Stefano Vezzani

“Mi batte forte il tuo cuore”, la Fondazione dona all’ospedale la macchina per i trapianti

“Mi batte forte il tuo cuore”, obiettivo raggiunto! La Fondazione Sant’Orsola ha donato oggi al Policlinico la macchina super innovativa che conserva il cuore vivo e battente prima del trapianto e, se ce n’è bisogno, lo cura. Il suo nome ufficiale è Organ care system e permetterà di aumentare ancora il numero dei trapianti. La macchina è stata acquistata dalla Fondazione Sant’Orsola grazie alla generosità di 998 donatori che, in piena pandemia, ha permesso di raccogliere i 225.000 euro necessari.

 

Un momento ricco di emozione a cui hanno partecipato – oltre al direttore della Cardiochirurgia professor Davide Pacini e al direttore generale del Policlinico Chiara Gibertoni – il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella e tanti donatori che hanno contribuito a raggiungere il risultato, a partire da Loris Ventura in rappresentanza di Fideuram, istituto bancario del gruppo Intesa Sanpaolo che – con il loro consenso – ha devoluto al progetto una quota dei benefit previsti per i propri dirigenti.

 

 

Trapianti di cuore, un’eccellenza ‘frenata’ dall’aumento dell’età media

 

Il Policlinico di Sant’Orsola è l’unico ospedale a eseguire trapianti di cuore in Emilia-Romagna. Nel 2021, nonostante la pandemia, si è arrivati a 31 trapianti di cuore, posizionandosi tra i primi tre centri in Italia per numero di interventi. Non solo: quello del Sant’Orsola è stabilmente il centro che garantisce la più alta sopravvivenza post-intervento in Italia (80% dopo 5 anni, contro la media nazionale del 73%).

 

La disponibilità di organi per il trapianto rimane, però, molto limitata e comunque inferiore rispetto al numero di pazienti in lista d’attesa. Anche per questo ogni cuore donato è estremamente prezioso. Secondo le ultime rilevazioni disponibili a livello nazionale, però, solo il 49% di cuori donati riesce ad essere utilizzato per il trapianto (dato 2019).

 

Quando l’organo viene donato, infatti, pur essendo conservato a bassa temperatura va incontro a processi di ischemia che possono deteriorarne la funzionalità. Se questa era già diminuita a causa dell’età avanzata del donatore, il cuore può risultare non idoneo al trapianto. Si allunga così inevitabilmente la lista d’attesa, che in Emilia-Romagna conta quasi 60 persone che aspettano, a volte per oltre due anni, un nuovo cuore.

 

 

Più trapianti e meno liste d’attesa con l’Organ care system

 

L’Organ care system contribuisce a risolvere questo problema. La macchina è, infatti, un’attrezzatura altamente tecnologica e informatizzata che – tramite un meccanismo di perfusione extra- corporea – permette di mantenere il cuore caldo e battente fino a 8 ore dopo il prelievo dell’organo.

 

In questo modo il cuore non si danneggia e i vantaggi sono più di uno:

  • il cuore può essere trapiantato in sicurezza anche se proviene da un donatore più anziano;
  • gli interventi di lunga durata – per la presenza di altri problemi ad esempio vascolari – possono essere affrontati con maggiore sicurezza;
  • le possibilità di trasferimento dell’organo da un ospedale all’altro, per raggiungere un paziente idoneo a quell’organo, sono più ampie.

 

L’Organ care system permette inoltre di monitorare tutti i parametri emodinamici e metabolici dell’organo e ricondizionarli, ‘curando’ il cuore con farmaci e interventi adeguati prima del trapianto, rendendo utilizzabili anche organi che altrimenti sarebbero stati scartati in via precauzionale ed offrendo così le maggiori garanzie di riuscita e sicurezza dell’intervento

 

 

La raccolta fondi di Fondazione Sant’Orsola

 

La Fondazione Sant’Orsola ha lanciato così un anno fa la campagna “Mi batte forte il tuo cuore” per raccogliere – mentre ancora l’Emilia-Romagna era in zona rossa – i 225.000 euro necessari per portare a Bologna l’Organ care system, mantenendo alta anche così l’attenzione sulla necessità di essere a fianco anche di chi oggi come ieri si trova a fare i conti con problemi di salute diversi dal Covid19.

