15 Dicembre 2025
Fondazione Sant’Orsola raddoppia l’accoglienza. Da qualche settimana, infatti, ha preso in affitto una struttura tra via Tambroni e via Alberti, a 600 metri dall’ospedale, di proprietà delle suore Missionarie del lavoro. Il complesso si articola in una grande villa centrale, che risale all’inizio del secolo scorso, e in altri due stabili. In tutto 46 posti letto in stanze singole o matrimoniali, a cui si aggiungono il giardino, un salone da 100 posti e altre sale comuni dove sarà possibile sviluppare tante attività.
“Qui – racconta il presidente della Fondazione Andrea Moschetti – inizieremo a sperimentare quel che poi potremo far respirare pienamente all’interno dell’ex Monastero della Visitazione, che prenderemo in gestione quando saranno terminati i lavori di ristrutturazione, sperimentando nuovi servizi e, tramite questi ultimi, la costruzione di una comunità che cura, capace di arricchire la vita di tutti, persone sane o con malattia, giovani e anziani”.
Nella nuova struttura si amplierà, innanzitutto, l’attività di accoglienza che Fondazione Sant’Orsola sta portando avanti dal settembre 2021 in due strutture di Camplus, con 17 appartamenti e una quarantina di posti letto. Uno sviluppo richiesto dai numeri: “Nell’ultimo anno – racconta Moschetti – abbiamo aperto le porte a 580 richieste di accoglienza, ma ne abbiamo dovuto rifiutare quasi altrettante, per carenza di posti letto. Tutte famiglie che arrivano a Bologna per ricevere cure salvavita, che possono trovare nei nostri ospedali”.
Lo sviluppo non sarà però soltanto quantitativo. “Questi nuovi 46 posti letto – prosegue il presidente di Fondazione Sant’Orsola – ci permetteranno di dare una risposta positiva a più famiglie ma soprattutto di sperimentare nuove modalità di accoglienza per i nostri anziani”. Le statistiche dicono che in città quasi un terzo degli over 65 vive da solo, e la percentuale sale al 50% tra gli over 80. Alcuni hanno comunque una rete familiare su cui contare, ma tanti altri no e quando arriva la necessità di affrontare un percorso di cura le cose si complicano.
Spesso chi è solo non può affrontare in Day hospital cure che solitamente così vengono erogate, come la chemioterapia, perché non può gestire gli effetti collaterali a casa da solo. “Vogliamo sperimentare – spiega Moschetti – la possibilità di rendere via Tambroni un posto dove essere accolti gratuitamente vicino all’ospedale, quindi in sicurezza, per vivere insieme ad altri il proprio percorso di cura, in un contesto comunitario, per poter poi tornare alla propria abitazione una volta terminate le terapie o la convalescenza”.
Nella costruzione di questo contesto comunitario via Tambroni offre diverse opportunità. In una delle sale della villa, al piano terra, troverà sede così il progetto Guarda come cresco, con cui la Fondazione offre un servizio di logopedia precoce a 41 bambini da 0 a 7 anni, con la Trisomia 21, facendo ognuno una seduta con un proprio genitore ogni due settimane o ogni 7 giorni, in base all’età. Ci saranno dunque, tutti i giorni, tante famiglie con bambini che arriveranno nella casa e potranno fermarsi a giocare nel parco.
Via Tambroni diventerà un punto di riferimento anche per i volontari di Fondazione Sant’Orsola, ormai quasi 300. Qui si svolgeranno, infatti, le assemblee plenarie così come gli incontri con i nuovi candidati o la scuola di volontariato e la vita stessa della casa sarà seguita dalla presenza costante di alcuni volontari dedicati. Il grande salone si presta poi a iniziative aperte alla città, come l’esperienza di meditazione appena lanciata da Fondazione Sant’Orsola insieme alla comunità dell’associazione Tutto è vita a cui si sono già iscritte 112 persone, tra cui tanti medici e infermieri.
Per ora la casa è aperta solo in parte, in attesa di tinteggiare tutti i muri, acquistare nuovi arredi e realizzare i lavori per sistemare alcune parti dell’edificio, ampliare le cucine, portare l’aria condizionata nelle ali dove ancora non c’è. “Crediamo che questo progetto – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola – sia un passo importante, capace di arricchire la nostra comunità e se dai bolognesi arriverà il sostegno che ci aspettiamo riusciremo a inaugurare a pieno regime la casa all’inizio della primavera 2026”.