Stefano Vezzani

“più forti INSIEME” il quarto giorno sfiora i 300mila euro

Abbiamo sfiorato i 300mila euro. Al termine del quarto giorno della raccolta “più forti INSIEME” grazie alla generosità di tutti abbiamo raggiunto 298.141 euro. Risorse importanti per sostenere il personale in prima linea nell’emergenza Coronavirus e i nostri ospedali, che stanno sostenendo sforzi impensabili per realizzare a tempo di record nuove terapie intensive per accogliere e curare ogni malato, come a Bologna succede e vogliamo continui a succedere.

 

Ora non dobbiamo fermarci, perché è davvero ancora tanta la strada da fare! Ognuno può partecipare in base alle proprie possibilità: facendo una donazione dalla pagina “più forti INSIEME”, oppure scaricando da questa stessa pagina il volantino della raccolta e facendolo girare ai propri contatti mail per sensibilizzare sempre nuove persone o, ancora, lanciando una raccolta fondi su Facebook dalla nostra pagina (per informazioni e supporto: info@fondazionesantorsola.it).

 

“più forti INSIEME”, raggiunti in tre giorni 240.015 euro

Ne abbiamo raccolte finora solo alcune, ma sono tutte storie bellissime. Storie di gesti personali o di imprese, in cui ognuno fa quello che può, per riuscire – insieme – a fare tanto per tutti. Dal cittadino che dona 3 euro, perché quello in questo momento può, all’azienda che ne versa 10.000, con lo stesso slancio, la stessa generosità. Storie che stiamo raccogliendo e che racconteremo nei prossimi giorni e che hanno permesso alla raccolta “più forti INSIEME” della Fondazione Sant’Orsola di raggiungere in tre giorni donazioni per 240.015 euro. Una somma importante, a cui si aggiunge quanto raccolto sulla piattaforma nazionale Gofundme dall’iniziativa di un ragazzo bolognese, Andrea Grossi. Ora dobbiamo continuare – insieme – per riuscire a dare un sostegno sempre più incisivo e consistente a medici e infermieri impegnati in prima linea e per essere pronti a dare nelle prossime settimane tutto l’aiuto che potrà servire alle terapie intensive e ai reparti Covid-19, ormai sette – complessivamente – solo al Sant’Orsola. Sono tante le necessità e tante le iniziative che stanno nascendo e che potremo realizzare solo grazie a voi.

 

Aiutaci a continuare: clicca qui per fare anche tu una donazione e sostenere “più forti INSIEME”. Con l’aiuto di tanti potremo riuscire a fare sempre di più per i nostri ospedale e il personale in prima linea per tutti noi. Grazie di cuore!

“più forti insieme”: 162.678 volte grazie a tutti voi

In poco più di due giorni la raccolta “più forti INSIEME” ha raggiunto 162.678 euro. Una cifra importante, dentro alla quale si nascondono oltre tremila slanci di generosità, storie personali, intenzioni, desideri che commuovono e danno ancora più forza ai medici, agli infermieri, agli operatori socio-sanitari, ai tecnici che  rimangono ogni giorno in prima linea per difendere tutti noi e curare chi ne ha bisogno.

 

Oggi alle 16 si sono aperte le registrazioni sulla piattaforma per tutti i dipendenti di Policlinico e Ausl Bologna per avere gratuitamente la babysitter per accudire i figli mentre si è al lavoro: un piccolo aiuto, ma in certi casi fondamentale, per non aggravare la situazione rischiando di renderla economicamente insostenibile per chi ogni giorno mette da parte paure e stanchezza per essere al servizio di tutti.

 

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“più forti INSIEME” – Al via i voucher per il personale in prima linea

A meno di due giorni dall’inizio della campagna di raccolta fondi “più forti INSIEME”, la Fondazione Sant’Orsola lancia il primo progetto a favore del personale del Policlinico di Sant’Orsola e dell’Ausl di Bologna per sostenere chi, a causa della chiusura delle scuole, per continuare a venire al lavoro si è visto costretto a ricorrere ai servizi di una babysitter e per aiutare nella gestione domestica chi è in difficoltà per i ritmi di lavoro imposti dall’emergenza.