 

La risposta è stata straordinaria. All’appello della Fondazione hanno risposto alcune realtà importanti, a partire da Fideuram che tra i 5 progetti da sostenere per il 2021 in Italia ha scelto anche “Mi batte forte il tuo cuore”, donando ben 116.800 euro. Anche Coop Alleanza 3.0 è scesa in campo, devolvendo al progetto 50.000 euro provenienti dall’1% delle vendite dei prodotti della linea BeneSì. Quiver, azienda del settore, si è impegnata a donare 5 euro per ogni dispositivo Kardia Mobile e Kardia 6L venduto.

 

Il resto l’hanno fatto i bolognesi. Per posta o bonifico e attraverso la carta di credito sono arrivate così 1.091 donazioni da 998 donatori (alcuni hanno donato più di una volta): si tratta di 983 cittadini che hanno donato in media 94 euro a testa e altre 12 aziende, oltre a Fideuram, Coop Alleanza 3.0 e Quiver. Complessivamente è stata raggiunta così la cifra di 276.041 euro, dunque 51.041 euro in più rispetto ai 225.000 euro necessari essendo stata ottenuta l’esenzione Iva per acquisto dall’estero.

 

Queste risorse eccedenti saranno utilizzate per avviare due progetti di Telemedicina in Cardiologia che Fondazione Sant’Orsola sta mettendo a punto insieme al dottor Luciano Potena e alla dottoressa Cinzia Marrozzini del Policlinico di Sant’Orsola, con l’acquisto di dispositivi che permetteranno di seguire da remoto i pazienti in totale sicurezza e potendo, anzi, monitorare molti aspetti che in una visita tradizionale sfuggono, come la risposta all’attività fisica e sportiva.

 

Scopri il progetto e guarda il video che racconta come funziona la macchina: clicca qui

Sotto l’albero Comet e Fondazione portano 22 tv per Pediatria e Malattie infettive

18 tv per la Pediatria d’urgenza, 4 per le stanze di isolamento di Malattie infettive. Sono in tutto 22 le tv donate da Fondazione Sant’Orsola insieme a Comet ai pazienti dei due reparti del Policlinico, impegnati in questi giorni anche per curare i pazienti Covid, grandi e piccoli.
Alla consegna hanno partecipato i fratelli Davide e Marco Cervellati di Comet, da pochi giorni entrati ufficialmente come promotori nella Fondazione, il direttore generale del Policlinico Chiara Gibertoni e il direttore della Pediatria d’urgenza Marcello Lanari.
Erano presenti anche l’operatrice socio-sanitaria Manola Biason e il coordinatore infermieristico Antonio Gramegna dalla cui segnalazione è nato l’intervento di Fondazione e Comet.
“Per noi è un onore poter essere d’aiuto, anche con un gesto  come questa donazione – hanno spiegato Davide e Marco Cervellati – ai pazienti e a chi ogni giorno è impegnato a garantire ad ognuno le cure necessarie”.

Natale, lo Spazio bimbi resta sempre aperto per i figli di medici e infermieri

Il Padiglione delle Meraviglie raddoppia! Per essere d’aiuto al personale sanitario la Fondazione Sant’Orsola ha deciso di aprire lo Spazio bimbi dalle 7.30 alle 18.30, durante tutto il periodo in cui le scuole saranno chiuse, con le sole eccezioni di sabato 25 dicembre e sabato 1 gennaio, per cui non c’erano richieste.

