La cura delle parole

Dal 2014 Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti di Archivio Zeta conducono, in collaborazione con la dottoressa Lucia Polpatelli, il laboratorio teatrale “La cura delle parole” presso il Policlinico di Sant’Orsola con incontri di due ore a cadenza settimanale, dalle 18.00 alle 20.00 presso la palestra del Padiglione 4.

 

Il laboratorio è rivolto a pazienti in cura, ex pazienti, e familiari di Oncologica e a tutti coloro che frequentano gli ambienti del Policlinico: pazienti, studenti, medici, infermieri. Le persone che frequentano più assiduamente sono circa 25, compatibilmente con le cure e le necessità cliniche.

 

“Questo non è un comune laboratorio teatrale – raccontano Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni – ma una dimostrazione del delicato lavoro di ricerca che da diversi anni il laboratorio teatrale sta sperimentando al Sant’Orsola con medici, pazienti, personale e familiari di ginecologia oncologica. Vita e morte, trasformazione e rinascita, materia e vuoto: queste costellazioni poetiche si sono unite ad un emozionante lavoro sul corpo e sulla parola”.

 

Dal 2021 Fondazione Sant’Orsola sostiene stabilmente questa esperienza.

 

“Fiabe in ascolto” è il titolo di un percorso che ha condotto il laboratorio a immergersi nelle 200 fiabe italiane di Italo Calvino, un mondo fantastico popolato da incantesimi, contadini, principesse, animali, diavoli, un’esplorazione della lingua italiana da nord a sud: le partecipanti scelgono di prendersi cura di un racconto, di diventare esse stesse una fiaba, di farla propria, costruendo un piccolo teatro delle meraviglie che ci conduce col tappeto della fantasia e l’arte della narrazione orale in una dimensione nuova di ascolto e di percezione.

 

Il luogo delle prove è la navata a piano terra della bellissima Chiesa di San Gregorio dei Mendicanti, che si trova all’interno del Policlinico: uno spazio in attesa di essere ristrutturato e che abbiamo pensato di abitare in questo periodo di passaggio, grazie ad un percorso di pulizia, rigenerazione e recupero temporaneo, affinché possa diventare un’esperienza pilota come modello per un futuro spazio multifunzionale delle arti a gestione condivisa tra varie associazioni che operano all’interno del policlinico.