 

“È fondamentale investire sulle terapie intensive e i dispositivi, ma ancor più – spiega il presidente della Fondazione Giacomo Faldella – sostenere le persone che devono far funzionare tutto ciò. Per questo abbiamo deciso, come primo gesto, di far sentire loro la gratitudine e il sostegno di tutta la città, che sta rispondendo alla raccolta fondi con grande generosità, iniziando a mettere a disposizione servizi che rendano più sostenibile il peso che devono portare, rimanendo in prima linea per tutti noi”.

 

Per accedere ai servizi, lanciati rispondendo alla sollecitazione delle due Aziende sanitarie, è necessario registrarsi attraverso un modulo online entro le ore 18 di giovedì 12 marzo. Per chi non riuscisse entro tale termine si aprirà una seconda finestra per accedere che rimarrà aperta dalle ore 8 di lunedì 16 marzo alle ore 18 di mercoledì 18 marzo. I dati sono necessari per essere registrati e quindi riconosciuti dalla piattaforma che gestirà l’erogazione di questi e ulteriori servizi e aiuti.

 

Per chi è interessato al servizio babysitter saranno aperte due possibilità: si potrà utilizzare un voucher per avere gratuitamente il servizio da una professionista accreditata dalla piattaforma oppure, per chi ha già una babysitter, si potrà richiedere il rimborso delle spese sostenute (anche in modo retroattivo, dalla chiusura delle scuole) caricando sulla piattaforma la documentazione richiesta.

 

Per il servizio di sostegno alla gestione della casa (pulire ambienti, stirare vestiti…) si potrà analogamente utilizzare il voucher a disposizione attivando gratuitamente la collaborazione di una colf accreditata dalla piattaforma stessa. Per entrambi i servizi non esiste un limite di utilizzo stabilito a priori, ma ognuno avrà a disposizione un tetto di spesa che potrà modulare come meglio ritiene opportuno in base alle proprie esigenze tra questi servizi ed altri che saranno attivati nei prossimi giorni.

 

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“più forti INSIEME”: donati 78.564 euro in poco più di 24 ore

In poco più di 24 ore le donazioni per “più forti INSIEME” hanno raggiunto quota 78.564 euro. Un fiume di generosità in una giornata piena di sorprese e contatti, durante la quale è salito a bordo con noi anche Andrea Grossi, il ragazzo bolognese che aveva lanciato ieri mattina sulla piattaforma nazionale Gofundme una raccolta per il Sant’Orsola e che ha deciso di donare tutto quello che raccoglierà a “più forti INSIEME”.

 

Da domani entriamo subito nel vivo e a meno di due giorni dal lancio della campagna, la Fondazione aprirà il primo progetto a favore del personale dei nostri ospedali, dando un voucher/rimborso per le spese sostenute per la babysitter dalla chiusura delle scuole. Un modo per essere davvero vicino a chi ogni giorno in prima linea riesce a mettere da parte paure e stanchezza per assistere e curare tutti coloro che ne hanno bisogno.

 

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Quindicimila euro in poche ore per “più forti INSIEME”

È partita alle 18 “più forti INSIEME”, la campagna lanciata dalla Fondazione per sostenere gli ospedali e il personale in prima linea nella lotta al nuovo Coronavirus. E in poche ore ha raccolto 15.204 euro, coinvolgendo centinaia di bolognesi. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno donato e che nei prossimi giorni potranno aiutarci anche con il passaparola, anche digitale, a far crescere la raccolta!