Ogni giorno il Padiglione in via Pizzardi 1 si aprirà per tutti i figli da 3 a 10 anni di medici, infermieri e operatori socio-sanitari al lavoro anche durante il periodo natalizio. Nel rispetto delle normative vigenti si potranno ospitare fino a 20 bambini ogni giorno. Per ulteriori informazioni: spaziobimbi@fondazionesantorsola.it

Volontari, al via il servizio anche nel punto vaccinale pediatrico

Il 16 dicembre i primi 31 bambini, pazienti under 12, sono stati vaccinati al Sant’Orsola! Ad accoglierli, spiegando ai genitori il percorso da seguire e i moduli da compilare, i nostri volontari insieme a quelli di AGEOP RICERCA e Piccoli Grandi Cuori Onlus. Un impegno iniziato il 24 marzo nei punti vaccinali per gli adulti, che continua e si espande per la sicurezza di ognuno e di tutta la comunità.
Vuoi partecipare anche tu? Scrivici a volontari@fondazionesantorsola.it

PROGETTO SEGUIMI, AL VIA LA RADIOTERAPIA Più SICURA ED EFFICACE PER I BAMBINI

La prima è stata una bimba di 7 anni. Si è sdraiata sul lettino digitale per la radioterapia antitumorale donato dalla Fondazione Sant’Orsola al Policlinico e per tutta la durata del trattamento ha guardato i cartoni animati che lo staff di radioterapia le aveva preparato. La procedura è andata bene e così i medici e i tecnici che l’hanno seguita hanno potuto già inserire in lista altri bambini.

 

Dopo otto pazienti adulti, tutti affetti da leucemia acuta, inizia così l’utilizzo del lettino digitale per i trattamenti total body in sicurezza per i pazienti pediatrici. Un passo molto importante visto che rispetto alla chemioterapia tradizionale questa metodica – come racconta uno studio pubblicato quest’anno sul Journal of Clinical Oncology – consente di ridurre di un terzo il rischio di recidive e aumenta la sopravvivenza fino al 91%.

 

In caso di leucemia, prima del trapianto, bisogna uccidere infatti tutte le cellule tumorali per evitare il rischio di recidive. Alla chemioterapia, utilizzata tradizionalmente, in alcuni casi si può abbinare la radioterapia total body, a condizione di riuscire a mettere in sicurezza dalle radiazioni alcuni organi particolarmente sensibili, come i polmoni.

 

“Il lettino digitale donato dalla Fondazione Sant’Orsola – spiega la dottoressa Strigari – ha al suo interno un sistema di imaging on-line che consente di posizionare con precisione sub millimetrica gli schermi, realizzati con una stampante 3D in modo personalizzato, che proteggeranno i polmoni ad ogni seduta di terapia. Con l’acceleratore lineare di ultima generazione presente al Sant’Orsola, che consente di modulare intensità del fascio di radiazioni e angolo di accesso, questo sistema costituisce una combinazione unica al mondo”.

 

Per portare a Bologna il lettino digitale prodotto da una multinazionale canadese, insieme avevamo lanciato il progetto “Seguimi” all’inizio del 2020. La campagna di raccolta fondi si era dovuta interrompere durante i mesi più acuti della pandemia per riprendere in autunno e arrivare al traguardo entro la fine dell’anno, grazie a 317 donazioni che hanno consentito di raggiungere i 254.000 euro necessari per l’acquisto. Nella primavera di quest’anno il lettino era arrivato al Sant’Orsola e dopo poche settimane è entrato in funzione. Un grande risultato, che la generosità di Bologna è riuscita a raggiungere in un anno difficilissimo.

 

I benefici che promette per i pazienti sono davvero importanti. Poter effettuare la total body in sicurezza offre infatti importanti possibilità in più di guarigione. Lo racconta uno studio pubblicato nel 2021 sul Journal of Clinical Oncologyrealizzato su 417 pazienti pediatrici con leucemia acuta, 201 trattati con la chemioterapia e 212 anche con la radioterapia total body. Il rischio di recidive si è ridotto tra i secondi quasi ad un terzo (12% contro 33%) mentre la sopravvivenza è aumentata di 16 punti percentuali% (91% contro 75%).

