Stefano Vezzani

Cento figli dei dipendenti a scuola nell’aula del Padiglione delle Meraviglie

Uno spazio per i figli dei dipendenti. Un centro di aggregazione dove poter lasciare i figli durante il lavoro, anche per seguire la didattica a distanza. È il Padiglione delle Meraviglie aperto dalla Fondazione Sant’Orsola che al Policlinico ogni giorno accoglie, nel rispetto di tutte le norme di sicurezza e distanziamento, 99 bambini tra i 3 e i 10 anni.

 

Tutti i giorni educatori professionali coordinati da una pedagogista della cooperativa Open Group propongono giochi, attività, laboratori e nuove esperienze ai bimbi dai 3 ai 10 anni, suddivisi in due gruppi, dai 3 ai 5 e dai 6 ai 10 anni. Per questi ultimi è stata allestita anche una sala dove poter svolgere, seguiti da operatrici e volontari, la didattica a distanza.

 

“Il Padiglione delle Meraviglie – spiega il presidente Giacomo Faldella – è un’iniziativa che la Fondazione Sant’Orsola propone, d’intesa con il Policlinico che ha concesso gratuitamente gli spazi, per dare una mano a conciliare vita e lavoro, una sfida sempre complessa e in questi tempi di pandemia ancora di più. Continuiamo, anche così, a sostenere i nostri ospedali e quindi tutta la comunità! Se 100 operatori dovessero rimanere a casa per seguire, giustamente, i propri figli per l’ospedale in questo momento sarebbe un ulteriore colpo durissimo da assorbire”.

 

Il servizio totalmente gratuito e sostenuto dalle donazioni raccolte con la campagna “Più forti insieme”, è partito in uno spazio a fianco della chiesa di San Gregorio (ingresso da via Pizzardi 1) ed è aperto dalle 8 alle 18 dal lunedì al venerdì e il sabato mattina. Ognuno può scegliere quando usufruirne, in base alle proprie esigenze.

 

Nel Padiglione delle Meraviglie ci sono ‘tane’ dove potersi prendere un momento per sé, una zona rilassamento con tappetoni e cuscini, una zona motoria con materassini, ma anche un angolo grafico-pittorico con l’uso di diverse tecniche (disegno, creta, pittura) e laboratori con materiali naturali quali legno, sassi, ciottoli, conchiglie e bambù, letture animate e utilizzo di dispositivi digitali.

 

Con la chiusura delle scuole la richiesta si è impennata, per cui il Padiglione delle Meraviglie è raddoppiato, occupando anche tre aule del padiglione 32, solitamente occupate dal corso di laurea in scienze infermieristiche e in queste settimane vuote e dalla prossima settimana si estenderà anche alle aule 1 e 2, solitamente dedicate alla formazione dei dipendenti – ora sospesa – al padiglione 3.

 

Attualmente gli iscritti sono 73 bambini tra i 3 e i 5-6 anni e 26 bambini che frequentano le elementari e che accedono anche al supporto per la didattica a distanza. Grazie all’entrata in funzione delle aule 1 e 2 potranno essere accolti altri 20 bambini. La richiesta sarebbe ancora più ampia ma la necessità di garantire gli spazi necessari e il rispetto delle norme di sicurezza non rende possibile accogliere un maggior numero di bambini.

 

Le educatrici e assistenti si sottopongono periodicamente al tampone e indossano FFP2. All’ingresso ci si devono igienizzare le mani. I bambini che hanno più di 5 anni devono tenere sempre la mascherina. Ogni gruppo di bimbi ha i propri colori e giochi; tutti gli ambienti e le attrezzature vengono sanificati quotidianamente. Oggi è stato distribuito a tutti i genitori un kit per il tampone rapido per il bambino, in modo da essere ulteriormente sicuri che frequenti lo spazio solo chi è negativo.

 

Per iscriversi o per avere ulteriori informazioni: spaziobimbi@fondazionesantorsola.it

 

In 15 giorni dal grande cuore di Bologna 54mila euro per il piccolo Habibou

Obiettivo raggiunto, anzi superato! La campagna lanciata da Fondazione Sant’Orsola e associazione Piccoli Grandi Cuori, in partnership con Il Resto del Carlino, per raccogliere in un mese i 30.000 euro che servivano per far arrivare a Bologna il piccolo Habibou e garantirgli l’intervento salvavita, in poco più di 15 giorni ha raggiunto ben 54.964 euro! Una grande prova di generosità che ha permesso di acquistare subito i biglietti aerei. Il bimbo di 5 anni con la sua mamma arriveranno così dal Niger sotto le Due Torri il prossimo 30 marzo.

