Elisabetta Bertocchi

Rendiconto 2020, ecco che cosa abbiamo realizzato insieme nell’anno della pandemia

16 progetti. 22.967 donazioni per realizzarli. 8.937 ore di servizio donate dai volontari. Sono solo alcuni dei numeri che raccontano l’attività della Fondazione nell’anno appena trascorso, presentata nel Rendiconto 2020 ora pubblicato.

Ripensando al 2020, un anno così difficile per tutti e per tanti drammatico, siamo pieni di gratitudine per la straordinaria generosità di cui abbiamo fatto esperienza, ancora più forte in chi ha sofferto di più. È stata una testimonianza straordinaria, un abbraccio che ha reso più forte la nostra comunità e l’ha aiutata a proseguire unita.

Leggi e scarica dal nostro sito il Rendiconto 2020 o richiedine una copia a casa!

“Insieme la vita vince”, il primo numero del 2021

Arriverà nelle case dei nostri sostenitori prima dell’estate il numero 1 del 2021 del notiziario “Insieme la vita vince”, da oggi scaricabile gratuitamente in formato .pdf.

8 pagine per raccontare come la Fondazione ha vissuto questi primi 6 mesi dell’anno, tra progetti realizzati, progetti lanciati e progetti sognati!

È possibile richiedere una copia cartacea, che spediremo direttamente a casa vostra. Per farlo, è necessario compilare questo form, con l’indirizzo di casa.

Un anno di attività: al Sant’Orsola 441 volontari ogni giorno a fianco dei pazienti

Il 20 maggio 2020, esattamente un anno fa, i volontari della Fondazione Sant’Orsola hanno ripreso a fare servizio in ospedale. Sono partiti in un centinaio, oggi sono quasi il triplo (291). Nei dodici mesi si sono alternati complessivamente 441 bolognesi. L’età media? Molto più bassa del previsto: 45 anni. Tant’è che gli under 35 sono stati in tutto 140. A dimostrazione che sotto le Due Torri davvero la solidarietà non ha età e i giovani pronti a darsi da fare per dare una mano sono tutt’altro che in via d’estinzione.

Cinque le attività principali svolte durante questi 12 mesi.

Checkpoint
Negli atri dei padiglioni 2 e 5, per 12 ore al giorno, 7 giorni su 7, ma anche negli ambulatori dei padiglioni 25 e 28, quando serve, con turni di tre ore i nostri volontari – sempre in coppia – accolgono pazienti e accompagnatori, misurano la temperatura, controllano le mascherine, igienizzano le mani. Permettono cioè di entrare in sicurezza. E aiutano a pagare il ticket o a fare l’accettazione e accompagnano a destinazione, quando serve, le persone che hanno bisogno di assistenza. In tutto hanno distribuito 175.800 mascherine e utilizzato per igienizzare le mani 1.183 litri di gel.

Punti vaccinali
Siamo partiti al padiglione 16, abbiamo proseguito all’11 e infine all’1: i nostri volontari hanno dato una mano a gestire i punti vaccinali aperti al Sant’Orsola per realizzare 28.600 vaccinazioni per il personale e i pazienti fragili, facendo accoglienza, spiegando i percorsi. Mettendosi ogni giorno a fianco di chi aveva bisogno di informazioni ma anche solo di una rassicurazione.

Provo a dirlo con un libro
Il 6 dicembre c’è stata la prima consegna. Da allora, sono stati donati ai pazienti che ne hanno fatto richiesta 343 libri. È il progetto “Provo a dirlo con un libro”: i nostri volontari hanno scelto i libri che stanno loro più a cuore, costruito il catalogo online con le proprie recensioni, e ora gestiscono le richieste e grazie alle donazioni arrivate fanno gli acquisti e consegnano i libri in reparto. Si va dalla storia di Zanardi ai libri di cucina o sui percorsi in bicicletta: un modo per proiettarsi verso la vita dopo il ricovero quando si è ancora in un letto d’ospedale.