 

Il primo trattamento total body  su un paziente pediatrico selezionato dal dottor Arcangelo Prete, responsabile della struttura di Oncoematologia pediatrica, è stato effettuato dalla professoressa Silvia Cammelli e dal dottor Ilario Ammendolia dell’unità di Radioterapia oncologica diretta dal professor Alessio Morganti e dall’unità di Fisica Sanitaria diretta dalla dott.ssa Lidia Strigari,  con la collaborazione dei medici dell’unità di Anestesiologia e Rianimazione generale e pediatrica diretta dal dottor Fabio Caramelli, che hanno partecipato alla preparazione e al posizionamento della piccola paziente.

 

Il lettino digitale è molto utile anche nel caso di tumori solidi. Grazie a un sistema di sensori e guide laser ed al comfort che garantisce, questo sistema permette, infatti, di indirizzare precisamente il fascio di radiazioni sull’area da colpire. Anche in questo caso si rivela particolarmente utile per i bambini, che più degli adulti possono cambiare posizione durante la radioterapia, per ridurre al minimo l’irradiazione dei tessuti sani e di evitare danni alla crescita.

 

Guarda il video di presentazione

 

 

Gli ultimi sei mesi di traguardi e progetti nel secondo numero di “Insieme la vita vince”

È ormai arrivato nelle case di tutti i nostri donatori il secondo numero del 2021 del notiziario “Insieme la vita vince” da oggi  scaricabile gratuitamente in formato pdf.

 

Dodici pagine per raccontare come la Fondazione ha vissuto questi ultimi mesi dell’anno, tra progetti realizzati, progetti lanciati e progetti sognati. Un modo per rimanere aggiornati e scoprire come insieme davvero possiamo fare la differenza.

 

È possibile richiedere una copia cartacea, che vi spediremo direttamente a domicilio. Per farlo, è necessario compilare questo form, con l’indirizzo di casa.

IL CARDINALE ZUPPI IN VISITA A PAZIENTI E FAMILIARI DI CASA EMILIA

“Prima di venire in questa casa era tanta la solitudine, ora qui sto meglio, ci diamo forza l’un l’altro come una grande famiglia”. Lo ha raccontato Isabella chiacchierando con il cardinale di Bologna Matteo Zuppi, in visita a pazienti, familiari e volontari di Casa Emilia, la struttura di accoglienza aperta nel settembre scorso da Fondazione Sant’Orsola.
Un’ora e mezza di chiacchiere, domande, incontri e risate, entrando insieme anche nei temi più delicati legati ai momenti più difficili che ognuno attraversa nel proprio percorso di cura. Un pomeriggio semplice e profondo, come in famiglia.
Grazie di cuore al cardinale Zuppi. Il calore delle sue parole la sua stessa presenza hanno significato tanto per ognuno di noi.

Progetto Tamino, con la Fondazione Sant’Orsola ritorna la musicoterapia in ospedale

 Riparte la musicoterapia nei reparti pediatrici del Policlinico di Sant’Orsola. Grazie a un accordo tra Fondazione Sant’Orsola, Associazione Mozart 14 e Fondazione Claudio Abbado si rimetteranno in moto, infatti,le attività di Tamino e verrà conclusa la ricerca avviata in Terapia Intensiva Neonatale sugli effetti della musicoterapia sui bambini prematuri. 

 

Le attività di Tamino

I laboratori di musicoterapia di TAMINO -Terapie e Arti Musicali IN Ospedale-nascono nel 2006 su volontà di Claudio Abbado, grazie all’impegno dei Primari di Pediatria del padiglione 13 del Policlinico di Sant’Orsola e della A.U.G. -Associazione Unite Gozzadini. 

