8 Gennaio 2025
Da dicembre 2024 a gennaio 2025, “Guarda come cresco” partecipa all’iniziativa di UniCredit “1 voto, 200.000 aiuti concreti”. Questa campagna permette di trasformare voti e donazioni in sostegno concreto. Infatti, potremmo aggiudicarci fino a un massimo di 5.000 euro che ci permetteranno di garantire ben 125 sedute di logopedia. Ogni voto e ogni donazione ci avvicinano al nostro obiettivo!
Per partecipare:
- Visita la pagina Guarda come cresco su ilmiodono.it.
- Vota il progetto e, se possibile, fai una donazione: ogni contributo amplifica il valore del tuo voto.
Perché è importante
Aiutare i bambini con Trisomia 21 a parlare significa aprire le porte alla scuola, alle amicizie, a una vita piena di opportunità. “Guarda come cresco” è molto più di un percorso terapeutico: è un atto di amore e speranza, un investimento nel futuro.
Con il tuo aiuto possiamo ampliare questo progetto e offrirlo a tanti altri bambini che ne hanno bisogno. Insieme, possiamo fare la differenza.
Sul progetto: imparare a parlare, crescere, vivere meglio
Per un bambino nato con la Trisomia 21, imparare a parlare o anche solo a deglutire non è semplice. Le difficoltà motorie e cognitive associate alla sindrome spesso richiedono un aiuto specifico e costante.
È qui che entra in gioco “Guarda come cresco”, il percorso ideato dalla Fondazione Sant’Orsola in collaborazione con la Fondazione Vita Bella e le associazioni CEPS e GRD.
Il progetto garantisce un’ora di logopedia a settimana per ogni bambino, coinvolgendo anche i genitori nel percorso terapeutico. Oltre alle sedute, “Guarda come cresco” offre momenti di formazione e sostegno per le famiglie, affinando strumenti utili per affrontare le sfide quotidiane.
Dal 2020, anno di avvio, il progetto è cresciuto: è partito con 14 bambini, continuando anche durante il lockdown con sedute online, e oggi supporta ben 43 piccoli partecipanti. Ogni seduta è un passo verso una vita più autonoma e integrata per i nostri bambini.
Nel 2024 abbiamo avviato una collaborazione con l’Università di Bologna per studiare l’impatto del progetto. L’obiettivo è ambizioso: dimostrare che percorsi come questo possono diventare un diritto garantito dalla sanità pubblica.