Vicini di casa
Questo è il nome del gruppo dei nostri volontari che vanno a trovare i pazienti ospiti – prima e dopo il ricovero o durante le terapie – degli alloggi presi in affitto dalla Fondazione Sant’Orsola o degli alberghi, dal maggio scorso quasi 900 persone. Vanno a far loro la spesa, li accompagnano a fare un giro ai Giardini Margherita o in ospedale per le terapie o semplicemente restano a fare due chiacchiere con loro.

Day hospital in Oncologia
Ogni mattina da circa un mese i nostri volontari vanno a dare una mano all’accettazione dei circa 100 pazienti che arrivano per fare esami e terapie oncologiche: svolgono attività di checkpoint ma spiegano anche i percorsi e accompagnano i pazienti. Le persone accolte e accompagnate sono state già 2.300.

E i volontari non si fermano: nuove attività sono sulla rampa di lancio, tutte riservate a chi è già stato vaccinato con entrambe le dosi, in Geriatria e nei reparti Covid.

Salute insieme

Due incontri online. Due occasioni per raccontare il progetto “Mi batte forte il tuo cuore e per approfondire alcune tematiche legate ai trapianti di cuore e alla prevenzione delle malattie cardiache. “Salute insieme” sono i primi webinar della Fondazione Sant’Orsola, realizzati in collaborazione con Coop Alleanza 3.0 che con l’iniziativa “Per tutti per per te” contribuisce alla realizzazione del progetto.

I webinar – su prenotazione – si terranno sulla piattaforma Zoom. Per partecipare è necessario compilare il modulo di iscrizione e si riceverà il link e le istruzioni per collegarsi all’incontro.

Mercoledì 21 aprile
Ore 18.00 – 19.30
La frontiera dei trapianti
Quando si parla di trapianti le domande si moltiplicano e i dubbi pure: che cos’è un trapianto? Perché alcuni organi donati non possono essere utilizzati? Perché si parla di morte cerebrale? Un incontro per approfondire il tema dei trapianti, soprattutto quelli di cuore, e scoprire come una macchina, l’Organ Care System, può spostare più avanti la frontiera dei trapianti, grazie al progetto “Mi batte forte il tuo cuore”.

Intervengono: prof. Davide Pacini, direttore Cardiochirurgia Policlinico di Sant’Orsola e dott. Luca Botta, cardiochirurgo Policlinico di Sant’Orsola.

Introduce Simone Fabbri, consigliere di amministrazione di Coop Alleanza 3.0

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Mercoledì 5 maggio
Ore 18.00 – 19.30
Prendersi cura del cuore
Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi una delle cause principali di morte nel nostro Paese. Quali sono i fattori di rischio delle malattie cardiache? Come prevenirli con uno stile di vita sano, e come monitorare la salute del proprio cuore con gli esami e gli approfondimenti corretti? Un incontro di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione di queste malattie.

Intervengono: dott.ssa Sofia Martin Suarez, dirigente medico di Cardiochirurgia Policlinico di Sant’Orsola e dott. Giacomo Murana, cardiochirurgo Policlinico di Sant’Orsola

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I nostri volontari per i tre punti vaccinali del Sant’Orsola

Undici ore al giorno, sette giorni su sette: dall’8 marzo i volontari della Fondazione Sant’Orsola sono in campo per dare una mano nei padiglioni 11 e 16 alla vaccinazione delle persone particolarmente fragili, in quanto affette da patologie croniche. L’attività sta cominciando a crescere ogni giorno di più e prossimamente ai due punti vaccinali aperti all’interno del Policlinico se ne aggiungerà un terzo.
I volontari della Fondazione Sant’Orsola danno una mano prima e dopo la vaccinazione, da una parte accogliendo le persone che arrivano, fornendo mascherine a chi ne è sprovvisto, distribuendo i moduli che devono compilare, igienizzando loro le mani e misurandone la temperatura. Ma non finisce qui: i volontari gestiscono anche la sala dove per precauzione chi è stato vaccinato, sempre mantenendo il distanziamento di sicurezza, rimane per 15 minuti, per monitorare e scongiurare l’eventuale insorgere di effetti collaterali.
“Come sanno benissimo i nostri volontari – spiega Giacomo Faldella, presidente della Fondazione – il valore principale è la loro presenza a fianco delle persone: danno una mano, certo, ma soprattutto accolgono. Ed è molto bello che il lavoro imprescindibile di medici e infermieri sia sostenuto dai cittadini che scelgono di donare agli altri alcune ore della propria giornata. È un elemento di coesione che aiuterà tutta la nostra comunità”.
Per saperne di più o per dare la propria disponibilità scrivi a volontari@fondazionesantorsola.it.