 

Habibou ha 5 anni ed è nato con la Tetralogia di Fallot, una cardiopatia congenita che limita l’afflusso sanguigno ai polmoni. A causa di questa malformazione non ha potuto imparare a camminare e ora l’intervento al cuore è diventato indispensabile. L’operazione però non può essere eseguita in Niger né negli altri Paesi africani sia per la carenza di strutture sanitarie adeguate sia perché, a causa della pandemia, la maggior parte dei medici occidentali presenti è rientrata da mesi negli Stati Uniti e in Europa.

 

“Conosciamo la generosità di Bologna – commenta il presidente di Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – ma questa volta ci ha lasciato davvero senza parole. Stiamo attraversando un periodo difficile per tutti, nel quale le preoccupazioni per l’emergenza sanitaria si uniscono a quelle per la crisi economica, che picchia soprattutto su alcune categorie ma che appesantisce la vita di tutti. Che in questa situazione così tante persone, in così poco tempo, decidano di donare per aiutare un bimbo che vive a 3mila chilometri da qui è davvero una buona notizia per tutti noi. Vuole dire che c’è qualcosa di più forte di tutto quel che c’è caduto addosso, c’è qualcosa che resiste e continua a darci la forza di allargare le braccia. Grazie davvero, di cuore, a tutti”.

 

“Questo risultato è straordinario – sostiene Paola M ontanari, presidente di Piccolo Grandi Cuori Onlus – e noi non vediamo l’ora di abbracciare Habibou e la sua mamma, qui, al Polo dei Cuori nella nostra casa. Bologna è da sempre una città dal cuore grande e noi lo sappiamo bene, perché da più di ventitré anni accoglie i nostri bambini cardiopatici congeniti che arrivano da tutto il mondo Il Covid non ci ha portato via l’idea che dobbiamo continuare ad essere solidali e ci ha insegnato quanto sia importante la collaborazione attiva tra volontariato, istituzioni e sistema sanitario, per garantire ai cittadini eccellenze come il Policlinico di Sant’Orsola e la Fondazione, che è stata il motore di questa bellissima iniziativa.”

 

Il viaggio di Habibou

La mamma è maestra elementare, il papà fa l’autista per una organizzazione non governativa italiana. Vivono nella capitale Niamey, in Niger insieme ad Habibou e ai suoi tre fratelli. La malattia di Habibou l’hanno scoperta quando aveva sei mesi e da subito hanno fatto tutto il possibile per affrontarla e risolverla; l’ospedale pubblico di Niamey ha preparato i documenti e li ha inviati presso l’ospedale Mon Plaisir di Tunisi quando il bambino aveva 3 anni, ma qui li hanno informati che non avevano le capacità per fare questo intervento e così sono rientrati a Niamey.

 

Che cos’è la Tetralogia di Fallot

La funzione del cuore è quella di pompare il sangue prima nei polmoni dove si ossigena e poi di inviare il sangue così ossigenato in tutto il corpo. Le vere e proprie pompe muscolari si chiamano ventricoli. Il ventricolo destro pompa il sangue poco ossigenato nei polmoni, mentre il sinistro pompa il sangue ben ossigenato (di ritorno dai polmoni) in aorta che lo distribuisce a tutto l’organismo. I ventricoli sono separati da una parete muscolare chiamata setto interventricolare. Nella Tetralogia di Fallot è presente un ampio difetto del setto interventricolare associato a un’ostruzione del flusso sanguigno verso i polmoni.

 

 

Più forti insieme – 24mila pernottamenti per medici, infermieri e oss

Il 9 marzo 2020 la Fondazione Sant’Orsola ha lanciato la campagna di raccolta fondi Più forti insieme, per sostenere gli ospedali di Bologna impegnati nell’emergenza Coronavirus e, soprattutto, il personale sanitario in prima linea. Sono stati realizzati così tanti servizi, ma il primo a partire e sicuramente il più rilevante è stata l’accoglienza gratuita in albergo o in alloggi dedicati che ha interessato il personale sia di Policlinico di Sant’Orsola sia di Ausl di Bologna.

