2 Febbraio 2024
Un ospedale pieno di musica. Violini, percussioni, tastiere, chitarre elettriche, armoniche e clarinetti: per una giornata in tutti i reparti della Pediatria hanno risuonato le note della musicoterapia per i piccoli pazienti. Fondazione Sant’Orsola ha voluto ricordare così, a dieci anni dalla morte, il maestro Claudio Abbado che già nel 2006 aveva iniziato questa attività, capace di dare tanti benefici ai bambini ricoverati e per la quale oggi il nostro Policlinico è un punto di riferimento nazionale.
Il testimone della musicoterapia era stato consegnato dal maestro all’associazione Mozart 14 che, chiudendo i battenti, nel maggio 2022 l’ha passato alla Fondazione Sant’Orsola. Oggi l’attività viene portata avanti tutto l’anno con 6 musicoterapisti a cui si affiancano tirocinanti del Conservatorio. Oltre 1.000 ore ogni anno, in 6 reparti diversi, che rappresentano una piccola oasi per tanti bambini, soprattutto per chi rimane ricoverato a lungo.
“Attraverso questa attività – racconta infatti Barbara Zanchi, musicoterapeuta che anima il progetto fin dall’inizio – i bambini ricoverati vivono un momento capace di ridurre l’ansia per un intervento chirurgico o per cure che spaventano, di attenuare la percezione del dolore e hanno la possibilità di esprimere con la musica, un linguaggio universale, il disagio causato dalla degenza, specie se prolungata”.
La musicoterapia si svolge tutte le settimane, anche in agosto, in sei diversi reparti del Sant’Orsola: Neonatologia, Terapia intensiva neonatale, Oncoematologia pediatrica, Chirurgia pediatrica, Pediatria specialistica e, da poche settimane, Neuropsichiatria infantile per i bimbi con gravi disabilità. Complessivamente nel 2023 sono state svolte 1.023 ore di attività (in media quasi 3 ore al giorno) che hanno coinvolto, spesso più volte, 971 piccoli pazienti.
In Terapia intensiva neonatale, in particolare, Fondazione Sant’Orsola sta portando avanti una ricerca, avviata da Mozart 14 e Fondazione Abbado, per misurare anche dal punto di vista clinico gli effetti positivi della musicoterapia sullo sviluppo dei neonati prematuri. La musica e il canto contribuiscono ad attivare una relazione emotiva tra bimbo in incubatrice e genitori, ma i primi risultati raccontano anche di un’effettiva efficacia nel favorire lo sviluppo del neonato.
Da questa attività portata avanti in convenzione con la Fondazione Abbado stanno nascendo nuovi progetti. “Dall’inizio dell’anno scorso – racconta il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – abbiamo avviato Incanto, un laboratorio per mamme e neonati che, dopo la dimissione dall’ospedale, attraverso la musica e il canto favorisce la relazione positiva e la comunicazione tra i due”.
Da settembre poi la musicoterapia ha saltato lo steccato della Pediatria. “Con la musicoterapista Marina Falzone e in collaborazione con la Geriatria diretta dalla dottoressa Lunardelli – racconta Faldella – abbiamo iniziato la musicoterapia per anziani con Alzheimer. La memoria delle canzoni è, infatti, una delle ultime cose che si perde e ha grandi effetti benefici complessivi, oltre a favorire la socialità di persone che altrimenti rischiano l’isolamento. Durante gli incontri i familiari possono partecipare a un gruppo di mutuo aiuto e confronto, un altro aiuto fondamentale per queste famiglie”.
Scopri e sostieni: