Parlami ancora

“La Sindrome di Down non è ancora tutta ‘digerita’, ma abbiamo trovato uno spazio in cui parlare, confrontarci ed essere accolti per ciò che siamo, e questo spazio è insostituibile”. Così una mamma racconta il valore del progetto Parlami ancora che offre un accompagnamento psicologico gratuito a tutte le coppie con figli con disabilità intellettive e che nel 2025 – grazie al sostegno di Banca di Bologna – si rafforzerà fornendo a queste famiglie un aiuto ulteriore.

Il Progetto

Nel 2025 inizia – insieme all’associazione CEPS e grazie al sostegno di Banca di Bologna – una nuova fase per il progetto iniziato nel 2021 per aiutare dopo la pandemia le famiglie con figli con disabilità cognitive.

Il progetto era nato per rispondere alle difficoltà che la pandemia aveva creato alle famiglie con figli con disabilità cognitive, che avevano sofferto particolarmente il lockdown e le restrizioni di quei mesi.

Il supporto psicologico online gratuito che il progetto metteva a disposizione dei genitori, per aiutarli ad affrontare in modo efficace le difficoltà dei figli, era proseguito ed era cresciuto, anno dopo anno. Siamo passati, infatti, dalle 133 sedute del primo anno alle 260 del 2022 per arrivare l’anno successivo a 410, quota a cui si sono attestate anche nel 2024.

Il servizio si è così rivelato utile al di là delle finalità per cui era nato, andando a colmare un vuoto che gravava anche nella vita ordinaria su queste famiglie, sia per la scarsa presenza sul territorio di professionisti specializzati, sia per le difficoltà economiche di affrontare percorsi che prevedono spesso sedute settimanali.

Ora possiamo compiere un passo in più, sollecitata dall’incontro con CEPS (www.ceps.it), ente non profit con cui Fondazione Sant’Orsola collabora fin dall’inizio per il progetto “Guarda come cresco”.

Grazie al contributo di Banca di Bologna all’attività ormai consolidata si affiancherà un supporto alle famiglie che necessitano a volte di migliorare il rapporto con la scuola e di una valutazione qualificata per il proprio bambino o la propria bambina con disabilità. Una necessità che spesso emerge non solo dalle famiglie stesse, ma anche a volte anche dalle scuole e dagli insegnanti, per definire un percorso scolastico equilibrato e personalizzato, ma che risulta difficile da soddisfare a causa della carenza di professionisti adeguatamente formati nel territorio, in grado di affrontare con competenza ed efficacia queste sfide.

Per sostenere questa evoluzione proseguirà la raccolta fondi, a cui tutti possono partecipare!

TESTIMONIANZA

“Un’oasi in cui respirare a pieni polmoni”

Vi scrivo emozionata e grata di aver fatto parte del progetto “Parlami ancora” e felice che vada avanti ancora per un po’. Ci siamo accostati alla Fondazione Sant’Orsola solo da un anno, ma è stato come uscire da un deserto e trovare un’oasi di servizi, competenza e accoglienza.

Per noi la sindrome di Down ha rappresentato da subito una occasione e una sfida enormi, perché per una serie di motivazioni siamo rimasti soli, non compresi, non supportati da affetti o strutture. Il Covid ha fatto il resto. Essere genitori di un bambino atipico e gravemente ammalato è già problematico, fare due lockdown è stato impegnativo e faticoso oltre ogni misura. Ma proprio lì dove non avevamo più forze e speranze, è arrivata la Fondazione ed è stato come respirare a pieni polmoni dopo una lunga apnea.

Nello specifico, la dottoressa che mi segue con un impegno e una professionalità incredibili, è stato il mio supporto insostituibile. In questi due anni incredibili e senza precedenti, ci siamo privati di qualsiasi tipo di attività fosse nostra propria, per ridurre al minimo la possibilità di contagi, per dare a Jacopo e poi Isabella tutti gli strumenti w le possibilità di crescita. Il sostegno alla famiglia ed alla coppia e’ mancato e se non fosse stato per i contatti continui e disponibili della dottoressa, probabilmente la nostra crisi invece di andare a risolversi, si sarebbe accentuata.

La Sindrome di Down non è ancora tutta “digerita”, ma abbiamo trovato uno spazio in cui parlare, confrontarci ed essere accolti per ciò che siamo, e questo spazio è insostituibile.