 

“Insieme abbiamo vissuto – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – un’esperienza di solidarietà che ha reso più forte l’intera comunità. Nei momenti di difficoltà ognuno deve essere disposto a dare qualcosa per il bene di tutti ed è quello che è successo: i cittadini hanno donato per chi restava in prima linea per curare chi si ammalava; gli alberghi hanno concesso tariffe convenzionate ma sono riusciti a lavorare in un momento in cui tutto era fermo; il personale sanitario ha affrontato i sacrifici che la propria professione chiedeva traendo forza dall’abbraccio concreto della città. Mettere in comunicazione tutto questo, per essere un elemento di coesione, è il motivo per cui la nostra fondazione è nata”.

 

 

L’accoglienza in albergo

 

La Fondazione Sant’Orsola ha sottoscritto una convenzione con Federalberghi Bologna che ha messo a disposizione le strutture dei propri associati ad una tariffa convenzionata. Il Comune di Bologna ha contestualmente rinunciato alla tassa di soggiorno dovuta per ogni pernottamento, per contenere anche così il costo. Durante tutta la durata del servizio sono stati complessivamente 15 gli alberghi coinvolti.

 

È stato possibile così dare un aiuto concreto a

  • i neoassunti arrivati per dare una mano nella gestione dell’emergenza in una città chiusa per il lockdown;
  • i dipendenti dei reparti più a rischio che volevano continuare a lavorare senza rischiare, rincasando la sera, di contagiare i propri famigliari o quelli che, da pendolari, per i problemi legati alla carenza di trasporto pubblico non potevano proprio rientrare.

 

Il servizio si è articolato in due momenti:

  1. dal 16 marzo al 6 giugno, durante la prima fase dell’emergenza;
  2. dal 9 novembre a tutt’oggi, in concomitanza con la seconda fase dell’emergenza.

Complessivamente sono stati 193 giorni i giorni coperti.

 

Tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari questi i numeri del servizio

  • 608 le persone accolte (442 nella prima fase e 166 nella seconda);
  • di questi il 50,6%, pari a 308, erano neoassunti;
  • complessivamente i pernottamenti sono stati 23.276.

In media in ogni giorno in cui il servizio è stato attivo ci sono stati 120 medici, infermieri e oss ospitati negli alberghi di Bologna.

 

 

Gli alloggi dedicati per i positivi

 

Durante la prima fase dell’emergenza – quando ancora non erano attivi i cosiddetti Alberghi Covid attivati dall’Ausl di Bologna – a questo servizio se n’era affiancato un secondo, dedicato al personale sanitario che contagiandosi doveva vivere la quarantena ma non poteva farlo a casa per mancanza degli spazi necessari.

 

La Fondazione Sant’Orsola ha individuato così 15 bilocali con angolo cottura, autonomi e isolati, dove poter ospitare chi essendo asintomatico aveva questa necessità. I volontari della Fondazione erano a disposizione per andare a fare la spesa o per portare una valigia con il cambio da casa. In questo modo sono state ospitate 28 persone per complessive 609 notti (21,7 notti in media a testa).

 

 

L’abbraccio di oltre 9mila bolognesi

 

Tra ospitalità per neoassunti e operatori dei reparti più a rischio da una parte e alloggio in isolamento per personale sanitario positivo dall’altra, sono state così accolte 636 persone per complessivi 23.885 pernottamenti, pari ad una spesa di 955.400 euro. Questi servizi sono stati resi possibili grazie alle donazioni di oltre 9.200 bolognesi.

 

 

IL CUORE DI HABIBOU – Ha solo 5 anni ma per diventare grande ha bisogno di noi

Il cuore di Habibou è piccolo, ha 5 anni. Il cuore di Habibou è fragile e per diventare grande ha bisogno di noi. Insieme vogliamo accompagnarlo dal Niger a Bologna per incontrare la capacità di cura dei nostri medici perché la sua strada possa continuare e lui possa diventare grande, vincendo la cardiopatia che nessuno nel suo Paese è in grado di guarire.

 

Per questo Fondazione Sant’Orsola e associazione Piccoli Grandi Cuori lanciano oggi una raccolta fondi d’emergenza.