L’attività è stata sostenuta, realizzata, coordinata e promossa dall’Associazione Mozart14, nei reparti di Chirurgia pediatrica, Neonatologia, Terapia Intensiva Neonatale e Onco-Ematologia.Dalla sua nascita Tamino ha coinvolto oltre 5.000 bambini per un totale di 4850 ore di laboratori.

L’attività di Tamino è stata sospesa per il Covid19 ed è terminata nel maggio scorso quando l’Associazione di promozione sociale Mozart14 ha dovuto dichiarare la messa in liquidazione.Il marchio è registrato dalla Fondazione Claudio Abbado.

 

Si riparte con Fondazione Sant’Orsola

Oggi, raggiunto un accordo tra Fondazione Sant’Orsola, Associazione Mozart 14 e Fondazione Claudio Abbado,il progetto Tamino e l’attività di ricerca ad essa connessapossono ripartire, congli stessi professionisti che ne sono stati protagonisti nei primi 15 anni di attività.

Con questo accordo Mozart 14 cede l’attività di Tamino a Fondazione Sant’Orsola, che si impegna a raccogliere le donazioni necessarie per farla proseguire per almeno un triennio, ripartendo nei quattro reparti in cui era in corso e con la disponibilità a lavorare per ampliare il perimetro d’azione, ad esempio anche al di fuori della pediatria. 

 

La musicoterapia nei reparti

Da gennaio l’attività riprenderà regolarmente nei 4 reparti pediatrici in cui si era sempre svolta. L’organizzazione delle attività sarà curata da Fondazione Sant’Orsola d’intesa con le quattro associazioni già precedentemente coinvolte (Amaci, Ageop Ricerca, Il Cucciolo, Fanep). 

Ogni settimana –anche in agosto, escluse solo le festività natalizie –l’attività prevede:

-2 ore di musicoterapia in Chirurgia pediatrica con 2 operatori;

-2 ore in Oncoematologia pediatrica con 2 operatori;

-2 ore in Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale con 1 operatore.

Gli strumenti musicali sono stati donati ai reparti da Mozart14

Obiettivo delle attività è ridurre la percezione del dolore fisico causato dalle terapie; diminuire l’ansia per un intervento chirurgico o cure che spaventano; elaborare ed esprimere con la musica (linguaggio universale per chi non parla ancora per ragioni d’età o di provenienza geografica) il disagio causato dalla degenza, specie se prolungata; placare il pianto del prematuro affinché possa risparmiare energie da investire nella crescita; attivare con il suono una relazione emotiva tra bimbo in incubatrice e genitori.

 

La ricerca in Terapia Intensiva Neonatale

Nel 2019Mozart 14 aveva avviato in TIN, in collaborazione con il direttore professor Luigi Corvaglia, lo studio “Reazioni fisio-parametriche del Neonato Pretermine al canto materno espressivo –Progetto TAMINO”, finalizzato a valutare gli effetti e differenze di modificazione fisio-parametrici in neonati pretermine con età gestazionale inferiore o uguale alle 28 settimane in seguito a somministrazione di registrazioni audio della voce materna (canto) con minore–maggiore qualità espressive-comunicative.

Lo studio ha ricevuto il parere favorevole da parte del Comitato Etico Area Vasta Emilia Centro –AVEC nella seduta del 14 novembre 2018. Dopo l’arruolamento di coppie madre-neonato previo invio e valutazione delteam medico di reparto e consenso informato firmato dai genitori, inizia un percorso di tre incontri Mamma-Operatrice Tamino di sensibilizzazione all’uso di una vocalità espressiva e all’importanza del canto materno nella relazione con il neonato.

Viene proposto un momento in cui realizzare 2 registrazioni audio della voce materna di un canto standardizzato, al primo e al terzo incontro con la musicoterapista, con modalità ‘neutra’ e con modalità ‘espressiva’. Viene così preparato un materiale audio specifico per ogni neonato con tracce che comprenderanno il canto materno in due registrazioni, che saranno poi fatte ascoltare al neonato secondo modalità, tempi e modi standardizzati.

