22 Aprile 2021
Bambini e bambine che non vogliono più uscire di casa, che cadono preda di paure e fobie che avevano faticosamente superato, che arrivano a gesti di autolesionismo. Sono alcune delle conseguenze che il distanziamento sociale e l’isolamento – necessari per contenere la pandemia – hanno creato in tanti ragazzi e ragazze, ancora più forti in presenza di disabilità intellettive che rendono anche più complesso ogni tentativo di aiuto.
Per le loro famiglie Fondazione Sant’Orsola, grazie al sostegno di Banca di Bologna, ha deciso di mettere a disposizione un servizio di consulenza psicologica specialistico, proprio per fornire un supporto nella gestione di eventuali problematiche che il particolare periodo che stiamo vivendo può avere acuito, dando attraverso la consultazione psicologica più consapevolezza e maggiori strumenti per affrontarle.
“Un anno di emergenza ha creato nuove difficoltà e lasciato segni pesanti su tutti noi e ancora di più – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – su chi già viveva una situazione di fragilità. In tutti questi mesi siamo stati impegnati a sostenere gli ospedali nel contrasto al Covid. Ora, proseguendo questo aiuto, crediamo sia venuto il momento di iniziare a sostenere anche chi sta pagando un prezzo alto per le conseguenze della pandemia e farà più fatica nella ripartenza”.
“Fin dall’inizio del lockdown 2020 – sottolinea Alberto Ferrari, Direttore Generale Banca di Bologna – abbiamo sentito il dovere di affiancare e sostenere l’ospedale Sant’Orsola con un nostro contributo diretto e immediato. Questa scelta ha segnato l’inizio di una più estesa, concreta e specifica attività con la Fondazione Sant’Orsola. Anche in questa delicata fase della pandemia siamo vicini alle famiglie e ai loro ragazzi. Vogliamo continuare a sviluppare la collaborazione con la Fondazione a sostegno dei progetti attuali e futuri per il territorio”.
“L’idea di questo intervento – spiega Chiara Locatelli, neonatologa del Policlinico di Sant’Orsola, responsabile dell’ambulatorio specialistico malattie rare di Neonatologia, a cui fanno riferimento oltre 500 famiglie con bambini con malattie rare – è nata dai racconti da parte dei genitori che incontriamo delle fatiche emerse in questo periodo di pandemia legate all’isolamento. E davanti ai propri figli spesso i genitori non sanno che cosa fare, come aiutarli. Nessuno ha la bacchetta magica ma quel che sappiamo bene è che insieme, con un aiuto competente, si può provare ad affrontare anche questa difficoltà”.
Le domande di partecipazione potranno essere inoltrate tra il 22 aprile e il 10 maggio, per poter avviare il servizio subito dopo, scrivendo a parlamiancora@fondazionesantorsola.it. Per selezionare chi avrà accesso al servizio saranno presi in considerazione la data di invio della domanda e il colloquio con la psicologa. Le sedute di consulenza psicologica specialistica saranno rivolte ai genitori e, in una prima fase, si svolgeranno online. Il numero e la cadenza degli incontri verranno stabiliti sulla base delle necessità delle singole famiglie e dei motivi della consultazione.
In questa fase di avvio saranno ammesse al servizio, completamente gratuito grazie al sostegno di Banca di Bologna, 20 famiglie e sarà realizzato un sondaggio tra tutte le famiglie con bimbi e ragazzi con Trisomia 21 e disabilità intellettive che gravitano attorno all’ambulatorio del Sant’Orsola per rilevare le problematiche che la pandemia ha portato con sé, che consentirà di mirare meglio il servizio e di indirizzarne lo sviluppo. Il servizio sarà avviato dalla dottoressa Francesca Pulina, psicologa dell’età evolutiva che svolge attività clinica e collabora in attività di ricerca sulla sindrome di Down. Autrice e co-autrice di studi e ricerche pubblicati su riviste nazionali e internazionali, fa parte dell’equipe di Renzo Vianello, professore emerito di Psicologia dello sviluppo tipico e atipico presso l’Università degli Studi di Padova.