 

Habdallah Habibou ha 5 anni e tre fratellini. La mamma è maestra elementare, il papà fa l’autista per una organizzazione non governativa italiana. Vivono nella capitale Niamey. Gli è stata diagnosticata una cardiopatia congenita grave, la Tetralogia di Fallot, caratterizzata da un’ostruzione del flusso sanguigno verso i polmoni.

 

A causa di questa disfunzione Habibou non riesce più neanche a camminare e senza un intervento la sua speranza di vita si ridurrebbe a pochi mesi. La pandemia però ha fatto rientrare la maggior parte dei medici dall’Africa e le strutture sanitarie del suo Paese, uno dei più poveri al mondo, sono al collasso.

 

L’intervento può essere eseguito dai cardiochirurghi pediatrici del Sant’Orsola, guidati dal professor Gaetano Gargiulo. Non esistendo però un accordo tra la Regione Emilia-Romagna e il Niger è necessario coprire i costi vivi per l’intervento oltre a tutto ciò che serve per portare per un periodo di almeno due mesi il bambino e la sua mamma a Bologna.

 

Per coprire questi costi, stimati in 30.000 euro, la Fondazione Sant’Orsola e l’associazione Piccoli Grandi Cuori hanno lanciato insieme la campagna “Il cuore di Habibou”. Insieme possiamo fare tanto, anche per lui! Per donare

  • con carta di credito puoi utilizzare il modulo su questo sito
  • con bonifico bancario puoi utilizzare il conto dedicato intestato a Fondazione Policlinico Sant’Orsola Onlus – Iban IT75W0888302401016000162246 – causale: Il cuore di Habibou

 

“L’emergenza che stiamo vivendo da ormai un anno – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – pesa su tutti noi, ma sono i più fragili a soffrirne di più. Quando ci è stata raccontata la storia di Habibou abbiamo pensato che insieme, anche in questo caso, potevamo fare qualcosa per permettere alla sua strada di non interrompersi a 5 anni. A Bologna abbiamo una cardiochirurgia pediatrica che lavora a livelli internazionali d’eccellenza e vogliamo che sia un’opportunità anche per lui. Insieme possiamo farlo. Non lasciare indietro chi è più fragile è indispensabile per costruire una comunità in cui ognuno di noi possa vivere meglio”.

 

“Siamo felici di accogliere Habibou – spiega la presidente di Piccoli Grandi Cuori Paola Montanari –  lo aspettiamo e ci attiveremo al meglio per offrire a lui e alla sua mamma, come è nella natura della nostra associazione, il massimo sostegno, solidarietà e condivisione possibili ospitandoli presso la nostra casa di accoglienza “Il Polo dei cuori”. Qui, dove trovano alloggio i pazienti con cardiopatie congenite e le loro famiglie, la paura del ricovero si fa più piccola e grazie alla stretta collaborazione con la Cardiochirurgia Pediatrica del Policlinico Sant’ Orsola siamo in grado di offrire un grande servizio di assistenza e di cura. Habibou troverà sicuramente, dal punto di vista sanitario, dei professionisti che lo potranno curare nel modo più adeguato. Il futuro sorride quando le braccia sostengono: lo diciamo sempre, perché siano convinti che ci vogliano mani capaci e tanta passione per offrire la miglior cura possibile”

 

Articolo Il Resto del Carlino 25 febbraio 2021

Due verticalizzatori per ‘rimettere in piedi’ anziani e pazienti ortopedici

Due verticalizzatori elettrici. Strumenti per ‘rimettere in piedi’ i pazienti anziani o dopo un lungo periodo di immobilità. Li ha donati la Fondazione Sant’Orsola, grazie alle donazioni raccolte, alle Unità operative di Geriatria, diretta dalla dottoressa Lunardelli, e di Ortopedia, diretta dal dottor De Paolis, del Policlinico di Sant’Orsola.

 

Il verticalizzatore permette di sollevare, senza sforzo né rischi, un paziente dalla carrozzina o dal letto e di rimetterlo gradualmente in piedi. Il sistema, super sicuro, fa fare movimenti molto lenti, che consentano alla persona di riabituarsi gradualmente alla posizione eretta, difficile da riconquistare dopo lunghi periodi a letto.

