane vuote e dalla prossima settimana si estenderà anche alle aule 1 e 2, solitamente dedicate alla formazione dei dipendenti – ora sospesa – al padiglione 3.

 

Attualmente gli iscritti sono 73 bambini tra i 3 e i 5-6 anni e 26 bambini che frequentano le elementari e che accedono anche al supporto per la didattica a distanza. Grazie all’entrata in funzione delle aule 1 e 2 potranno essere accolti altri 20 bambini. La richiesta sarebbe ancora più ampia ma la necessità di garantire gli spazi necessari e il rispetto delle norme di sicurezza non rende possibile accogliere un maggior numero di bambini.

 

Le educatrici e assistenti si sottopongono periodicamente al tampone e indossano FFP2. All’ingresso ci si devono igienizzare le mani. I bambini che hanno più di 5 anni devono tenere sempre la mascherina. Ogni gruppo di bimbi ha i propri colori e giochi; tutti gli ambienti e le attrezzature vengono sanificati quotidianamente. Oggi è stato distribuito a tutti i genitori un kit per il tampone rapido per il bambino, in modo da essere ulteriormente sicuri che frequenti lo spazio solo chi è negativo.

 

Per iscriversi o per avere ulteriori informazioni: spaziobimbi@fondazionesantorsola.it

 

In 15 giorni dal grande cuore di Bologna 54mila euro per il piccolo Habibou

Obiettivo raggiunto, anzi superato! La campagna lanciata da Fondazione Sant’Orsola e associazione Piccoli Grandi Cuori, in partnership con Il Resto del Carlino, per raccogliere in un mese i 30.000 euro che servivano per far arrivare a Bologna il piccolo Habibou e garantirgli l’intervento salvavita, in poco più di 15 giorni ha raggiunto ben 54.964 euro! Una grande prova di generosità che ha permesso di acquistare subito i biglietti aerei. Il bimbo di 5 anni con la sua mamma arriveranno così dal Niger sotto le Due Torri il prossimo 30 marzo.

 

Habibou ha 5 anni ed è nato con la Tetralogia di Fallot, una cardiopatia congenita che limita l’afflusso sanguigno ai polmoni. A causa di questa malformazione non ha potuto imparare a camminare e ora l’intervento al cuore è diventato indispensabile. L’operazione però non può essere eseguita in Niger né negli altri Paesi africani sia per la carenza di strutture sanitarie adeguate sia perché, a causa della pandemia, la maggior parte dei medici occidentali presenti è rientrata da mesi negli Stati Uniti e in Europa.

 

“Conosciamo la generosità di Bologna – commenta il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – ma questa volta ci ha lasciato davvero senza parole. Stiamo attraversando un periodo difficile per tutti, nel quale le preoccupazioni per l’emergenza sanitaria si uniscono a quelle per la crisi economica, che picchia soprattutto su alcune categorie ma che appesantisce la vita di tutti. Che in questa situazione così tante persone, in così poco tempo, decidano di donare per aiutare un bimbo che vive a 3mila chilometri da qui è davvero una buona notizia per tutti noi. Vuole dire che c’è qualcosa di più forte di tutto quel che c’è caduto addosso, c’è qualcosa che resiste e continua a darci la forza di allargare le braccia. Grazie davvero, di cuore, a tutti”.

 

“Questo risultato è straordinario – sostiene Paola M ontanari, presidente di Piccolo Grandi Cuori Onlus – e noi non vediamo l’ora di abbracciare Habibou e la sua mamma, qui, al Polo dei Cuori nella nostra casa. Bologna è da sempre una città dal cuore grande e noi lo sappiamo bene, perché da più di ventitré anni accoglie i nostri bambini cardiopatici congeniti che arrivano da tutto il mondo Il Covid non ci ha portato via l’idea che dobbiamo continuare ad essere solidali e ci ha insegnato quanto sia importante la collaborazione attiva tra volontariato, istituzioni e sistema sanitario, per garantire ai cittadini eccellenze come il Policlinico di Sant’Orsola e la Fondazione, che è stata il motore di questa bellissima iniziativa.”

 

Il viaggio di Habibou

La mamma è maestra elementare, il papà fa l’autista per una organizzazione non governativa italiana. Vivono nella capitale Niamey, in Niger insieme ad Habibou e ai suoi tre fratelli. La malattia di Habibou l’hanno scoperta quando aveva sei mesi e da subito hanno fatto tutto il possibile per affrontarla e risolverla; l’ospedale pubblico di Niamey ha preparato i documenti e li ha inviati presso l’ospedale Mon Plaisir di Tunisi quando il bambino aveva 3 anni, ma qui li hanno informati che non avevano le capacità per fare questo intervento e così sono rientrati a Niamey.

 

Che cos’è la Tetralogia di Fallot

La funzione del cuore è quella di pompare il sangue prima nei polmoni dove si ossigena e poi di inviare il sangue così ossigenato in tutto il corpo. Le vere e proprie pompe muscolari si chiamano ventricoli. Il ventricolo destro pompa il sangue poco ossigenato nei polmoni, mentre il sinistro pompa il sangue ben ossigenato (di ritorno dai polmoni) in aorta che lo distribuisce a tutto l’organismo. I ventricoli sono separati da una parete muscolare chiamata setto interventricolare. Nella Tetralogia di Fallot è presente un ampio difetto del setto interventricolare associato a un’ostruzione del flusso sanguigno verso i polmoni.