Prolungato il servizio navetta taxi a 1 €

Sarà attivo fino al 31 marzo il servizio navetta taxi a 1 € grazie al quale tutto il personale del Policlinico di Sant’Orsola e di Ausl Bologna può viaggiare in taxi – al costo simbolico di 1 euro – nella tratta Stazione centrale FFSS – Ospedale.

Il servizio, realizzato in collaborazione con Cotabo, risponde alle necessità dei dipendenti pendolari in prima linea nella lotta contro il Covid-19 che, in questo modo, possono recarsi al lavoro con maggiore tranquillità e riducendo il rischio di contagio.

La navetta taxi, attivata dal 1 dicembre 2020, aveva fatto più di 2.318 corse – di cui ben 1.018 in febbraio – che la Fondazione Sant’Orsola ha potuto garantire grazie alle donazioni ricevute per Più forti insieme.

Un giardino per guarire nel verde

Un giardino per guarire nel verde. Fanep e Fondazione Sant’Orsola lanciano insieme il progetto per creare a fianco del padiglione 13 uno spazio per le medicine integrate.  Incontri di pet therapy, yoga, shiatsu, orticultura e passeggiate nel giardino sensoriale. Una possibilità che sarà a disposizione di tutti i pazienti pediatrici e delle loro famiglie, che contribuiranno a progettarlo insieme alle altre associazioni e al personale.

Il giardino terapeutico sorgerà nell’area tra il piccolo parco giochi a fianco del Gozzadini e il viale centrale del Policlinico. Un’area di oltre 120 metri quadrati, che sarà delimitata da una recinzione ecologica e che sarà realizzata nel pieno rispetto degli alberi esistenti, senza pavimentazioni che limitino la permeabilità del terreno, in collaborazione con i giardinieri del Policlinico.

All’interno dell’area potranno trovare posto un giardino sensoriale con arbusti, fiori ed essenze, ma anche un vero e proprio orto terapeutico, dove bambini e ragazze potranno coltivare erbe aromatiche e piccoli ortaggi. Sarà possibile ricavare uno spazio adeguato per la pet therapy e piccole piattaforme per attività come yoga e shiatsu, che potranno essere aperte anche alle mamme, ai famigliari e ai sanitari.

“I bambini e le famiglie sono da sempre al centro della nostra mission – dichiara il Presidente di Fanep Valentino di Pisa. Sappiamo quanto sia importante costruire nuovi spazi di benessere, soprattutto in un momento così complesso come quello che stiamo attraversando, per questo siamo orgogliosi di questa iniziativa che abbiamo ideato insieme alla Fondazione. Questo giardino, oltre ad essere pensato come un vero e proprio strumento terapeutico, vuol essere soprattutto un luogo meraviglioso ove i bambini i genitori i medici e gli infermieri possono trovare un angolo di tranquillità a contatto con la natura in cui possono essere sviluppate attività di orticoltura, di educazione alimentare sostenibile nonché interventi psicocorporei”

“Poter stare a contatto con la natura – racconta il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – è un elemento importante nel percorso di cura. Siamo molto contenti di questa collaborazione con Fanep, che ha sviluppato una grande competenza sul tema delle terapie integrative, e ancor più del percorso a cui insieme daremo vita per coinvolgere tutte le altre associazioni, i reparti, i pazienti e le famiglie nella progettazione”.