 

Continua così lo sforzo della Fondazione Sant’Orsola per essere vicini a chi cura e a chi è curato. Dopo un anno dall’inizio della pandemia è più che mai importante sostenere i percorsi di cura per tutti gli altri pazienti e gli sforzi del personale medico e infermieristico per seguire nel miglior modo possibile tutti i malati.

 

“Noi non ci fermiamo”, la Fondazione sostiene 8 progetti del volontariato

Dal personal trainer digitale per le pazienti oncologiche ad una fiaba dipinta negli ambulatori, dal sostegno psicologico per chi è colpito dall’ictus ad una sonda ecografica per la chirurgia pediatrica. In tutto otto progetti di altrettante associazioni di volontariato che la Fondazione Sant’Orsola sosterrà attraverso il bando “Noi non ci fermiamo” lanciato nell’autunno scorso per sostenere le realtà che, anche nell’emergenza, continuano a lavorare per migliorare la cura e l’assistenza al Policlinico.

 

“Siamo molto soddisfatti – spiega Giacomo Faldella, presidente della Fondazione Sant’Orsola – del risultato del bando, dei progetti presentati, delle tante associazioni che hanno partecipato e dell’occasione di crescita e collaborazione che ha rappresentato la formazione sul crowdfunding offerta a tutti prima della selezione. È questa la strada per uscire dalla pandemia rimanendo a fianco dei pazienti e dei reparti, continuando ad essere di stimolo per innovare e migliorare sempre i percorsi dei nostri ospedali”.

 

Con il bando – promosso insieme a Federazione Enti Terzo Settore di Ascom Bologna e Ginger Crowdfunding – la Fondazione Sant’Orsola ha messo a disposizione 100.000 euro per cofinanziare nuovi progetti di associazioni ed enti del Terzo settore per rispondere insieme all’emergenza sanitaria. Tra tutti quelli presentati sono otto i progetti selezionati. Per ognuno di questi il 25% della somma necessaria a realizzarli deve essere raccolto da chi lo ha proposto, attraverso una campagna di crowdfunding. Quando un progetto avrà raccolto il 25% del suo obiettivo Fondazione Sant’Orsola ne cofinanzierà il restante 75%, fino a un massimo di 15.000 euro. Ma ecco quali sono i progetti sulla rampa di lancio.

 

L’associazione Piccoli Grandi Cuori, che lavora a sostegno della Cardiologia e della Cardiochirurgia pediatrica, dopo il reparto vuole dipingere con le illustrazioni di una fiaba anche gli ambulatori del padiglione 23, per portare la bellezza in un luogo di cura. Fanep, che da 37 anni sostiene la Neuropsichiatria infantile, lancerà invece percorsi di sostegno psicologico per i genitori dei bambini in cura presso il reparto del Sant’Orsola. Propone invece un punto di ascolto e gruppi di sostegno per pazienti e famigliari ma anche per gli operatori sanitari l’associazione Alice, che lavora con chi è stato colpito da ictus.

 

Amaci, l’associazione che sostiene la Chirurgia pediatrica, grazie anche al sostegno della Fondazione Sant’Orsola donerà una sonda che potrà essere utilizzata per eseguire ecografie durante gli interventi migliorandone così l’efficacia. Dadamà pensa invece al personale e offrirà a dieci famiglie con bambini piccoli un pacchetto di 50 ore da utilizzare per sos babysitter, accompagnamento dei figli a fare sport, servizi durante la chiusura delle scuole. AGD Bologna garantirà servizi e affiancamento ai giovani diabetici nel momento in cui diventando adulti devono cambiare medico e abitudini.

 

Grazie al progetto “Il mondo in una scatola” di Fondazione Theodora i bambini potranno esprimere in modo simbolico le emozioni legate alla loro permanenza in una stanza di ospedale. L’associazione Loto, contro il tumore ovarico, garantirà infine a tutte le pazienti oncologiche una piattaforma che offrirà la supervisione a distanza e l’impiego di interventi personalizzati di esercizio fisico e supporto nutrizionale, per migliorare il percorso di guarigione.