 

“Quella della Fondazione Sant’Orsola è un’iniziativa importante che sposiamo pienamente – ha commentato Chiara Gibertoni, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna – che contribuirà a farci uscire da questa prova ancora più forti grazie anche al rinnovato legame tra la città e i suoi ospedali, i cittadini di Bologna e tutto il personale medico e sanitario”.

 

I primi progetti saranno finalizzati a dare servizi che aiutino proprio chi lavora in prima linea per difendere la salute di tutti. “Chi porta più di ogni altro il peso di questa emergenza – spiega il presidente della Fondazione Giacomo Faldella – è il personale del sistema sanitario. Vogliamo dire loro che la gratitudine di oggi non si spegnerà. Se tante volte abbiamo dato per scontato il valore del loro lavoro, non vogliamo che sia più così”.

 

Per sostenere gli ospedali di Bologna e i medici, gli infermieri, gli operatori socio-sanitari e i tecnici quotidianamente al lavoro, ognuno può donare:

  • online su www.fondazionesantorsola.it cliccando su Dona Ora e selezionando “più forti INSIEME”
  • bonifico IBAN: IT72I0847236760000000101617; causale: Fondo ‘più forti INSIEME’, indicando anche nome, cognome e indirizzo
  • conto corrente postale n. 001047864747; causale: Fondo ‘più forti INSIEME’, indicando anche nome, cognome e indirizzo

 

più forti insieme

In questi giorni l’arrivo di una nuova malattia ha rubato a tutti noi sicurezze e abitudini: siamo preoccupati per la nostra salute e abbiamo adattato la nostra quotidianità a regole necessarie per contenere il contagio.

Dobbiamo continuare a fare, con senso di responsabilità, la nostra parte, ma chi porta più di ogni altro il peso di questa emergenza è il personale di un sistema sanitario pubblico che sta dando al Sant’Orsola, come in ogni altro ospedale del nostro Paese, una straordinaria prova di sé.

Medici, infermieri, operatori socio-sanitari e tecnici ogni giorno si prendono cura di tutti coloro che ne hanno necessità, mettendo da parte le proprie paure, la stanchezza, il desiderio di stare con i propri cari.

Non sono angeli, non sono eroi: sono la parte più responsabile della nostra comunità, quella che accetta di stare in prima linea per il bene di tutti.

A loro va tutta la nostra gratitudine e la nostra ammirazione.

Per questo apriamo il fondo “Più forti INSIEME” per essere vicini al personale sanitario, dando un aiuto concreto e realizzando progetti che sostengano il loro lavoro, oggi così come domani: anche quando l’emergenza sarà finita potremo continuare a contare sulla loro passione e professionalità e come loro ci sono per noi, vogliamo esserci anche noi per loro.

 

DONA ORA – Clicca qui e scopri come dare il tuo sostegno

“La paura ha due uscite”

Per prudenza sospendiamo per due settimane il nostro servizio, visto che le autorità sanitarie sconsigliano di stare in luoghi affollati. Ma in questi giorni in cui la  paura rischia di farla da padrona ci piace soprattutto condividere con voi queste righe.
“La paura ha due uscite: un egoismo più grande e un’apertura più radicale.
La vita di ognuno di noi è sempre in pericolo. E allora bisogna fare buon uso della paura. Bisogna festeggiare che non siamo malati. Bisogna pensare alla pena degli esseri umani che si sono ammalati. Pensate anche al morire clandestino, pensate al fatto che ci sono salme che nessuno può vegliare e accarezzare. E allora se siamo vivi nella luce del mondo abbiamo solo da festeggiare e subito dopo dobbiamo chiederci come possiamo pulire uno spigolo infimo di mondo, come possiamo portare il bene e il bello in questa nostro passaggio veloce e senza garanzie. Pensate al vostro amore, pensare a un figlio, a una madre, pensate ai rami degli alberi, pensate alla riga delle tegole sui tetti, pensate al rumore di una macchina che passa per strada. C’è qualcosa di intimamene glorioso nelle cose che esistono, e noi siamo qui per accorgerci di questo splendore senza padroni e senza missioni. Noi tutti siamo portatori di uno splendore provvisorio. La paura ci deve portare a una luce più grande, a un’attenzione per il dolore degli altri. Questo è un contagio che ci chiama alla generosità e alla bellezza. Non ci salviamo chiudendo in un angolo del mondo la nostra vita, ma usandola tutta intera per noi e per tutti”.
(Franco Arminio, “Piccolo discorso sulla paura”)

