27 Gennaio 2022
La generosità dei bolognesi che dieci mesi fa aveva salvato la vita al piccolo Habibou regala oggi una speranza in più a tanti altri bambini cardiopatici. Grazie alle donazioni arrivate all’Associazione Piccoli Grandi Cuori e alla Fondazione Sant’Orsola che non è stato necessario utilizzare per il bimbo del Niger, visto il decorso clinico perfetto che lo ha caratterizzato, oggi le due Onlus hanno potuto donare al Policlinico di Bologna un’innovativa sonda ecocardiografica per rendere più sicuri gli interventi al cuore per bimbi e neonati.
La campagna per Habibou era stata lanciata nella primavera 2021. Il bambino soffriva di una cardiopatia congenita grave, la Tetralogia di Fallot, caratterizzata da un’ostruzione del flusso sanguigno verso i polmoni. Per sperare di poter diventare grande aveva bisogno di un intervento che nel suo Paese nessuno era in grado di effettuare. Così è partita una raccolta fondi che in poche settimane ha consentito di portare il piccolo a Bologna e di pagare intervento e riabilitazione.
Grazie all’equipe del professor Gargiulo che lo ha operato e seguito, non ci sono state complicanze e anche la ripresa è avvenuta in tempi molto più rapidi del previsto. Dei 56.823 euro raccolti da Piccoli Grandi Cuori e Fondazione Sant’Orsola sono rimasti così 21.942 euro che le due Onlus hanno deciso di integrare e, raggiunti i 27.000 euro, devolvere all’acquisto di un’attrezzatura sanitaria che potesse contribuire a migliorare il percorso di cura di tanti altri bambini che, come Habibou, necessiteranno di un intervento al cuore.
Si tratta di una sonda ecocardiografica transesofagea: “Le sonde fino ad oggi utilizzate – spiega la cardiologa pediatrica del Policlinico di Sant’Orsola Anna Balducci – ci consentivano di eseguire esami solo nei pazienti adulti e nei bambini grandi. Con questo nuovissimo strumento potremo effettuare l’ecocardiografia transesofagea anche nei neonati cardiopatici di peso superiore ai 2,5 kg: questo ci permetterà di eseguire una valutazione anatomica molto precisa e dettagliata del cuore, della sua struttura e del suo funzionamento acquisendo moltissime informazioni che sono utili al cardiochirurgo, in sala operatoria, prima dell’intervento”.
Sarà possibile così avere un controllo “on line”, in tempo reale, dell’intervento cardiochirurgico ed una valutazione dei risultati della correzione chirurgica; inoltre, sarà utile anche in terapia intensiva e in sala di emodinamica. La sonda ecocardiografica transesofagea sfrutta infatti lo stretto contatto esistente tra l’esofago ed il cuore e permette una migliore visualizzazione delle camere cardiache, dei grossi vasi polmonari e dell’aorta, delle valvole cardiache, con un dettaglio migliore rispetto a quanto consentito dal più semplice ecocardiogramma transtoracico (ETT).
“Donare è dare con assoluta spontaneità, liberalità – commenta la presidente dell’Associazione Piccoli Grandi Cuori – è attendere con amore e con impegno a qualcosa. Ed è quello che noi, come organizzazione di volontariato, cerchiamo di fare tutti i giorni, con i nostri genitori, con i nostri volontari: doniamo il nostro tempo e le nostre risorse, per aiutare chi ne ha bisogno, per sensibilizzare, per impiantare consapevolezza, per tradurre una necessità in opportunità. In tutto questo è fondamentale avere al proprio fianco compagni di viaggio sensibili e attenti, come lo è la Fondazione e come sono tutte le persone che ci aiutano grazie alle loro donazioni, anche economiche: con l’acquisto di questo strumento siamo felici di poter contribuire al lavoro eccellente che i nostri medici svolgono per curare i cardiopatici congeniti”.
“La generosità dei bolognesi – commenta Giacomo Faldella, presidente di Fondazione Sant’Orsola – ancora una volta ci ha sorpreso ed è molto positivo che un gesto di accoglienza verso un bimbo venuto dal Niger permetta sia alla sua vita di ripartire sia di aiutare tanti altri bambini. È la potenza del dono, un circolo virtuoso che moltiplica il bene, per tutti. La collaborazione con una realtà di grande valore come Piccoli Grandi Cuori e la grande capacità dei medici del Policlinico hanno fatto il resto, permettendo di raggiungere un risultato positivo che arricchisce tutta la nostra comunità”.