 

Clicca qui per scoprire la pagina dedicata dalla piattaforma Ideaginger ai progetti finanziati dal bando

Una donazione in busta paga per continuare ad essere Più forti insieme

Una donazione in busta paga, deducibile dalle tasse, di 1 euro, 5 euro o 10 euro al mese. La somma raccolta si tradurrà in nuovi servizi, che saranno decisi insieme, per sé e per i colleghi. È la campagna “1 per tutti, tutti per uno” che Fondazione Sant’Orsola lancia in questi giorni tra il personale di Policlinico e Ausl Bologna. L’adesione è volontaria e la Fondazione, grazie alla solidarietà della città, raddoppierà durante il primo anno quanto raccolto.

 

“Durante l’emergenza tanti professionisti dei nostri ospedali – spiega il presidente Giacomo Faldella – hanno usufruito dei servizi che abbiamo messo in campo e hanno deciso di sostenere la Fondazione. Con questa campagna diamo la possibilità di farlo in modo continuativo. Chi fa parte di questa grande comunità sarà così il primo a dare una mano per continuare a realizzare servizi che possono servire a sé o ai propri colleghi, partecipando anche alla scelta delle attività e alla verifica dei risultati”.

 

Per partecipare alla raccolta tutti i dipendenti delle due Aziende sanitarie bolognesi possono compilare il modulo che trovano all’interno della sezione dedicata sul sito della Fondazione. La donazione dà diritto a un beneficio fiscale: l’Azienda riconoscerà direttamente l’importo donato quale onere deducibile e lo certificherà nella CU. La donazione potrà essere interrotta in qualsiasi momento, con una semplice comunicazione via mail.

 

Tutti coloro che aderiranno potranno inviare suggerimenti sui servizi da attivare o sulle modalità di realizzare meglio servizi già in campo scrivendo a insieme@fondazionesantorsola.it, indirizzo sempre a disposizione anche per domande, dubbi o chiarimenti. A tutti i partecipanti ogni tre mesi sarà inviato un report sintetico con le donazioni arrivate, i servizi attivati e i risultati ottenuti.

 

In queste settimane sono già stati avviati servizi pensati per continuare ben oltre la pandemia. Sono nati così la Foresteria e il taxi navetta a 1 euro per i pendolari, sia al Sant’Orsola sia all’Ausl, e lo Spazio bimbi, avviato per ora al Policlinico. “Per far crescere ed estendere questi servizi – spiega Faldella – continueremo a coinvolgere la città e, grazie alla generosità di tanti, riusciremo a raddoppiare quanto raccolto dal personale per continuare ad essere, anche dopo la pandemia, più forti insieme”.

Pediatria, al Sant’Orsola un giardino per guarire nel verde

Un giardino per guarire nel verde. Fanep e Fondazione Sant’Orsola lanciano insieme il progetto per creare a fianco del padiglione 13 uno spazio per le medicine integrate. Incontri di pet therapy, yoga, shiatsu, orticultura e passeggiate nel giardino sensoriale. Una possibilità che sarà a disposizione di tutti i pazienti pediatrici e delle loro famiglie, che contribuiranno a progettarlo insieme alle altre associazioni e al personale.

Il giardino terapeutico sorgerà nell’area tra il piccolo parco giochi a fianco del Gozzadini e il viale centrale del Policlinico. Un’area di oltre 120 metri quadrati, che sarà delimitata da una recinzione ecologica e che sarà realizzata nel pieno rispetto degli alberi esistenti, senza pavimentazioni che limitino la permeabilità del terreno, in collaborazione con i giardinieri del Policlinico.

All’interno dell’area potranno trovare posto un giardino sensoriale con arbusti, fiori ed essenze, ma anche un vero e proprio orto terapeutico, dove bambini e ragazze potranno coltivare erbe aromatiche e piccoli ortaggi. Sarà possibile ricavare uno spazio adeguato per la pet therapy e piccole piattaforme per attività come yoga e shiatsu, che potranno essere aperte anche alle mamme, ai famigliari e ai sanitari.

