Musicoterapia in pediatria

Progetto Tamino, con la Fondazione Sant’Orsola ritorna la musicoterapia in ospedale

 Riparte la musicoterapia nei reparti pediatrici del Policlinico di Sant’Orsola. Grazie a un accordo tra Fondazione Sant’Orsola, Associazione Mozart 14 e Fondazione Claudio Abbado si rimetteranno in moto, infatti,le attività di Tamino e verrà conclusa la ricerca avviata in Terapia Intensiva Neonatale sugli effetti della musicoterapia sui bambini prematuri. 

 

Le attività di Tamino

I laboratori di musicoterapia di TAMINO -Terapie e Arti Musicali IN Ospedale-nascono nel 2006 su volontà di Claudio Abbado, grazie all’impegno dei Primari di Pediatria del padiglione 13 del Policlinico di Sant’Orsola e della A.U.G. -Associazione Unite Gozzadini. 

L’attività è stata sostenuta, realizzata, coordinata e promossa dall’Associazione Mozart14, nei reparti di Chirurgia pediatrica, Neonatologia, Terapia Intensiva Neonatale e Onco-Ematologia.Dalla sua nascita Tamino ha coinvolto oltre 5.000 bambini per un totale di 4850 ore di laboratori.

L’attività di Tamino è stata sospesa per il Covid19 ed è terminata nel maggio scorso quando l’Associazione di promozione sociale Mozart14 ha dovuto dichiarare la messa in liquidazione.Il marchio è registrato dalla Fondazione Claudio Abbado.

 

Si riparte con Fondazione Sant’Orsola

Oggi, raggiunto un accordo tra Fondazione Sant’Orsola, Associazione Mozart 14 e Fondazione Claudio Abbado,il progetto Tamino e l’attività di ricerca ad essa connessapossono ripartire, congli stessi professionisti che ne sono stati protagonisti nei primi 15 anni di attività.

Con questo accordo Mozart 14 cede l’attività di Tamino a Fondazione Sant’Orsola, che si impegna a raccogliere le donazioni necessarie per farla proseguire per almeno un triennio, ripartendo nei quattro reparti in cui era in corso e con la disponibilità a lavorare per ampliare il perimetro d’azione, ad esempio anche al di fuori della pediatria. 

 

La musicoterapia nei reparti

Da gennaio l’attività riprenderà regolarmente nei 4 reparti pediatrici in cui si era sempre svolta. L’organizzazione delle attività sarà curata da Fondazione Sant’Orsola d’intesa con le quattro associazioni già precedentemente coinvolte (Amaci, Ageop Ricerca, Il Cucciolo, Fanep). 

Ogni settimana –anche in agosto, escluse solo le festività natalizie –l’attività prevede:

-2 ore di musicoterapia in Chirurgia pediatrica con 2 operatori;

-2 ore in Oncoematologia pediatrica con 2 operatori;

-2 ore in Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale con 1 operatore.

Gli strumenti musicali sono stati donati ai reparti da Mozart14

Obiettivo delle attività è ridurre la percezione del dolore fisico causato dalle terapie; diminuire l’ansia per un intervento chirurgico o cure che spaventano; elaborare ed esprimere con la musica (linguaggio universale per chi non parla ancora per ragioni d’età o di provenienza geografica) il disagio causato dalla degenza, specie se prolungata; placare il pianto del prematuro affinché possa risparmiare energie da investire nella crescita; attivare con il suono una relazione emotiva tra bimbo in incubatrice e genitori.

 

La ricerca in Terapia Intensiva Neonatale

Nel 2019Mozart 14 aveva avviato in TIN, in collaborazione con il direttore professor Luigi Corvaglia, lo studio “Reazioni fisio-parametriche del Neonato Pretermine al canto materno espressivo –Progetto TAMINO”, finalizzato a valutare gli effetti e differenze di modificazione fisio-parametrici in neonati pretermine con età gestazionale inferiore o uguale alle 28 settimane in seguito a somministrazione di registrazioni audio della voce materna (canto) con minore–maggiore qualità espressive-comunicative.

Lo studio ha ricevuto il parere favorevole da parte del Comitato Etico Area Vasta Emilia Centro –AVEC nella seduta del 14 novembre 2018. Dopo l’arruolamento di coppie madre-neonato previo invio e valutazione delteam medico di reparto e consenso informato firmato dai genitori, inizia un percorso di tre incontri Mamma-Operatrice Tamino di sensibilizzazione all’uso di una vocalità espressiva e all’importanza del canto materno nella relazione con il neonato.