“Parliamone”, una guida per spiegare ai figli la malattia di un genitore

L’idea è nata tanti anni fa, a Parigi, incontrando David. Allora lui aveva 5 anni ed era un bimbo che aveva da poco perso la mamma. Lei, Lucia, era una giovane psico-oncologa. David non parlava quasi più, non giocava, faceva fatica anche a dormire. Un giorno le ha detto: “Me lo aveva detto la mia mamma”. Che cosa David? “Avevo fatto il cattivo e mi ha detto che se continuavo così l’avrei fatta morire”. Pensava di averla uccisa lui, e non il tumore, la sua mamma. Perché nessuno gli aveva detto niente. Pensavano fosse troppo piccolo per capire.

 

Per David e per tutti i David che ha incontrato dopo di lui, Lucia Polpatelli condensando anni di esperienze sul campo ha scritto “Parliamone. La malattia spiegata ai miei figli”, 32 pagine di esempi concreti, consigli, spunti. Non un elenco di istruzioni per asciugare le lacrime, ma un compagno di strada per non avere più paura di piangere e imparare – nei modi possibili – a condividere. “Perché – spiega Lucia – la famiglia è una squadra e tutto si deve affrontare insieme, i momenti felici e quelli tristi”.

 

Lucia Polpatelli è una psico-oncologa. Al Policlinico di Sant’Orsola segue i pazienti di alcuni reparti, ma anche i loro figli (appunto) e quando si riesce anche il personale e tiene corsi per i volontari sulla relazione d’aiuto. E segue laboratori di teatro animati dalla compagnia Archivio Zeta, di musicoterapia, di scrittura, disegno, fotografia. Tante strade per fare un pezzo di strada insieme. “Parliamone” è nato da questo impegno. Lo ha stampato il Policlinico. Poi è andato esaurito e oggi, per continuare a farlo camminare, la Fondazione Sant’Orsola – d’accordo con l’autrice – ha deciso di ristamparlo e distribuirlo gratuitamente.

 

“All’inizio si pensa di risparmiare ai piccoli la sofferenza – spiega la dottoressa Polpatelli – ma così rischiano di sentirsi esclusi, traditi dai genitori. I bambini hanno la capacità di cogliere gli aspetti dolorosi della vita, li comprendono. E un tumore si abbatte su tutta la famiglia, non solo sulla persona che si è ammalata. Per la quale avere dei figli significa avere un supplemento d’angoscia durante il percorso di malattia. Ma significa anche avere un obiettivo importante, uno in più, per continuare a camminare”.

 

Cosa non fare con i bambini? Lucia non ha dubbi: “Se devo dire una cosa soltanto dico: non mentite. Non spaventateli riferendo dettagli che non sono in grado di capire, non abbiate paura di dire ‘non lo so’, non costringeteli a parlare se non vogliono. Meglio dire ‘anch’io ho pianto’ che ‘su su, non piangere”. Ma soprattutto non mentite: facendolo evitate il problema nel presente ma ne create uno enorme al bambino che rischia di perdere la fiducia nel mondo, comunque si concluda il percorso. Perché i bambini sanno leggere nei vostri occhi, non li potete imbrogliare”.