In questa fase il reparto di Terapia Intensiva Neonatale e Neonatologia provvederà a registrare frequenza cardiaca (FC) ed ossigenazione arteriosa periferica (SpO2) mediante pulsossimetria;ossigenazione cerebrale ed addominale mediante Near Infrared Reflected Spectroscopy (NIRS).Finora sono state valutate 14 coppie mamma-neonato su 20 totali previste dal protocollo di studio.

Èin corso di pubblicazione la ricerca osservativa svolta in Onco-Ematologia pediatrica curata dalledottoresseDorella Scarponi e Barbara Zanchi.

Il 2 dicembre “Bologna cena per il Sant’Orsola” per il reparto di Oncologia

CLICCA QUI per iscriverti e partecipare

 

La solidarietà va in tavola. Giovedì 2 dicembre torna “Bologna cena per il Sant’Orsola”, l’iniziativa di Confcommercio Ascom Bologna che coinvolgerà decine di ristoranti in tutta la provincia. Una serata benefica il cui ricavato andrà a sostegno del progetto di Fondazione Sant’Orsola per ristrutturare il reparto di Oncologia del Policlinico. Un grande evento di solidarietà, capace di far vivere la generosità di Bologna.

 

Ogni ristorante presenterà il proprio menù tradizionale, mettendo a disposizione alcuni tavoli, ed effettuerà una donazione per ogni persona che parteciperà all’iniziativa prenotandosi sul nostro sito nella pagina dedicata. Sono 455 per ora i posti a disposizione. Sarà possibile arrivare al ristorante a partire dalle ore 20.30. Per eventuali disdette è possibile scrivere a info@fondazionesantorsola.it rendendo così disponibile il proprio posto ad altri.

 

Ogni partecipante potrà decidere di far crescere ancora la solidarietà donando online al momento della prenotazione oppure presso il ristorante, al termine della cena. Il 100% delle donazioni di ristoratori e clienti andrà al progetto “Lo spazio che cura” con cui la Fondazione Sant’Orsola si impegna a rinnovare radicalmente il reparto di Oncologia del Policlinico, il principale della nostra regione.

 

La prima edizione di “Bologna cena per il Sant’Orsola” si era svolta il 10 giugno 2020, subito dopo la fine del lockdown, ed era stata dedicata alla lotta al Covid. “Con questa serata, finita l’emergenza – spiega il presidente della Fondazione Giacomo Faldella – i ristoratori di Bologna danno un messaggio forte: la nostra città non si chiude, vogliamo continuare insieme ad aver cura di chi vive un momento difficile, oggi come ieri. La solidarietà di Bologna vive ben oltre la pandemia. Ed è ulteriormente significativo che a lanciare questo messaggio sia proprio una tra le categorie colpite più pesantemente dall’emergenza”.

 

“Scendere in campo al fianco della Fondazione Sant’Orsola è per noi motivo d’orgoglio e dimostrazione del senso civico e morale del gruppo imprenditoriale della nostra città – spiega il Direttore Generale di Confcommercio Ascom Bologna Giancarlo Tonelli –. I ristoratori nostri associati hanno accolto questa iniziativa con rinnovato entusiasmo, nonostante le tante difficoltà che la categoria sta attraversando. Siamo conviti che anche i bolognesi risponderanno numerosi e mostreranno ancora una volta tutta la loro generosità”.

 

Cenando insieme, con questa iniziativa, si aiuterà concretamente chi a Bologna deve intraprendere un percorso di cura oncologica. Grazie al sostegno di tutti sarà infatti possibile consegnare alla città un reparto di degenza tutto nuovo: nuovi pavimenti, nuovi controsoffitti, nuova illuminazione, nuovi colori alle pareti. Un aiuto importante per oltre 900 pazienti che ogni anno vengono ricoverati.