Il giardino nasce in particolare all’interno dell’approccio integrato del Centro Regionale per i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) in età evolutiva e per i piccoli pazienti di Neuropsichiatria Infantile (NPI), ma come accennato sarà aperto a tutti i pazienti pediatrici ricoverati nel padiglione. L’idea è di far vivere questo spazio tutto l’anno: quando il maltempo impedirà di frequentare il giardino, ad esempio si potranno organizzare incontri sulle piante officinali nelle sale dei reparti oppure laboratori utilizzando foglie e fiori.

Nelle prossime settimane partirà, infatti, un percorso di consultazione di tutti coloro che operano nei reparti pediatrici e di pazienti e famigliari. Con un concorso di idee, che coinvolgerà anche la scuola in ospedale, saranno i bambini a scegliere il nome del giardino. Con questionari e focus group si coinvolgeranno medici e infermieri, volontari delle altre associazioni e genitori per disegnare lo spazio e immaginare tutte le attività che potrà accogliere.

 

Il brodo di casa

Riportiamo l’intervista che l’azienda Ducati Motor Holding S.p.A. ha fatto al suo dipendente Joost Rijnbeek, volontario della Fondazione, per raccontare il suo servizio al check point e per dimostrare che la volontà di aiutare le altre persone può arricchirci anche in momenti difficili.

Cosa ti ha spinto ad iniziare a fare volontariato durante l’emergenza Covid-19?

Da parecchio tempo avvertivo la necessità di sentirmi utile nei confronti delle persone che ne avevano bisogno. Ho colto l’opportunità di iniziare a fare volontariato durante l’emergenza Covid-19 dello scorso marzo, entrando in contatto con la Fondazione Sant’Orsola, istituto al quale sono strettamente legato per una vicenda personale, offrendomi come volontario durante il mio tempo libero dal lavoro. In seguito al completamento di un training online ho subito cominciato la mia esperienza presso i checkpoint Covid disponibili all’interno della vasta struttura ospedaliera bolognese. Tali punti sono stati istituiti per riuscire a contingentare gli ingressi nei reparti, per controllare che i protocolli di sicurezza fossero rispettati e per offrire ai pazienti e ai loro familiari un punto di supporto per le richieste di carattere organizzativo.

Non avevi paura di essere contagiato? Se sì, perché hai deciso di farlo in ogni caso?

Devo ammettere che all’inizio avevo un po’ paura, ma la Fondazione ci ha dotato di tutti i dispositivi di protezione personali necessari. Inizialmente sono stati gli infermieri a svolgere le attività necessarie presso i check point Covid, ma poiché l’emergenza sanitaria era tale da obbligarli a dedicarsi ai pazienti ricoverati, siamo stati coinvolti noi volontari per lo svolgimento delle attività che non richiedevano una competenza medica. Seguivamo alla lettera tutte le disposizioni anti-contagio e nonostante tutto posso dire che la volontà di aiutare le persone in un momento così drammatico ha prevalso sulla paura di essere contagiato.

C’è un episodio che ricordi in particolare?

Ricordo moltissimi episodi. Ho trascorso molto tempo al padiglione 13, dove è ubicato il reparto di pediatria, dove gli incontri con i genitori dei bambini ricoverati all’interno erano frequenti e tutti molto delicati. Spesso i genitori, in cerca di un po’ di conforto, mi hanno chiesto di condividere un caffè e con esso le loro esperienze, che non mi hanno mai lasciato indifferente. Poche settimane fa, durante un turno di volontariato mi sono offerto di aiutare un’anziana signora che aveva con sé una borsa pesantissima e non riusciva a salire le scale. Ho dunque appreso che quella borsa era così pesante perché conteneva grandi quantità del “brodo di casa” tanto desiderato dal marito ricoverato nel reparto di oncologia. Questi sono i gesti che ti rimango impressi e ti danno la forza per affrontare le situazioni più spiacevoli. Ci sono poi persone alle quali ti affezioni, perché le vedi ogni settimana e con le quali, dopo poche parole, si instaura un rapporto di vicinanza e di affetto.

Cosa ti ha lasciato questa esperienza? La consiglieresti agli altri?

