19 Ottobre 2019
“Ho sentito un abbraccio forte. Così forte che in certi momenti dovevo uscire e poi rientrare, per poter continuare. Questi ragazzi si sono messi nella nostra pelle e hanno portato nelle loro opere la paura e la voglia di vivere”. Lo hanno portato Elena e Gianluca nella danza, Sara nelle sue foto, Greta e Filomena tra dipinti e installazioni, Luca e Jacopo nel loro teatro.
Così Maria, che al Sant’Orsola è stata a lungo come paziente, raccontava ieri sera, uscendo dal padiglione 7, che cosa è stato per lei “Il battito di ciò che siamo”, evento conclusivo – sold out da un paio di giorni – del progetto della Fondazione Sant’Orsola “Degenze Artistiche” che per un mese ha portato sette giovani artisti a lavorare all’interno dell’ospedale, captandone la vita per restituirla nelle loro opere.
Il direttore dell’Accademia di Belle Arti Enrico Fornaroli, il pittore Andrea Chiesi, il direttore di Bologna Musei Roberto Grandi, don Giovanni Nicolini e don Francesco Scimè, la curatrice artistica Elena Di Gioia, medici, giovani, pazienti ed ex pazienti: sono davvero tante le persone che sono venute a vivere con noi una serata che nessuno di noi dimenticherà, frutto di un’esperienza che proseguirà e darà presto notizie di sè.
Nei prossimi giorni su questo sito pubblicheremo i video con cui i giovani artisti raccontano l’esperienza vissuta insieme. Sempre in queste pagine potete leggere già ora il diario di questo mese oppure la notizia che racconta il progetto Degenze Artistiche. Per informazioni e approfondimenti potete scrivere a degenze@fondazionesantorsola.it
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