 

L’essenziale è non mentire. E quindi parlare. “Io dico sempre: è difficile parlare di cose così forti? Allora scrivile”. E racconta del marito di una paziente morta per malattia tornato in ospedale qualche tempo dopo con tre quaderni: uno per lui e uno per ognuno dei due figli. Sua moglie aveva scritto loro tutto, come stava, quel che non riusciva a dire, ma anche le istruzioni per usare la lavatrice. “Per tutta la famiglia quei quaderni hanno rappresentato uno spartiacque tra disperazione e accettazione”.

 

Per ricevere gratuitamente a casa “Parliamone” compilate il modulo nella pagina Contatti di questo sito inserendo come Oggetto del messaggio: “Invio della guida ‘Parliamone'”. Chi lo desidera può fare una donazione alla Fondazione Sant’Orsola, per sostenerne le attività. Dopo averlo ricevuto, a chi se la sente chiediamo di mandarci una testimonianza (info@fondazionesantorsola.it), che renderemo anonima riportando solo il nome di battesimo, su come la lettura di “Parliamone” è stata capace di accompagnarvi nel vostro cammino: è un modo per essere vicini a tanti altri che stanno passando lungo la stessa strada.

Ricerca sui tumori rari, un movimento di solidarietà in ricordo di Massimo

Insieme per ricordare Massimo. La prima donazione è arrivata dalla moglie, che ne ha parlato con i colleghi del marito, Family Banker della sede bolognese di Banca Mediolanum. Prima uno, poi un altro, infine altri due: in quattro hanno non solo aderito alla raccolta, ma scritto ai propri clienti per comunicare la scelta compiuta e chiedere loro di fare altrettanto. E diversi tra loro hanno già aderito.

 

È un bellissimo movimento di solidarietà quello che si è messa in moto in memoria di Massimo Visani, scomparso troppo presto per una forma molto aggressiva di sarcoma dopo mesi di cure da parte dell’equipe della professoressa Maria Pantaleo del reparto di Oncologia medica del Policlinico di Sant’Orsola, diretto dal professor Andrea Ardizzoni.

 

La generosità dei famigliari, dei colleghi e dei clienti sosterrà la ricerca e la cura portate avanti dai ricercatori e dai medici del Sant’Orsola per i sarcomi e i tumori rari, che rappresentano in Italia il 25% dei nuovi casi di tumore e che richiedono competenze specifiche e dedicate per offrire cure appropriate e per rispondere alle esigenze del paziente.

 

Il Sant’Orsola è un centro di riferimento europeo per la cura dei tumori rari, in particolare i tumori neuroendocrini ed i sarcomi. I medici del reparto seguono ogni anno circa 400 pazienti con tumori rari nei diversi percorsi della diagnosi e cura della malattia, per la quale la ricerca gioca un ruolo insostituibile per individuare nuove strade e nuove terapie che possano essere sempre più efficaci.

 

Uno degli obiettivi di fondo della ricerca in corso al Sant’Orsola è individuare marcatori tumorali che possano predire in anticipo l’efficacia delle cure, intensificando quelle che potenzialmente potrebbero essere più efficaci ed evitando di protrarre quelle che potrebbero essere inutili. Un obiettivo ulteriore è lo studio del genoma del tumore, che è alla base delle terapie innovative e che per molti tumori rari ancora non è ancora stato studiato.

 

Se anche tu vuoi dare più forza alla ricerca e alla cura sui tumori rari, puoi donare

  • online dalla pagina Dona Ora del sito della Fondazione Sant’Orsola (fondazionesantorsola.it) selezionando Ricerca sui tumori;
  • tramite bonifico bancario (IBAN: IT72I0847236760000000101617); causale: Ricerca sui tumori, aggiungendo nome, cognome e indirizzo;
  • tramite conto corrente postale (n. 001047864747 ); causale: Ricerca sui tumori, aggiungendo nome, cognome e indirizzo.

Se vuoi ulteriori informazioni sulle ricerche in corso puoi scrivere a donazioni@fondazionesantorsola.it

 

(foto Paolo Righi – L’equipe di ricerca della professoressa Maria Pantaleo)