 

Nel reparto rinnovato ogni paziente potrà contare su stanze con letti elettrici di ultima generazione, tende fonoassorbenti per garantire maggior privacy, bagni totalmente rinnovati, balconi trasformati in giardini d’inverno, musica grazie ad un sistema di filodiffusione, ma anche su un nuovo sistema di accoglienza e nuove stanze per i colloqui con i medici e per il supporto psicologico, per sé e per i famigliari. Un aiuto fondamentale nel percorso di cura: “Lo spazio in cui avviene la cura – spiega il primario di Oncologia Andrea Ardizzoni – fa parte della cura stessa. Ci sono studi che lo dimostrano: se un paziente oncologico è accolto in un ambiente migliore, i risultati delle terapie sono migliori”.

 

Clicca qui e vai alla pagina per prenotare e partecipare!

 

L’elenco dei primi 29 ristoranti che hanno aderito

 

Vivo Taste Lab Viale Antonio Silvani 18 Bologna
La Cesarina Via Santo Stefano 19/B Bologna
Osteria di Medicina Via Canedi, 32 Medicina
Ristorante Biagi Via Saragozza, 65 Bologna
Antica Trattoria del Reno Via del Traghetto, 5/3 Bologna
Villa San Donino Via Centese, 278 Argelato
Accademia der Cacio e Pepe Viale della Pace, 7 Zola Predosa
Pistamentuccia Via Alfredo Testoni, 2 Bologna
Pizzeria Vito Via di Monte Albano, 5 Bologna
Antica Trattoria La Grotta Via Tignano, 3 Mongardino Grotta
Buca Manzoni Via Manzoni, 6/G Bologna
Adesso Pasta Via IV Novembre, 12 Bologna
Ristorante Alice Via d’Azeglio, 65 Bologna
Trattoria La Mura Via Galletta, 9 San Lazzaro di Savena
Il Boccone del Prete Via Siepelunga, 56/4 Bologna
Ristorante Calzavecchio Via Calzavecchio, 1 Casalecchio di Reno
Ristorante Pizzeria Due Lune Via Nino Bertocchi, 1A Bologna
A casa mia Viale Pietro Pietramellara, 2 Bologna
Sartoria Gastronomica Piazza Aldrovandi, 21 Bologna
Piedra del Sol Via Goito 20, Bologna
Ristorantino da Dino Via XXV Aprile 11,  Anzola dell’Emilia
Yuzuya Via Nicolò Dall’Arca, 1/i-l
Trattoria Leonida Vicolo Alemagna 2, Bologna
Re Sole Bistrot Via San Mamolo 14/C, Bologna
Ristorante Diana Via Volturno 5, Bologna
Ristorante Pizzeria Mimì Via Pietro Mengoli 30/D, Bologna
Locanda Celestiale Via Saragozza 63/A, Bologna
Sorsi e bocconi Via Don Giovanni Minzoni 4/2ab, Bologna

 

Il 21 novembre torna “La corsa delle città” contro il tumore al pancreas

Domenica 21 novembre torna “La corsa delle città”, la manifestazione non competitiva contro il cancro del pancreas. Il ritrovo è alle ore 8.00 presso il circolo ARCI Benassi (viale Cavina 4, a Bologna). Percorsi per tutte le gambe: da 2 a 12 km. Tutto il ricavato verrà destinato al progetto di Fondazione Sant’Orsola a sostegno della ricerca e cura del cancro del pancreas all’interno del Policlinico di Bologna e all’Associazione Italiana Studio Pancreas

 

La corsa è organizzata da Circolo Dozza e Polisportiva Sanrafel. Le iscrizioni per i gruppi possono essere fatte scrivendo a fperri50@gmail.com o telefonando al 335.6890187 (entro ore 20 venerdì 11 novembre 2021). Per le iscrizioni individuali c’è tempo invece fino a 30 minuti prima della partenza, fissata tra le ore 9 e le 9.30. La quota prevede una donazione di 2 euro. Per correre con la maglietta della giornata è richiesta una donazione ulteriore di 5 euro.