È un’esperienza che mi ha dato molto e che ha permesso di farmi sentire vicino alle persone che ne avevano bisogno anche in un momento in cui la lontananza fisica ci era imposta. Ricevere un “grazie” era sufficiente a darmi la carica. A volte tornavo a casa stanco, ma molto felice perché sapevo di aver fatto il possibile per aiutare, anche con piccoli gesti, le persone che ne avevano bisogno. È per tutti questi motivi che ho deciso di proseguire anche quando l’emergenza sembrava sopita, e tuttora svolgo volontariato presso il Sant’Orsola. Spero che condividere questa esperienza possa sensibilizzare e far comprendere quanto arricchimento personale si possa trarre dall’aiutare chi ne ha bisogno.

Foresteria Sant’Orsola, una casa quando non si può tornare a casa

Elisa è entusiasta: “Per noi pendolari questo servizio è stato la svolta! Comodo, vantaggioso ed essenziale per chi si vuole fermare dopo lavoro”.  Per tutti i dipendenti del Policlinico che dal primo ottobre stanno usufruendo della Foresteria Sant’Orsola, il servizio di accoglienza offerto dalla Fondazione al personale dell’ospedale è stato comunque una bella novità.

A inizio autunno sono state infatti messe a disposizione di medici, infermieri e OSS stanze singole per permettere loro di fermarsi a dormire a Bologna quando i turni o gli imprevisti rendono difficile rientrare a dormire nella propria casa. A chi usufruisce del servizio viene chiesto un contributo di 15 euro, che permette di coprire il 50% della spesa sostenuta dalla Fondazione ed è necessario per rendere il servizio sostenibile in modo continuativo nel lungo periodo. Il resto per ora è coperto da una donazione importante che la Banca di Credito Cooperativo Felsinea ha fatto durante l’emergenza alla Fondazione Sant’Orsola.

Insieme proviamo così a “migliorare la qualità della vita di noi pendolari”, come dice Anna Paola. Tra i beneficiari c’è chi fa il pendolare da Cesena, chi da Firenze, chi da Livorno. Chi, come Francesca, addirittura da Lucca: “Sono felice di avere trovato persone gentili e molto disponibili che con impegno ci hanno messo a disposizione dei luoghi belli e confortevoli dove pernottare. Ringrazio ancora di questa bella opportunità”.

Per il mese di novembre, appena iniziato, si contano già 85 richieste, destinate ad aumentare, con lo scenario Covid che può rendere più difficoltoso lo spostamento con i trasporti pubblici.

Anche Iuri ringrazia, mettendo però in evidenza una mancanza: “Questa soluzione della Foresteria mi permette di conciliare al meglio famiglia e lavoro, senza gravare eccessivamente sul bilancio familiare.  Sono molto grato per questa possibilità di grande supporto per noi pendolari. Solo un’osservazione: magari un caffè fatto bene, invece di quello delle macchinette, la mattina alle 6, si potrebbe avere?”.

Foresteria Sant’Orsola è questo: un luogo che accoglie, dove ci sente a casa quando a casa non si riesce a tornare, dove ci si riposa, dove manca solo un buon caffè per iniziare una giornata di lavoro. Dove, soprattutto, viene spontaneo aspettarselo, e chiederlo. Come si farebbe a casa.

 

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“Insieme la vita vince”, ecco il secondo numero del giornale della Fondazione

Sta arrivando proprio in queste settimane nelle case dei nostri sostenitori e dei nostri amici il secondo numero del notiziario “Insieme la vita vince”. Pagine da sfogliare, guardare, leggere e commentare. Pagine che raccontano gli ultimi mesi di attività della Fondazione, dall’emergenza Covid al primo settembre, quando ci siamo ritrovati con i volontari, fino all’inaugurazione della ristrutturazione del Day hospital oncologico, grazie al progetto “Lo spazio che cura”, passando per i progetti a cui stiamo lavorando insieme.

È possibile scaricare gratuitamente il .pdf del notiziario a questo link o richiedere una copia cartacea, che spediremo direttamente a casa vostra. Per farlo, è necessario compilare questo form, con l’indirizzo di casa.