“I bambini e le famiglie sono da sempre al centro della nostra mission – dichiara il Presidente di Fanep Valentino di Pisa. Sappiamo quanto sia importante costruire nuovi spazi di benessere, soprattutto in un momento così complesso come quello che stiamo attraversando, per questo siamo orgogliosi di questa iniziativa che abbiamo ideato insieme alla Fondazione. Questo giardino, oltre ad essere pensato come un vero e proprio strumento terapeutico, vuol essere soprattutto un luogo meraviglioso ove i bambini i genitori i medici e gli infermieri possono trovare un angolo di tranquillità a contatto con la natura in cui possono essere sviluppate attività di orticoltura, di educazione alimentare sostenibile nonché interventi psicocorporei”

“Poter stare a contatto con la natura – racconta il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – è un elemento importante nel percorso di cura. Siamo molto contenti di questa collaborazione con Fanep, che ha sviluppato una grande competenza sul tema delle terapie integrative, e ancor più del percorso a cui insieme daremo vita per coinvolgere tutte le altre associazioni, i reparti, i pazienti e le famiglie nella progettazione”.

Il giardino nasce in particolare all’interno dell’approccio integrato del Centro Regionale per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) in età evolutiva e per i piccoli pazienti di Neuropsichiatria Infantile (NPI), ma come accennato sarà aperto a tutti i pazienti pediatrici ricoverati nel padiglione. L’idea è di far vivere questo spazio tutto l’anno: quando il maltempo impedirà di frequentare il giardino, ad esempio si potranno organizzare incontri sulle piante officinali nelle sale dei reparti oppure laboratori utilizzando foglie e fiori.

Nelle prossime settimane partirà, infatti, un percorso di consultazione di tutti coloro che operano nei reparti pediatrici e di pazienti e famigliari. Con un concorso di idee, che coinvolgerà anche la scuola in ospedale, saranno i bambini a scegliere il nome del giardino. Con questionari e focus group si coinvolgeranno medici e infermieri, volontari delle altre associazioni e genitori per disegnare lo spazio e immaginare tutte le attività che potrà accogliere.

Fondazione Sant’Orsola, buona pratica per il 6° Italy Giving Report

L’esperienza della Fondazione Policlinico Sant’Orsola è fra quelle presentate nel 6° Italy Giving Report, realizzato dal settimanale Vita, scaricabile online a questo link e in distribuzione da lunedì 11 gennaio. L’articolo che racconta tutto quel che insieme abbiamo fatto nel 2020 è stato pubblicato oggi in anteprima sul sito del settimanale e potete leggerlo qui

“La Fondazione Policlinico Sant’Orsola – inizia così l’articolo – è una realtà bolognese che ha visto letteralmente esplodere la sua raccolta fondi: dai 350mila euro del 2019 a 4,744 milioni nel 2020. Il cuore dei loro progetti? Stare vicini al personale sanitario, con spesa a domicilio e accoglienza in albergo per i neoassunti o per chi non voleva rischiare di contagiare i propri cari. Grazie a 136 volontari incredibili”.

Insieme a Comet trenta tablet per i pazienti del padiglione Covid

Trenta tablet per i pazienti Covid. Per poter chiamare a casa ma anche per guardare un film o leggere un quotidiano online e trascorrere così un po’ meglio l’isolamento in questi giorni di festa. Li ha regalati il Gruppo Comet nella persona del Presidente Sante Cervellati ai reparti di degenza, subintensivi e di terapia intensiva del padiglione 25 del Sant’Orsola.

 

“Per i nostri pazienti – spiega la dottoressa Daniela Di Luca, responsabile della terapia intensiva del padiglione 25 – è un aiuto decisivo poter rimanere in contatto con i propri cari, potersi parlare ma anche vedere come un tablet consente di fare al meglio. Attraverso lo schermo si può rimanere comunque in contatto con il mondo e ricevere stimoli positivi”.

 

Sante Cervellati ha aderito a un’idea della Fondazione Sant’Orsola, consolidando un rapporto nato già durante la prima fase dell’emergenza con una donazione importante che aveva consentito di sostenere sia l’acquisto di attrezzature sanitarie sia servizi per essere a fianco del personale degli ospedali.

 

“Sono felice di partecipare a questa iniziativa della Fondazione Sant’Orsola – ha spiegato il fondatore Sante Cervellati – avendo vissuto momenti difficili anch’io nell’affrontare la malattia nel reparto Covid dell’ospedale”.

 

“Questa donazione – ha commentato il presidente della Fondazione Giacomo Faldella – chiude così un cerchio, essendo a sostegno dei pazienti e testimonia ancora una volta la forza dell’abbraccio di cui la nostra città e le migliori energie imprenditoriali sono capaci, per sostenere chi è più fragile così come chi sta lottando per tutti noi”.