Viene proposto un momento in cui realizzare 2 registrazioni audio della voce materna di un canto standardizzato, al primo e al terzo incontro con la musicoterapista, con modalità ‘neutra’ e con modalità ‘espressiva’. Viene così preparato un materiale audio specifico per ogni neonato con tracce che comprenderanno il canto materno in due registrazioni, che saranno poi fatte ascoltare al neonato secondo modalità, tempi e modi standardizzati.

In questa fase il reparto di Terapia Intensiva Neonatale e Neonatologia provvederà a registrare frequenza cardiaca (FC) ed ossigenazione arteriosa periferica (SpO2) mediante pulsossimetria;ossigenazione cerebrale ed addominale mediante Near Infrared Reflected Spectroscopy (NIRS).Finora sono state valutate 14 coppie mamma-neonato su 20 totali previste dal protocollo di studio.

Èin corso di pubblicazione la ricerca osservativa svolta in Onco-Ematologia pediatrica curata dalledottoresseDorella Scarponi e Barbara Zanchi.

CON LA FONDAZIONE SANT’ORSOLA OGNI GIORNO 3 ORE DI MUSICOTERAPIA IN PEDIATRIA

Un ospedale pieno di musica. Violini, percussioni, tastiere, chitarre elettriche, armoniche e clarinetti: per una giornata in tutti i reparti della Pediatria hanno risuonato le note della musicoterapia per i piccoli pazienti. Fondazione Sant’Orsola ha voluto ricordare così, a dieci anni dalla morte, il maestro Claudio Abbado che già nel 2006 aveva iniziato questa attività, capace di dare tanti benefici ai bambini ricoverati e per la quale oggi il nostro Policlinico è un punto di riferimento nazionale.

Il testimone della musicoterapia era stato consegnato dal maestro all’associazione Mozart 14 che, chiudendo i battenti, nel maggio 2022 l’ha passato alla Fondazione Sant’Orsola. Oggi l’attività viene portata avanti tutto l’anno con 6 musicoterapisti a cui si affiancano tirocinanti del Conservatorio. Oltre 1.000 ore ogni anno, in 6 reparti diversi, che rappresentano una piccola oasi per tanti bambini, soprattutto per chi rimane ricoverato a lungo.

“Attraverso questa attività – racconta infatti Barbara Zanchi, musicoterapeuta che anima il progetto fin dall’inizio – i bambini ricoverati vivono un momento capace di ridurre l’ansia per un intervento chirurgico o per cure che spaventano, di attenuare la percezione del dolore e hanno la possibilità di esprimere con la musica, un linguaggio universale, il disagio causato dalla degenza, specie se prolungata”.

La musicoterapia si svolge tutte le settimane, anche in agosto, in sei diversi reparti del Sant’Orsola: Neonatologia, Terapia intensiva neonatale, Oncoematologia pediatrica, Chirurgia pediatrica, Pediatria specialistica e, da poche settimane, Neuropsichiatria infantile per i bimbi con gravi disabilità. Complessivamente nel 2023 sono state svolte 1.023 ore di attività (in media quasi 3 ore al giorno) che hanno coinvolto, spesso più volte, 971 piccoli pazienti.

In Terapia intensiva neonatale, in particolare, Fondazione Sant’Orsola sta portando avanti una ricerca, avviata da Mozart 14 e Fondazione Abbado, per misurare anche dal punto di vista clinico gli effetti positivi della musicoterapia sullo sviluppo dei neonati prematuri. La musica e il canto contribuiscono ad attivare una relazione emotiva tra bimbo in incubatrice e genitori, ma i primi risultati raccontano anche di un’effettiva efficacia nel favorire lo sviluppo del neonato.

Da questa attività portata avanti in convenzione con la Fondazione Abbado stanno nascendo nuovi progetti. “Dall’inizio dell’anno scorso – racconta il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – abbiamo avviato Incanto, un laboratorio per mamme e neonati che, dopo la dimissione dall’ospedale, attraverso la musica e il canto favorisce la relazione positiva e la comunicazione tra i due”.

Da settembre poi la musicoterapia ha saltato lo steccato della Pediatria. “Con la musicoterapista Marina Falzone e in collaborazione con la Geriatria diretta dalla dottoressa Lunardelli – racconta Faldella – abbiamo iniziato la musicoterapia per anziani con Alzheimer. La memoria delle canzoni è, infatti, una delle ultime cose che si perde e ha grandi effetti benefici complessivi, oltre a favorire la socialità di persone che altrimenti rischiano l’isolamento. Durante gli incontri i familiari possono partecipare a un gruppo di mutuo aiuto e confronto, un altro aiuto fondamentale per queste famiglie”.

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